A goccia a goccia si scava la roccia
Poco a poco si superano gli ostacoli più difficili-
8 febbraio – 8 februar
Giornata di Prešeren – Prešernov dan
Giornata della Cultura slovena Prešeren Francè. – Poeta sloveno (Vrba, Alta Carniola , 1800 – Kranj 1849); dotato di un fine senso artistico piegò la lingua alle più severe esigenze d’arte ed elevò la poesia slovena, fino allora di gusto provinciale e retrivo, a un notevole grado di perfezione. Fra le sue poesie, oltre alla bellissima collana di sonetti (Sonetni venec, 1834), ispirati al dolce stilnovo e a Petrarca, si ricordano il poemetto Krst pri Savici (“Il battesimo presso la Savica”, 1836) e alcune liriche in cui trova espressione il suo spirito colto, pensoso, pieno di intima tristezza. Nel 1846 raccolse la sua opera in versi in Poezije (“Poesie”)
http://www.treccani.it/enciclopedia/france-preseren/
L’ 8 febbraio è la giornata della cultura slovena, la data è stata scelta in ricordo della morte di France Prešeren (1800-1849), considerato un po’ il padre della poesia slovena e autore dell’inno nazionale. In Slovenia l’8 febbraio è festa nazionale, con scuole e uffici chiusi e con musei aperti al pubblico gratuitamente e una serie infinita di avvenimenti culturali. La giornata è molto sentita anche tra gli sloveni che vivono a Trieste, Gorizia e Udine, dove per l’occasione sono state organizzate diverse iniziative culturali.
Penso che sia l’unico Stato europeo che abbia dedicato una giornata al suo poeta più famoso.
Zdravljica- Brindisi (inno nazionale)
Žive naj vsi narodi
ki hrepene dočakat’ dan,
da koder sonce hodi,
prepir iz sveta bo pregnan,
da rojak
prost bo vsak,
ne vrag, le sosed bo mejak!
Vivano tutti i popoli
che anelano al giorno
in cui la discordia
verrà sradicata dal mondo
ed in cui ogni nostro connazionale
sarà libero,
ed in cui il vicino non sarà un diavolo, ma un amico!
In questo giorno in tutta la Slavia friulana/Benečija si fanno manifestazioni per ricordare questo grande poeta sloveno.
Ricorre il secondo giorno della seconda settimana del mese di febbraio di ogni anno. A livello comunitario, l'iniziativa è coordinata dalla rete Insafe. Nei singoli Paesi membri dell'UE(Unione Europea), le iniziative volte a promuovere un uso consapevole della rete fanno capo ai rispettivi Safer Internet Center nazionali. In Italia, tale funzione è svolta dal progetto Generazioni Connesse coordinato dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca che dal 2012[1] unisce in un Consorzio l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Polizia Postale e delle Comunicazioni, Save the Children Italia, Telefono Azzurro, l'agenzia stampa DIRE, la Cooperativa E.D.I., il Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi, l'Università La Sapienza di Roma, l'Università degli Studi di Firenze, il Movimento Difesa del Cittadino. Gli attori coinvolti sono quindi: famiglie e imprese[2], istituzioni dello Stato e Organizzazione non governative[3].
Tra le iniziative del Safer Internet Day rientrano convegni, concorsi a premi e campagne di sensibilizzazione incentrati su temi legati al cyberbullismo, alla pedopornografia e pedofilia on-line, al sexting, alla perdita di privacy ma anche alla dipendenza da videogiochi e a uno stile di vita eccessivamente sedentario o al rischio di isolamenti, soprattutto tra gli utenti più giovani.https://it.wikipedia.org/wiki/Safer_Internet_Day
La GRF si svolge con il patrocinio di AIFA e in collaborazione con Cdo Opere Sociali, Federfarma, Fofi, Federchimica Assosalute, Egualia – Industrie Farmaci Accessibili e BFResearch. La GRF è realizzata grazie all’importante contributo incondizionato di IBSA Farmaceutici e Teva Italia e al sostegno di EG Stada Group, DOC Generici, DHL Supply Chain, Bausch&Lomb, Unico - La Farmacia dei Farmacisti S.p.A. e Gruppo Comifar. ..continua https://draft.blogger.com/blog/post/edit/2963768517500394620/5439538816981133842
Da qualche settimana a Stolvizza/Solbica si lavora alla sistemazione di un piccolo angolo di Piazza Nuova, caratterizzato dalla presenza di una fontana. Specialmente nel periodo estivo, è molto utilizzata sia dai paesani sia da molti ospiti.
Questo piccolo intervento di miglioramento dell’arredo urbano è in linea con gli altri già realizzati in Piazza dell’arrotino e dietro la chiesa di San Carlo, all’ingresso del Museo della gente della Val Resia. In tutti questi lavori si è scelto l’impiego della pietra locale, già tradizionalmente utilizzata nell’architettura valligiana e che ben si presta a questi miglioramenti, realizzati da maestranze locali, dando un’immagine coordinata all’interno del paese. Tutto questo sforzo è frutto della volontà dei paesani di contribuire a rendere sempre più accogliente il piccolo borgo ai piedi del Monte Grad, frequentato da appassionati della montagna che lo scelgono come base di partenza per le molte proposte escursionistiche che lo caratterizzano.
Anche di fronte all’impietoso calo demografico, in paese si notano, da parte delle associazioni attive e in particolare di ViviStolvizza, vitalità e ferma volontà di promuovere iniziative atte a valorizzare le competenze dei residenti, soprattutto di quelli in quiescenza, mettendole a disposizione della collettività.
Tutto questo, se pensiamo alla storia dei nostri paesi, non ha proprio nulla di nuovo. In passato il bene comune era gestito dalla collettività, che si assumeva l’onere di mantenerlo se era già realizzato, oppure di crearlo del tutto.
Sempre di più nei piccoli borghi, con poche persone a viverli tutto l’anno, si dovranno sperimentare queste forme di “cittadinanza attiva”, consapevoli che non tutto può essere delegato al solo ente locale. Anche a Resia, pensando soprattutto all’inverno, alcune borgate dei paesi ancora abitate sono inaccessibili ai mezzi spazzaneve e spargisale. Così, l’aspetto dell’associazionismo diventa indispensabile. Infatti, non solo perché le nuove norme lo indicavano, anche ViviStolvizza ha fatto la scelta di diventare APS (Associazione di promozione sociale), anche col fine di svolgere attività di utilità sociale a favore di associati o terzi, senza finalità di lucro. Un plauso, quindi, a coloro che quotidianamente, anche con piccoli interventi ma concreti, si dedicano a rendere i nostri paesi più accoglienti e attrattivi.
Se non ci saranno valide occasioni di residenza e in valle non rimarrà più nessuno, anche gli aspetti della tradizione e della cultura, i dialetti resiani per primi – che per legge sono il motivo dell’inserimento della nostra comunità nella più ampia minoranza linguistica slovena in Italia, che così li tutela – sono destinati all’oblio e di conseguenza anche la specificità e l’identità che ci caratterizza. (Sandro Quaglia)
continua in sloveno https://www.dom.it/kjer-ni-zivljenja-tam-ni-niti-kulture_se-non-ce-vita-non-ce-cultura/
La riflessione è meglio dell'idea,(pensiero)
Ponderare gli aspetti e le conseguenze di un'idea prima di attuarla.
http://www.lintver.it/cultura-tradizioni-proverbi.html
(Ponderare i possibili aspetti e le conseguenze di un'idea, prima di attuarla.
(Ponderare i possibili aspetti e le conseguenze di un'idea, prima di attuarla.La riflessi
Per prevenire lo spreco alimentare – aggiunge Confagricoltura - serve però l’impegno di tutti.
Dai dati emersi dallo studio condotto dell’Osservatorio Waste Watcher International in collaborazione con l’Università di Bologna e IPSOS sul “Caso Italia” si registra che, nel 2021, nel nostro Paese si sono sprecati circa 27 kg di cibo a persona. Sebbene l’andamento sia in calo rispetto all’anno precedente, allarmano i dati sulle quantità (3.624.973 tonnellate nel 2021) e sui costi (circa 10 mld di euro) del cibo sprecato nel corso dell’anno passato. L’iniziativa dell’Osservatorio Waste Watcher International, con il quale Confagricoltura ha avuto modo di collaborare nel quadro delle attività del Coordinamento Agrinsieme, accende i riflettori su una delle piaghe del nostro tempo e impone una reazione concreta.Le imprese agricole del nostro Paese – afferma Confagricoltura – possono svolgere un ruolo fondamentale nella lotta agli sprechi alimentari e nella prevenzione degli stessi. L’agricoltura non spreca in quanto, per natura, fa propri concetti come il recupero, il riutilizzo e la creazione di sistemi diffusi di economia circolare. Anche in fatto di prevenzione, è fondamentale che i virtuosismi produttivi dei nostri agricoltori siano conosciuti e spiegati ai consumatori e alle giovani generazioni.
https://www.ilfriuli.it/articolo/gusto/-contro-lo-spreco-serve-l-impegno-di-tutti-/10/260023
da wikipedia
La giornata di prevenzione dello spreco alimentare venne celebrata per la prima volta il 5 febbraio 2014 in Italia. La giornata è stata ideata ed istituita dalla campagna Spreco Zero e Università di Bologna - Distal con il Ministero dell'Ambiente, per iniziativa del coordinatore PINPAS Andrea Segrè. Nel 2004 furono convocati gli "Stati generali" della filiera agroalimentare italiana. PINPAS, promosso da Ministero dell'ambiente, è il Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare. [1][2] per sensibilizzare le persone sullo spreco alimentare.[3] Dal 2014 in poi, la giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare è l'occasione per la diffusione di nuovi dati da parte dell'Osservatorio nazionale sugli sprechi Waste Watcher (Lmm/Swg).
La settima edizione del 2020 ha ottenuto il Patrocínio del Ministero dell'Ambiente e di quello della Salute.
«In questo passaggio dall’anno 2021 al 2022, problematico per tanti versi, al Comune di Malborghetto- Valbruna registriamo la prima novità dell’anno nuovo. Con il 2022 il nostro Comune ha zero debiti. Niente mutui, niente passività, niente pendenze a carico dei suoi concittadini», ha esultato il sindaco, Boris Preschern, sul proprio profilo Facebook.
Ma l’assenza di debiti per la municipalità della Valcanale, 900 residenti circa, non è frutto di immobilismo, ordinaria amministrazione, assenza di iniziative. Anzi, è proprio il contrario. Negli ultimi anni gli investimenti sono stati parecchi, nell’ordine di una decina di milioni di euro.
È recentissima, dello scorso 29 dicembre, ad esempio, l’inaugurazione del «Kinderalm», lo snow park nell’area tra Valbruna/Ovčja vas e Ugovizza/Ukve che ha riportato la pista dell’ex skilift «Kugy 1» al suo splendore, attirando subito i bambini e le loro famiglie a divertirsi con slittini, bob e sci. L’impianto, costituito da due tappeti mobili di risalita, è il primo lotto di una serie di tre progetti che puntano al rilancio del turismo invernale.
Circa un anno fa è stata inaugurata, poi, la nuova pista da fondo omologata Fisi della Val Saisera/Zajzera, intitolata a Piero Di Lenardo, che da questa stagione è anche la sede operativa della scuola da sci di fondo «Alpi Giulie».La scorsa estate è stata aperta a Ugovizza la pista di PumpTrack, inserita nell’area della vecchia stazione ferroviaria di Ugovizza, adiacente alla Ciclovia AlpeAdria FVG1, in un sito dove, oltre alla nuova struttura si trovano anche un’area di sosta, prati, attrezzature per il tempo libero e servizio di ristorazione. Ancor prima avevano preso vita il «Saisera Wild Track» e il «Puanina Tour».
Per non parlare dell’iniziativa «Advent Pur», che durante lo scorso avvento ha richiamato parecchie migliaia di visitatori.
Alcuni anni fa l’amministrazione Preschern, in carica dal 2014, ha fatto partire con fondi propri anche la sperimentazione dell’insegnamento trilingue (italiano, sloveno e tedesco) nella scuola dell’infanzia e primaria di Ugovizza, poi finanziato dalla Regione (con i fondi per la minoranza slovena) e da quest’anno dallo Stato nell’ambito del programma di sostegno alle Aree interne.
Certo, il Comune, a differenza di altre municipalità montane, dispone di risorse proprie, in particolare di quelle derivanti dalla produzione di energia idroelettrica, ma va sottolineata l’oculatezza nella loro gestione da parte dell’attuale e delle precedenti amministrazioni.
«Non so quanti Comuni in Italia possono vantare l’assenza di ogni debito. Certamente non quelli (specialmente Comuni grandi di città importanti) che, per evitare di fallire, hanno dovuto chiedere al Governo centrale centinaia di milioni di euro per appianare i loro debiti accumulati», scrive con giustificato orgoglio Preschern. «Voglio ringraziare tutti gli amministratori comunali passati e presenti, per aver sempre amministrato bene il nostro Comune. Viva Malborghetto-Valbruna»
.https://www.dom.it/naborjet-ovcja-vas-nima-dolgov_malborghetto-il-comune-senza-debiti/
Malborghetto-Valbruna (Malborgeth-Wolfsbach in tedesco, Naborjet-Ovčja vas in sloveno[4] e Malborghet e Valbrune in friulano[5]) è un comune italiano sparso di 913 abitanti in Friuli-Venezia Giulia, la cui sede comunale è posta nella frazione di Malborghetto.Il comune si trova nella regione montuosa di confine tra Alpi carniche orientali e Alpi Giulie occidentali, con gli abitati situati nel fondovalle della Val Canale, dominati dalle cime lo Jôf di Montasio (2.754 m), lo Jôf Fuart (2.666 m), lo Jôf di Miezegnot (2.087 m), il monte Osternig (2.052 m) e il monte Poludnig (2.000 m). Il territorio comprende alcuni valloni laterali della Val Canale tra cui la Val Saisera o Valbruna.Fin dall'alto medioevo, come tutta la Val Canale appartenne, con il nome di Buonborghetto, ai vescovi di Bamberga, e in questo periodo divenne importante centro commerciale. Pare che abbia mutato nome in Malborghetto in seguito alle continue contese con Venezia. Vi fiorirono l'industria del ferro e del legno, che contribuirono allo sviluppo economico del paese e ancora oggi sono praticate.
Gli Asburgo vi costruirono una fortezza (poi detta forte Hensel) che fu occupata dai Veneziani nel 1616, dal Massena nel marzo 1797 e dal viceré Eugenio di Beauharnais nel 1805. Nel 1809, dal 14 al 16 maggio, all'interno del forte il capitano austriaco Friedrich Hensel si difese per tre giorni (Battaglia di Tarvisio) prima di cedere alle armate di Napoleone I.
Venne assegnato all'Italia nel 1919, alla fine della prima guerra mondiale, sebbene fosse abitato prevalentemente da genti tedesche e slovene. Nel 2003 il comune è stato colpito dall'alluvione della Val Canale, che ha causato due morti e danni rilevanti. Con le frazioni di Valbruna e Ugovizza costituisce attualmente una località di villeggiatura e di sport invernali. I paesi sono basi di partenza per escursioni nelle Alpi Giulie. Fino alla realizzazione della nuova ferrovia pontebbana era servito da varie stazioni, delle quali rimane in uso solo quella di Ugovizza-Valbruna.
da https://draft.blogger.com/blog/post/edit/2963768517500394620/1237606353801892102
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