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26 mar 2022
ARROTINI artigiani della Valle di Resia (Udine)
Citazione di Susanna Tamaro
Quanto è radicato,quanto è profondo e folle l'odio dell'uomo per l'uomo:per un'idea,per un confine è capace di seminare la morte tra le generazioni future.
SUSANNA TAMARO
Rondini stanche
LEONARDO SCIASCIA
BALLERINE IN TRENO
Vestono gonne lunghe, hanno sciarpe
d’arcobaleno – e si abbandonano affrante,
allungano le gambe sui sedili.
Lamentano il conto dell’albergo,
l’affanno della partenza, il sonno
reciso all’alba.
I loro nomi – Monica, Marisa –
hanno la triste luce delle perle
che le ragazze comprano alle fiere.
Povere, loquaci rondini che migrano
da un deserto a un deserto,
rondini stanche senza primavera.
Chiudono gli occhi; un freddo
velo di sonno segna i loro volti,
un’infanzia di pena affiora: bianca,
appena viva del respiro
sull’iride squillante delle sciarpe.
(da La Sicilia, il suo cuore, Bardi, 1952)
https://cantosirene.blogspot.com/search/label/poesia%20italiana
Leonardo Sciascia è stato uno scrittore, giornalista, saggista, drammaturgo, poeta, politico, critico d'arte e insegnante italiano. Spirito libero e anticonformista, lucidissimo e impietoso critico del nostro tempo, Sciascia è una delle grandi figure del Novecento italiano ed europeo. Wikipedia
Torna l'ora legale
Nella notte tra sabato 26 e domenica 27 marzo 2022 torna l'ora legale. L'orario convenzionalmente fissato per il cambio è alle 2 del mattino, quando le lancette dovranno essere spostate sulle 3. Lasceremo alle spalle l'ora solare rinunciando, ahinoi, a un'ora di sonno, ma in cambio beneficeremo di un'ora di luce in più durante il giorno.
L’ora legale rimarrà in vigore a domenica 23 ottobre, quando rientrerà in vigore quella solare, in ottemperanza alla direttiva dell’Unione Europea che sottolinea i vantaggi dovuti al risparmio di energia elettrica frutto dello sfruttamento delle ore in più di luce.
In Italia l’ora legale è stata introdotta nel 1916 e abbandonata dal 1920 al 1940, anno in cui è stata definitivamente reintrodotta. Nel 1996, infine, l’ora legale è stata protratta fino al 30 ottobre.
continua https://www.ilfriuli.it/articolo/tendenze/torna-l-ora-legale-tra-vantaggi-e--distrubi-/13/262752
25 mar 2022
Recuperato e liberato nella riserva del lago di Cornino un raro esemplar...
Udine, intitolazione a don Blanchini
Sabato 26 marzo alle 11.00 si svolgerà la cerimonia di intitolazione a don Eugenio Blanchini dell’area verde di via Fermo Solari a Udine. Infatti, nel centenario della morte, l’anno scorso il Comune di Udine, con deliberazione della giunta municipale dopo l’approvazione nella commissione per la toponomastica, presieduta dall’assessore Alessandro Ciani, ha accolto la proposta dell’associazione don Eugenio Blanchini su interessamento del consigliere comunale Giovanni Marsico. Così il benemerito sacerdote entra a far parte della toponomastica cittadina, come il confratello e coetaneo mons. Ivan Trinko e il prof. Francesco Musoni.
Così si legge nella deliberazione della giunta udinese: «Don Eugenio Blanchini nacque nel comune di Pulfero nel 1863. Consacrato sacerdote nel 1885, dopo alcuni anni di servizio nelle Valli del Natisone, fu trasferito a Udine, dove operò nell’orfanotrofio Tomadini e dal 1899, come parroco di San Giorgio Maggiore, un rione cittadino abitato prevalentemente da ceti sociali indigenti. Per aiutare i suoi parrocchiani, iniziò a diffondere moderni criteri di coltivazione, pubblicando libri sul metodo Solari, sulle latterie sociali e sulle associazioni dei lavoratori. Nel 1903 fondò a Udine la prima Cassa di risparmio e prestito dei lavoratori».
«Operò molto anche nel settore dell’emigrazione: fu cofondatore del Segretariato del popolo (1901), tra i missionari degli emigranti istituì la Società di San Raffaele; più volte egli stesso visitò gli emigranti in Slovenia, Austria e Baviera e istituì per loro uffici specifici. Diede alle stampe tre pubblicazioni sulle problematiche migratorie».
«Grande fu il suo impegno per l’educazione dei ragazzi abbandonati. Fondò ricreatori maschili e femminili frequentati da centinaia di giovani da tutta la città e una scuola professionale per ragazze, che dopo la sua morte fu intitolata a lui. Rimase sempre legato alla sua terra e ai confratelli sloveni».
24 mar 2022
#abbraccioperlapace
France Prešeren
Zdravljica- Brindisi (inno nazionale sloveno)
Žive naj vsi narodi
ki hrepene dočakat’ dan,
da koder sonce hodi,
prepir iz sveta bo pregnan,
da rojak
prost bo vsak,
ne vrag, le sosed bo mejak!
Vivano tutti i popoli
che anelano al giorno
in cui la discordia
verrà sradicata dal mondo
ed in cui ogni nostro connazionale
sarà libero,
ed in cui il vicino non sarà un diavolo, ma un amico!
France Prešeren (Vrba, 3 dicembre 1800 – Kranj, 8 febbraio 1849) è stato un poeta sloveno.
È considerato il maggior poeta sloveno e uno dei maggiori poeti romantici europei[1] ed è una figura centrale nella storia della cultura in lingua slovena.
Spesso nel passato il nome di Prešeren è stato germanizzato in Franz Prescheren, in quanto nel XIX secolo gran parte della Slovenia era compresa nel Ducato di Carniola, parte dell'Impero Austriaco.
Biografia
France Prešeren nasce nel villaggio di Vrba, presso Žirovnica, in una famiglia di agricoltori di idee abbastanza moderne e progressiste. Lascia la casa paterna all'età di otto anni per stabilirsi presso la casa dello zio Jožef, prete di Kopanje, e frequenta le scuole elementari di Ribnica (it.: Ribenizza). Negli anni di Ribnica succede qualcosa che turberà la complessa personalità del poeta per tutta la vita, in particolare nel modo particolare di rapportarsi con le donne. L'episodio non è chiaro, ma sembra che sia relativo alla sfera della sessualità.
Finiti gli studi liceali, Prešeren si reca nel 1821 a Vienna per studiare legge, abbandonando l'idea di abbracciare il sacerdozio (idea sostenuta, ma senza alcuna imposizione, dalla madre Mina). In questi anni si dedica allo studio della poesia, sia classica sia romantica e incomincia a scrivere (1824). Nel 1828, divenuto dottore in legge, si reca in Moravia e successivamente ritorna a Lubiana.
Prešeren incomincia a lavorare come avvocato nel 1829.
Prešeren diventa uno dei migliori amici di Matija Čop (conosciuto in ambito tedesco come Matthias Tschop), uno dei maggiori intellettuali sloveni del tempo e grande conoscitore della retorica e della teoria della letteratura. Čop, anche sulla base delle idee romantiche che si erano diffuse in Europa in quel periodo, è convinto della necessità della formazione di una grande letteratura nazionale che si smarcasse dalla tradizione tedesca e che riflettesse lo spirito del popolo e dell'identità slovena. Nel 1830 viene pubblicata la prima edizione della raccolta di poemi Kranjska čbelica, che introduce formule e temi romantici.
La grande emozione provata per l'incontro con Julija Primic (germ. in Julia Primitz), una ricca lubianese, lo porta a scrivere la raccolta di sonetti Sonetni venec ("Serto di Sonetti", 1834).
Nel 1835 muore lo zio Jožef, il membro della famiglia più vicino a Prešeren e nello stesso anno annega vicino a Tomačevo, sulle rive della Sava Matija Čop. Il dolore provato per la morte di Čop da Prešeren è visibile nella mirabile elegia scritta in tedesco in sua memoria.
La mancanza di una relazione stabile, l'amore inaccessibile per Julija Primic, la morte di Čop e le insoddisfazioni nella professione di avvocato provocarono una grande crisi nel 1835: Prešeren incomincia a bere pesantemente, rifiuta di recarsi al lavoro e sembra anche pensi al suicidio.
Nella primavera del 1836 venne pubblicata una delle sue opere maggiori Krst pri Savici - "Il battesimo presso la fonte Savica". Nello stesso anno si lega con Ana Jelovšek, che diverrà sua amante.
Prešeren si interessa delle tradizioni popolari slovene e nel 1839, assieme all'amico Andrej Smole, uomo libero e ribelle all'autorità asburgica, progetta di realizzare un giornale in sloveno, idea bloccata dalla censura austriaca. Smole morirà improvvisamente fra le braccia di Prešeren durante il pranzo che il poeta aveva organizzato in occasione del suo compleanno. La morte di Smole, il disinteresse per Ana e un generale sentimento di malessere provocano una seconda crisi al poeta, che nemmeno il breve amore per la giovane Jerica Podboj (un altro legame che dura poco) riesce a cambiare.
La magnifica ispirazione poetica di Prešeren è riscontrabile in alcune delle sue ultime opere: Zdravljica ("Il Brindisi"), scritta nella forma di carmen figuratum nel 1844, ma pubblicata, senza censura, solo nel 1848 e l'elegia V spomin Andreja Smoleta ("In Memoria di Andrej Smole"). Nell'autunno 1846 si trasferì a Kranj, dove svolse la sua professione di avvocato. Muore l'8 febbraio 1849.
Prešeren è sicuramente una delle figure centrali della cultura slovena per le innovazioni che portò nella lingua e nella letteratura, ma anche per il contributo che ha dato alla nascita di uno spirito nazionale sloveno. L'8 febbraio, data della morte di Prešeren è il giorno nazionale della cultura slovena.
La principale piazza di Lubiana Prešernov trg (piazza di Prešeren), dedicata al poeta, presenta una statua a lui dedicata, eretta (con enorme partecipazione popolare) nel 1905; la base monumentale per la statua fu disegnata dall'architetto italo-sloveno Max Fabiani. In suo onore è stato istituito il Premio Prešeren assegnato ogni anno a uno o due artisti sloveni nell'anniversario della sua morte. Prešeren, che prima dell'avvento dell'euro veniva raffigurato sulla banconota da 1000 talleri, appare ora nel cerchio interno dalla moneta da due euro slovena.
A Trieste si trova il Liceo Scientifico con insegnamento in lingua slovena a lui dedicato.
- Opere
- Sonetni venec ("Serto di sonetti"), raccolta di 15 sonetti conclusa da un sonetto-acrostico finale di dedica a Julija Primic. Il tema principale è la lode a Julia, ragazza lontana e indifferente all'amore del poeta. Particolare attenzione è dedicata alla forma metrica: l'ultimo verso di ciascun sonetto richiama letteralmente il primo verso del sonetto successivo, trasformando la raccolta in una sorta di ghirlanda.
- Krst pri Savici ("Il battesimo presso la fonte Savica"), composizione epico-storica ambientata nell'VIII secolo, che narra la conversione degli sloveni al cristianesimo.
- Zdravljica ("Il brindisi"), scritta nella forma di carmen figuratum in otto strofe. Un anno prima della sua composizione, sul giornale tedesco Kmetijske in rokodelske novice (1843), Matija Vertovc, in un articolo intitolato Vinske terte hvala, lo aveva pubblicamente invitato a scrivere un'ode al vino. Già nella prima strofa di Zdravljica è possibile individuare il pensiero del sacerdote agronomo sloveno Vertovc. La prima e la settima strofa sono il testo ufficiale dell'inno nazionale sloveno dal 1991.
- da wikipedia
VEDRONZA/NJIVICA
foto di Igor Cerno |
Origine del nome di Vedronza | Njivica, frazione di Lusevera, conosciuta per l’omonimo torrente dall’acqua cristallina
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