Le cicale, Giosuè Carducci
Cominciano agli ultimi di giugno, nelle splendide
mattinate; cominciano ad accordare in lirica
monotonia le voci argute e squillanti.Prima una, due, tre, quattro, da altrettanti alberi;
poi dieci, venti, cento, mille, non si sa di dove,
pazze di sole; poi tutto un gran coro che aumenta
d’intonazione e di intensità col calore e col luglio, e
canta, canta, canta, sui capi, d’attorno, ai piedi
dei mietitori.Finisce la mietitura, ma non il coro. Nelle fiere
solitudini sul solleone, pare che tutta la pianura
canti, e tutti i monti cantino, e tutti i boschi cantino...
Beautiful photo. Olga, I salute you and I wish you a good Wednesday!
RispondiEliminaBuoni versi!
RispondiEliminaBellissima poesia, qui da noi è pieno di cicale... E in effetti le ho in sottofondo anche ora! Fino al tramonto canticchiano che è un piacere. Hai mai visto da vicino le ali delle cicale? Sembrano ali di fata. Un abbraccio!
RispondiEliminaGosto imenso do som destes pequenos bichos
RispondiEliminaOttima poesia!!!🌹🌹🌹
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