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Tutela delle minoranze nell’UE, prosegue la raccolta firme per ‘Sign It Europe’

 


Da almeno quarant’anni siamo abituati a vedere le istituzioni europee – in particolare il Consiglio d’Europa, da una parte, e gli organi delle Comunità europee e poi dell’Unione europea, dall’altra – prendere posizione a favore della garanzia dei diritti linguistici, della tutela delle minoranze e della promozione del pluralismo culturale. Ciò si è verificato in più occasioni e con risultati significativi sia in termini teorici che sul piano pratico, basti pensare alle prime iniziative del Parlamento europeo, nel 1981 e nel 1983, che permisero l’attivazione di una linea di bilancio dedicata al sostegno comunitario ai progetti territoriali e in rete a favore di lingue e minoranze, oppure all’adozione da parte del Consiglio d’Europa, rispettivamente nel 1992 e nel 1994, della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie e della Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali. Alla fine dell’anno scorso un segnale decisamente positivo è giunto dal Parlamento europeo che, tra il 14 e il 16 dicembre del 2020, ha discusso ed approvato ad ampia maggioranza (con 524 voti a favore su 694) una risoluzione a sostegno del “Minority SafePack”, l’Iniziativa dei cittadini europei (che con una certa approssimazione corrisponde a quella che a livello statale è la proposta di legge di iniziativa popolare) volta a dotare l’Unione europea di una normativa più efficace e specifica in materia di tutela delle minoranze, per la quale tra il 2017 e il 2018 erano state raccolte più di un milione di firme (oltre un milione e trecentomila, di cui 1.128.000 validate) in tutti gli allora ventotto Stati membri. All’inizio del 2021 il “Minority SafePack” è stato sottoposto all’attenzione della Commissione europea, sollecitata anche dal Parlamento europeo a prendere in carico i contenuti dell’Iniziativa affinché si giunga all’approvazione di «un atto giuridico dell’Unione ai fini dell’attuazione dei trattati», come prevede il Trattato di Lisbona. Per il momento, però, la Commissione non ha preso in carico i contenuti dell’iniziativa. La delusione dei suoi promotori è stata espressa pubblicamente dal presidente della FUEN (Unione federale delle nazionalità d’Europa), l’eurodeputato Loránt Vincze, esponente della minoranza ungherese in Romania.

Una buona notizia, invece, riguarda l’Iniziativa dei cittadini europei promossa con lo slogan “Sign It Europe”, il cui iter è stato avviato nel 2019. Il suo obiettivo consiste nell’apertura da parte dell’Ue di una specifi ca linea di bilancio, nel quadro dei fondi assegnati per lo sviluppo regionale, dedicata a quelle comunità che hanno caratteristiche linguistiche e culturali specifiche e distinte, allo scopo di promuoverne lo sviluppo socioeconomico in armonia con il riconoscimento e la promozione delle rispettive peculiarità e con l’esercizio dei corrispondenti diritti linguistici. Il termine per la raccolta delle firme per presentarla, fissato prima al 7 maggio 2020 e poi al 7 novembre scorso, è stato prolungato sino al prossimo 7 febbraio. È quindi ancora possibile sostenerla. Le adesioni alla proposta si esprimono sempre attraverso il sito www.signiteurope.com.

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