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8 mar 2023

otto marzo

 


La Giornata internazionale dei diritti della donna ricorre l'8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in ogni parte del mondo. Viene associata alla Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne istituita il 17 dicembre 1999 e che cade ogni anno il 25 novembre. Viene celebrata negli Stati Uniti d'America a partire dal 1909, in alcuni paesi europei dal 1911 e in Italia dal 1922.

Spesso nell'accezione comune, nella stampa e in campo pubblicitario viene erroneamente definita come Festa della donna  anche se è più corretto Giornata internazionale della donna poiché la motivazione non è la festa, ma la riflessione.

Fonti ONU invitano a operare affinché nel mondo si possa raggiungere una effettiva parità di genere entro il 2030.

Il VII Congresso della II Internazionale socialista si tenne a Stoccarda dal 18 al 24 agosto 1907; vi parteciparono 884 delegati di 25 nazioni. Tra questi vi furono le più importanti personalità marxiste del tempo come i tedeschi Rosa LuxemburgClara Zetkin e August Bebel, i russi Lenin e Martov, il francese Jean Jaurès. In quella sede vennero trattati, oltre al problema dell'atteggiamento da tenere in caso di una guerra europea e al tema del colonialismo, anche la questione femminile e la rivendicazione del voto alle donne.

Su quest'ultimo argomento il Congresso votò una risoluzione nella quale si impegnavano i partiti socialisti a lottare energicamente per l'introduzione del suffragio universale delle donne, senza allearsi con le femministe borghesi che reclamavano il diritto di suffragio, ma con i partiti socialisti che lottano per il suffragio delle donne. Due giorni dopo, dal 26 al 27 agosto, fu tenuta una Conferenza internazionale delle donne socialiste, alla presenza di 58 delegate di 13 paesi, nella quale si decise la creazione di un Ufficio di informazione delle donne socialiste: Clara Zetkin fu eletta segretaria e la rivista da lei redatta, Die Gleichheit (L'uguaglianza), divenne l'organo dell'Internazionale delle donne socialiste.


Nel settembre del 1944, si creò a Roma l'UDI, Unione Donne in Italia, per iniziativa di donne appartenenti al PCI, al PSI, al Partito d'Azione, alla Sinistra Cristiana e alla Democrazia del Lavoro; fu l'UDI a prendere l'iniziativa di celebrare, l'8 marzo 1945, la prima giornata della donna nelle zone dell'Italia libera, mentre a Londra veniva approvata e inviata all'ONU una Carta della donna contenente richieste di parità di diritti e di lavoro. Con la fine della guerra, l'8 marzo 1946 fu celebrato in tutta l'Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo: la mimosa, secondo un'idea di Teresa Noce,Rita Montagnana e Teresa Mattei, fiore scelto perché povero e reperibile dappertutto.

continua ...https://it.wikipedia.org/wiki/Giornata_internazionale_della_donna

7 mar 2023

Tieni sempre presente – Madre Teresa di Calcutta

 


Tieni sempre presente – Madre Teresa di Calcutta

Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi, i giorni si trasformano in anni…
Però ciò che è importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.

Il tuo spirito è la colla di qualsiasi tela di ragno.
Dietro ogni linea di arrivo c’è una linea di partenza.
Dietro ogni successo c’è un’altra delusione.
Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite…

Insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.
Non lasciare che si arruginisca il ferro che c’è in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.
Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.

Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai.

Le donne del Friuli


 Otto marzo, festa delle donne, non voglio ricordare quelle famose,ma donne che hanno fatto la storia del Friuli.Donne semplici,lavoratrici,pazienti che aspettavano il proprio marito emigrato all’estero:Argentina,Canada,Australia,America,Belgio,Francia,Svizzera sperando in tempi migliori.Alcuni ritornavano ,altri no , morivano nelle miniere,magari si erano fatti un’altra famiglia.Il Friuli crocevia di popoli è sempre stato terra di emigrazione ,chi partiva portava un prezzo molto alto sia affettivo che sociale,per chi restava le condizioni di vita erano durissime.Le donne provvedevano alla famiglia,agli animali, ai campi e ai boschi.Le donne della Slavia,della Carnia lavoravano giorno e nette.D’estate salivano sulle montagne e rientravano alla sera stanche con pesanti gerle di fieno e di legna.Nei freddi inverno si riunivano vicino al “spolert” con i figli r raccontavano storie,leggende e fiabe.Queste donne,riservate,semplici e forti combattevano con dignità i problemi quotidiani. Anche loro hanno fatto la storia del Friuli.

Le portatrici carniche furono quelle donne che nel corso della prima guerra mondiale operarono, lungo il fronte della Carnia, trasportando con le loro gerle rifornimenti e munizioni fino alle prime linee italiane, dove molto spesso combattevano i loro uomini nei reparti alpini.Erano dotate di un apposito bracciale rosso con stampigliato il numero del reparto dal quale dipendevano e percorrevano anche più di 1000 metri di dislivello portando sulle spalle gerle di 30–40 kg. Ogni viaggio veniva loro pagato una lira e cinquanta centesimi, pari a 3,50 euro. La loro età variava dai 15 ai 60 anni.Tre di loro rimasero ferite: Maria Muser Olivotto, Maria Silverio Matiz entrambe di Timau e Rosalia Primus da Cleulis. Una di loro, Maria Plozner Mentil, cadde colpita da un cecchino il 15 febbraio 1916.Non tutte le portatrici erano di etnia e cultura friulana, essendo alcune provenienti da paesi friulani di minoranza tedescofona (SappadaTimau) e slava (Resia)  da portatrici carniche
Ecco qui le portatrici del comune di Taipana, che già nei primi giorni della guerra soccorsero i soldati italiani sulla cresta dello Stol. Sulle portatrici della Slavia nulla o poco è stato scritto rispetto a quelle della Carnia, che hanno ricevuto riconoscimenti e l’onorificenza di cavalieri di Vittorio Veneto.Eppure analoga preziosa opera di sostegno alle truppe italiane, dislocate sui monti delle Valli del Natisone, del Cornappo e del Torre, esse fecero senza neppure essere ricordate e ringraziate. Le donne caricate le gerle di proiettili e di vivande seguirono le prime truppe avanzanti sui greppi che segnavano il confine, recando loro quanto poteva necessitare in quei momenti in cui, per la mancanza di strade e di sentieri, i servizi di sussistenza non avrebbero potuto altrimenti di funzionare.   continua qui  su lintver

La Benecia (Friuli) va collocata nella strategia transfrontaliera


A Lubiana, il ministro per gli Sloveni nel mondo, Matej Arčon, ha convocato un incontro che rappresenta il primo passo verso nuove sinergie, finalizzate al sostegno della base economica delle due minoranze nazionali, gli sloveni in Italia e gli italiani in Slovenia. In quest’ambito è emersa l’esigenza di sostenere la realtà economica e turistica della Benecia. Lo stesso ministro ha assicurato l’interesse totale della Slovenia affinché nelle nostre vallate vada ricercata una soluzione concreta e realizzabile con la realtà dell’Alto Isonzo, dove hanno saputo, intelligentemente, coniugare la bellezza del territorio con l’offerta turistica.

Importante però, come è stato detto a Lubiana, che in questa strategia entri con più convinzione anche la Regione Friuli Venezia Giulia, molte volte troppo assente lungo la fascia confinaria della provincia di Udine. Anche la comunità slovena in toto è chiamata a fare il proprio compito ed elaborare una strategia funzionale affinché la Benecia non venga sempre affiancata al problema dello spopolamento e alla cronica difficoltà economica.
La Capitale Europea della Cultura 2025 a Nova Gorica e Gorizia rappresenta una grande opportunità per le due comunità nazionali, che dovranno essere capaci di trasformare le grandi ed importanti idee in progetti concreti. Utile dunque ricercare le sinergie che sostengano, in particolare, i settori quali lo sviluppo economico e turistico, per valorizzare, nel miglior modo possibile, un territorio transfrontaliero unico. Determinante è che le due comunità collaborino in modo pragmatico per far sì che la regione transfrontaliera trovi una sua posizione apicale all’interno della realtà europea. Ci sono tutte le condizioni. Bisogna crederci.
(r.p.) https://novimatajur.it/senza-categoria/sld/la-benecia-va-collocata-nella-strategia-transfrontaliera.html

6 mar 2023

Buona giornata

 


Cormorano ai laghetti rossi

San Lorenzo Isontino (San Lurinç Lisuntin in friulano standard, San Lurinz nella variante localeŠlovrenc in sloveno), già San Lorenzo di Mossa) è un comune italiano di 1 520 abitanti in Friuli-Venezia Giulia.https://it.wikipedia.org/wiki/San_Lorenzo_Isontino

5 mar 2023

A Pordenone Ortogiardino


 La prima Fiera del NordEst per chi ama i fiori, le piante e il giardinaggio, da 42 anni si rivolge a vivaisti, floricoltori, produttori e rivenditori di attrezzature e prodotti per la cura del giardino e dell’orto, bulbi e sementi, attrezzature per giardini e parchi, arredamento da esterni, decorazione.

Nel cuore del NordEst un format unico in cui stand commerciali si alternano a spettacolari allestimenti, eventi tematici sempre nuovi in un’atmosfera calda e coinvolgente. Questi sono i punti di forza di una manifestazione amata e molto popolare in grado di attrarre pubblico da tutto il Nord Italia e da Slovenia e Croazia.

Oltre 65.000 visitatori, di cui il 12% esteri
300 Espositori
35.000 mq di Area Espositiva

 

PRIMAVERA

 


Vida Taufer

Brez snega bregovi, zvončki sredi trat;
k nam v obleki novi spet vesla pomlad .
Čutimo jo v cvetju, ki se tod blešči;
v novem ptičjem petju, ki se spet glasi.
Veter se zaganja v drevje, ki brsti;
zeleni kotanja, potok žubori.
Vsi na plan hitimo, glejmo krasen svet;
vsi se veselimo, proč sta sneg in led. 
Non sono poetessa quindi ho tradotto alla lettera
PRIMAVERA
Colline senza neve, bucaneve in mezzo al prato,/primavera ritorna in veste nuova./La sentiamo nei fiori che qui scintillano/nei nuovi canti d’ uccelli che si fanno udire./Il vento s’infila tra gli alberi che germogliano/verdeggia il fosso ,mormora il ruscello./Tutti ci affrettiamo in radura,guardiamo il mondo meraviglioso;/tutti ci rallegriamo,via neve e ghiaccio.
Vida Taufer
poetessa slovena (1903-1966). Legata all’inizio alla tradizione poetica della “Moderna”, arricchì più tardi la sua produzione poetica con elementi espressionistici, subendo l’influsso soprattutto del poeta sloveno A. Gradnik. Ciò è evidente nella prima raccolta poetica Rami al vento (1939), dove al motivo erotico si unisce quello del sentimento religioso. http://www.sapere.it/enciclopedia/Taufer%2C+Vida.html

BUONA DOMENICA 2° DI QUARESIMA🙏🙏

La grandezza di Prešeren e Ungaretti al centro della Capitale europea della cultura

 


La Capitale europea della cultura sarà inaugurata l’8 febbraio 2025. Lo hanno annunciato i ministri della cultura, la slovena Asta Vrečko e l’italiano Gennaro Sangiuliano. Una data importante in particolare per la Slovenia in quanto l’8 febbraio è dedicato alla cultura e nel Paese è festa nazionale. Sarà dunque proprio la poesia la massima espressione dell’avvenimento che coinvolge le due città che hanno scelto France Prešeren e Giuseppe Ungaretti come ‘sponsor’ dell’avvenimento. Il primo è il massimo autore romantico sloveno, del quale il componimento ‘Il Brindisi’ (Zdravljica) è diventato l’inno nazionale della Slovenia. L’otto febbraio nasceva Giuseppe Ungaretti, autore di poesie indimenticabili, molte delle quali scritte proprio su queste terre, durante la prima guerra mondiale.

Soddisfazione per la decisione presa dai due ministri è stata espressa dalla senatrice slovena Tatjana Rojc, che ha sottolineato come questo evento internazionale deve essere riempito di contenuti e di strutture che rimangano in stabile eredità al territorio, come patrimonio attrattivo di un’area che ha bisogno di rilanciarsi e può farlo solo mettendo l’accento sulla sua storica vocazione di ponte tra mondi.
Del ruolo della letteratura si è parlato al Kulturni dom di Gorizia dove mercoledì 8 è stata celebrata la Giornata della cultura slovena alla presenza del professor Miran Košuta, che ha tradotto in italiano le poesie di France Prešeren. Alla serata hanno presentato il film-documentario dal titolo ‘Sulle tracce della letteratura slovena’, ovvero l’incontro-intervista tra Miran Košuta e il giornalista goriziano Andrea Bellavite.

La cultura slovena è sempre stata una cultura dell’accoglienza
Il documentario ha come obiettivo principale proporre al pubblico italiano una migliore conoscenza della realtà culturale slovena. L’interscambio culturale, la libera circolazione del sapere, della conoscenza e di esperienze è alla base del progresso ed è il miglior artefice di pace, armonia tra le persone e i Paesi. Questo il pensiero di Miran Košuta che ha sottolineato come la cultura slovena è sempre stata una cultura dell’accoglienza, ricevendo, metabolizzando da altre culture, in primo luogo da quelle contermini e vicine, quella tedesca e quella italiana. Con queste contaminazioni ha plasmato, nel corso dei secoli, la propria identità e ha saputo esprimere eccellenti poeti e scrittori, da Primož Trubar, a France Prešeren, Ivan Cankar, Srečko Kosovel, Simon Gregorčič, Ciril Zlobec e Boris Pahor. L’ospite triestino ha per ognuno di loro tracciato un profilo che li colloca all’apice della realtà culturale slovena ma anche di quella europea.

Un pregiudizio ancora presente
Per Miran Košuta, però, non è ancora superata la diffidenza e la contrapposizione tra sloveni e italiani. Si vive ancora gli uni accanto agli altri senza far parte dello stesso corpo. Ed è forse per questo motivo, si è chiesto, che in Italia gli autori più emblematici della realtà culturale della Slovenia sono poco conosciuti? Una risposta l’ha data Andrea Bellavite sostenendo che fino alla fine della Seconda guerra mondiale, in particolare durante il regime fascista, i popoli slavi erano dei popoli barbari, per cui si potevano tranquillamente sacrificare 500 mila sloveni. Questo pregiudizio è rimasto vivo anche nel dopoguerra in quanto nel substrato è presente l’idea di una cultura che non è interessante e che è espressione di un dio minore. Ecco perché bisogna intensificare gli incontri e vivere insieme, come da anni sta facendo il Kulturni dom. Conoscere la letteratura, le arti figurative, i paesaggi e il carattere del popolo sloveno vuol dire fare un’opera di sradicamento di una visione unilaterale, ignorante, che ci richiude in noi stessi e ci fa essere meno umani.
(r.p.) https://novimatajur.it/cultura/la-grandezza-di-preseren-e-ungaretti-al-centro-della-capitale-europea-della-cultura.html


Ivan Trinko

"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

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