Meglio l'uovo oggi che la gallina domani.
nelle valli del natisone
Buaiš ice donas.ku jutre ciela kakuoša
Blog che parla del Friuli: in particolare delle minoranze linguistiche slovena,friulana e tedesca e non solo. ❤️ Sono figlia di madre slovena (Ljubljana) e di padre appartenente alla minoranza slovena della provincia di Udine (Benecia).Conosco abbastanza bene la lingua slovena.Sono orgogliosa delle mie origini.OLga❤️
nelle valli del natisone
Buaiš ice donas.ku jutre ciela kakuoša
© Kobilja glava |
La preparazione viene fatta il sabato di Pasqua, al pomeriggio.
Nell’area slava, tra cui tutta l’area slovena, anche in Benecija – Slavia italiana, veneta o friulana – la tradizione della decorazione delle pierhe – dette anche pisane jajca / uova colorate – è ancora in uso in alcuni paesi, specie nel comune di Drenchia/Dreka.
Altrove qualcuno ricorda le pierhaste jajca/uova decorate, ma quasi tutti gli anziani conoscono le pisane jajca/uova colorate, e dicono: “bomo pisal jajca” / coloriamo le uova.
Più o meno mezzo secolo fa, ovunque si regalavano pierhe per Pasqua, in prevalenza ai bambini, ma qualcuno ricorda che esisteva anche lo scambio tra innamorati.
Oppure: “Se mi vieni ad aiutare a piantare le patate ti regalerò una pierha“, è la frase che ricordano tutti. Infatti c’è un collegamento con la semina delle patate.
Occorre tener presente che una volta un uovo era la paga di un bambino per il lavoro di un giorno.
Non meravigli che fossero così desiderate: erano belle e buone.
Le uova vengono bollite, colorate, quindi graffiate: sono dei grafiti e la figura risalta in negativo. La tecnica è ancora largamente conosciuta, mentre il nome si conserva solo in aree limitate.
In alcune aree della Slovenia si decorano anche uova svuotate ma in Benecija non ne abbiamo trovate di simili.
Una particolarità delle uova della Benecija, come sostenuto dalla prof. Nena Židov, responsabile della collezione dei pierhi del Museo etnografico di Lubiana, è il fatto che (almeno fino al 20° secolo) si sia conservata, oltre alla raffigurazione dei motivi floreali, quella di motivi animali. Deduzione derivata dalle uova pasquali di Tercimonte inviate al museo stesso, nel 1906, da mons. Ivan Trinko.
Quando nel circolo Kobilja glava si è iniziato a pensare di rinnovare la tradizione delle pierhe è stata fatta una rapida indagine tra gli anziani per verificare cosa ricordassero. A fondovalle i ricordi erano piuttosto sfumati, mentre nei paesi in quota abbastanza precisi.
Fino alla prima guerra mondiale venivano usati quasi esclusivamente colori naturali ottenuti da sostanze vegetali come le bucce di cipolla; ...continua
gragiula o raganella
Una volta,durante la settimana Santa,quando le campane non suonavano,i bambini andavano per il paese e suonavano con”la gragiula” o “raganella”dal quindicinale dom.http://www.dom.it/velikonone-navadeemle-tradizioni-di-pasquaem/La Pasqua è la festa cristiana più antica e più sentita, in cui si commemorano la passione, la morte e la resurrezione di Gesù. Non si tratta, però, solo di una commemorazione: nella liturgia della Settimana Santa partecipiamo ai misteri della fede. Cristo è risorto di notte, o meglio, all’alba del primo giorno della settimana, che venne per questo chiamato «giorno del Signore. Quella notte è stata fondamentale per tutto il genere umano: in quella notte è iniziata una nuova era della storia dell’uomo.È interessante notare che gli sloveni chiamano la Pasqua «Velika noč», ovvero «grande notte». Quest’espressione deriva dalla liturgia aquileiese. La cerimonia antica, infatti, prevedeva una lunga vigilia notturna che terminava al mattino con una processione al sepolcro di Gesù. Questa processione viene effettuata ancora in alcuni luoghi della Slovenia con la statua del Cristo Risorto.Anche nelle Valli del Natisone si sono conservate ancora oggi molte tradizioni. In questa zona, alcuni dei simboli di questa festività sono le uova dipinte e le colombine che si portano a benedire il Sabato Santo.
Stella dista 4,23 chilometri dal medesimo comune di Tarcento di cui essa fa parte.Un tempo qui si parlava sloveno, infatti il nome della località erroneamente tradotto in italiano in Stella era Stelja ( lettiera per animali ,cioè le erbe non commestibili che servivano a tale scopo).Questo ci fa capire che il luogo sia ricco di erbe magre e non adatte alla produzione di fieno.
Stella ha due borghi :Boreanac ( da buria:castagna ,dunque luogo delle castagne) e Malemaserie (da maza :fascina di legna per accendere il fuoco). foto dal sito http://www.viacrucisdistella.it/ |
LA LEGGENDA AQUILEIESE DEL “PESCE D’APRILE ”«Il Patriarca Bertrando, che è il vero mito sintetico del Friuli antico, aveva invitato un anno a pranzo il Papa per il giorno di Pasqua. Ma il Papa nel giorno di Pasqua aveva da recarsi in Francia per battezzar la figlia del Re, e fece dire al Beato Bertrando […]
La leggenda del pesce d’aprile
Altri pensano che questa tradizione abbia avuto origine in Francia: forse perché tanto tempo fa, in alcune città l’anno ufficiale incominciava il primo d’aprile.
Le origini del pesce d’aprile pare che sia collegato all’equinozio di primavera, che cade il 21 marzo.
Prima del Calendario Gregoriano nel 1582, si festeggiava come Capodanno in diversi paesi.
Il Capodanno si celebrava dal 25 marzo al 1º aprile, prima che lo spostassero al 1º gennaio.
In seguito, quando si adottò il nuovo calendario, il capodanno cadde il primo gennaio; ma alcune persone lo dimenticarono e continuarono a festeggiarlo come prima: per questo vennero chiamati «sciocchi» o «pesci d’aprile».
https://www.poesie.reportonline.it/poesie-primo-aprile/origini-e-storia-perche-pesce-d-aprile.html