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17 ott 2021

Inaugurazione mostra per i 70 anni del Matajur/Novi Matajur






 Venerdì al SMO di S.Pietro al Natisone è stata inaugurata la mostra per il 70° anniversario del giornale Matajur/Novi Matajur

Il Segretario di Stato sloveno dott. Dejan Valentinčič In occasione del 70° anniversario della pubblicazione del Matajur, il settimanale degli Sloveni in provicia Udine e del 25° anniversario della morte del suo ex direttore Izidor Predan-Dorič, Dejan Valentinčič si è rivolto ai presenti al centro SMO di Špeter Slovenov.
Ha portato i cordiali saluti del Ministro dott. Jaklitsch, che in questo momento si trova in Sudamerica, ha sottolineato: “Negli anni molto difficili per la Benecia del secondo dopoguerra, ci è voluto molto coraggio per creare un giornale che testimoniasse la presenza degli sloveni in queste valli e ha fatto conoscere e portato la parola scritta slovena tra la gente. Il primo direttore del giornale, Vojmir Tedoldi, è stato sottoposto a forti pressioni e vessazioni, e la sua incolumità è stata spesso messa in pericolo. Ma il risultato di questo coraggio vi sono oggi tracce profonde, anche grazie al Novi Matajur, la lingua slovena è ancora viva a Udine oggi». dal giornale sloveno Novi Matajur.
Un numero enorme di beneciani vive in tutto il mondo e Matajur e il Novi Matajur li ha aiutati a preservare la loro lingua ed identità nativa e li ha collegati alla Benecia.
In tale occasione, il Sottosegretario di Stato ha consegnato al Novi Matajur uno speciale riconoscimento dell'Ufficio "in occasione del 70° anniversario della pubblicazione del giornale, che è stato un'importante testimonianza della presenza degli sloveni a Udine e assicura che la scritta "La parola slovena è presente in pubblico nella sua forma dialettale e libraria".

SMO - museo di paesaggi e narrazioni




Allo SMO il confine è il fil rouge delle narrazioni che su diversi piani indagano la dimensione storico-antropologica del territorio e l’unicità della sua cultura.

Come scrive Claudio Magris, I confini muoiono e risorgono, si spostano, si cancellano e riappaiono inaspettati. Segnano l’esperienza, il linguaggio, lo spazio dell’abitare, il corpo con la sua salute e le sue malattie, la psiche con le sue scissioni e i suoi riassestamenti, la politica con la sua spesso assurda cartografia, l’io con la pluralità dei suoi frammenti e le loro faticose ricomposizioni, la società con le sue divisioni, l’economia con le sue invasioni e le sue ritirate, il pensiero con le sue mappe dell’ordine.

Il confine quindi non è solo una linea che marca una separazione, ma è un luogo, un paesaggio che intreccia storia e cultura.

Stare sul confine, vivere la liminarità, richiede a ciascuno di noi la disponibilità e la volontà di compiere un’esperienza di apprendimento oltre le abitudini, al di là delle convenzioni e dei preconcetti che ciascuno di noi può avere (Piero Zanini)

Il lavoro di ricerca (che ha messo a confronto tante fonti spesso contradditorie o lacunose) intrapreso per realizzare Meja, ha ricostruito nel dettaglio i tracciati di confine nell’arco di 1400 anni, per poterli mostrare oggi sul grande plastico del territorio regionale.

Le invasioni e le scorribande, di qua e di là, i domini che si sono succeduti fino alle ultime vicende che hanno cambiato il volto all’Europa sono esposti allo sguardo in una animazione video.

testo e citazioni dal web





sono io




1 commento:

⚠️Gradisco commenti e critiche per la crescita del blog.
Generalmente rispondo ai commenti,ma seguendo parecchi blog non sempre ci riesco.
OLga 😻

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