Se c’è un problema di difficilissima soluzione originato dalla pandemia da Covid è quello della scuola, nel senso che non è da sottovalutare la questione palliativa della fantomatica «Didattica a distanza», ormai ridotta ad una sigla, la Dad. Per come la vedo io, questa Dad, in quanto «a distanza», contraddice il primo termine, lo svuota dei suoi significati più radicali e lo stesso termine «didattica» è estremamente riduttivo nei confronti del concetto e della funzione educativa della scuola. Perché la scuola, per la sua funzione sociale, di «compagni, di maestri, di confronto, di emulazione, di impegno, collaborazione, rapporti reciproci, è ben altro che la sola didattica ». Purtroppo la «distanza» ne elimina la parte più importante.
Ho fatto il maestro, ho insegnato proprio ai bambini delle scuole elementari nel loro periodo di vita più intenso, più fecondo, più aperto ad ogni esperienza mutuata dall’opera educativa degli adulti, nel raffronto costante con il gruppo dei pari. La scuola non può essere intesa come operazione unidirezionale di insegnamento a saper leggere, scrivere e far di conto, ma è molto, molto di più. Imparano, appunto, ad entrare nella società, interferire con gli altri.
L’esperienza diretta dei fenomeni della crescita di un bambino, a partire dalla culla, è ben altro che studiarla sui libri, ed io, ad esempio, rimango folgorato nell’osservare l’evoluzione del nipotino nel suo primo anno e mezzo di vita. Incredibile quanto ogni giorno si sviluppi in lui ogni capacità, l’interazione con chi si cura di lui, dai genitori ai nonni, dal cuginetto ai compagni d’asilo, dall’ambiente e dalle suggestioni che lo stimolano. Vedo che è tutto questione di interazione. Lo osservo, il piccolo, e mi accorgo quanto egli sia costantemente collegato, come una cinepresa a 360 gradi, alle persone ed all’ambiente che lo circonda. Scopro come sia veloce ad imparare, a collegare la mia parola all’oggetto che gli indico ben prima che abbia imparato a dire «Ciao nonno». Ma lo faguardandomi; mi guarda, segue il mio sguardo e la mano che lo indica e prima ancora che lo sappia pronunciare associa l’oggetto al suo nome.Succederebbe la stessa cosa, imparerebbe il nome di un oggetto se la parola
provenisse da un altoparlante, quindi senza l’interazione con chi cerca di insegnargliela? No, il bambino farebbe fatica a memorizzarla.
La scuola con l’insegnante presente ha questa funzione, di favorire, di stimolare l’attenzione del bambino con la modulazione della voce, con la stessa mimica facciale, con i gesti, con la trasmissione diretta di emozioni. La persona viva… tutt’altro che un’immagine fotografica o filmica, con una voce che proviene da una macchina. Al mio nipotino di 18 mesi piacciono dei brevi filmati, in particolare Coco, un piccolo brano del capolavoro diDisney-Pixar. Nulla di nuovo, in ciò, ma il comportamento che ha avuto alla presenza anche dei nonni, quando una sera dopo cena, in preparazione della visione ha preso per un dito me e mi ha condotto e fatto sedere sul divano accanto al suo papà, ha fatto lo stesso di seguito con la nonna e la mamma ho capito cosa per lui, e per me, vuol dire famiglia. Lui in mezzo a noi ha voluto compartecipare il suo divertimento. Lo so, è una banalità, ma che per il nonno ha un significato di tutt’altra natura. Lo lascio intuire a chi non lo ha provato, ma il fatto fa riflettere.
Crescerà il nipotino, ma troverà accanto a sè persone con cui condividere? Da cui apprendere non solo nozioni, ma emozioni, valori, modi di comportamento direttamente dall’esempio di persone vive, di cui avvertire il calore fisico, ascoltare voci vere, guardare negli occhi ed avvertire quel raggio che scocca tra sguardi non vuoti e assenti dello schermo. Cosa possiamo aspettarci da una qualsiasi Dad? A me fa paura per l’assenza o la sostanziale limitazione del coinvolgimento attivo nell’apprendimento.
Quale dimensione sociale dello studio è possibile, se lo è, con la Dad? Facciamolo questo sforzo solidale, tutti, per il bene dei nostri figli e nipoti, per il nostro e loro futuro! Quello di bloccare ‘sto maledetto Covid 19, rispettando le regole, draconiane o meno che siano! Basta che ne usciamo, a qualsiasi costo materiale.
Sono momenti difficili un po' per tutti e capisco le perplessità sulla scuola...speriamo proprio di uscirne presto! Un caro saluto e buona settimana
RispondiEliminaSono d'accordo. La Dad è un disastro sia per le scuole elementari e medie, in cui gli studenti hanno bisogno di essere seguiti in ogni passo, sia per le scuole superiori in cui chi non ha voglia di studiare lo fa ancora meno e chi, invece, è in gamba, deve comunque impegnarsi il triplo per comprendere concetti che spesso non gli vengono spiegati, per mancanza di collegamento ad internet e simili.
RispondiEliminaIn un Paese che funziona, la scuola dovrebbe essere al primo posto, e invece è stata la prima a chiudere...
La scuola è un trasmettitore di conoscenza, di educazione, di civiltà e di interrelazione umana e sociale.
RispondiEliminaUn abbraccio a Olga.