Notte d’inverno di Giovanni Pascoli
Il Tempo chiamò dalla torrelontana... Che strepito! È un trenolà, se non è il fiume che corre.O notte! Né prima io l’udiva,lo strepito rapido, il pienofragore di treno che arriva;sì, quando la voce straniera,di bronzo, me chiese; sì, quandomi venne a trovare ov’io era,squillando squillandonell’oscurità.Il treno s’appressa... Già sentola querula tromba che geme,là, se non è l’urlo del vento.E il vento rintrona rimbomba,rimbomba rintrona, e insiemerisuona una querula tromba.E un’altra, ed un’altra. - Non essam’annunzia che giunge? - io domando.- Quest’altra! - Ed il treno s’appressatremando tremandonell’oscurità.Sei tu che ritorni. Tra pocoritorni, tu, piccola dama,sul mostro dagli occhi di fuoco.Hai freddo? paura? C’è un tetto,c’è un cuore, c’è il cuore che t’amaqui! Riameremo. T’aspetto.Già il treno rallenta, trabalza,sta... Mia giovinezza, t’attendo!Già l’ultimo squillo s’inalzagemendo gemendonell’oscurità...E il Tempo lassù dalla torremi grida ch’è giorno. Risentola tromba e la romba che corre.Il giorno è coperto di brume.Quel flebile suono è del vento,quel labile tuono è del fiume.È il fiume ed è il vento, so bene,che vengono vengono, intendo,così come all’anima viene,piangendo piangendo,ciò che se ne va.
Bei versi.
RispondiEliminaOttima poesia!
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