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Quali sono le nuove regole per il green pass a scuola, in università e nelle Rsa


Il vaccino diventa obbligatorio per tutte le persone che lavorano nelle residenze per anziani. A scuola il green pass servirà a chiunque entri per incontri o per lavoro

 Il governo ha ampliato ancora l’uso del green pass nelle scuole, nelle università e nelle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa). Il Consiglio dei ministri ha approvato il 9 settembre un nuovo decreto che introduce l’obbligo vaccinale per chiunque svolga un’attività lavorativa all’interno delle Rsa e l’obbligo di green pass per chiunque acceda alle strutture scolastiche e universitarie, fino al prossimo 31 dicembre.

Le regole per le Rsa

Dal prossimo 10 ottobre, non solo medici e infermieri, ma anche “tutti i soggetti esterni che svolgono, a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa nelle strutture Rsa” dovranno aver completato la vaccinazione contro Covid-19. L’obbligo coinvolge quindi anche il personale addetto alle pulizie o ai servizi di mensa e altre figure lavorative necessarie alle strutture di assistenza.

controlli dovranno essere svolti dai datori di lavoro del personale esterno e dai responsabili delle Rsa. In caso di violazione delle norme sanitarie verranno applicate le sanzioni già previste, quindi la sospensione del rapporto lavorativo e dello stipendio, fino all’avvenuta vaccinazione oppure “fino al completamento del piano vaccinale nazionale e comunque non oltre il 31 dicembre 2021”.

Le regole nelle scuole

In base alle nuove disposizioni del Consiglio dei ministri “chiunque acceda a tutte le strutture scolastiche, educative e formative” dovrà essere in possesso di un green pass in corso di validità. Quindi l’obbligo non coinvolgerà solo i docenti e il personale Ata (Assistenza tecnica e amministrativa) – per i quali è già in vigore in base al decreto dello scorso 6 agosto – ma anche i genitori che vanno a scuola per partecipare a riunioni o colloqui e i dipendenti di ditte esterne che offrono servizi di manutenzione, pulizia o mensa. Il decreto specifica che solo “i bambini, gli alunni, gli studenti e i frequentanti i sistemi regionali di formazione” non devono avere il green pass “ad eccezione di coloro che prendono parte ai percorsi formatici degli Istituti tecnici superiori”.

Il controllo della certificazione è affidato ai dirigenti scolastici, attraverso l’utilizzo della nuova piattaforma digitale che collega il Sistema informativo dell’istruzione con la Piattaforma nazionale digital green certificate. Mentre, nel caso dei dipendenti di aziende esterne, dovrà essere effettuato anche dai rispettivi datori di lavoro.

Rispetto alla piattaforma di controllo, il ministero dell’Istruzione ha precisato che sarà inserita nel sistema informativo del dicastero, già noto ai dirigenti, e specificato che “il controllo avverrà in pochi passaggi. Basterà entrare nel sistema e selezionare la propria scuola per poter visualizzare, nel totale rispetto della privacy, l’elenco dei pass attivi e non attivi. Ogni dirigente potrà visualizzare, una volta entrato in piattaforma, sia la propria scuola che quelle di cui dovesse essere reggente. Il tutto in un’unica schermata. Sarà possibile delegare il controllo a un altro dipendente della scuola. Tutto il sistema è pensato per salvaguardare la privacy: non è possibile conoscere la motivazione di un eventuale green pass non attivo. È previsto uno specifico servizio di assistenza attivo dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 14 per raccogliere quesiti e segnalazioni“.

Le regole nelle università

Nelle istituzioni universitarie o di alta formazione e negli istituti di formazione artistica, musicale e coreutica, l’obbligo di green pass vale anche per gli studenti e le studentesse e, in base al nuovo decreto, anche per “chiunque accede alle strutture”. Saranno responsabili delle università a dover verificare il rispetto delle norme sanitarie previste, ma, come per le scuole, dovranno essere i datori di lavoro del personale esterno a verificare il possesso della certificazione dei propri dipendenti.

Le sanzioni nelle scuole e nelle università

I genitori e i lavoratori esterni sprovvisti di green pass richiano una multa da 400 a mille euro. Mentre per il personale docente e Ata, la sanzione scatta a partire dal quinto giorno senza certificazione, con la sospensione del rapporto lavorativo e dello stipendio.

fonte https://www.wired.it/attualita/scuola/2021/09/10/green-pass-decreto-controllo-scuole-universita-rsa/

 

20 anni dopo l'attacco alle Torri gemelle ci sono ancora conseguenze sulla salute di soccorritori e sopravvissuti

 


Vigili del fuoco, agenti di polizia, medici, volontari e cittadini stanno ancora pagando il prezzo dell'esposizione a sostanze tossiche e allo stress psicologico di quel tragico evento

L'attacco terroristico alle Torri gemelle dell'11 settembre 2001 (Chris Collins/Corbis/Getty Images)
L’attacco terroristico alle Torri gemelle dell’11 settembre 2001 (Chris Collins/Corbis/Getty Images)

Nessuno potrà mai dimenticare. Sono trascorsi 20 anni dagli attentati dell’11 settembre 2001 contro le Torri gemelle, a Manhattan. Circa 3.000 vittime, di cui molte ancora non identificate, e più di seimila feriti: questo il tragico bilancio degli attacchi al World Trade center. A questi morti, negli anni si sono aggiunti e continuano a sommarsi nuovi decessi per malattie causate dall’intensa esposizione a polveri e fumi tossici diffusi dopo l’esplosione.

Fra i più colpiti, oltre ai sopravvissuti, ci sono soccorritorivigili del fuoco, forze dell’ordinemedici e paramedici, ma anche volontari e agenti preposti alla pulizia e al ripristino dell’area del Ground Zero – il sito dove sorgevano le Torri gemelle – terminati nel luglio del 2002. Più di 250 vigili del fuoco, secondo recenti dati pubblicati sulla rivista Jama, e più di 200 agenti di polizia sono deceduti in questi due decenni a causa di tumori e altre patologie...continua

https://www.wired.it/lifestyle/salute/2021/09/11/11-settembre-20-anni-soccorritori-patologie/

LO SAPEVATE?


carta dei dialetti sloveni


https://friulimosaicodilingue.wordpress.com/

Milan e Navarria inaugurano Friuli Doc



Taglio del nastro per la 27esima edizione della kermesse, che punta su qualità e sicurezza grazie al Green Pass

 Ha preso ufficialmente il via l'edizione numero 27 di Friuli Doc. La cerimonia inaugurale in piazza Libertà, con il Sindaco di Udine Pietro Fontanini e l’Assessore alle attività produttive, turismo e grandi eventi Maurizio Franz, il Presidente Massimiliano Fedriga e l’Assessore alle attività produttive e al turismo Sergio Emidio Bini.

Presentatrice la giornalista di Sky Sport Marina Presello, friulana di Fagagna. Ideale conduttrice di questa inaugurazione anche per la partecipazione straordinaria dei due atleti regionali che sono saliti sul podio alle recenti Olimpiadi di Tokyo 2020 ovvero Jonathan Milan, oro nell’inseguimento a squadre di ciclismo su pista, e Mara Navarria, bronzo nel fioretto a squadre.

Un ringraziamento ai cittadini della regione, ai lavoratori, agli imprenditori che davanti ad una pandemia hanno lasciato da parte la paura e hanno continuato a camminare. Così il governatore del Friuli Venezia Giulia ha portato il saluto dell'Amministrazione regionale. Fedriga ha rimarcato come il Friuli Venezia Giulia abbia dimostrato di essere una comunità forte con poche lacrime e poche lamentele, esempio in tutto il mondo. Anche l'Amministrazione regionale in questo momento di crisi ha scelto di investire, avere il coraggio di non fermarsi e costruire il futuro.

Il governatore, come gli altri amministratori presenti, ha poi richiamato i cittadini all'opportunità di vaccinarsi per tutelare se stessi, per la comunità, per salvaguardare gli ospedali. Con il dovere di raccontare la verità e di non alimentare la lotta tra posizioni antitetiche, il governatore ha ringraziato Udine per aver deciso di aprire la città e svolgere in sicurezza Friuli dimostrando che il Green pass è la garanzia per ridare libertà e non per limitarla. Anche l'assessore regionale alle Attività produttive e turismo, ha elogiato l'evento richiamando il buon andamento delle affluenze turistiche, in crescita in particolare durante la stagione estiva. Il 2021 è stato definito un anno eccezionale per il Friuli Venezia Giulia che ha registrato afflussi turistici record rispetto agli ultimi dieci anni, tra cui il ritorno massiccio degli austriaci che proprio Udine ha accolto in gran numero. Nel comparto turistico la Regione, nel 2021, ha investito in infrastrutture, recupero immobili ed eventi risorse per oltre 100 milioni di euro. Quanto a Udine, la città viene vissuta come vetrina internazionale importante per la cultura, la produzione enogastronomica, le tipicità.

Concetti ripresi anche dall'assessore regionale alle Finanze che a margine della manifestazione ha espresso apprezzamento per la formula della manifestazione che unisce storia, tradizione, cultura, enogastronomia ed ogni genere di eccellenze. Friuli doc è la conferma di come gli investimenti della Giunta anche con la manovra di assestamento abbiano contribuito al percorso di crescita della città. Tra queste i testimonial Milan e Navarria, che il governatore ha voluto ringraziare non solo per i risultati sportivi, ma anche per l'umiltà con cui vivono le loro vittorie.

Friuli Doc si svolge da stasera a domenica: un'edizione all'insegna della sicurezza garantita dall'accesso alle aree solo per chi possiede il Green Pass, secondo la norma nazionale e un piano di prevenzione stabilito in coordinamento con Prefettura e Questura. Forte il richiamo di tutte le istituzioni all'adesione alla campagna vaccinale che trova nell'evento un alleato: in collaborazione con la Direzione centrale salute della Regione è stato infatti allestito un punto vaccinale in Sala Ajace sotto la loggia del Lionello.

La manifestazione amplia la propria geografia: tornano protagoniste via Vittorio Veneto, piazza Matteotti e la splendida Corte Morpurgo. Tornano anche gli stand della Stiria sempre molto attesi e le ProLoco, nuovamente attive dopo un anno e mezzo difficile per la sospensione di gran parte delle sagre paesane.

Friuli Doc è la festa dell'orgoglio di una comunità intera, che fonda i suoi valori sulla famiglia e sul lavoro. Un popolo che grazie a queste solide radici ha saputo affrontare con slancio anche il periodo terribile della pandemia. È questa la riflessione del presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin.

Parlando a nome dell'intera assemblea legislativa - rappresentata alla cerimonia anche da numerosi consiglieri - il presidente ha voluto sottolineare il significato simbolico di Friuli Doc, che mette in mostra il meglio di una comunità. Un popolo che domenica, in una felice concomitanza con l'ultimo giorno della manifestazione, celebrerà anche la sua storica Fieste de Patrie del 3 Aprile. Proprio grazie ai suoi valori, ha concluso il presidente, il Friuli ha affrontato di slancio la terza ripartenza, ovvero il post-pandemia.

Della vigorosa ripresa economica hanno parlato anche gli esponenti della Giunta regionale. Dopo che l'assessore alle Attività produttive aveva sottolineato il numero record di turisti stranieri, in particolare austriaci, giunti quest'estate in Fvg e a Udine in particolare, il Governatore - concludendo dal palco gli interventi delle autorità - ha attribuito il merito dell'exploit ai cittadini, che hanno messo da parte la paura legata al Covid e hanno continuato a lavorare con impegno.

Il presidente della Regione ha voluto sottolineare anche l'importanza del green pass che permette di realizzare manifestazioni come Friuli Doc, invitando i cittadini a vaccinarsi per proteggere se stessi e l'intera comunità.

Le vaccinazioni saranno possibili anche nel bel mezzo della festa grazie a una postazione attiva in sala Ajace, come ha sottolineato il sindaco di Udine, ringraziando la Regione per la collaborazione nell'organizzazione. L'assessore alle Attività produttive del capoluogo friulano ha invece ricordato l'obbligo di green pass, monitorato dai controlli a campione delle forze dell'ordine

https://www.ilfriuli.it/articolo/gusto/milan-e-navarria-inaugurano-friuli-doc/10/250806


A Trieste il 65esimo congresso Fuen

 

Dal 9 al 12 settembre si riunisce la più grande organizzazione di riferimento delle minoranze linguistiche e nazionali d'Europa

A Trieste il 65esimo congresso Fuen

La Fuen, Federal Union of European Nationalities, è il principale sostenitore e la più grande organizzazione di riferimento delle minoranze linguistiche e nazionali e dei gruppi linguistici autoctoni d'Europa. Attualmente la Fuen riunisce più di 100 organizzazioni che provengono da 35 Paesi europei, ma ogni anno si registrano nuove adesioni che vanno a rafforzare la sua rappresentatività. Inoltre, è una comunità di sostegno reciproco che rappresenta gli interessi delle minoranze europee a livello regionale, nazionale e sempre più anche a livello europeo.

La Fuen è anche un'ampia rete tra regioni europee, responsabili politici, istituti scientifici, istituzioni culturali ed educative, organizzazioni giovanili, media e altri collaboratori, che lavorano per preservare e promuovere l'identità, la lingua, la cultura, i diritti e le tradizioni delle minoranze europee. È la voce delle minoranze nelle organizzazioni internazionali, nell'Unione Europea, nel Consiglio d'Europa, nelle Nazioni Unite e nell'Osce.

Le comunità etnicheslovene che vivono negli Stati confinanti con la Repubblica di Slovenia sono membri di questa grande famiglia di nazionalità europea da diversi decenni. I compatrioti della Carinzia sono rappresentati dallo NSKS - Consiglio nazionale degli sloveni carinziani. Fino al 2019, gli sloveni in Italia erano nella Fuen rappresentati dalla Slovenska skupnost (SSk). Da giugno 2019, lo SSO – Confederazione delle organizzazioni slovene ha assunto il ruolo di rappresentanza degli sloveni in Italia all'interno del Fuen. L'adesione della SSO è stata confermata a Bratislava, il 15 giugno 2019, in occasione del 64esimo congresso e in occasione del 70° anniversario della Fuen.

"La pandemia ha rallentato molti progetti della Fuen, ma non li ha fermati. La pianificazione è andata avanti e oggi siamo a qualche giorno dall’inizio del 65esimo Congresso, che si svolgerà a Trieste dal 9 al 12 settembre. Si tratta di un evento estremamente importante che consentirà anche alla comunità nazionale slovena del Friuli Venezia Giuliadi essere protagonista a livello internazionale. La cerimonia d’apertura si svolgerà il 9 settembre alle 15 preso l’Hotel Savoia Excelsior Palace alla presenza delle autorità regionali e della Repubblica di Slovenia".

"Oltre al programma regolare, i delegati al 65esimo Congresso Fuen avranno anche l'opportunità di conoscere meglio lo stato delle minoranze linguistiche del Fvg, l'organizzazione e il rendimento politico degli sloveni, la legislazione protettiva e i regolamenti scolastici e molto altro. Dettagli e programma sono già pubblicati sul sito web del Congresso Fuen, che viene progressivamente aggiornato", concludono Fuen e lo SSO - Confederazione Organizzazioni Slovene restano a disposizione per qualsiasi informazione sul Congresso.

https://www.ilfriuli.it/articolo/politica/a-trieste-il-65esimo-congresso-fuen/3/250326

    Gladio nelle valli del Natisone ha fatto più danni del fascismo Dal PrimorskiD

     Gladio nelle valli del Natisone ha fatto più danni del fascismo

    Molti documenti inediti sull'organizzazione segreta paramilitare Gladio e sulla loggia massonica P2, che i giudici hanno definito un gruppo criminale, saranno presto in mostra presso l'Archivio Centrale di Stato. Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha abolito i segreti di Stato sul coinvolgimento di Gladio e della loggia P2 in attentati terroristici di stampo neofascista, a partire dalla strage alla stazione ferroviaria di Bologna nell'agosto 1980. Il presidente del Consiglio decise di compiere questo passo sulla anniversario dell'assassinio (che miete 85 vittime) per il quale furono condannati quasi tutti i colpevoli, non i “clienti” e gli ufficiali di stato che gettarono ceppi ai piedi di inquirenti e giudici per scoprire la verità e i colpevoli.
    L'abolizione del segreto di Stato su questa documentazione sarebbe necessaria per comprendere meglio il ruolo dell'organizzazione segreta Gladio nella Slavia veneta, che vi soppresse lo sviluppo linguistico, culturale ed economico degli sloveni dalla fine della seconda guerra mondiale almeno fino al 1976 terremoto. In Benecia si sa esattamente chi fossero i membri locali di Gladio, quali fossero i loro piani e cosa stessero facendo contro preti e operatori culturali sloveni, ma non si sa ancora e rivelato quali fossero i loro legami a Roma, chi ne era a conoscenza e soprattutto che hanno diretto la loro furia antidemocratica e sovversiva. Sarebbe quindi utile che Draghi abolisse il segreto di Stato anche su questi documenti. Così facendo, renderebbe un grande servizio alla verità e agli sloveni del Natisone, ai quali Gladio, come sostiene costantemente monsignor Marino Qualizza, fece più male del fascismo. Questo stava accadendo in una democrazia e non in una dittatura.
    »Gladio je Benečanom naredil več škode kot fašizem«
    PRIMORSKI.EU
    »Gladio je Benečanom naredil več škode kot fašizem«
    V Centralnem državnem arhivu bodo kmalu na ogled mnogi doslej še neobjavljeni dokumenti o paravojaški tajni organizaciji Gladio in o prostozidarski lož...

     Germanici dal basso Medioevo, balcanici da arrivi tra 15° e 17° secolo

    Maurizio Puntin

    Proseguiamo nella rassegna dell’onomastica di origine germanica e balcanica nella Slavia. Quelli germanici ricordano una presenza risalente in genere all’epoca basso- medievale. Quelli balcanici a fenomeni migratori tra il XV e il XVII secolo.

    CODERMAZ, CODROMAZ, CADRAMAZZO

    1513 Stefano Chodermazo, 1633 Codermaz, 1665 don Gregorio Codromaz (CF: 219; Z., Dom, n. 19, 2000: 3). Kodarmáci / Còdromaz è nome di un borgo di Prepotto, toponimo a Dolegna e cognome locale. Per la base del cognome si ipotizzava un legame con la voce slovena koder ‘ricciolo’ ma il suffisso rimaneva opaco e un unicum nel panorama linguistico sloveno. In regione pare confrontabile solo il nome di un borgo, ora abbandonato, a nord di Chiusaforte, Cadramazzo (fr. Cjadramàz), posto su uno storico confine del Friuli, nel Canal del Ferro (Ud); in questo simile all’area di diffusione del cognome Codromaz.

    Kadermaz pare voce turca ( kader ‘fato’) e potrebbe trattarsi di un soprannome di disertori e/o rifugiati dei secc. XV-XVI. Per la discussione cfr. → Cedermas.

    COSMAR

    1480 Luches Chosmar de Azida (Z., Dom, n. 15, 1992). Il cognome, presente anche in Croazia, si potrebbe spiegare come una continuazione moderna di un antico personale germanico. Gauzmar, Gozmar, Coazmar, Ghosmar, Cosmar, Gosmart

    (Fö. 503) sono infatti nomi attestati dai documenti in diverse regioni della Germania.

    CRUCIL

    1622 filius Lucae Kruzel de Mersin, 1642 filius Philippi Cruzil ex Mersino, 1698 filius Valentini Cruzil de Sub Mersino (Z., Dom, n. 19, 1996). Quasi sicuramente da un

    *Kreuzl, forma diminutiva bavaro- austriaca della voce Kreuz ‘croce’ (‘croce’ cristiana ma anche da toponimo). Gli antenati portavano le croci in processione o abitavano presso un crocifisso. Proviene sicuramente dalla valle dell’Isonzo.

    FAIDUTTI

    1740 Petrum filium Joannis Baptistae Faidut de Ciuitate (Z., Dom, n. 2, 1992). Faidùt è la semplice friulanizzazione (col diminutivo -ùt) di un cognome tedesco del Goriziano,

    Fait, che è la resa tedesca del nome latino Vitus. Cfr. il toponimo Fàiti a Gorizia, un plurale italiano di Fàit, ritenuto erroneamente un dendronimo assimilabile al fr. faeit ‘faggeta’, come nei toponimi Faèdis, Faè di Portogruaro, ecc.

    FON

    1790 Andreas Fon austriacus (Clastra; (Z., Dom, n. 9, 1992: 7). Nelle regioni alpine orientali il Föhn è un vento secco; la voce derivava dal latino favonius e nel tedesco medievale (a.a.ted.) era phônno. In teoria dalla forma più antica potrebbe venire il nostro cogn. Fon, rimasto nella forma arcaica essendo rimasto isolato in regioni slavofone. Un’altra possibilità, ma meno plausibile, è che si debba pensare ad un vecchio soprannome, Pfonn ‘padella’, nei dialetti austriaci. Nella forma Fohn il cognome è presente in Carinzia, nella forma Föhn in Svizzera.

    GUSOLA

    1615 Micheu Husolo de Lasa, 1616 Chaterina Gusola de Cicighis, 1627 Paulo Gusolo de Ciciulis, 1700 Georgius Husolo de Zizigulis, (Z., Dom, n. 2, 1998). Forse da un germ. *Husl ‘casetta’, forma diminutiva di antico alto ted. hûs. Sul raro passaggio Hu- > Gu- si veda l’esempio dialettale sloveno riportato da Zuanella: hausieren > guziera- ti ‘andare casa per casa’. La forma attuale potrebbe spiegarsi con adattamenti “latinizzanti” degli archivi (* Husl > Husol) e con una epitesi di -a del dialetto sloveno locale (cfr.

    Clavora, Pozzera ecc.).

    Come seconda ipotesi si potrebbe pensare al nome slavo di uno strumento musicale balcanico, la guzla, come soprannome di persona che la suonava.

    MONCARO

    1670 fil. Stephani Munchar de Mersio inferiore (Z., Dom, n. 2, 1993). Da collegare probabilmente col cognome trentino-tirolese Mòncher.

    I coloni tedeschi della valle dell’Isonzo venivano dal Tirolo. Il cognome continua, con normale sincope vocalica, un antico personale tedesco, Munihari ( Monachar - Fö: 938).

    MUGHERLI

    Nel 1807 Josephus Duriavigh de Terribali inferiore sposa Ursula filia

    Andreae Mugerli de Idria canallensi.

    A Udine compare la variante Mungherli (Z., Dom, n. 17, 1989). Forse dalla stessa base nominale del cognome precedente, Munchar, con l’aggiunta del suffisso diminutivo tedesco -le / -li (* Muncharle > *Mungharli > Mungherli). La lenizione della nasale -n- si spiega con l’influsso del dialetto sloveno.

    NAMOR

    Già B. Zuanella riteneva “che il suo significato etimologico dovesse ricercarsi in campo germanistico” (Z., Dom, n. 5, 2000: 3). È forse un adattamento sloveno (protesi di N-)

    di un cognome tedesco come Ammer (< pers. Adamar; Heintze: 106). Per il passaggio -er > -or si veda il diffuso cogn. slov. Pahor da ted. Bacher e

    Klavor(a) da *Klauer.

    OBIT

    XVI Abid a Brischis (oggi a Drenchia; Z., Dom, n.7, 1997). Probabilmente dal medio alto tedesco abbet ‘abate’ (Heintze: 99), nel tedesco moderno Abt. Cfr. i cognomi italiani Abate, Dell’Abate, L’Abbate, Abatini, cognomi tedeschi come Abt, francesi come l’Abbe, ecc.

    PAGON

    1790 Jacobus filius Andreae Pagon de Salcano (a S. Pietro; Z., Dom, n. 18, 1999). Sono possibili almeno tre ipotesi etimologiche. Una dall’antico personale ted. Baggo (Heintze: 111), col passaggio bavarese B- > P- e col suffisso accrescitivo romanzo. S. Torkar, basandosi su attestazioni dei secc. XVI e XVII ( Pagan, Pogan, Pogon, Poggan), collega invece il cognome alla voce romanza pagàn ‘pagano, idolatra, politeista precristiano’ (con metatesi vocalica). Pagan, Pagani, Paiani, Paganot- (ecc.) sono antroponimi attestati già in epoca medievale in Friuli (CF: 546, 548; Torkar 2020: 127). Bisogna aggiungere una terza, più difficile, opzione: in Carnia Pangón è attestato come antico nome di casato (1414 Leon q. Jacobi Pangon; SAC). Se un cognome simile fosse penetrato nel Goriziano sloveno medievale e ci fosse stata una lenizione della nasale, si avrebbe il cognome attuale.

    PARAVAN

    1585 circa, Margeta parauanka de S.Leonardo (RCC). È stata recentemente proposta una derivazione slava balcanica per questo cognome, inserendolo in una serie che comprenderebbe nomi e toponimi antichi dal Friuli orientale ai Balcani ( Paravàn, Prevàn, Pervan ecc.; Puntin 2010). Fra i Morlacchi (romeni croatizzati) della Dalmazia era diffuso il personale Pervan che indicava probabilmente in origine il “primogenito” (cfr. slov. prvénec, prvin).

    PLATA

    1613 Steffano Plata di Lasiz (Z.,

    Dom, n. 16, 1996; CF: 602). Il cognome dipendeva sicuramente da un toponimo. Sono possibili due ipotesi: la prima in ordine di tempo, di B. Zuanella, verte sull’idea di ‘pianoro’ (< base latina e romanza *plat- ‘piatto’). La seconda tiene conto del fatto che i coloni tedeschi venuti nella valle dell’Isonzo conoscevano bene un termine platta (mutuato dal latino in epoca tardo-antica) per indicare una ‘grande pietra piatta’. E questa voce sta alla base di un’infinità di toponimi nelle aree tedesche alpine ( Plata, Plote).

    Nelle Valli del Natisone troviamo il top. Puotplota ( puot ‘sotto’). Troviamo questi nomi anche nelle zone dove ci fu nel medioevo un ingresso di carbonai “cimbri”, la cui lingua tedesca arcaica venne col tempo assorbita dalla parte friulana; cfr. in Val Meduna e in Val Colvera i toponimi Complàtis, Posplata, Pindiplata ecc. In entrambi i casi alla base troviamo un latinismo (e in ultima analisi un grecismo, platys), ma nella prima ipotesi di trafila diretta (romanzo altomedievale > slavo), nella seconda indiretta (latino > germanico > slavo alpino > sloveno).

    Il friulano usa altri termini per indicare le ‘pietre piatte’: làvare e

    làstre per quelle grandi, pèe, slècje e

    splàja per quelle piccole. (3 - continua)

    dal Dom del 31 agosto 2021


    POSTODIBLOGGO: E.I.T.R.D. PER LE DONNE AFGHANE

    POSTODIBLOGGO: E.I.T.R.D. PER LE DONNE AFGHANE: Da un'iniziativa di Daniele Verzetti    E.I.T.R.D. Quelle capaci di domandare al portavoce talebano in conferenza stampa: "Che fine...

    PENSIERO MALINCONICO

     


    Pensiero malinconico
    Il tempo estivo ci ha detto addio.
    Il coro di cicale non si fa sentire.
    Il vento porta odore d'uva fatta,
    Iddio ha benedetto terra e vigne.
    E' qui l'autunno, bello e generoso.
    Esso ci sa colmare il cuore inquieto
    quando alla natura in grembo andiamo.
    Natura - madre gentile e premurosa!
    Lampeggiano i boschi nel sole d'autunno,
    i cespugli di sommacco prendono fuoco
    come i falò di S. Giovanni in Carso.
    Riporta a me la giovinezza, autunno,
    getta ponti di sogno verso di essa.
    Il cuore muore senza speranza e senza sogni.
    Ljubka Šorli, 
    Traduzione di Diomira Fabjan Bajc.

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