16 mar 2022

Il legno,nuovo oro della Slavia

 Il conflitto in Ucraina ha portato alle stelle i prezzi del gas naturale, del petrolio e, di conseguenza, dato che le centrali italiane sono alimentate in gran parte da questi due combustibili, dell’energia elettrica. Ma già prima dello scoppio delle ostilità, i costi dell’elettricità, dei carburanti e del metano erano aumentati considerevolmente.

Il sindaco di San Leonardo, Antonio Comugnaro, ha ordinato lo spegnimento dell’illuminazione pubblica alle ore 23 e ad analoghe misure volte al contenimento dei consumi di eletticità e gas sta pensando anche l’amminstrazione di San Pietro al Natisone.

La crisi energetica sta portando un sempre maggiore numero di famiglie a prendere in considerazione il legno per riscaldare le proprie abitazioni.

Per la legge del mercato, di fronte a una maggiore richiesta, si è registrato anche un aumento del prezzo della legna da ardere e del pellet, tuttavia i due tipi di combustibili provenienti dal bosco risultano sempre più convenienti rispetto al metano.

Nei prossimi mesi si prevede, pertanto, una richiesta crescente e così il bosco diventa un patrimonio sempre più prezioso. In Benecia di legname da ardere ce n’è in grande quantità, perché nel secondo dopoguerra, a causa dell’abbandono delle attività agricole, il bosco ha progressivamente inghiottito pascoli, prati e campi. Ecco, allora, che l’impennata dei prezzi dei combustibili fossili rappresenta una nuova bella opportunità di crescita dell’economia locale.

Di aziende forestali sul territorio ce n’è una ventina e tutte godono di buona salute e hanno ottime prospettive, visto ce già attualmente hanno difficoltà a soddisfare le richieste. C’è, quindi, una forte probabilità che il loro numero aumenti e con esse cresca, grazie anche ai singoli che fanno legna per soddisfare il fabbisogno famigliare (chi nelle valli non ha un pezzo di bosco in proprietà?), anche la cura del territorio, tramite uno sboscamento costante delle aree abbandonate e una corretta coltivazione del bosco vero e proprio.

Tornando ai vantaggi dell’uso di legna o pellet per il riscaldamento, bisogna sottolineare che essi possono essere acquistati in qualsiasi periodo dell’anno e poi conservati, senza intaccare le loro proprietà. E si sa che in primavera legna da ardere e pellet costano meno, per cui si può risparmiare in modo significativo nei successivi autunno e inverno.

C’è poi un risvolto ecologico. A detta degli esperti, oggi legna da ardere e pellet rappresentano una delle più importanti risorse per combattere il cambiamento climatico e una delle soluzioni più avanzate per «scaldarsi senza scaldare il pianeta».

Tutti sanno che per combattere il cambiamento climatico è necessario passare dalle energie fossili (petrolio, carbone, gas) alle energie rinnovabili. In pochi però sanno che il legno è di gran lunga la prima tra le energie rinnovabili con il 34 per cento, seguita da energia idroelettrica (18 per cento), pompe di calore (12 per cento), fotovoltaico (9,5 per cento) ed eolico (6,7 per cento).

In Europa e nel mondo la percentuale di energia rinnovabile prodotta dal legno è ancora più alta.

Ciò significa che dai boschi nasce una fonte di energia senza la quale combattere quella che viene chiamata «emergenza climatica» sarebbe impossibile.

Molti pensano che usare la legna come fonte di riscaldamento danneggi il patrimonio boschivo, ma è vero il contrario. In Italia i boschi sono in costante aumento (dal 1936 al 2015 la crescita è stata del 72,6%). Ma per valorizzarli bisogna gestirli e non abbandonarli. Una foresta gestita determina un risparmio di CO2 dieci volte di più di una non gestita.

In Italia il legno è la seconda fonte di riscaldamento dopo il metano (21%). La ragione è anche nei costi: legna, pellet e cippato già prima della guerra tra Russia e Ucraina avevano un costo medio di quasi la metà del metano e un terzo del gasolio. (R. D.)

https://www.dom.it/drva-so-nase-zlato_il-legno-nuovo-oro-della-slavia/

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