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18 nov 2023

Giulia trovata in un canalone, ora si cerca Filippo

 È di Giulia Cecchettin il corpo senza vita trovato in un canalone di località Pian delle More tra gli abitati di Barcis e Piancavallo in territorio comunale di Aviano. La 22enne di Vigonovo era scomparsa sabato scorso dopo essersi incontrata con l’ex fidanzato Filippo Turetta, di cui invece al momento non si hanno ancora notizie così come per ora non è stata ritrovata nemmeno l’auto del ragazzo, una Grande Punto nera, mentre in un primo momento sembrava che la vettura si trovasse nei paraggi del lago. L’ultima traccia lasciata dal ventiduenne di Torreglia risalirebbe alla giornata di mercoledì, quando l’occhio elettronico di una telecamera ha ripreso la sua auto a Lienz, in Austria. Le ricerche del ragazzo continuano: si è alzato in volo tra Barcis e Piancavallo anche un elicottero della Forestale. Sul posto anche Carabinieri e Vigili del Fuoco. Attonita la comunità di Barcis, con il sindaco che manifesta il cordoglio dell’intera valle alla famiglia di Giulia.

“In questo momento cupo e doloroso ci stringiamo ai genitori e ai famigliari di Giulia, alla quale è stato tolto quel futuro che si stava costruendo con merito, anche attraverso il conseguimento della laurea, la cui tesi avrebbe dovuto discutere proprio due giorni fa”. Così si è espresso il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga alla notizia del ritrovamento del corpo della giovane. “In attesa di conoscere gli esiti della vicenda e delle indagini una preghiera per Giulia e una profonda riflessione sul ripetersi di eventi come questo.

https://www.ilfriuli.it/cronaca/morte-giulia-cecchettin-barcis-piancavallo/


Favola della Val Resia

 

Sapete perché i cani non possono vedere i gatti
ed i gatti non possono vedere i topi?

C’era una volta un cane che non aveva padrone e c’era una gattina, anche lei sola, senza padrone.
Un giorno si incontrarono e la gattina gli chiese:
“Come va? Sei sempre solo!”
“Si, – lui le disse – anche tu sei sola?”
“Non ho nessuno” – rispose.
“Se è così – continuò il cane –  possiamo stare insieme!”

Il cane e la gattina per un po’ stettero insieme.
Quando la gattina prendeva qualcosa lo dava al cane e anche il cane quando prendeva qualcosa lo dava alla gattina.
Insieme stavano bene e avevano fiducia l’uno dell’altro.
Un giorno il cane le disse:
“Così non possiamo stare, dobbiamo fare le carte per sposarci”.
Decisero così di fare le carte necessarie per sposarsi.
Poco dopo però il cane ricevette la cartolina per andare a fare il soldato e disse alla gattina:
“Tieni tu le carte, nascondile bene, e quando tornerò, ci sposeremo!”
“Si!!, si!!, tengo io le carte e vedrai che nessuno le troverà!”
La gattina si recò in un solaio dove nessuno andava.
Cercò un posto sicuro. Fece un buco dove mise le carte e lo coprì bene.
Quando il cane tornò a casa disse alla gattina:
“Ora finalmente possiamo sposarci, vai a prendere le nostre carte che, sono certo, avrai ben nascoste e messe al sicuro!”
Quando la gattina andò nel posto dove aveva nascosto le carte, vide che erano tutte mangiucchiate.
La gattina tornò dal cane e disse: “Guarda!!! le carte sono tutte mangiucchiate!”
“Ma come, avevi detto che le avresti messe al sicuro!” – rispose il cane tutto arrabbiato.
“Le ho messe al sicuro, più che potevo, ma il topo le ha mangiate” – disse la gattina desolata e preoccupata.
“Allora sai cosa ti dico? D’ora in poi non sopporterò più alcun gatto!” – disse il cane.
“Tu….?! Anch’io diventerò nemica dei topi; quando li vedrò li mangerò!” – disse la gattina.

Per questo ancora oggi il cane non può vedere il gatto ed il gatto non può vedere il topo.

 fonte http://rezija.com/it/circolo-culturale-resiano-rozajanski-dum/lingua/favole/

Se ti interessa leggi la favola in lingua resiana

Buongiorno


 

17 nov 2023

Se la Benecia diventa «terra promessa»

 «Felici al di là delle nuvole» è il parziale titolo di un articolo uscito di recente su «la Repubblica», cui segue con tono enfatico «così n Friuli si ripopolano i borghi di montagna». È un’ iniziativa sociale, culturale, economica e, direi, politica, che pare aver già attecchito forse proprio cogliendo quel bisogno di «felicità al di là delle nuvole» che spinge molte persone alla ricerca di alternative valide alla convulsa quotidianità lavorativa cittadina che opprime ed isola nel suo moto perpetuo. Mi ha sorpreso leggere le prime righe dell’articolo di Francesca Santolini: «Savogna è un piccolo Comune di 356 anime nelle valli del Natisone, nel cuore dell’Europa, un ideale punto di incontro fra cultura latina e quella balcanica».

Per inciso, trovo limitativo il raffronto relativo alla cultura balcanica rispetto a quella latina, ben sapendo quanto siano estesi il mondo e le culture slave, non solo balcaniche; aprendo l’orizzonte si può ben immaginare il senso di questa sutura e commistura che le valli del Natisone possono rappresentare nella loro effettiva centralità europea.

Si parla di ripopolamento dei borghi montani. Ne hanno estremo bisogno sia la Carnia friulana che il territorio della fascia confinaria tradizionalmente abitata da popolazioni di lingua slovena. Voglio evidenziare intenzionalmente queste specificità linguistiche e culturali anche perché trovo, in questo, una opportunità speciale che questi ambienti montani possono offrire non solo in considerazione del loro particolare percorso storico, ma anche per l’esperienza di conoscenza e rivalutazione di antichi valori che la città non riesce più ad offrire.

Quanto all’iniziativa in atto, sono particolari infatti l’impostazione, i programmi, le finalità della stessa, finanziata dalla «Fondazione Friuli» e attuata dalla «Cooperativa Cramars di Tolmezzo, – per ora – in collaborazione con alcuni Comuni della montagna Friulana e – specificherei – Slovena. Il portale creato a tale scopo: «Vieni a vivere e lavorare in montagna», – così scrivono gli organizzatori – «è pensato per tutte quelle persone che ricercano uno stile di vita all’insegna della qualità, a stretto contatto con la natura, lontano dai grossi centri urbani e basato sull’appartenenza ad una piccola comunità accogliente». Il principio ispiratore e motore, dunque, parte proprio dalla ricerca della disponibilità di una comunità «accogliente» nelle zone montane, dove potrebbe nascere e svilupparsi non solo l’iniziativa economica, ma tutto un processo di inclusione e collaborazione nella stessa comunità accogliente.

«Il portale – viene ribadito – segnala solo quei “territori accoglienti” che mettono a disposizione una “comunità accogliente” per i potenziali nuovi abitanti, “creando le facilitazioni possibili attraverso persone del luogo che potranno accompagnarli nella ricerca degli alloggi disponibili, a fornire informazioni utili per cercare un lavoro in zona, nell’illustrare le modalità di funzionamento dei servizi disponibili, siano essi scolastici che per le persone adulte o anziane. Insomma, un gruppo di ‘ciceroni locali’ in grado di accompagnarti alla scoperta del tuo nuovo mondo».

A quanto pare, per questa stagione le possibili adesioni sono concluse e sono sette le comunità comunali che effettivamente partecipano all’iniziativa, quelle che hanno scommesso su questa opportunità pionieristica: Comeglians, Tramonti di Sopra, Tramonti di Sotto e Resiutta, sui monti della Carnia; Resia/Rezija, Stregna/Sriednje e Savogna/Sauodnja sui contrafforti orientali sloveni. Quindi la risposta almeno di questi candidati non si è fatta attendere. Presumo, allora, che le aree che partecipano al progetto possiedono una comunità viva, disponibile, organizzata e soprattutto ospitale. Quindi le persone che hanno manifestato un concreto interesse «verranno affiancate da persone del luogo (ciceroni) che li aiuteranno a conoscere il territorio e le possibilità che offre: dal lavoro ai servizi, dal sistema scolastico a quello assistenziale, alla mobilità ed alla reperibilità di ogni altra informazione ritenuta utile e di interesse».

La prospettiva di una reale concretizzazione e sviluppo dell’iniziativa apre scenari decisamente innovativi, se non addirittura dirompenti, nell’ambiente valligiano tenendo conto dei pregressi storici di una popolazione legata caparbiamente al proprio pezzetto di terra, alla casa, all’orto, anche quando, come oggi, ha già da tempo abbandonato fisicamente il paesello nativo. In considerazione di quanto siano incredibilmente frazionate le proprietà, suddivise in migliaia di parcelle e proprietari, vedo come un possibile miracolo che si crei un fenomeno di coesione, di accordi che permettano una reale disponibilità del territorio ad essere sfruttato al fine di una crescita sociale ed economica e, perché no, anche demografica. Tutti sogniamo una qualche felicità, che sia al di qua o al di là delle nuvole.

dal Dom

16 nov 2023

Serata di cultura e musica resiana

 INVITO - VABILO

Serata di cultura e musica resiana
In occasione della chiusura della mostra collettiva internazionale La cultura costruisce ponti, organizzata dal circolo di cultura Ivan Trinko in collaborazione con il Kulturni dom di Gorizia, sabato 18 novembre, alle ore 18 ,nella chiesa di S.Maria dei Battuti a Cividale.verrà presentato il libro Nuove favole di Resia - La volpe di Ladina, edito dal circolo Trinko in collaborazione con il Museo delle genti della Val Resia.
Sarà presente l'autrice, Catia Quaglia, parteciperanno anche il gruppo corale spontaneo femminile ed il suonatori del gruppo folkloristico Val Resia APS.
Srečanje z rezijansko kulturo in glasbo v soboto, 18. novembra ob 18. uri v cerkvi S.Maria dei Battuti v Čedadu. Ob zaprtju mednarodne kolektivne razstave Kultura gradi mostove, ki jo je organiziralo kulturno društvo Ivan Trinko v sodelovanju s Kulkturnim domom iz Gorice, bo predstavitev knjige Nove pravljice iz Rezije - Ta ladinina lisica.
Prisotna bo avtorica Catia Quaglia. Na večeru bodo sodelovali tudi ženska vokalna skupina in godci rezijanske foklorne skupine Val Resia.

15 nov 2023

La mostarda di frutti di rosa canina

 


 La mostarda di picecûi

Testo e immagini di Michela Urbano
L’autunno è la stagione ideale per raccogliere i falsi frutti della rosa canina: i cinorrodi.
E’ facile individuare gli arbusti di rosa canina innanzi tutto perché sono diffusi su tutto il
territorio regionale, i suoi arbusti prediligono gli ambienti aridi, i margini delle strade di
campagna le boscaglie rade e i pendii assolati. E poi perché i lunghi rami spinosi,
puntellati di cinorrodi in variazioni di rosso, rallegrano il panorama dalle cromie marroni,
tipicamente autunnali.
La raccolta è tradizionalmente consigliata “dopo la prima gelata”, affinché il freddo
agevoli la rottura della membrana cellulare dei cinorrodi, permettendo così di attingere
alle loro molteplici proprietà benefiche.
Permettetemi una riflessione: sappiamo bene che le temperature si sono notevolmente
alzate, le gelate arrivano molto più in là del periodo ottimale di raccolta e i notevoli sbalzi
termici e le piogge abbondanti creano un facile proliferare di muffe e batteri.
Pertanto mi sento di raccomandarvi la massima attenzione nel raccogliere cinorrodi sani e
integri, turgidi anche se leggermente più aspri nel gusto.
Una volta raccolti i cinorrodi vanno divisi a metà e privati dei frutti e peluria interna. Per
questa operazione vi consiglio di utilizzare dei guanti, la peluria sebbene non sia velenosa
all’ingestione è piuttosto urticante per tutte le mucose,
I suoi tanti nomi popolari come picecûi , spicecȗl o forecȗl, la dicono lunga su questo
effetto poco desiderato.
Con i cinorrodi ben puliti e lavati potrete sbizzarrirvi in molteplici preparazioni come
confetture, marmellate, melliti, infusi, decotti, fermentazioni.
Attenzione però, sebbene il cinorrodo delle rose (eh sì, non solo quello della rosa canina!)
sia famoso per l’altissimo contenuto di vitamina C questa oltre a essere idrosolubile è
particolarmente termolabile, pertanto se oltrepasserete la soglia dei 36°C svanirà.
Non disperate, esistono ben altre 129 proprietà che giustificano il valore, e quindi la
raccolta, di questo dono della natura.
Oggi vi lascio una ricetta speciale, dono dell’amica Isabella de Crignis, nota rifugista, che
per ben 36 stagioni ha gestito, insieme al marito, il rifugio Pelizzo sul monte Matajur:
La mostarda di picecûi:
Raccogliete 300 gr di cinorrodi di rosa canina.In una pentola capiente portate a bollore
250 ml di vino bianco con 50 ml di aceto di susine, 150 gr di zucchero, 150 gr di succo di
uva americana, 1 stecca di cannella, 8 chiodi di garofano,1 piccola cipolla,1 spicchio di
aglio di Resia, 2 mele cotogne con la buccia, 8 bacche di ginepro, 4 foglie di alloro, la
scorza di un limone,1 cucchiaino di senape in polvere, timo selvatico e basilico, sale
quanto basta. Fate ridurre e passate al setaccio. Aggiungete i “picecûi” puliti e portate a
cottura.Passate al passaverdura per ottenere una purea. Invasate e pastorizzate a 90°C
per 25 minuti.Isabella serve la sua mostarda in particolare con il lesso e i formaggi
invecchiati.
da Vita nei campi

14 nov 2023

Proverbio friulano della settimana

 Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei Vita Nei Campi
“Siròc e tramontàn ‘e menin vin e pan; buere e garbìn e menin pan e vin” Ovvero i venti di scirocco e tramontana portano vino e pane, bora e libeccio portano pane e vino, tutti e quattro sono dunque propizi.

12 nov 2023

San Martino - Giosuè Carducci

 La nebbia a gl'irti colli

Piovigginando sale,
E sotto il maestrale
Urla e biancheggia il mar;
Ma per le vie del borgo
Dal ribollir de' tini
Va l'aspro odor de i vini
L'anime a rallegrar.
Gira su' ceppi accesi
Lo spiedo scoppiettando:
Sta il cacciator fischiando
Su l'uscio a rimirar
Tra le rossastre nubi
Stormi d'uccelli neri,
Com'esuli pensieri,
Nel vespero migrar.


Carducci

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"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

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  Il proverbio friulano della settimana di Vita nei campi fb “Mai / salte fûr el cai” ovvero a maggio escono le chiocciole che segue l’altro...

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