SONO UN ALBERO
JAZ SEM DREVO,
ki je samo ostalo.
Gnezdo je prazno,
ptički so se razšli.
Kadar se moker večer
nasloni na pobešene veje
in v megli klikne prezebla ptica,
srce zaječi.
Le kakšen rumen list še
- spomin na davno poletje -
se v meni kot odsoten sam vase smehlja.
Še malo in kaplje samote
bodo dolble dolble
nage veje in prezebla tla.
Da.
Šlo je, kot gre vse - mimo.
In jaz sem samo še
trudno trudno drevo.
Ivan Minatti
SONO UN ALBERO
rimasto solo.
Il nido è vuoto,
gli uccellini son volati via. Quando la pioggia della sera
si posa sui rami chini
e nella nebbia s’ode il fremito d'ali infreddolite,
sale un gemito dal cuore.
Qualche foglia gialla ,ancora
- ricordo dell’ estate -
dentro di me , quasi assente, sola sorride.
Ancora per poco e gocce di solitudine
scaveranno , scaveranno
rami nudi e terra intirizzita.
Si.
Così è andato, come tutto se ne va– Via.
E io sono ancora, soltanto
un albero stanco, stanco.
Ivan Minatti ( 1924 - 2012). Poeta di rara sensibilità, dai sentimenti profondi e puri.
Ivan Minatti (22 marzo 1924 – 9 giugno 2012) è stato un poeta , traduttore ed editore sloveno . Ha iniziato a scrivere poesie prima della seconda guerra mondiale , ma appartiene principalmente alla prima generazione di poeti sloveni del dopoguerra. È uno dei migliori rappresentanti dell'intimismo sloveno .
Dallo sloveno Aleksandra Devetak
Slika: Nada Pajntar
Cara Olga,
RispondiEliminaUn albero infatti porta ombra e riparo agli uccelli e ad altre creature.
Abbracci,
Mariette
Ho scritto un post su un albero:
RispondiEliminaDi fronte alla mia abitazione, in una casetta ad un piano, racchiusa all'interno di una striscia di terra, abita un vecchietto. Quando questa parte di Pescara, quartiere Stadio, era campagna, il valore commerciale della zona era molto basso. Lui era il proprietario di diversi ettari di terreno. Poi sono arrivate le prime case, lo Stadio Adriatico, negozi e supermercati. L’anziano signore ha iniziato a vendere la sua terra. In ogni palazzo, e ne saranno almeno cinquanta, come controvalore dell’area edificabile ceduta, possiede almeno due o tre appartamenti. E’ senza dubbio un uomo ricco. Ma ha preferito restare nella sua piccola casa. Cucina quasi tutto alla brace. Sapori e odori antichi di buone pietanze arrivano a casa mia e un po’ d’invidia affiora nei miei pensieri. Ma volevo parlarvi di un’altra cosa. Un albero, il pioppo nero. Quando ho acquistato il mio appartamento, nel suo terreno lui troneggiava , altissimo. Le foglie del pioppo sono sempre agitate. Non stanno ferme un attimo. Solo quando all'anticiclone delle Azzorre, si sostituisce una situazione climatica, caratterizzata dalla presenza d’aria calda africana, le foglie del pioppo si riposano e restano immobili. Forse si addormentano. Ho l’impressione che per sorte malvagia potrebbero morire. Un po’ alla volta il pioppo ha cominciato ad inclinarsi e il proprietario ha tagliato diversi rami. Tutto questo non è stato sufficiente ad impedire che lo scorso anno diventasse necessario recidere quasi radicalmente l’albero. E’ rimasto un grosso tronco alto circa tre metri. Io, dal balcone di casa, ho assistito impotente e malinconico alla fine del pioppo. Invece, con l’avvicinarsi della primavera, stupito, ho visto che da quel moncone d’albero gigante, iniziavano a crescere le prime foglie. Ciao pioppo tremulo.
Un bellissimo racconto grazie
RispondiEliminaLa vita di ogni persona è associata a un albero. Mi sembra di essere una betulla. Quando cammino nel parco, abbraccio una bellissima betulla in modo che il suo potere mi passi.
RispondiEliminaMi piace la poesia e hai scelto l'immagine giusta per valorizzarla.
RispondiEliminaFelice settimana, un abbraccio
enrico
Bellissima dedica per la giornata mondiale dell'albero!
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