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31 gen 2022
Contadini e maestri
La buona notizia per l’anno nuovo è arrivata alla fine di quello vecchio. Riguarda l’aumento da 500 mila a 900 mila euro l’anno dei fondi destinati dalla legge di tutela per la minoranza slovena allo sviluppo socioeconomico di Benecia, Resia e Valcanale. Il voto del Consiglio regionale, che ha respinto l’ultimo tentativo di bloccare l’incremento, con un emendamento presentato dal consigliere triestino Roberto Cosolini (Pd), è stato accolto con sollievo nei territori interessati. Dai quali è andato anche un plauso all’assessore alle Identità linguistiche, Pierpaolo Roberti, che ha accolto l’indicazione presa a maggioranza dalla Commissione consultiva regionale per la minoranza slovena su proposta dei sei membri della provincia di Udine e l’ha difesa dal fuoco di sbarramento poi messo in campo da esponenti di primissimo piano della stessa comunità slovena.
L’ostilità contro aiuti specifici per il territorioconfinario da Tarvisio a Prepotto, rimasto indietrorispetto agli altri di insediamento della minoranza,da parte di ambienti triestini e goriziani si era manifestata fin dall’approvazione della legge 38/01, in barba alla tanto decantata «globalità» (cioè non solo linguistica e culturale, ma anche economica e sociale) della tutela.
Anche per questo il risultato è straordinario. Ora bisogna far sì che si continui su questa strada. Giuseppe Firmino Marinig, probabilmente il politico più lungimirante che la Benecia abbia espresso nella storia repubblicana, alcuni anni fa aveva calcolato in 10 milioni l’anno per cinque anni l’intervento pubblico necessario per mettere al passo con il resto della regione le sole Valli del Natisone.
900 mila euro sono comunque una bella cifra, di gran lunga superiore a quella per la cosiddette Aree interne (350 mila euro per valli del Natisone e del Torre dalla Regione nel 2021), e di certo, se spesi bene, produrranno buoni risultati. Basti pensare che con i fondi 2020 hanno ricevuto un importante sostegno ben 81 aziende agricole e forestali della Benecia. Si tratta in gran parte di realtà gestite da giovani imprenditori, attività indispensabili a tenere in vita il territorio e quindi la lingua e cultura che lo caratterizzano.
Di contadini e maestri di sloveno hanno bisogno in primo luogo Benecia, Resia e Valcanale. Il Südirol/Alto Adige indica la strada.
Ezio Gosgnach
30 gen 2022
Tre vicari per Valcanale
Nella chiesa di Tarvisio/Trbiž è stata celebrata, giovedì, 30 dicembre, la Messa di presentazione dei sacerdoti che aiuteranno il parroco della Collaborazione pastorale, don Alan Iacoponi. Nel presiedere la celebrazione insieme a padre Gabriel Msuya, proveniente dalla Tanzania, e don Sudhakar Gode e don Kouju Ventkata Ratnam, provenienti dall’India, don Iacoponi ha notato come, sull’altare, tre continenti incontrassero l’Europa. Il parroco di Tarvisio, infatti, viene dalla Bolivia. Similmente, partendo dalla piccola Betlemme, la forza di Cristo ha avvolto il mondo intero. Nel corso della celebrazione, una fedele della diocesi di Concordia-Pordenone ha espresso parole di ringraziamento a don Sudhakar e don Kouju, a nome della propria comunità. Prima di giungere in Valcanale alcune settimane fa e stabilirsi a Camporosso/Žabnice, dove resteranno per due o tre anni, infatti, i due sacerdoti hanno prestato per sei anni la propria opera nel Friuli occidentale.
Ritornato da poco da un periodo in Tanzania, invece, padre Gabriel Msuya risiede a Valbruna/Ovčja vas e presta la propria azione pastorale nella Collaborazione pastorale di Tarvisio da oltre un anno. Afferisce alla Comunità religiosa dell’Opera dello Spirito Santo e resterà nella Collaborazione di Tarvisio per un tempo indeterminato, a seconda degli accordi che prenderanno lui e i suoi superiori coll’arcivescovo di Udine, mons. Mazzocato. Don Gabriel Msuya ha notato come nella Collaborazione pastorale di Tarvisio, in una zona di confine, oltre all’italiano che i due vicari parrocchiali indiani hanno già imparato, vi siano anche altre culture e lingue da imparare, come lo sloveno, il friulano e il tedesco.
Il tema della grande ricchezza rappresentata da questa varietà linguistica e culturale è stato ripreso da don Iacoponi, che ha tenuto a ringraziare mons. Mazzocato per la presenza di ben tre vicari parrocchiali sul territorio, con cui dividerà le incombenze. Permetteranno di celebrare l’Eucarestia con molta più frequenza che in altre zone dell’arcidiocesi. Alla celebrazione è seguito un breve momento conviviale.
continua in sloveno https://www.dom.it/trije-vikarji-za-kanalsko-dolino_tre-vicari-per-la-valcanale/
29 gen 2022
Cividale ricorda i duecento anni della nascita di Adelaide Ristori
Dopo le importanti iniziative realizzate nel 2006 dall’amministrazione comunale di Cividale del Friuli per celebrare i 100 anni della morte di Adelaide Ristori (il ricordo va soprattutto alla mostra sui costumi originali di scena), sabato 29 gennaio prenderà avvio l’anno del bicentenario della nascita della grande attrice tragica che vide la luce nella città ducale proprio in quella data.
Adelaide Ristori nacque infatti a Cividale il 29 gennaio 1822 alle due di notte, nella contrada S. Tommaso (attuale via Ristori), nella locanda al civico numero 284, in una famiglia di teatranti allora impegnati in spettacoli nel locale teatro sociale. Nessuno poteva immaginare che sulla facciata di quella locanda, tanti anni dopo, sarebbe stata murata una lapide sulla quale, tra l’altro, si legge "…Gloria del Teatro Italiano…” e che la Ristori sarebbe stata collocata nella triade delle grandi attrici del secolo scorso, accanto a Carlotta Marchionni (1796-1861) ed Eleonora Duse (1858-1924).“Sarà un anno importante durante il quale omaggeremo la nostra grande attrice Adelaide Ristori in vari momenti e con diverse iniziative – spiega Angela Zappulla referente dell’Assessorato alla Cultura – abbiamo appena presentato un progetto culturale alla Regione Friuli Venezia Giulia che auspichiamo venga finanziato, lavoreremo tutto l’anno con le associazioni del territorio anche su progetti locali, in estate inaugureremo il monumento della Ristori colmando un vuoto storico e forte sarà la collaborazione con il Soroptimist Club di Cividale che da tanti anni organizza il Premio Ristori durante Mittelfest. La giornata del 29 gennaio sarà solo il primo momento, doveroso, di ricordo ad Adelaide attrice, donna, imprenditrice, patriota”.
Le celebrazioni di sabato 29 gennaio si articoleranno in due appuntamenti: alle ore 11.30 presso il monumento all’attrice in foro Giulio Cesare, l’amministrazione comunale, assieme al Soroptimist Club di Cividale, le porgerà omaggio in una cerimonia commemorativa simbolica (e molto limitata causa pandemia) che aprirà ufficialmente l’anno della Ristori.
In serata, alle ore 21.00 il Teatro Comunale Adelaide Ristori ospiterà il gruppo formato da Roberto Tombesi, Corrado Corradi e Rachele Colombo con lo spettacolo “Passeggeri”, che unisce momenti musicali e cenni storici desunti dagli archivi epistolari familiari di uno dei componenti del gruppo.
Nel 1874, infatti, Adelaide Ristori intraprese la famosa tournée artistica denominata Il giro del mondo. Il viaggio per mare, che durò venti mesi e diciannove giorni, fu il più grandioso che mai abbia compiuto una compagnia teatrale.
Il bisnonno di Corrado Corradi, Marco Piazza, era Primo Attor Giovane. Le sue preziose lettere ai genitori, raccolte e pubblicate nel 1948, rappresentano la memoria storica fedele di trionfi dalle proporzioni mai più raggiunte, ma anche la diretta testimonianza di un’avventura epica, unica. Da qui le suggestioni suscitate dalla lettura: l’incontro con differenti culture, gli approdi difficili, i pericoli di una natura madre e matrigna, l’umanità dei passeggeri.
Lo spettacolo è ad ingresso gratuito; l’accesso è consentito con super green pass e con mascherina FFP2.
Proverbio delle valli del Natisone
Rajš stua krat dat, ku ankrat parjet.
E’ meglio dare cento volte che prendere una volta sola.
da http://www.lintver.it/cultura-tradizioni-proverbi.html
I GIORNI DELLA MERLA
da wikipedia |
Un tempo i contadini del Friuli osservavano le condizioni meteorologiche dei tre giorni della merla e, sulla base di esse, facevano le previsioni sul tempo dei mesi di gennaio, febbraio e marzo. Se il 29 era molto freddo e soleggiato anche l'ormai passato gennaio, era stato per la maggior parte dei giorni freddo ma soleggiato, mentre se il 30 era piovoso e più mite, anche la maggior parte del mese di febbraio sarà piovoso e le temperature saranno più miti.
Una volta i merli erano tutti bianchi.Si narra che una merla con i suoi piccoli si rifugiò in un camino.Terminato il freddo uscì,ma gli uccelli erano tutti neri di fuliggine e non furono riconosciuti dai loro simili.
Questa è una leggenda che mi raccontò la mia maestra delle scuole elementari.Oggi non so se la raccontano ancora.
Negare la presenza della comunità slovena a Cividale è offensivo
Il parlamentare Roberto Novelli non perde l’occasione di dimostrare la sua contrarietà nei confronti della comunità slovena della provincia di Udine. Secondo l’interessato l’inserimento di Cividale nel perimetro territoriale in cui si applica la tutela della minoranza slovena è “stato del tutto ingiustificato, sul piano storico e culturale ed è percepito come un’ingiustizia dai cittadini”. Argomentando la sua osservazione il parlamentare evidenzia come negli ultimi tre anni siano state rilasciate soltanto 34 carte di identità bilingui. Secondo Novelli la situazione è differente a Trieste e Gorizia, comuni caratterizzati “dall’effettiva presenza della minoranza slovena, la quale andrebbe qualificata come minoranza nazionale, la cui tutela presenta implicazioni peculiari, anche sotto il profilo della politica estera e dei rapporti internazionali con la Slovenia.”“Negare la presenza della comunità slovena a Cividale è offensivo e rappresenta da parte del parlamentare Novelli un tentativo di dividere una comunità mista”. Lo sostiene la senatrice del Partito Democratico Tatjana Rojc. Secondo la parlamentare, se si conosce la storia si sa che gli sloveni sono insediati nel Cividalese dal VI-VII secolo, dal 1866 si sono staccati dal corpo unitario e sono passati sotto l’Italia, ma questo non fa di loro una entità sconosciuta. Parlare oggi di Cividale, a 20 anni dalla legge di tutela, come di un territorio che non ha una presenza slovena è un’offesa gravissima.” Per Tatjana Rojc si tratta di un nuovo tentativo di dividere la comunità cividalese, composta da elementi italiani, sloveni e friulani. “È questa la logica – aggiunge – in cui rientra il tentativo di separare il dialetto sloveno della Val Resia dall’ambito della tutela della lingua slovena in Italia. Lo sloveno ha centinaia di forme dialettali e il resiano è una delle più arcaiche che si sono mantenute sino ai giorni nostri, essendo parlata da una comunità di lingua slovena rimasta isolata nelle valli per motivi geografici”.
Per quanto riguarda invece la proposta di Novelli di ‘riclassificare’ la minoranza slovena come ‘nazionale’ e non più ‘linguistica’ ai fini della tutela, la senatrice osserva che la legge non considera le minoranze nazionali. La Costituzione parla di minoranze linguistiche da tutelare con apposite norme, mentre la legge 482 del 1999 definisce e tutela le minoranze storiche, ovvero le comunità autoctone presenti in Italia che sono la francofona nella Val d’Aosta, la germanofona in Trentino-Alto Adige e quella slovena in Friuli-Venezia Giulia.
“Non posso commentare dichiarazioni fatte da altri e ognuno è responsabile delle proprie parole,” è stata la risposta che la sindaca di Cividale Daniela Bernardi ha dato ad una nostra collega del quotidiano sloveno Primorski dnevnik. La prima cittadina ha ricordato la proficua collaborazione con il circolo di cultura sloveno Ivan Trinko e in particolare con la presidente Iole Namor. Per quanto riguarda l’inclusione di Cividale nell’area di attuazione della legge di tutela, che il suo vicesindaco contesta, ha evidenziato che non c’è alcun problema: “Il punto di partenza è che siamo tutti italiani, ma ognuno con le proprie radici, con la propria cultura, il dialetto”. Per la prima cittadina ci sono persone interessate a coltivare le proprie radici e altre che a questo non sono interessate, e questo è possibile in un’Italia libera e democratica.
(r.p.)
28 gen 2022
Terminato il restauro dell'Arco Bollani il Piazza Libertà a Udine
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L'Arco Bollani è un arco celebrativo situato a lato di piazza Libertà a Udine, costruito nel 1556 e attribuito all'architetto Andrea Palladio.
Situato ai piedi della salita che porta al Castello, l'arco, a singolo fornice, fu fatto erigere dal luogotenente veneto (poi vescovo) Domenico Bollani (1514-1579). L'intento è insieme autocelebrativo e di caratterizzazione veneziana della piazza Contarena (oggi piazza della Libertà), in funzione del Castello di Udine, centro di potere della Serenissima.
I lavori, cominciati nell'aprile del 1556, si conclusero quattro mesi dopo, quando fu issato il leone marciano con le ali di rame. Il nome di Palladio risulta da fonti coeve, così come è documentato un suo intervento sette anni più tardi per l'ampliamento della strada di risalita al Castello e la valorizzazione della visibilità dell'arco.
da wikipedia
In arrivo legge per i castagni
È positivo l’esito delle audizioni sulla proposta di legge «Norme per favorire interventi di ripristino, recupero, manutenzione e salvaguardia dei castagneti», presentata dai consiglieri regionali Mara Piccin e Giuseppe Nicoli e nata dal confronto con l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, forestali, ittiche e montagna, Stefano Zannier, nonché con la direzione centrale competente. Zannier ha preso parte lo scorso 17 gennaio alla prima seduta della II Commissione consiliare durante la quale si è tenuta l’audizione dei portatori di interesse rispetto al testo di legge proposto. Tra essi la Comunità di montagna Natisone e Torre e la Kmečka zveza. «Quanti sono intervenuti hanno dato un riscontro positivo al testo proposto – ha riferito Zannier a margine della seduta – offrendo alcuni spunti utili e confermando non solo la necessità di una legiferazione in materia ma soprattutto la condivisione degli obiettivi normativi. I castagneti sono infatti una risorsa importante sia ai fini della coltivazione castanicola sia per il materiale ligneo che se ne ricava». Zannier ha inoltre spiegato che il testo sarà sottoposto ad alcune modifiche, in parte già illustrate nel corso della seduta della Commissione. Il castagno è presente sia nella zona collinare orientale che occidentale del territorio regionale e la sua coltura è considerata di particolare rilevanza nelle Valli del Natisone. In regione ne sono state identificate 16 varietà locali, di cui 9 segalate al ministero per l’iscrizione nel registro della biodiversità. La proposta di legge prevede l’incentivazione dei boschi di castagno da frutta, con l’aumento delle superfici coltivate anche con il ricorso a nuove tecniche di coltivazione, l’attribuzione di contributi e il supporto di attività di ricerca e formazione.(ARC/SSA/ma)
continua in sloveno https://www.dom.it/pripravljajo-zakon-za-kostanje_in-arrivo-legge-per-i-castagni/
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