Il partito ha presentato la propria soluzione
A seguito del referendum del 20 e 21 settembre è chiaro che alle prossime elezioni saranno eletti 400 deputati e 200 senatori, invece che 630 deputati e 315 senatori come finora. Anche perché non si sa ancora con quale legge elettorale si andrà alle prossime elezioni, la novità desta preoccupazione in seno alla Confederazione delle organizzazioni slovene-Sso, all’Unione culturale economica slovena-Skgz e tra i rappresentanti della comunità etnica. Le probabilità di vedere ancora eletto in Parlamento un esponente della comunità slovena, infatti, sono di meno. Giovedì, 24 settembre, il partito Unione slovena-Slovenska skupnost ha reso nota la propria proposta, che permetterebbe quasi di sicuro l’elezione di un deputato e un senatore di lingua slovena al Parlamento. La proposta, sotto forma di emendamento, sarà depositata dai deputati di Südtiroler Volkspartei quando alla Camera dei deputati riprenderà la discussione inerente la modifica della legge elettorale. Il 10 settembre la commissione Affari costituzionali alla Camera dei deputati ha approvato la bozza di legge elettorale depositata da Giuseppe Brescia (suo primo firmatario, del Movimento cinque stelle) a seguito di un accordo di base tra i partiti di governo. Italia viva e Liberi e uguali, però, esprimono perplessità. Nella bozza depositata da Brescia i mandati parlamentari sono suddivisi in modo proporzionale tra i partiti che a livello nazionale hanno raccolto almeno il cinque per cento dei voti o che hanno raggiunto il cinque per cento dei voti in almeno tre circoscrizioni in due regioni. Un seggio in Parlamento va anche alle liste espressione di minoranze linguistiche, se nella propria regione raccolgono almeno il 15% dei voti. La proposta di Unione slovena, basata sulla bozza presentata da Brescia, prevede che un seggio al Senato e alla Camera dei deputati vada anche a una lista espressione della minoranza slovena, se riesce a raccogliere almeno l’1% dei voti nelle provincie di Trieste, Gorizia e Udine. Al presentarsi di più liste, sarebbe premiata quella che otterrebbe più voti. La proposta di Ssk, che andrebbe adeguata al fatto che le provincie non esistono più, prevede anche che il seggio alla Camera dei deputati e al Senato destinati alla lista slovena non vadano a ridurre il numero di otto mandati da deputato e quattro da senatore già assegnati al Friuli-Venezia Giulia.Bisognerebbe vedere, quindi, a quali regioni sarebbe sottratto un mandato alla Camera e uno al Senato. Il segretario di Unione slovena, Igor Gabrovec, ritiene che la proposta rappresenti una prima base concreta su cui sviluppare una discussione.
(Dal Primorski dnevnik del 25. 9. 2020)
Ciao, Olga! È bene!
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