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Questo blog parla delle minoranze linguistiche del Friuli:SLOVENA,FRIULANA eTEDESCA,articoli dei giornali della minoranza slovena,degli usi,costumi,eventi e tanto altro.Buona lettura.OLga

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24 feb 2021

La plovisine poesia di Pietro Zorutti

 

Gozorutti
https://www.wikiwand.com/it/Pietro_Zorutti

Plovisine minudine,

lizerine,

tu vens jù cussì cidine senze

tons e senze lamps

e tu dâs di bevi ai cjamps!

Plovisine fine fine,

lizerine,

bagne bagne un freghenin

l’ort dal puâr contadin:

senze te nol mene nuje;

bagne bagne chê latuje,

bagne bagne chel radric

fin cumò tignûz a stic;

bagne l’ort del pùar omp,

bagne il cjamp del galantomp.

La pioggerella – Pioggerella minutina,leggerina,vieni giù così silenziosa senza tuoni  e senza lampi e dà da bere ai campi!Pioggerella sottile sottile,leggerina,bagna bagna un pochettino l’orto del povero contadino:senza te non cresce nulla;bagna bagna quella lattuga ,bagna bagna quel radicchio finora tenuto a stecchetto,bagna  l’orto del pover’uomo,bagna il campo del galantuomo.

da “La flor” di Dino Virgili

Pietro Zorutti (Pieri Çorut) (Lonzano del Collio27 dicembre 1792 – Udine23 febbraio 1867) è stato un poeta friulano

.

23 feb 2021

Sloveno nelle scuole d’infanzia e primarie grazie all’Associazione «don Eugenio Blanchini»

 VALLI DEL TORRE – TERSKE DOLINE 




Anche nell’anno scolastico 2020-2021 l’Istituto comprensivo di Tarcento ha chiesto al sodalizio di collaborare Anche in quest’anno scolastico i bambini che frequentano le scuole d’infanzia e primarie di Vedronza-Njivica (in comune di Lusevera-Bardo) e Taipana-Tipana impareranno lo sloveno grazie all’associazione «don Eugenio Blanchini». L’Istituto comprensivo di Tarcento ha, infatti, stipulato una convenzione col sodalizio della minoranza slovena con sede a Cividale.Quest’ultimo reperirà l’insegnante necessaria a espletare l’insegnamento dello sloveno, attivato in base alla legge 482/99. In totale saranno impartite 40 ore d’insegnamento di sloveno. A Taipana lo sloveno è insegnato su iniziativa del Comune, che ha di nuovo chiesto al Blanchini non solo sostegno nel reperimento del personale ma anche economico. Quest’anno a Taipana il numero di ore d’insegnamento dello sloveno è stato raddoppiato sia alla scuola d’infanzia sia alla scuola primaria. L’auspicio è che a Vedronza, Taipana e nei plessi scolastici degli altri comuni della zona sia introdotto l’insegnamento dello sloveno in forza dell’articolo 12 della legge di tutela della minoranza linguistica slovena 38/2001. L’articolo offre la possibilità dell’insegnamento curricolare dello sloveno in tutti i plessi scolastici attivi nei comuni in cui è ufficialmente riconosciuta la presenza della minoranza slovena in provincia di Udine. A Udine, inoltre, l’Associazione Blanchini continua a sostenere l’insegnamento extracurricolare dello sloveno per bimbi in età scolare e prescolare, organizzato su iniziativa dei genitori. (Dom, 31. 1. 2021)

Aperte le grotte di Villanova

 

Grotta Nuova di Villanova, un gioiello racchiuso nel meraviglioso scrigno dell'Alta Val Torre

La Grotta Nuova è un vero gioiello del mondo sotterraneo e possiede una rara peculiarità: è formata a contatto tra due diversi tipi di roccia sottoposti a due differenti azioni di carsismo. L’acqua ha plasmato gallerie e sale che variano per dimensioni e morfologia ogni poche decine di metri, offrendo allo sguardo stupito di chi le visita ambienti d’incomparabile fascino, simili ad immense sculture di pietra. Con quasi 9 km di sviluppo è la più estesa nel suo
genere in Europa e in gran parte del mondo, ed è l’unica ad essere attrezzata per il turismo ipogeo.
PERCORSO TURISTICO
Il grandioso percorso turistico ipogeo è provvisto di comodi camminamenti ed è ben illuminato. Dalla “Sala del Laghetto”, la visita guidata attraversa luoghi d’incomparabile bellezza, come i rami del “Paradiso”, il “Corridoio Magico”, la “Sala della Grande Frana, lo spettacolare “Angolo dei Cristalli” e la “Sala del Gran Portone”, con il suo maestoso arco naturale e...molto di più, con il nuovo percorso turistico che sarà visitabile nel 2021.
Al momento la Grotte di Villanova sono chiuse al pubblico: l'apertura verrà comunicata sul sito ufficiale www.grottedivillanova.it e su questa pagina FB.
Nel rispetto dell'emergenza Covid gli orari e le giornate di apertura potranno subire variazioni.
INFO:
Gruppo Esploratori e Lavoratori Grotte di Villanova
Fraz. Villanova delle Grotte, 3 - 33010 Lusevera (UD)
tel. 0432 787915 - cell. 392 1306550
www.grottedivillanova.it
info@grottedivillanova.it

Dobbiamo recuperare con voi un sacco di momenti entusiasmanti
e escursioni sotterranee e non vediamo l'ora!

Ricordatevi che:
-domani MERCOLEDI 24 FEBBRAIO potrete visitare il Percorso Turistico Standard (1,30 h) alle 11:00 e alle 14:30 sempre SU PRENOTAZIONE al +39 3204554597

-VENERDI 26 FEBBRAIO alle ore 17:30 "one shot" sullo Special Tour alla Sala Regina Margherita (2,5 ore) detta anche #thequeen,
SU PRENOTAZIONE al +39 328 247 6284 ( e vi risponderà #theking Stefano Dalan 👑)

-la Reception Grotte sarà aperta il lunedi e il mercoledi dalle 10:30 alle 16:00 e potete chiamare, messaggiare su whatsapp o inviare una mail a eventi@grottedivillanova.it per prenotare le vostre escursioni.
Se non rispondiamo subito vi richiamiamo noi appena possibile!

VI ASPETTIAMO!!!
www.grottedivillanova.it
#speleoturismofvg #grottedivillanova #grottefvg 

Il morto sotto il letto

 Disegno di Moreno Tomazetig

Don Tino è vero che quando si muore si diventa polvere?

Certo è così!

Se è così guardate sotto il letto:c'è un morto!

VALCANALE – KANALSKA DOLINA «Fede e cultura sono profondamente legate e si amplificano a vicenda»

 Santuario di Lussari


ll parroco della Collaborazione pastorale di Tarvisio, don Alan Iacoponi, ha scritto in risposta alle domande del quindicinale «Dom» sul rapporto tra fede e lingue locali È passato circa un anno da quando don Alan William Gueijman Iacoponi è giunto in Valcanale come nuovo responsabile dell’intera Collaborazione pastorale di Tarvisio. Il nuovo parroco, che ha 43 anni, è nato a Cochabamba in Bolivia ed ha fatto il proprio ingresso nella chiesa del capoluogo della Valcanale a novembre 2019. Negli anni ha potuto conoscere diverse realtà. «Anche se i miei avi sono di origine italiana, sono nato in Bolivia», spiega Iacoponi. «Nei miei diciassette anni di sacerdozio ho approfondito per un periodo gli studi ed ho svolto diversi impegni pastorali anche in terra di missione. Francamente, però, non ho mai amato elencarli perché, come dice il Vangelo “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare” Lc 17,10». È giunto a Tarvisio da parroco a novembre 2019. Che bilancio traccia di questo anno in Valcanale? «Già, è passato un anno da quando sono arrivato nelle parrocchie della Valcanale. Tracciare ora un bilancio sarebbe azzardato e prematuro: il primo anno di presenza in una comunità nuova deve essere vissuto soprattutto con l’umiltà derivante dal saper riconoscere che esiste un tessuto culturale che è importante e che deve essere rispettato e valorizzato, non raso al suolo ed eliminato. Quindi, prima di tutto, occorre osservare per imparare e poi, con il tempo, si può tentare di offrire il proprio contributo attraverso i propri doni e talenti: questo è quello che tento di fare in mezzo alle grosse difficoltà storiche che stiamo affrontando, anche in riferimento alla pandemia di Covid-19». Che rapporto ha instaurato con le comunità? «Una volta il parroco di Tarvisio pensava solo ad accompagnare la comunità di Tarvisio e ogni parroco aveva soltanto una parrocchia da seguire. Attualmente tutto è diventato più complesso, perché nel mio caso devo seguire la vita di sei parrocchie (Cave del Predil con Fusine, Tarvisio con Coccau, Ugovizza con Valbruna, Camporosso con il Santuario del Lussari, Malborghetto con Bagni di Lusnizza) e da Cave fino a Bagni ci sono all’incirca trenta chilometri di distanza, dove in più esistono lingue, culture e tradizioni molto diverse che rendono la Valcanale un posto straordinariamente unico nella sua diversità. Con questa premessa posso dire che in quest’anno ho cercato, Covid permettendo, di conoscere al meglio le persone che formano parte della vita delle diverse parrocchie e, appoggiandomi a loro, ho cercato di essere il più vicino possibile per rispondere nel migliore dei modi a tutte le necessità che continuamente si presentano. Sembra un’area semplice, ma non lo è; nell’immaginario collettivo si pensa che il sacerdote venga, celebri la sua messa e poi non faccia più nulla… Invito chi la pensa così a fare l’esperienza di “un giorno con il mio parroco” e garantisco che cambierebbe idea! Nella mole di responsabilità che ho come parroco, mi considero fortunato perché dal punto di vista sacerdotale sono coadiuvato dai vicari parrocchiali: don Gabriel Cimpoesu, che proviene dalla Romania e abita a Camporosso, padre Gabriel Gaspar Msuya, che proviene dalla Tanzania e abita a Valbruna e padre Peter Lah, che proviene dalla Slovenia e si occupa del Santuario del Lussari nei periodi in cui non è impegnato dall’insegnamento all’Università Gregoriana di Roma. Guai se non avessi loro: sicuramente avrei già perso totalmente il lume della ragione!» Come e forse più che in altre zone della diocesi di Udine, in Valcanale la fede è radicata anche nelle lingue e culture locali, nello sloveno, ma anche nel tedesco e nel friulano, presenti accanto all’italiano. Come si approccia alla tematica? «Il tedesco ho avuto occasione di sentirlo in altre circostanze della mia vita, invece lo sloveno l’ho sentito per la prima volta un anno fa quando sono arrivato a Tarvisio. Serve tempo per prendere dimestichezza con qualunque lingua e sicuramente con il passare del tempo svilupperò l’orecchio necessario per non sentirmi impacciato – come attualmente mi sento – quando devo leggere qualcosa in sloveno o tedesco. Per fortuna, durante le Messe o altre celebrazioni, ho alcuni “angeli custodi laici” che mi aiutano con le letture e le preghiere in sloveno, in modo che possiamo svolgere una liturgia bilingue, venendo contemporaneamente incontro anche alle persone che, come me, non hanno radici slovene e hanno piacere e diritto di partecipare a una celebrazione comprensibile nella loro parrocchia di appartenenza». E in riferimento alle Costituzioni sinodali? «Visto il calo significativo delle vocazioni sacerdotali in Europa, ogni giorno mi convinco di più che per mantenere viva la cultura e la tradizione di un posto oggigiorno sia necessario il contributo a 360 gradi di tutta la comunità piuttosto chela fatica di un unico sacerdote. Mi spiego meglio: il sacerdote ha il dovere di stare a fianco della sua comunità e contribuire con tutte le sue energie affinché quest’ultima possa vivere le sue tradizioni e la sua cultura, ma non basta una Messa celebrata totalmente in tedesco, sloveno o friulano perché questo avvenga; sarebbe importante rendere vive queste lingue anche in altri contesti di vita, come possono essere le scuole o la vita in famiglia e attraverso i libri, la musica, la poesia, ecc. Il fatto che io possa ancora fare fatica a pronunciare alcune lingue non deve farvi dubitare che sarò il primo a difenderle, poiché conoscerle è un patrimonio dal valore inestimabile e insegnarle ai ragazzi è tra i migliori investimenti da fare per il futuro loro e della comunità intera». Aveva già avuto modo di approcciarsi al rapporto tra fede e culture locali nelle comunità in cui aveva prestato servizio in precedenza? «Fede e cultura sono profondamente legate, non si possono scindere, più sono unite e più si amplificano a vicenda. Un sacerdote o religioso che non riconosce questo legame ha fallito in partenza, ma è altrettanto vero che anche un missionario o un sacerdote porta con sé la sua cultura e il modo in cui sa vivere la sua fede, per questo è importante che le culture imparino a dialogare tra di loro senza pregiudizi e senza chiusure, sapendo ascoltarsi e confrontarsi per crescere reciprocamente». Fino a pochi anni fa in Valcanale prestavano servizio due sacerdoti bilingui, don Mario Gariup e mons. Dionisio Mateucig. Negli ultimi anni è stata, più volte e in più sedi, espressa dal territorio la richiesta di almeno un sacerdote residente che curi il servizio religioso anche nelle lingue locali, soprattutto in sloveno. Quali possibilità vede a riguardo? «Riguardo le possibilità di avere un ulteriore sacerdote bilingue in zona, questa non è una decisione che compete a me, ma ritengo non si debba perdere di vista il tempo storico in cui stiamo vivendo, che ci impone non certo di abbandonare le tradizioni di un luogo, ma di aggiornarle perché risultino in linea con i tempi in cui ci troviamo. Infine, non va trascurata l’attuale presenza in zona di un sacerdote di lingua slovena, padre Peter, che siamo già molto fortunati ad avere, perché lui è sempre disponibile – nella misura delle sue possibilità – a servire la comunità non soltanto presso il santuario del Monte Lussari, ma anche nelle altre parrocchie della Valcanale». Luciano Lister

 (Dom, 31. 1. 2021)  

22 feb 2021

Fotografia della Benecia

 foto di Mateja

Proverbio delle Valli del Natisone/Nediške doline


 Buajš pinca an batuda u miaru,ku gubanca an mesua u kregu.

Meglio la pinza(focaccia di farina di granoturco) e la batuda in pace ,che la gubana e la carne tra i litigi.

Ecomuseo Val Resia

 

L'aglio di Resia, chiamato anche strok in dialetto resiano, è una tipologia di aglio coltivata esclusivamente nel comune di Resia, si presenta generalmente di piccole dimensioni con peculiari caratteristiche organolettiche che si manifestano in odore e sapore accentuato, è riconosciuto tra i prodotti agroalimentari tradizionali friulani e giuliani.
Il bulbo dell'aglio di Resia si presenta generalmente di piccole dimensioni come pure i bulbilli in esso contenuti in numero variabile da 6 a 8, e solo talvolta 10. Caratteristico è il colore rossastro assunto generalmente dal secondo strato delle tuniche sterili che rivestono il bulbo. Viceversa i bulbilli sono bianchi. Peculiari sono pure le caratteristiche organolettiche che si manifestano in odore e sapore più accentuato degli agli normalmente in commercio.L’aglio di Resia viene coltivato nei piccoli appezzamenti sparsi sul territorio a ridosso delle frazioni del comune, fino a 1000 m. L’interramento dei bulbi avviene a circa 3 cm di profondità a seguito di una lavorazione poco profonda, ma accurata, esclusivamente eseguita a mano. I bulbilli vengono disposti con l’apice rivolto verso l’alto con distanze di 25-30 cm tra le file, e lo stesso dicasi sulla fila. Il piantamento dei bulbilli viene fatto in novembre a ridosso dei primi geli invernali, o a marzo in concomitanza del disgelo. La concimazione viene effettuata con modiche quantità di letame di vacca.

Al momento dell’emergenza, quando il germoglio ha raggiunto circa 3 cm di altezza, si procede ad una cimatura dello stesso con la finalità di potenziare la pianta ancora sotto terra. Le cime eliminate vengono bollite e consumate in insalata. La sarchiatura è primaverile e viene eseguita rapidamente ma con attenzione per non arrecare danni all’apparato radicale superficiale. L’eliminazione delle infestanti viene fatta a mano.

Essendo la zona estremamente piovosa la coltura non abbisogna di apporti idrici artificiali. La raccolta viene effettuata a mano durante il mese di agosto, le piante vengono portate a casa e collocate su coperte, graticci o marciapiedi, più raramente, estirpate e lasciate sul terreno per due o tre giorni al massimo. Successivamente i bulbi vengono ripuliti dalla tuniche esterne sporche e le radici e le foglie vengono tagliate.

Una parte dei bulbi ottenuti, quelli che presentano le caratteristiche migliori, viene conservata quale materiale di propagazione per la stagione successiva.

Tradizionalmente vengono confezionati mazzi di bulbi oppure trecce chiamati kitte in resiano che vengono conservati nei fienili o sotto le tettoie e successivamente vendute in forma diretta o portate al mercato, anticamente barattati con altre merci.Non si hanno notizie precise dell’inizio della coltivazione dell’aglio di Resia ma le testimonianze raccolte da persone del luogo permettono di risalire alla notte dei tempi, come il dialetto.

La signora Maria Barbarino (Mariza Cjaliairiaua nata a Resia il 4.10.1931 ed ivi residente), la signora Emma Di Lenardo (nata a Resia il 29.3.1924) e Nicola Di Lenardo (nato a Udine il 19.4.1967 e residente a Resia) testimoniano la coltivazione dell’aglio nel comune fin dai tempi dei loro nonni e bisnonni.

Giovanni Clemente, scrittore resiano, nel suo “Torna al suo paesello – Memorie di vita resiana” racconta che “l’aglio era il rimedio contro i frequentissimi ascaridi, i vermi intestinali volgarmente detti (glìsti) e che veniva somministrato ai sofferenti, generalmente bambini e ragazzetti d’ambo i sessi, commisto con cibi adatti o sotto forma di perle infilate a mo' di corona applicata al collo durante il sonno”.

L’aglio di Resia è sempre stato ricercato sia in zona, sia all’estero.

Fra i prodotti della terra che gli abitanti del comune portavano ai mercati vicini o vendevano direttamente a Resiutta, vi era certamente l’aglio. Tutt’oggi in un negozio di questo paese viene esposta una cesta specifica per questo prodotto.

Si hanno inoltre testimonianze della vendita, in passato ed ancora oggi, di aglio di Resia presso il mercato ortofrutticolo di Lubiana. Pare improbabile che tale prodotto arrivi direttamente dalla valle ma il fatto costituisce una significativa prova di quanto fosse rinomato il bulbo della liliacea resiana.

da https://it.wikipedia.org/wiki/Aglio_di_Resia

21 feb 2021

Giornata internazionale della lingua madre

 


Oggi ricorre la Giornata internazionale della lingua madre, istituita nel 1999 dall’Unesco per promuovere la diversità linguistica e culturale e il multilinguismo. Viene celebrata in tutto il mondo a ricordo di un drammatico episodio: il 21 febbraio 1952 a Dacca alcuni studenti furono uccisi dalla polizia del Pakistan, mentre rivendicavano il riconoscimento ufficiale della loro lingua, il bengalese.

Il Patto per l’Autonomia celebra la Giornata internazionale della lingua madre coinvolgendo alcuni esponenti del mondo culturale, sportivo, economico e politico del Friuli Venezia Giulia, terra storicamente plurilingue.

Le voci di Romano Benet, alpinista; monsignor Roberto Bertossi, presidente di Glesie Furlane; Ulderica Da Pozzo, fotografa; Aleksandra Devetak, docente e operatrice culturale; Igor Gabrovec, segretario regionale della Slovenska skupnost; Franco Giordani, cantautore e scrittore; Daria Miani, maestra e operatrice culturale; Giannola Nonino, imprenditrice; Augusto Petris, già amministratore del Comune di Sauris; Daniel Samba, “il furlan piturât di neri”, si succederanno nell’arco della Giornata sulla pagina Facebook del Patto per l’Autonomia per spiegare, ciascuna con il suo personale punto di vista, l’importanza del parlare nella propria lingua madre, che veicola opportunità, tradizioni, memoria, modi di pensare e sentire unici.

Questa ricorrenza, infatti, è l’occasione per ribadire che i diritti linguistici fanno parte dei diritti fondamentali delle persone e delle comunità di tutto il mondo, compresi quindi i parlanti le lingue friulana, slovena e germaniche presenti nella nostra regione. Spesso, però, sono diritti negati, come viene negato il valore delle lingue “diverse” da quelle maggioritarie.

Ma al di là del valore che è indubbio e al diritto, riconosciuto dalle leggi, ma poco applicato, non vanno dimenticate le opportunità, non sempre evidenti, che possono derivare dall’utilizzo di una lingua madre. Oltre ai vantaggi di natura economica, quali il marketing, la tipicizzazione dei prodotti, le produzioni e i servizi che hanno come base la lingua, ve ne sono alcuni più immateriali, non meno importanti: dalla migliore apertura mentale e grande facilitazione nell’apprendimento delle lingue delle persone bilingui, dimostrate scientificamente, al fatto che parlare lingue madri, anche se non egemoni, è un atto con il quale possiamo impedire la distruzione della diversità, che è ricchezza, resistendo all’appiattimento proprio della globalizzazione, dando contenuti reali alla democrazia.

https://www.ilfriuli.it/articolo/politica/giornata-internazionale-della-lingua-madre/3/236950

Klavdij Palčič in mostra al Kulturni di Gorizia



Grande successo, pure “dal vivo”, sta riscontrando la mostra del noto pittore triestino Claudio Palčič, che è allestita fino al 1 marzo 2021 nella galleria del Kulturni dom di Gorizia (via I. Brass 20). Fino ad ora, secondo i dati in possesso dei promotori, ha superato abbondantemente la soglia delle 40 mila visualizzazioni sulle pagine https://rudolph.tmedia.it/palcicwww.facebook.com/kulturnidom e www.kulturnidom.it.
Dal mese di febbraio la mostra è visitabile pure “dal vivo” e finora sono stati numerosi i visitatori dalla nostra regione, che si sono emozionati dinanzi alle opere di Claudio Palčič..

La mostra è stata promossa dal Consiglio d’amministrazione del Kulturni dom, in collaborazione con l’Agenzia Tmedia e la SKGZ (Unione culturale economica slovena) e con il patrocinio della regione Friuli Venezia Giulia, il Comune di Gorizia, il gruppo finanziario KB 1909, in occasione del 39° anniversario del Kulturni dom - Casa di cultura slovena a Gorizia (1981 – 2020) e nell’80° compleanno dell’artista.
L’orario dell’apertura della mostra (nei giorni feriali) è il seguente: dalle ore 10.00 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 17.30.

I promotori inoltre avvertono i partecipanti che sarà obbligatorio rispettare le adeguate distanze tra una persona e l’altra e indossare le mascherine protettive di naso e bocca, secondo le regole anticovid-19.

https://www.ilfriuli.it/articolo/cultura/klavdij-palcic-in-mostra-al-kulturni-di-gorizia/6/236887


Palčič (nato il 5 agosto 1940 a Trieste , Italia) è un pittore, incisore , disegnatore e pittore di scena. Dopo essersi diplomato al Liceo Scientifico di Trieste, il progetto di Palčič era quello di imparare scienze politiche , ma cambiò idea ed entrò alla Scuola d'Arte di Venezia, che si laureò nel 1964.


Negli anni '60 Palčič è stato membro del gruppo artistico triestino "Raccordosei-Arte viva" e ha insegnato arte e storia dell'arte in diversi licei sloveni della regione di Trieste ea Gorizia . . Ha fondato e gestito uno studio di tipografia a Trieste negli anni '70.


Il lavoro di Palčič è stato presentato in tutte le mostre collettive curate da "Raccordosei - Arte viva" e in molte Mostre Internazionali di Arti Grafiche a Lubiana e dal 1967 in molte mostre antologiche di artisti. Dal Friuli e dal territorio giuliano. Ha tenuto diverse mostre personali e preso parte a più di 150 mostre collettive in Slovenia, Italia e in altre parti del mondo.


Palčič ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti in Slovenia, Italia e molti altri paesi. L'artista ha ricevuto il Prešeren Fund Award nella categoria delle belle arti e della scenografia nel 1984 . Palčič si occupa di pittura, stampa, illustrazione di libri, scenografie e costumi. Ha lavorato come sceneggiatore per i teatri di Trieste, Lubiana, Vienna e Venezia . Vive e lavora a Trieste, Italia.Wikipedia  site:cekmekoyevdenevenakliyat.org

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