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Questo blog parla delle minoranze linguistiche del Friuli:SLOVENA,FRIULANA eTEDESCA,articoli dei giornali della minoranza slovena,degli usi,costumi,eventi e tanto altro.Buona lettura.OLga

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4 giu 2021

Vaccini anticovid: in regione quasi il 45% ha ricevuto almeno una dose, in Slovenia oltre il 50%

 Nel Friuli Venezia Giulia – così come in tutta Italia – da oggi 3 giugno le agende vaccinali sono aperte anche alle persone della fascia tra i 16 ed i 39 anni d’età (e a breve dovrebbe arrivare il via libera anche per gli adolescenti tra i 12 ed i 15 anni). Per il presidente della Regione Fedriga ed il suo vice e assessore alla salute Riccardi questo sarà un momento fondamentale della campagna vaccinale “perché con l’apertura delle agende anche alle persone tra i 16 anni compiuti e i 39 ci aspettiamo che la campagna vaccinale in Friuli Venezia Giulia subisca una forte accelerazione. Dato che 50mila under40 hanno già ricevuto il vaccino perché inseriti nelle categorie prioritarie, in quella fascia d’età rimangono circa 220mila i soggetti che possono vaccinarsi, ai quali saranno riservati i vaccini Pfizer e Moderna”. Fedriga e Riccardi sperano in un’adesione di massa: “Anche se i giovani sono, nella maggior parte dei casi, meno a rischio dei soggetti più anziani garantire la loro immunizzazione significa fare un importante passo avanti verso l’agognato ritorno alla normalità”. Entro le ore 18 di oggi si sono prenotate 44.647 (quasi 30 mila entro le 12) persone appartenenti alla fascia d’età 16-39.

Fino ad oggi, in base ai dati del Ministero della Salute elaborati da GIMBE, nella nostra regione il 20,9% della popolazione ha già completato il ciclo vaccinale ed un ulteriore 22,8% è in attesa di richiamo (i risultati del FVG sono superiori alla media italiana). Un po’ peggiori sono invece i dati riferiti alle fasce d’età più critiche: la nostra regione ha l’84,8% degli over 80 che ha già completato il ciclo vaccinale, mentre il 5,6% ha ricevuto la prima dose. All’appello manca quasi un decimo dei più anziani, il che pone il FVG in tredicesima posizione tra le regioni italiane. Più bassa ancora la percentuale di immunizzati nella fascia 70-79 anni: il 22,1% ha ricevuto le dosi necessarie, metre il 54,8% è in attesa di richiamo. Nella fascia 60-69 (fonte: Ministero della Salute) il 22,95% ha completato il ciclo, mentre circa un ulteriore 35% è in attesa di richiamo.
In Italia – in base ai dati aggiornati stamattina – sono state somministrate finora circa 35.820 mila dosi, mentre le persone che hanno completato il ciclo vaccinale sono circa 12.400.000 (il 22,85% della popolazione over 12).
In Slovenia, dove le agende vaccinali sono aperte a tutti i maggiorenni già da qualche settimana, il 20,6% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale, mentre il 32,5% è in attesa del richiamo. Nella vicina Alta Valle dell’Isonzo la campagna procede speditamente. Kobarid ha il 23,6% dei residenti che ha completato il ciclo ed il 36,8% che ha ricevuto la prima dose. A Tolmino è immunizzato il 22,9% della popolazione ed il 35,7% attende il richiamo, a Bovec queste percentuali sono rispettivamente del 19,9% e 30,8%, a Kanal invece 19,7% e 33%.

Cinque decenni della Società Culturale Rečan Aldo Klodič

 


Mercoledì 2 giugno, su RAI 3 BIS,  è andato in onda il reportage CINQUE DECADE DELLA SOCIETÀ CULTURALE REČAN ALDO KLODIČ , realizzato in occasione del 50° anniversario della Società Culturale Aldo Klodič . In esso, i membri dell'associazione hanno parlato degli inizi dell'associazione, il coro, che arricchisce sempre i loro eventi e manifestazioni, e naturalmente molte altre attività organizzate durante il lungo e continuo funzionamento dell'associazione, che opera nella valle di Rečan e  in Benecia. 

tradotto dal Novi Matajur

3 giu 2021

Ritorno in Italia senza tampone


 Il ministro della Salute, Speranza, ha firmato un’ordinanza che, a partire dal 3 giugno, revoca l’obbligo di esibire un certificato Covid negativo rientrando dalla Slovenia e dall’Austria per i cittadini che risiedono entro un raggio di 60 chilometri dal confine ed espatriano per non più di 24 ore. Dal loro canto, i cittadini sloveni e austriaci, residenti nella fascia confinaria, possono entrare in Italia (limitatamente a 60 km) senza dover mostrare un tampone fatto nelle 48 ore precedenti. Già dallo scorso 22 maggio la Slovenia ha inserito il Friuli Venezia Giulia in fascia bianca, per cui i residenti in regione non hanno alcuna limitazione all’ingresso e alla circolazione nella vicina Repubblica.

https://www.dom.it/cez-mejo-brez-obveznega-brisa_oltre-confine-senza-tampone/

Parco Nazionale Triglav ai confini tra Italia e Austria

 

Foto di Melanie Erhard da Pixabay

Il parco

Il primo nucleo del Parco fu istituito nel 1924, quando l’Associazione musei della Slovenia e la Società alpinistica affittarono per vent’anni 1400 ettari della valle dei Sette Laghi. In piena seconda guerra mondiale, scaduto il contratto, nessuno pensò di rinnovarlo. Nel 1961 l’area fu tutelata da un Parco Nazionale che solo nel 1981 raggiunse l’attuale dimensione. L’area del Parco tutela il massiccio del Triglav, che con i suoi 2864 m è la montagna più alta delle Alpi Giulie e diverse valli per lo più orientate in direzione nord est e sud ovest. I fenomeni carsici sono estremamente diffusi, favoriti dalla natura calcarea delle rocce, facilmente aggredibili dall’erosione dell’acqua. I paesaggi dell’area protetta risentono quindi di questi fenomeni assumendo in quota aspetti lunari e ospitando nelle valli laghi (i più belli dei quali sono nella valle dei Sette Laghi), cascate, torrenti e scenografiche forre come quella di Vingtar, nei pressi di Bled o di Mlinarica in val Trenta. La creazione dell’area protetta non è stata tuttavia sufficiente ad arginare, in un recente passato, diversi impatti ambientali negativi quali la regimazione del torrente in val Trenta o l’inquinamento del fiume Koritnica con metalli pesanti.

La visita

Sono due i centri visita del Parco: a Bled, presso la sede del Parco, si possono avere informazioni sull’area e visitare la mostra sull’ambiente, la flora e la fauna dell’area protetta.
A Trenta invece, che a differenza di Bled, si trova all’interno del Parco, c’è l’ufficio informazioni e un museo sulla fauna e la flora dell’area e le guide alpine della zona.
Diverse le escursioni possibili nel Parco, grazie alla buona rete di sentieri che ospita diversi rifugi. Dal momento che sono possibili repentini cambiamenti delle condizioni meteorologiche, è consigliabile informarsi sulla situazione del tempo prima dell’escursione e vestirsi adeguatamente con scarponi e giacche a vento. Le cartine dei sentieri sono reperibili facilmente nei paesi dell’area. Anche la zona del lago di Bohinj offre facili e poco impegnative passeggiate. Tra le mete predilette dai visitatori, oltre alla salita al Triglav, una facile escursione alle cascate Savica, di 60 m di altezza, da cui si può proseguire per arrivare ai laghi di Triglav. 
Nel lago di Bohinj è possibile nuotare, andare in canoa (facilmente reperibile in loco) e pescare (bisogna però dotarsi della locale licenza, abbastanza cara).
Agenzie locali organizzano discese in rafting o in canoa sul fiume Sava Bohinjka o, nelle gole della Mostnica, discese in parapendio.

La natura

La vicinanza del mare garantisce situazioni climatiche particolari e la crescita di specie termofile accanto a quelle alpine. Più della metà del territorio del Parco è coperta da boschi: faggi nelle quote più basse, pino nero e larice nelle zone meno umide, nei versanti più caldi carpinelli, ornielli e sorbi montani. Nelle quote più alte boscaglie di pini mughi con qualche larice. Tra le specie alpine la stella alpina, il giglio rosso e la scarpetta di Venere, mentre tra gli endemismi sono da annoverare la rosa e la genziana del Triglav, l’iris di Bohinj e il bianco papavero delle Alpi Giulie.
Orsi e linci sono gli ospiti più illustri del Triglav, anche se vederli è praticamente impossibile. Tra gli ungulati stambecchi, reintrodotti dal 1964, camosci e caprioli (circa un migliaio di esemplari), qualche decina di cervi. Purtroppo nel Parco sono stati reintrodotti a scopi venatori i mufloni, mai vissuti nell’area, che possono causare problemi di competizione alimentare con gli erbivori presenti. Marmotte, ermellini, ghiri, tassi e donnole sono gli altri mammiferi più diffusi. Tra gli uccelli nidificanti l’aquila reale, la pernice bianca, il fagiano di monte, la coturnice e il picchio tridattilo. Tipici di queste zone alpine la vipera del corno e la lucertola di Horvath; diversi i coleotteri e le farfalle come l’apollon.

Da non perdere

  • Bled: castello dell’XI secolo con museo sulla storia del lago e ricca collezione di armature e cappella del XVI secolo, mostra naturalistica presso gli uffici del Parco nazionale.
  • Kranjska Gora: casa Liznjek, abitazione del XVIII secolo che ospita una collezione d’oggetti e arredamenti tipici di quest’area; chiesa dell’Assunzione del XVI secolo.
  • Ribcev Laz: chiesa di San Giovanni Battista del 1440 circa con affreschi del XV e XVI secolo; chiesa di Santo Spirito del XVIII secolo.
  • Stara Fucina: il Museo della cultura alpina ospita un’interessante collezione sulla produzione di latticini nella zona.
  • Bohinjska Districa: il Museo Tomaz Godec presenta la storia della lavorazione del ferro e della concia del cuoio nella valle, raccontando la storia del partigiano Godec, proprietario della conceria in cui è ospitato questo singolare museo.
  • Lungo la strada da Kranjska Gora a Bovec, aperta da maggio a ottobre, si possono vedere: la Cappella Russa, costruita sul luogo dove 400 prigionieri di guerra russi furono sepolti da una valanga e il monumento a Julius Kugy, scalatore locale.
  • Trenta: l’Alpinum Juliana, giardino botanico costruito nel 1926, raccoglie tutte le specie delle Alpi della Slovenia; Museo di Trenta sull’alpinismo in Slovenia e la flora e fauna locale.
  • Soca: chiesa di San Giuseppe del XVIII secolo.
  • https://piuturismo.it/parchi/nazionali/parco-nazionale-del-triglav-ai-confini-con-italia-e-austria/

Guida sul Kosovo




 🇽🇰 “Kosovo, itinerari turistici alla scoperta del Paese“, la prima guida monografica in italiano dedicata al Kosovo!

📚 Parla di questo giovane stato balcanico -dalla storia antichissima- della sua capitale e delle destinazioni imperdibili durante un viaggio nel Paese: è la prima guida turistica in italiano dedicata esclusivamente al Kosovo. È stata pubblicata da Odòs, libreria editrice di Udine che nella sua collana VersoEst ha realizzato numerose guide dedicate ai Balcani e, in generale, all’Europa dell’Est.
🌿 Remoto, sconosciuto, fuori rotta. Bisogna essere curiosi per mettersi in viaggio con destinazione Kosovo. Lo stato più giovane d’Europa, che nel 2008 ha dichiarato unilateralmente l’indipendenza dalla Serbia (ed è oggi riconosciuto da un centinaio di nazioni, tra cui l’Italia), è la nuova frontiera del turismo d’avventura. Pristina, la giovane capitale, con i suoi 200.000 abitanti, è il centro culturale, economico e artistico più importante del Paese. Una città vibrante che durante tutto l’anno coinvolge i suoi abitanti e i suoi visitatori con numerosi festival musicali ed eventi culturali. Tutto il Kosovo, però, merita una visita: dai gioielli architettonici di Prizren all’immenso bazar di Gjakova, passando attraverso gli scenari mozzafiato della Valle di Rugova e i magnifici monasteri medievali, il Paese è una sorpresa continua. Del Kosovo si ricordano soprattutto le tristi vicende della guerra degli anni Novanta. I segni del drammatico passato sono ancora oggi visibili: lungo le strade, infatti, spuntano memoriali in ricordo delle vittime della pulizia etnica perpetrata dalle truppe di Milošević e le forze NATO sono ancora presenti a presidio dei monasteri ortodossi sparsi nel territorio. Del Kosovo turistico, invece, si sa poco, anzi, quasi nulla. Questa guida offre alcuni itinerari alla scoperta del Paese: grandi spazi, nonostante le dimensioni contenute, tesori culturali e una bellezza non gridata che si scopre a poco a poco. Il Kosovo è una terra di grande fascino, ancora selvaggia, che vale la pena visitare prima che tutti quanti se ne accorgano.
(Dalla nota introduttiva di Kosovo, itinerari turistici alla scoperta del Paese, Francesca Masotti, Odòs, 2021).

2 giu 2021

AFORISMA

 


“La vita non è una corsa ma un tiro al bersaglio: non è il risparmio del tempo che conta, bensì la capacità di trovare un centro.” Susanna Tamaro

2 giugno,festa della repubblica

 


La Festa della Repubblica Italiana, che cade il 2 giugno, è un’occasione in cui si ricorda il referendum del 1946 che sancì il passaggio dal sistema politico monarchico a quello repubblicano. Era il 2 giugno, appunto, e l’Italia era appena uscita dalla Seconda Guerra Mondiale e sceglieva di scrivere una nuova pagine della sua breve storia, preferendo la repubblica alla monarchia.

In Friuli Venezia Giulia si muore ancora di lavoro: i dati dei primi quattro mesi

 In Friuli Venezia Giulia si continua a morire di lavoro. La tragica notizia del decesso di un giovane di 38 anni avvenuto nel comune di San Vito al Tagliamento fa riaccendere i riflettori su un fenomeno che nella nostra regione, soprattutto nel comparto industriale, non sembra rallentare. A dirlo sono i dati che la Cigl, con particolare riferimento al periodo che va da gennaio ad aprile di quest'anno, ha diffuso nel pomeriggio di oggi 1 giugno. Nel dettaglio, la morte del 38enne è solamente l'ultima in ordine di tempo e porta a sette il numero dei decessi registrati nei primi quattro mesi del 2021.

Numeri che tristemente sono maggiori rispetto a quelli rilevati nella finestra gennaio-aprile del 2020, quando i decessi registrati erano stati cinque. Un problema che riguarda soprattutto quel mondo dell'industria dove lavoravano quattro delle sei persone decedute (le altre due erano impiegate nel settore agricolo) e di cui si hanno i dati, visto che nel report mancano i numeri di maggio e non è conteggiata la tragedia avvenuta oggi. Un'ulteriore criticità è rappresentata dal numero di denunce relative agli infortuni che nel quadrimestre 2021 superano i 5100 casi, mentre nel 2020 si erano fermate a poco più di 4400. 

https://www.triesteprima.it/cronaca/morti-sul-lavoro-friuli-venezia-giulia-2021.html

1 giu 2021

proverbo friulano


 Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei campi

“Quant il rai al tiès la tele, la masàrie ‘e po’ meti a suâ” ovvero, quando il ragno tesse la tela, la ragnatela, 

la massaia può mettere i panni ad asciugare, vuol dire che resterà bel tempo.

GIUSEPPE UNGARETTI


 Oggi ricorre l'anniversario della morte del poeta Giuseppe Ungaretti (8 febbraio 1888

1 giugno 1970)
Lo ricordiamo con le sue celebri poesie "San Martino del Carso"
(Valloncello dell’ Albero Isolato il 27 agosto 1916) e "I fiumi"
Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto
Ma nel cuore
nessuna croce manca
È il mio cuore
il paese più straziato
***
[...]
Stamani mi sono disteso
In un’urna d’acqua
E come una reliquia
Ho riposato
L’Isonzo scorrendo
Mi levigava
Come un suo sasso
Ho tirato su
Le mie quattro ossa
E me ne sono andato
Come un acrobata
Sull’acqua
Mi sono accoccolato
Vicino ai miei panni
Sudici di guerra
E come un beduino
Mi sono chinato a ricevere
Il sole
Questo è l’Isonzo
E qui meglio
Mi sono riconosciuto
Una docile fibra
Dell’universo
[...]
La chiesa di San Martino con il suo bel campanile.

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