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13 mar 2021

Flora dei boschi:pulmonaria officinalis


 Pulmonaria officinalis si trova nei boschi umidi e fiorisce in marzo / aprile.Le foglie hanno le caratteristiche macchioline bianche che ricordano i polmoni.Da qui il loro nome.I germogli giovani si mangiano.Per via della composizione chimica, caratterizzata dalla presenza di mucillagini e saponine, questa pianta in letteratura è considerata dotata di effetto emolliente, espettorante e in generale tossifuga.

12 mar 2021

Vse, kar se moremo narest |Tutto quello che possiamo fare Dan Žena/Festa delle donne 2021

TEATRO DELLA BENECIA

Elisabetta Gustini | režija (regia) Marina Cernetig | prevod besedila (traduzione testo) Igrajo (interpreti) Anita Tomasetig, Erika Balus, Federica Bergnach, Graziella Tomasetig, Emanuela Cicigoi, Michele Qualizza Emanuela Cicigoi | asistenka v režiji (assistente alla regia) Davide Tomasetig | glasba (musica originale) Enrico Qualizza | Video realizacija in montaža (riprese video e montaggio) Matteo Dainese | mixing audio Katja Canalaz | spletna promocija (gestione del sito e promozione)tea

Umberto Saba


Umberto Poli nasce a Trieste il giorno 9 marzo 1883. La madre, Felicita Rachele Cohen, è di origini ebraiche e appartiene a una famiglia di commercianti che opera nel ghetto triestino.

Il padre Ugo Edoardo Poli, agente di commercio di nobile famiglia veneziana, si era inizialmente convertito alla religione ebraica per sposare Rachele, ma l'abbandona quando lei in attesa del figlio.

Il futuro poeta cresce quindi in un contesto malinconico per la mancanza della figura paterna. Per tre anni viene allevato da Peppa Sabaz, balia slovena, che dona al piccolo Umberto tutto l'affetto di cui dispone (avendo perso un figlio). Saba avrà modo di scrivere di lei citandola come "madre di gioia". Crescerà in seguito con la madre, assieme a due zie, e sotto la tutela di Giuseppe Luzzato, zio ex garibaldino.

Gli studi in età adolescenziale sono piuttosto irregolari: segue dapprima il ginnasio "Dante Alighieri", poi passa all'Accademia di Commercio e Nautica, che però abbandonerà a metà anno scolastico. In questo periodo si avvicina alla musica, dovuta anche all'amicizia con Ugo Chiesa, violinista, e Angelino Tagliapietra, pianista. I suoi tentativi per imparare a suonare il violino sono però scarsi; è invece la composizione delle prime poesie a dare già i primi buoni risultati. Scrive con il nome di Umberto Chopin Poli: i suoi lavori sono perlopiù sonetti, che risentono di una chiara influenza di PariniFoscoloLeopardi e Petrarca.

Nel 1903 per proseguire gli studi si trasferisce a Pisa. Frequenta i corsi di letteratura italiana tenuti dal professore Vittorio Cian, ma presto abbandona per passare a quelli di archeologia, latino e tedesco.

L'anno seguente a causa di dissensi con l'amico Chiesa cade in una forte depressione che gli fa decidera di tornare a Trieste. E' in questo periodo che frequenta il "Caffè Rossetti", storico luogo di incontro e ritrovo per giovani intellettuali; qui conoscerà il futuro poeta Virgilio Giotti.

Nel 1905 lascia Trieste per recarsi a Firenze dove rimarrà due anni, e dove frequenterà i circoli artistici "vociani" della città, tuttavia senza legarsi a fondo con nessuno di loro.

In una delle sue poche e saltuarie visite che faceva per tornare a casa, conosce Carolina Wölfler, che sarà la Lina delle sue poesie, e che diventerà sua moglie.

Pur abitando geograficamente entro i confini dell'Impero austro-ungarico è cittadino italiano e nell'aprile del 1907 parte per il servizio militare. A Salerno nasceranno i suoi "Versi militari".

Torna a Trieste nel mese di settembre del 1908 e si mette in affari con il futuro cognato per gestire due negozi di articoli elettrici. Il 28 febbraio sposa Lina con rito ebraico. L'anno seguente nasce la figlia Linuccia.

E' il 1911 quando con lo pseudonimo di Umberto Saba pubblica il suo primo libro: "Poesie". Seguiranno "Coi miei occhi (il mio secondo libro di versi)", oggi noto come "Trieste e una donna". Lo pseudonimo pare sia di origine incerta; si pensa che lo scelse o in omaggio alla sua adorata balia, Peppa Sabaz, o forse in omaggio alle sue origini ebraiche (la parola 'saba' significa 'nonno').

Risale a questo periodo l'articolo "Quello che resta da fare ai poeti" nel quale Saba propone una poetica schietta e sincera, senza fronzoli; contrappone il modello degli "Inni Sacri" di Manzoni a quello della produzione di D'Annunzio. Presenta l'articolo per la pubblicazione alla rivista vociana, ma viene rifiutato: sarà pubblicato solamente nel 1959.

Conosce poi un periodo di crisi in seguito al tradimento della moglie. Con la famiglia decide di trasferirsi a Bologna, dove collabora al quotidiano "Il Resto del Carlino", poi a Milano nel 1914, dove viene incaricato di gestire il caffè del Teatro Eden.

Allo scoppio della Prima guerra mondiale viene richiamato alle armi: inizialmente è a Casalmaggiore presso un campo di soldati prigionieri austriaci, poi svolge la mansione di dattilografo presso un ufficio militare; nel 1917 è al Campo di aviazione di Taliedo, dove viene nominato collaudatore del legname per la costruzione degli aerei.

In questo periodo approfondisce la lettura di Nietzsche e si riacutizzano le crisi psicologiche.

Terminata la guerra torna a Trieste. Per qualche mese è direttore di un cinematografo (del quale è proprietario il cognato). Scrive alcuni testi pubblicitari per la "Leoni Films", poi rileva - grazie all'aiuto della zia Regina - la libreria antiquaria Mayländer.

Intanto prende forma la prima versione del "Canzoniere", opera che vedrà la luce nel 1922 e che raccoglierà tutta la sua produzione poetica del periodo.

Inizia poi a frequentare i letterati vicini alla rivista "Solaria", i quali nel 1928 gli dedicheranno un intero numero.

Dopo il 1930 una intensa crisi nervosa gli fa decidere di andare a Trieste in analisi con il dottor Edoardo Weiss, allievo di Freud.

Nel 1938, poco prima dell'inizio del secondo conflitto mondiale, a causa delle leggi razziali Saba viene costretto a cedere formalmente la libreria ed emigrare a Parigi. Torna in Italia alla fine del 1939 rifugiandosi a Roma, dove l'amico Ungaretti cerca di aiutarlo, purtroppo senza risultato; va nuovamente a Trieste deciso ad affrontare con gli altri italiani la tragedia nazionale.

Dopo l'8 settembre 1943 è costretto a fuggire con Lina e Linuccia: si nascondono a Firenze cambiando abitazione numerose volte. Gli sono di conforto l'amicizia di Carlo Levi e Eugenio Montale; quast'ultimo, rischiando la vita, andrà a visitare Saba ogni giorno nelle sue abitazione provvisorie.

Intanto a Lugano esce la sua raccolta "Ultime cose", che verrà poi aggiunta nell'edizione definitiva del "Canzoniere" (Torino, Einaudi) nel 1945.

Nel dopoguerra Saba vive a Roma per un periodo di nove mesi, poi si trasferisce a Milano dove rimane per dieci anni. In questo periodo collabora con il "Corriere della Sera", pubblica "Scorciatoie" - la sua prima raccolta di aforismi - con Mondadori.

Tra i riconoscimenti ricevuti vi sono il primo "Premio Viareggio" per la poesia del dopoguerra, (1946, ex aequo con Silvio Micheli), il "Premio dell'Accademia dei Lincei" nel 1951, e il "Premio Taormina". L'Università di Roma gli conferisce nel 1953 una laurea honoris causa.

Nel 1955 è stanco, ammalato e sconvolto per la malattia della moglie si fa ricoverare in una clinica di Gorizia: qui il 25 novembre 1956 la notizia della morte della sua Lina lo raggiunge. Esattamente nove mesi più tardi, il 25 agosto 1957, anche il poeta muore.

da https://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=1479&biografia=Umberto+Saba

PROVERBIO FRIULANO

di Vita nei campi
“Vinars ce ch’al promèt al mantén” Ovvero ciò che venerdì promette poi lo mantiene, verosimilmente in argomento meteorologico

Kizoa Movie e Video Maker: Vecchie case della Benecia - Stare beneške hiše

La Slavia friulana - Beneška Slovenija o Benečija in sloveno, è la regione collinare e montuosa (Prealpi Giulie) del Friuli orientale che si estende tra Cividale del Friuli e i monti che sovrastano Caporetto . La denominazione è dovuta alla popolazione slovena insediatavisi nell'VIII secolo e di cui vi si può trovare ancora presenza. foto di Luca Piccin Basile

11 mar 2021

Come riconoscere il coronavirus

 


Anche in questo quarantunesimo aggiornamento settimanale il dott. Mario Canciani, allergo-pneumologo, fornisce notizie pratiche sull’infezione da Coronavirus, basate sulle domande che ci vengono poste più spesso. Il report non vuole sostituire il ruolo del curante, né quelle della sanità regionale, le cui indicazioni invitiamo sempre a rispettare. Per chi lo desiderasse, al giovedì il dott. Canciani è presente su UdineseTV, canale 110, alle ore 21.00. Parla anche di asma e di malattie allergiche. Poiché non si possono fare delle domande in diretta, chi avesse dei quesiti, può mandarli a: studio@mariocanciani.com

COME FACCIO A RICONOSCERE SE HO CONTRATTO IL CORONA?
Fermo restando che la diagnosi deve essere sempre fatta dal medico, ormai abbiamo acquisito una discreta esperienza e possiamo dire quali sono i segnali sentinella: febbre superiore a 38,5° da più di 72 ore, cefalea, perdita di gusto e olfatto. Il saturimetro diventa utile perché se indica una saturazione inferiore al 92% c’è buona probabilità che si sia instaurato un danno polmonare. Una volta posto il sospetto, va contattato il proprio medico e non bisogna andare in Pronto Soccorso, per non trasmettere l’infezione ad altre persone.

COME FACCIO A RICONOSCERE SE SI TRATTA DI INFEZIONE DA CORONA, ALLERGIA O BANALE INFEZIONE RESPIRATORIA?
Provo a dare alcune indicazioni, fermo restando che deve essere sempre il medico a formulare la diagnosi corretta. La rinite allergica – o raffreddore da fieno – si caratterizza per starnuti a ripetizione, secrezione nasale acquosa, frequente coinvolgimento degli occhi, assenza di febbre. La banale infezione respiratoria è caratterizzata da secreto nasale biancastro, giallo o verdastro, febbre inferiore ai 38°, gola rossa, rara difficoltà respiratoria. L’infezione da Coronavirus o Covid19 è caratterizzata dai sintomi suddetti più perdita di gusto e olfatto, difficoltà respiratoria precoce.

QUALE SARÀ IL FUTURO DEL CORONAVIRUS?
Sulla base di quanto è successo agli altri Coronavirus – che ora causano lievi mal di gola, gastroenteriti e raffreddore – l’attuale Coronavirus SARS Cov-2 diventerà endemico, cioè conviverà con noi e causerà almeno nei primi anni dei focolai in piccoli territori. I più colpiti – come con gli altri tipi di Coronavirus – saranno i bambini, che svilupperanno le solite infezioni alle vie respiratorie e digestive. Da quello che sappiamo finora, rispetto all’influenza il SARS Cov-2 muta di meno ma con mutazioni che eludono di più il sistema immunitario e per le quali bisognerà fare dei richiami annuali, almeno nei primi anni. L’evoluzione più favorevole è che il vaccino, oltre a bloccare la malattia, blocchi anche la trasmissione del virus: il tal caso andrebbe a finire come con il morbillo, che è stato eradicato in buona parte del mondo.

PERCHÈ NON SIAMO PROTETTI DALLE VARIANTI?
In teoria dovrebbe essere così, però bisogna calcolare che le nostre difese si basano, oltre che sugli anticorpi, anche sui globuli bianchi e – specialmente per i virus – sui linfociti. Dalla collaborazione tra queste due branche deriva l’efficacia dell’eliminazione del Corona. Purtroppo la stimolazione dei linfociti è più lenta e per essi non abbiamo raggiunto metodi efficaci equivalenti ai vaccini, che agiscono principalmente sulla produzione anticorpale, anche se quest’ultima alla fine finisce per stimolare i linfociti.

PERCHÉ SI HANNO PIU’ EFFETTI COLLATERALI CON LA SECONDA DOSE DI VACCINO?
Il vaccino stimola le nostre difese immunitarie a produrre anticorpi e questi sono molto più presenti quando si fa un richiamo, perché ci sono già le cellule memoria che sono state prodotte con la prima dose. Naturalmente più anticorpi si producono e maggiore è il rischio di effetti collaterali. Oltre agli anticorpi, con la seconda somministrazione del vaccino i linfociti B e T creano una specie di barriera nel sito di iniezione, per cui aumenta il rischio di dolori, cefalea, dolori muscolari e febbre. Bisogna anche dire che questi sono dei segnali che ci dicono che le nostre difese stanno funzionando.

COM’È POSSIBILE CHE ALCUNI VACCINATI CONTRAGGONO IL CORONA?
Nessun vaccino impedisce all’agente infettivo di venire a contatto con le persone e quindi risultare positive al tampone. Altra cosa è la possibilità di ammalarsi che però non sembra verificarsi nei vaccinati. Bisogna anche dire che nessun infetto ha trasmesso il virus ad altre persone, perché la carica infettante era bassa. Abbiamo bisogno di ulteriori studi per una maggior definizione del problema.

COME SI FA A RICONOSCERE SE UNA MASCHERINA È VALIDA?

Le mascherine ritenute valide sono quelle chirurgiche e quelle FPP2 e FPP3. Le prime devono riportare le sigle EN 14683, CE, DM di classe 1; le FPP2 e FPP3 la sigla EN 149:2001 e il marchio CE. Le mascherine di comunità – per intenderci quelle di stoffa o di materiali sintetici – sono state autorizzate quando non c’era la disponibilità delle prime. Sono lavabili e quindi riducono di molto l’impatto ambientale. Anche se non certificate dagli organi competenti, un recente studio ha dimostrato che se ben indossate e concepite danno una buona protezione, per cui è stato chiesto al Ministero di autorizzarle con un apposito marchio ben riconoscibile.

https://www.dom.it/come-riconoscere-il-coronavirus_tako-prepoznavamo-okuzbo/

Speciale 10 anni dall’incidente di Fukushima

 


Sono passati 10 anni dall’incidente alla centrale nucleare di Fukushima. In questa puntata speciale del podcast ripercorriamo gli eventi di quei giorni e le conseguenze dell’accaduto.

Era l‘undici marzo 2011 quando uno dei terremoti più forti della storia del paese colpisce il Giappone. Lo Tsunami che ne è seguito si è abbattuto sulle case, i negozi e sulle centrali nucleari di Fukushima Daichii e Daini. La barriere che proteggeva la prima centrale era troppo bassa per contenere il livello dell’acqua che si alzava. Ciò che accadde in seguito rientra in uno dei peggiori incidenti nucleari accaduti finora.
In questa puntata speciale del nostro podcast, a dieci anni dall’evento, vogliamo raccontarvi cosa è accaduto in quei giorni.
Marco e Giorgio ci introducono gli eventi che hanno portato all’incidente nucleare. Oltre agli avvenimenti ci raccontano anche la tecnologia che permetteva alla centrale di Fukushima Daichii di produrre elettricità per la popolazione.
Con Silvia Kuna si parla della diffusione del materiale radioattivo, in acqua tramite lo sversamento di acque contaminate (affrontando in particolare il problema del trizio) e sul territorio giapponese tramite il fallout. Approfondiremo poi gli effetti sulla salute, dovuti sia all’esposizione alle radiazioni, sia al trauma dell’evacuazione dei territori contaminati: come vedremo, esistono molte più incertezze sui primi che sui secondi.
In fine, con Martina descriviamo le principali lezioni che abbiamo appreso dall’incidente di Fukushima a partire da un concetto di fondamentale importanza per la sicurezza nucleare: la difesa in profondità. Da qui, ripercorriamo la fenomenologia degli eventi, parliamo da un lato dei nuovi sistemi di protezione passivi per raffreddare il nocciolo del reattore e gli elementi di combustibile esauriti; dall’altro, dei sistemi a protezione e integrità dell’edificio di contenimento di un reattore e della principale strumentazione “di bordo”.https://www.scientificast.it/speciale-10-anni-dallincidente-di-fukushima/

IL CANTIERE ABUSIVO NEL PARCO DEL TORRE - Primulacco (UD)

La "campagna social" di Prospettive Vegetali e del gruppo FB "Difensori della Natura” per istituire un #GarantedelVerde, degli Alberi e del Suolo in ogni Comune Italiano, continua senza tregua. Sono ormai migliaia le persone, che dopo i fatti di Vieste (dove il Sindaco ha coniato il dispregiativo “ambientaloidi” per i cittadini che chiedevano spiegazioni sull’abbattimento di 53 Pinus pinea sani nel cuore della città), si stanno mobilitando da Nord a Sud perchè si metta un freno alla prepotenza delle amministrazioni sulla gestione del Verde, spesso accompagnata da profonda ignoranza. Ed è su instagram che l’iniziativa sta regalando le sorprese più grosse, dove i più giovani manifestano la propria impotenza dichiarandosi “pronti a qualsiasi cosa” per difendere l’ambiente e generare processi che diano garanzie alla cittadinanza sul verde urbano e non. Ed ecco arrivare anche il primo (clamoroso) riscontro, perchè qualche giorno fa Elsa Merlino, studentessa di Scienze dell’Ambiente all’Università di Udine, è riuscita a “mettere in fuga” le ruspe in un solo giorno denunciando il cantiere abusivo nel Parco del Torre (UD). Video by @heatedmedia ed Elsa Merlino

Ogni cosa riprese - poesia di Leonid Martynov

 

Ma solo per un attimo


LEONID MARTYNOV

OGNI COSA RIPRESE

Ogni cosa
riprese
il suo peso iniziale:
risuscitò
il diamante,
sgusciando dal castone,
le medicine si mutarono in erbe,
la carta si mutò in foresta,
ma solo per un attimo,
perché la mente comprendesse come
tutto ciò era cresciuto e maturato,
come
s’era formato
questo mondo.

(da Nuovi poeti sovietici, Einaudi, 1963 - Traduzione di Angelo Maria Ripellino)

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L’arte, e in questo caso la poesia, sa andare al di là delle circostanze ordinarie, è in grado di leggervi attraverso, di mescolarle con le cose più straordinarie donando una lettura favolosa: è questo ciò che ha tentato di fare nella sua opera il poeta russo Leonid Martynov, provare a comprendere quello che si manifesta “ma solo per un attimo”.

Leonid Nikolaevič Martynov (Omsk, 22 maggio 1905 – Mosca, 22 giugno 1980), poeta russo. Ha dedicato gran parte dei suoi versi alla natia Siberia. Dotato di vena semplice e schietta, ha trasposto nei suoi versi, ora allegorici, ora fantastici, l'amore per la natura e per una umanità semplice e moralmente libera.

https://cantosirene.blogspot.com/

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10 mar 2021

Ospiti sul banco del becco - foce isonzo - bocca primero

Con la bassa marea sono emersi i banchi di sabbia depositati dalle piene dell'Isonzo. Lontani dalla vista dei turisti domenicali i marangoni minori danzano assieme all'aria scaldata dal sole. Tra la foschia un tremolante castello di Miramare. Sulla sabbia, migliaia di esemplari di pinna nobilis giacciono prive di vita, a causa di un parassita che le sta attaccando.

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Ivan Trinko

"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

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Bambini azzannati da pitbull

  La notizia di   bambini azzannati da pitbull   è sempre tragica e scioccante. Ecco alcuni incidenti recenti che coinvolgono pitbull: Campo...

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