Il vicario parrocchiale di Camporosso, il sacerdote romeno don Gabriel Cimpoesu, domenica ha fatto trovare ai fedeli in chiesa un foglietto dal titolo «Le 10 regole d’oro di chi canta o suona a Messa». Le affermazioni «è importante capire quello che si canta ed essere capiti da tutti» e «tocca il cuore , avvicina i lontani, cantare nella lingua capita da tutti» hanno creato sconcerto, dato che il locale coro parrocchiale canta prevalentemente in sloveno. Lo stesso sacerdote nelle scorse settimane ha già fatto togliere il canto e il Padre Nostro in sloveno da alcune celebrazioni, mentre in precedenza aveva abolito lo sloveno dal Rosario e dalla Via Crucis. Il parroco di Tarvisio, don Alan Iacoponi, ha dichiarato di non essere al corrente dell’ultima iniziativa del suo collaboratore.https://www.dom.it/
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17 mag 2021
Non vuole il canto in sloveno
Il vicario parrocchiale di Camporosso, il sacerdote romeno don Gabriel Cimpoesu, domenica ha fatto trovare ai fedeli in chiesa un foglietto dal titolo «Le 10 regole d’oro di chi canta o suona a Messa». Le affermazioni «è importante capire quello che si canta ed essere capiti da tutti» e «tocca il cuore , avvicina i lontani, cantare nella lingua capita da tutti» hanno creato sconcerto, dato che il locale coro parrocchiale canta prevalentemente in sloveno. Lo stesso sacerdote nelle scorse settimane ha già fatto togliere il canto e il Padre Nostro in sloveno da alcune celebrazioni, mentre in precedenza aveva abolito lo sloveno dal Rosario e dalla Via Crucis. Il parroco di Tarvisio, don Alan Iacoponi, ha dichiarato di non essere al corrente dell’ultima iniziativa del suo collaboratore.https://www.dom.it/
Ciclovia Alpe Adria Fvg1 Pontebba – Valbruna
Un bel tratto della Ciclovia Alpe Adria che congiunge Pontebba a Valbruna, tra gallerie, ponti e la cornice delle nostre montagne.
Avvicinamento:
Dal centro del paese di Pontebba, oltrepassato il ponte sul torrente Pontebbana dove si trova il cippo dell’ ex confine, si prosegue verso Nord per un centinaio di metri fino a trovare sulla sinistra le indicazioni per la pista ciclabile.
Itinerario:
La tratta Fvg1 della Ciclovia Alpe Adria da noi percorsa è quella che unisce Pontebba a Valbruna. I km totali, andata e ritorno, sono 34. L’ andata è sempre in costante ma leggera salita. Il fondo della ciclabile è asfaltato, tranne il breve tratto finale che attraversa la piana di Valbruna che è sterrato, ma con un buon fondo facilmente pedalabile. Si consiglia l’utilizzo di bici con il cambio.
Il primo tratto che congiunge Pontebba a San Leopoldo è una strada a basso traffico che si percorre in tranquillità (dapprima Via Verdi e poi Via Deposito) pur essendo in salita. Da San Leopoldo in poi inizia la ciclabile a doppia corsia su sede propria.
Si corre lungo la riva destra del fiume Fella godendo degli scorci panoramici sulle montagne circostanti. Si passa la vecchia stazione di Bagni di Lusnizza – Santa Caterina e ci si sposta sulla riva sinistra del Fella. Dopo un breve tratto a viabilità promisqua, si attraversa una prima galleria illuminata (è sempre consigliabile, comunque, assicurarsi di avere le luci funzionanti sulle bici per una maggiore sicurezza) e successivamente un’ altra all’altezza della vecchia stazione di Malborghetto: in quest’ ultima è possibile incrociare qualche macchina o trattore, quindi prestare attenzione.
Appena usciti dalla galleria, se si svolta a sinistra abbandonando la pista ciclabile, è possibile raggiungere brevemente un bellissimo parco giochi con area attrezzata per pic nic.
Proseguendo invece dritti sulla ciclabile, dopo un paio di km da Malborghetto si raggiunge Ugovizza sul un bel tratto aperto e pianeggiante. La vecchia stazione di Ugovizza è stata riconvertita in punto di ristoro (Bar Alla vecchia stazione) con un ampio spazio esterno dotato di giochi per i bambini.
Continuando a pedalare verso Nord si arriva in pochi minuti ad un incrocio e svoltando a destra si seguono le indicazioni per Valbruna. Si percorre un breve tratto su strada a basso traffico fino ad individuare sulla sinistra dei cartelli che indicano l’inizio della strada sterrata (trekking della piana). Si attraversa un bosco dove sono presenti alcune aree di sosta attrezzate per pic nic e, sempre seguendo le indicazioni, si arriva al paese di Valbruna.
Si rientra a Pontebba ripercorrendo lo stesso percorso dell’andata ma in discesa e la pedalata risulterà decisamente meno faticosa e più veloce.CONTINUA https://camminabimbi.com/2021/05/15/ciclovia-alpe-adria-fvg1-pontebba-valbruna/comment-page-1/?unapproved=145&moderation-hash=0d755b5265d751551141a3c3f5114320#comment-145
CONTINU
DUOMO DI UDINE
Storia
Per volere del patriarca Bertoldo di Andechs-Merania, nel 1236 si iniziò ad edificare l'attuale cattedrale, allora dedicata a san Odorico e modellata secondo esempi francescani. Nel 1257 l'edificio era già adibito al culto; nel corso degli anni furono apportate varie modifiche, finché nel 1335 fu consacrata con il titolo di Santa Maria Maggiore.
Il disastroso terremoto del 1348 provocò gravi danni al duomo, ma non ne bloccò l'attività religiosa, tanto che passarono diversi anni prima di iniziare la ricostruzione. Da documenti noti risulta che solo nel 1368 fu chiamato il maestro veneziano Pierpaolo dalle Masegne per il restauro dell'edificio. Questi rinsaldò i muri, rifece il tetto ed apportò modifiche alla facciata, tra le quali la sostituzione del primo grandioso rosone con quello tuttora visibile, inscritto in un quadrato e di minori dimensioni. Anche i due rosoni minori, corrispondenti alle navate laterali, vennero modificati, inscrivendoli in quadrati ed inserendo una decorazione a finto loggiato che li collega.
Nel Settecento, venne quasi completamente trasformata ad opera dell'architetto Domenico Rossi. Nel 1735 terminati i lavori, il patriarca Daniele Delfino riconsacrò la cattedrale col nuovo nome di Santa Maria Annunziata[1]. All'inizio del Novecento un restauro ha tentato di ridare alla facciata una veste trecentesca.
Edifici correlati
Annesso al duomo vi è il campanile, costruzione piuttosto tozza poggiante sul preesistente battistero, iniziato nel marzo del 1441 su un progetto di Cristoforo da Milano, mentre i lavori furono supervisionati da Bartolomeo delle Cisterne; nelle intenzioni iniziali avrebbe dovuto raggiungere in altezza il campanile del castello che, in quanto posto su una collina, raggiunge un'altezza molto più elevata; alla sua sommità avrebbe dovuto essere collocata una Madonna che, dialogando con l'angelo posto proprio sulla sommità del campanile del castello, avrebbe richiamato il tema cristiano dell'Annunciazione, ma sia per l'arditezza del progetto che soprattutto per la carenza di materiali da costruzione il progetto fu bloccato ed il campanile assunse l'attuale forma tozza. Il campanile ospita alla sua base il Museo del duomo, dedicato in gran parte alla figura del Beato Bertrando di San Genesio.
Portale della Redenzione
Il portale maggiore, detto della Redenzione, è opera di uno sconosciuto maestro tedesco, e la sua esecuzione risale al secolo XIV. Decorato con figure in altorilievo raffiguranti la Redenzione, è sormontato da un arco a sesto acuto, e coronato da un protiro pensile del 1926. Il tutto è sormontato da una ghimberga acutissima nella quale si trova l'aquila patriarcale.
Portale dell'Incoronazione
Il portale dell'Incoronazione è la realizzazione di uno scultore tedesco e fu eseguita tra il 1395 ed il 1396. Sfortunatamente le sue decorazioni sono molto deteriorate a causa dell'utilizzo di un tipo di pietra molto sensibile all'azione delle intemperie e dello smog. Procedendo dal basso verso l'alto si possono ammirare san Zenone, santa Barbara, lo stemma di Francesco da Nimis, san Pietro apostolo, lo stemma di Udine, l'Annunziata, lo Spirito Santo, sant'Antonio abate e la Maddalena. A sinistra compare pure lo stemma della Confraternita dei Battuti ed al vertice dell'arco l'Ecce homo.
Sull'architrave che sostiene il timpano dell'arco sono raffigurate alcune storie dell'infanzia di Gesù: la nascita, l'adorazione dei Magi, Erode ordina la strage degli innocenti; nel timpano vi è l'Incoronazione della Vergine, scena predominante dell'intero portale e che ne ha dato il nome.
Statue dell'Annunciata e dell'Arcangelo Gabriele
All'esterno del Battistero, lungo il lato posteriore su via Vittorio Veneto, separate da uno dei finestroni, ci sono le due statue della Vergine Annunciata e dell'Arcangelo Gabriele, opere di un'artista sconosciuto della seconda metà del Trecento.
CONTINUA
Contro le ruspe a 2000 metri, le associazioni ambientaliste diffidano la Regione
Legambiente FVG, il CAI FVG, SAF FVG e ITALIA NOSTRA hanno trasmesso alla Regione e per conoscenza alla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia una diffida, affinché la direzione centrale risorse agroalimentari, forestali e ittiche, in sede di autotutela, proceda al riesame e alla revoca di quanto deciso in sede di conferenza di servizi, relativamente al tratto tra Casera Plotta e il rifugio Marinelli, nel gruppo del Monte Coglians, in quanto l’intero iter amministrativo è viziato da un reiterato “errore sostanziale” e considera l’attuale viabilità una carrareccia o strada nel mentre è solamente una mulattiera come si può evincere da estratti di guide e cartografie storiche allegate.
Attraverso un atto formale le associazioni firmatarie, intendono ribadire la convinta opposizione alla progettata conversione della storica mulattiera in un'inedita pista carrabile, respingendo in questo modo la tesi che si tratti di un puro recupero di una preesistente strada. Non ci sono ragioni tecniche o statistiche che giustificano la strada per motivi di sicurezza. visto che il rifugio è raggiungibile da Collina e che per quasi 6 mesi la zona non è transitabile causa neve. È un inutile sfregio di un ambiente di alta montagna, fragile e vulnerabile, un ambiente tutelato dall’Europa e da Comune di Paluzza. Spreco di denaro pubblico per un opera inutile e dannosa per l'ambiente, la sua biodiversità e la stabilità del versante.
16 mag 2021
‘Cambiare’: a Illegio cinquecento anni di trasformazioni nell’arte
Non tutto cambia nella vita, ma nella vita accadono cose che cambiano tutto: lo stesso vivere è essere pronti a cambiare, perché solo l’inanimato e l’inerte restano sempre identici a se stessi. E’ proprio Cambiare, una delle capacità umane più importanti, il tema della 17a Mostra d’arte di Illegio, aperta al pubblico dal 16 maggio al 17 ottobre nel borgo, garantito Covid-free: un’avvincente meditazione su quest’esperienza fondamentale dell’esistenza. In mostra il movimento che riguarda il cosmo, le specie e le coscienze, mettendoci in ascolto di grandi artisti che hanno imparato cosa significhi cambiare nella carne viva delle loro storie personali, piene di conquiste e ferite, e facendoci riscoprire le storie narrate dalle più belle pagine della nostra civiltà: la mitologia classica, la Sacra Scrittura, la letteratura e il teatro, la storia delle rivoluzioni e trasformazioni dell’Occidente.L’esposizione coinvolgerà la mente e il cuore con 30 capolavori internazionali, che mettono in scena mezzo millennio di bellezza, dal ‘500 al ‘900. Un racconto appassionante per l’alta qualità delle opere, di autori da scoprire o a firma degli astri più fulgidi nel cielo dell’arte. Tra i più importanti, Tintoretto, Antoon Van Dyck, Claude Monet, Lucio Fontana e Giacomo Balla, per la maggior parte con opere mai viste prima in Italia. Quattro le sezioni: la prima dedicata all’impulso di cambiare il mondo o reagire ai cambiamenti. La seconda incentrata sui più affascinanti racconti di metamorfosi, dalla mitologia alle favole. La terza ricorda storie di cambiamento interiore, morale e spirituale, di ascesa e caduta, smarrimento e ritorno. Nella quarta si apre il panorama del cambiamento dell’arte e del suo sguardo rivolto alla scena di questo mondo, dai maestri antichi fino ai nuovi linguaggi dal Novecento in poi, per indicare non solo che l’arte cambia, ma perché essa cambia!
https://www.ilfriuli.it/articolo/cultura/%E2%80%98cambiare%E2%80%99-a-illegio-cinquecento-anni-di-trasformazioni-nell%E2%80%99arte/6/241192
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Fino all’indipendenza, raggiunta nel 1991, questo giorno veniva definito “Giorno del Fronte di Liberazione” ( Dan osvobodilne fronte-OF )....