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15 dic 2020
"Fiore di roccia"un libro di Ilaria Tuti che parla delle portatrici carniche
«Quelli che riecheggiano lassù, fra le cime, non sono tuoni. Il fragore delle bombe austriache scuote anche chi è rimasto nei villaggi, mille metri più in basso. Restiamo soltanto noi donne, ed è a noi che il comando militare italiano chiede aiuto: alle nostre schiene, alle nostre gambe, alla nostra conoscenza di quelle vette e dei segreti per risalirle. Dobbiamo andare, altrimenti quei poveri ragazzi moriranno anche di fame. Questa guerra mi ha tolto tutto, lasciandomi solo la paura. Mi ha tolto il tempo di prendermi cura di mio padre malato, il tempo di leggere i libri che riempiono la mia casa. Mi ha tolto il futuro, soffocandomi in un presente di povertà e terrore. Ma lassù hanno bisogno di me, di noi, e noi rispondiamo alla chiamata. Alcune sono ancora bambine, altre già anziane, ma insieme, ogni mattina, corriamo ai magazzini militari a valle. Riempiamo le nostre gerle fino a farle traboccare di viveri, medicinali, munizioni, e ci avviamo lungo gli antichi sentieri della fienagione. Risaliamo per ore, nella neve che arriva fino alle ginocchia, per raggiungere il fronte. Il nemico, con i suoi cecchini - diavoli bianchi, li chiamano - ci tiene sotto tiro. Ma noi cantiamo e preghiamo, mentre ci arrampichiamo con gli scarpetz ai piedi. Ci aggrappiamo agli speroni con tutte le nostre forze, proprio come fanno le stelle alpine, i «fiori di roccia». Ho visto il coraggio di un capitano costretto a prendere le decisioni più difficili. Ho conosciuto l'eroismo di un medico che, senza sosta, fa quel che può per salvare vite. I soldati ci hanno dato un nome, come se fossimo un vero corpo militare: siamo Portatrici, ma ciò che trasportiamo non è soltanto vita. Dall'inferno del fronte alpino noi scendiamo con le gerle svuotate e le mani strette alle barelle che ospitano i feriti da curare, o i morti che noi stesse dovremo seppellire. Ma oggi ho incontrato il nemico. Per la prima volta, ho visto la guerra attraverso gli occhi di un diavolo bianco. E ora so che niente può più essere come prima.» Con "Fiore di roccia" Ilaria Tuti celebra il coraggio e la resilienza delle donne, la capacità di abnegazione di contadine umili ma forti nel desiderio di pace e pronte a sacrificarsi per aiutare i militari al fronte durante la Prima guerra mondiale. La Storia si è dimenticata delle Portatrici per molto tempo. Questo romanzo le restituisce per ciò che erano e sono: indimenticabili.
14 dic 2020
Iscrizioni a scuola: riunioni informative alla bilingue
Iscrizioni a scuola: riunioni informative alla bilingue
L' AGRIFOGLIO PIANTA NATALIZIA
L'agrifoglio è una delle piante di Natale che addobbano le case: ma sai che significato ha? Scoprilo insieme a noi!
L'agrifoglio è un arbusto spontaneo: presenta foglie di color verde scuro che possono avere diverse intensità e striature. L'elemento che lo contraddistingue maggiormente sono le sue bacche di colore rosso acceso. Queste lo rendono una pianta la cui iconografia è famosa in tutto il mondo.
Non tutti sanno che da sempre l'agrifoglio è considerata una pianta magica. C'è infatti un'antica usanza che suggerisce di piantare l'agrifoglio proprio vicino l'ingresso della propria casa per tenere lontani gli spiriti malvagi. Proprio le foglie pungenti dell'agrifoglio erano considerate le armi migliori per allontanare tutte le presenze maligne. Partendo da questo elemento l'agrifoglio è stato successivamente considerato una pianta ben augurante. Infatti nel periodo romano era generalmente regalato ai novelli sposi in segno di buon augurio per la nuova vita di coppia.
Questo elemento positivo dell'agrifoglio è rimasto inalterato nel corso dei secoli ed è stato collegato al Natale. Ma chi furono i primi ad utilizzarlo nel periodo natalizio? Pare che la tradizione derivi dall'Irlanda, proprio nell'isola di Oscar Wilde si iniziò ad utilizzare questa pianta per abbellire le case in occasione del Natale. Successivamente l'usanza si diffuse in tutta l'Europa.
LA LEGGENDA SCANDINAVA DELL'AGRIFOGLIO
Nei paesi scandinavi c'è un'antica leggenda che narra la nascita dell'agrifoglio. Il Dio Odino ebbe un figlio a cui era molto legato, il suo nome era Baldur. Durante una battaglia venne ferito gravemente da un dardo. Quando fu colpito si accasciò su un agrifoglio e spirò. Odino volle omaggiare questa pianta che aveva accolto il sangue del proprio figlio morente: decise di trasformarla in una pianta sempreverde e di regalarle tante bacche di colore rosso per ricordare l'eroico sacrificio compiuto dal figlio. Proprio l'intervento del dio Odino conferì questo elemento "magico" all'arbusto che è rimasto legato alla pianta di agrifoglio come pianta portatrice di buoni auspici.
AGRIFOGLIO E CRISTIANESIMO
Anche nella religione cristiana l'agrifoglio ha un significato metaforico molto forte. Le foglie sono il simbolo delle spine che cingevano la testa di Gesù e le bacche rosse ricordano il sangue versato sulla croce e la rinascita dopo la morte. Portarlo sulle tavole nel periodo natalizio significa ricordare il sacrificio di Gesù e offrire ai nostri cari un pensiero benaugurante per le festività natalizie ed il nuovo anno!
https://www.faxiflora.it/blog/leggenda-agrifoglio-pianta-natalizia.htm
13 dic 2020
In Friuli le città si affollano
foto di Aran Cosentino Udine piazza San Giacomo |
Oggi a Udine e Pordenone piazze e strade affollate per shopping ed aperitivi.Il sindaco di Udine Fontanini ha detto che se si andrà avanti così si rischia la terza ondata.Queste persone incoscienti non si rendono conto che facendo così mettono a rischio tutti noi?Io esco solo per fare la spesa con tutte le accortezze del caso.I rapporti sociali via telefono,facebook e skype.Io mi attengo alle regole come dovrebbero far tutti.Meditate gente!
DOTT. CANCIANI: FORSE NON SARA' NECESSARIO VACCINARSI OGNI ANNO CONTRO IL CORONAVIRUS
Forse il vaccino non si farà ogni anno
Anche in questo ventottesimo aggiornamento forniremo notizie pratiche sull’infezione da Coronavirus, basate sulle domande che ci vengono poste più spesso. Per facilitare la comprensione, cercheremo di usare il meno possibile termini medici e di semplificare i concetti, per esempio useremo il termine Corona invece di quello più scientifico di SARS-CoV- 2 per il nuovo tipo di Virus e COVID-19 per indicare la malattia. Il report non vuole sostituire il ruolo del curante, né quelle della sanità regionale, le cui indicazioni invitiamo sempre a rispettare. Per chi lo desiderasse, giovedì 10 dicembre il dott. Canciani sarà presente su UdineseTV, canale 110, alle ore 21.00. Si parlerà di problemi respiratori e allergici e del coronavirus. Causa le restrizioni legate al Corona, non si potranno fare delle domande in diretta. Chi avesse dei quesiti, può mandarli a: studio@mariocanciani.com.
È VERO CHE GLI ASMATICI SI AMMALANO DI MENO?
I primi dati a inizio pandemia avevano evidenziato un andamento peggiore, poi altri studi non avevano dimostrato differenze con i soggetti sani a meno che non si trattasse di asma non controllato. Una ricerca italiana ha evidenziato che gli asmatici allergici, specialmente se giovani, si ammalano di meno perché hanno un minor numero di recettori ACE-2 – attraverso cui il virus si attacca alle cellule respiratorie – e hanno un maggior numero di globuli bianchi eosinofili, i quali proteggono dall’infezione, tanto è vero che nelle forme gravi calano molto ed il loro numero è ritenuto un indice prognostico negativo.
SOFFRO DI ASMA GRAVE. SONO A RISCHIO?
Contrariamente a quanto segnalato in precedenza ora una ricerca italiana svolta su 558 pazienti con asma grave ha evidenziato che non c’è maggior rischio rispetto alla popolazione generale di sviluppare una forma grave di Corona, neanche chi assume la terapia biologica, che potrebbe interferire con la risposta immunitaria. Anche l’uso di cortisonici e broncodilatatori a lunga durata – usati di solito in questo tipo di asma – non ha aumentato i rischi. È stato inoltre evidenziato che il rischio degli asmatici gravi è minore di chi soffre di ipertensione e obesità.
LA CARICA VIRALE STA CALANDO? DA COSA DIPENDE?
In effetti sta succedendo proprio così ed è dovuto a un effetto di adattamento tra il nostro organismo e il Corona, quello che ci permetterà di sopportare sempre più l’infezione con l’andare del tempo. Mentre a ottobre le cariche infettanti erano di 1 milione di particelle virali in 1 milione di materiale biologico nell’80% dei casi, ora esse sono presenti solo nel 20% dei pazienti.
COM’È POSSIBILE CHE IL TAMPONE RAPIDO SIA NEGATIVO E QUELLO SOLITO POSITIVO?
Questo dipende dalla considerazione precedente: se la carica virale cala molto, il test antigenico, la cui positività dipende dal numero di particelle virali, potrà risultare negativo, mentre il test molecolare, che rileva la presenza del virus, risulta sempre positivo, indipendentemente dalla carica.
QUANTO DURANO GLI ANTICORPI?
Ancora non si sa con certezza, ma le ultime ricerche dimostrano che nel 90% dei pazienti sono ancora presenti in numero elevato. Per coloro che li hanno bassi, probabilmente dipende dal fatto che hanno contratto l’infezione in forma lieve, tale da non stimolare a sufficienza il sistema immunitario. Se i dati verranno confermati sul lungo periodo, probabilmente il SARS-CoV- 2 si comporta come gli altri Coronavirus, che producono un’immunità persistente per anni, come succede per la SARS classica, i cui anticorpi sono reperibili anche dopo 17 anni. Questo dato ha grande importanza anche per il vaccino, che probabilmente non richiederà richiami annuali.
C’È UN LEGAME TRA GRUPPO SANGUIGNO E CORONA?
Ci sono già state delle segnalazioni in tal senso, ma ora un grosso studio canadese su oltre 200.000 pazienti, ha evidenziato che chi possiede il gruppo 0 Rh¯ ha il 21% in meno di possibilità di contrarre il virus, mentre chi ha solo il gruppo 0 ha il 12% in meno, rispetto ai gruppi A, B o AB. Per quanto riguarda le forme gravi e l’esito infausto, il gruppo 0 ha il 13% di possibilità in meno, rispetto agli altri gruppi.
È PERICOLOSO VIAGGIARE IN AEREO?
IL PRESEPIO
Il presepe, o presepio, è una rappresentazione della nascita di Gesù, che ha origine da tradizioni tardo antiche e medievali; l'usanza, inizialmente italiana, di allestire il presepio in casa nel periodo natalizio è diffusa oggi in tutti i paesi cattolici del mondo.
Per tradizione, il presepe si mantiene fino al giorno dell'Epifania, quando si mettono le statuine dei Re Magi di fronte alla Sacra Famiglia, o anche sino al giorno della Candelora, sia in Italia che in altri paesi. Esiste anche un altro modo per allestire il presepio: si tratta del presepe vivente, in cui agiscono persone reali; di origine medievale, ha avuto negli ultimi decenni in Italia una notevole diffusione.da wikipedia
Origine del Presepio
Le prime testimonianze storiche del presepe risalgono al III-IV secolo, quando i cristiani raffiguravano nei loro luoghi di ritrovo, come ad esempio le catacombe, le immagini di Maria con il piccolo Gesù in grembo. Non si trattava quindi di scene complesse, come quelle a cui siamo oggi abituati, ma di semplici iscrizioni simboliche, al pari ad esempio del disegno del pesce, che simboleggiava Gesù Cristo.
Le rappresentazioni medioevaliDal Quattrocento e per tutto il Medioevo, esempi di presepe possono essere considerate le numerose raffigurazioni sulla natività di Cristo, eseguite da pittori come Botticelli, Giotto, Piero della Francesca e il Correggio, molte delle quali esposte nelle chiese per mostrare alla popolazione analfabeta le scene della vita di Gesù.
IL PRESEPIO MODERNOIl primo presepe nel senso moderno del termine, però, si fa comunemente risalire a quello inscenato da San Francesco d’Assisi durante il giorno di Natale del 1223, nel piccolo paese di Greccio (vicino Rieti). Nel 1220 San Francesco aveva compiuto un pellegrinaggio in Terra Santa (Palestina) per visitare i luoghi della nascita di Gesù Cristo,ed era rimasto talmente colpito da Betlemme che, tornato in Italia, chiese a Papa Onorio III di poter uscire dal convento di Greccio per inscenare la rappresentazione della natività.
Il primo presepe della storia venne allestito nei pressi del bosco vicino al paese, in una grotta. Francesco portò in una grotta la mangiatoia con la paglia e vi condusse il bue e l’asino (non c’erano la Vergine Maria, Giuseppe e il bambinello). La popolazione accorse numerosa e così il santo poté narrare a tutti i presenti, che non sapevano leggere, la storia della nascita di Gesù.
La particolarità di questo presepe, oltre a quella di essere stato il primo nella storia, risiede nel fatto di essere stato anche il primo presepe vivente del mondo, sebbene non ancora rappresentato nella forma completa.
https://artepresepe.it/storia-presepe/
SANTA LUCIA
Il 13 dicembre è il giorno di Santa Lucia, la santa che secondo la tradizione diffonde la luce attraverso i suoi occhi accecati.
La storia narra che a Siracusa, nell’anno 304, Lucia rinuncia al matrimonio per consacrarsi totalmente al Signore, e il fidanzato, sconvolto, reagisce denunciandola come cristiana a Pascasio: il governatore la fa arrestare e la obbliga a sacrificare agli dei pagani in cambio della libertà. Ma Lucia rifiuta, senza esitazioni. E allora Pascasio la condanna al lupanare (bordello), oltraggio estremo per una vergine: ; ma quando i soldati provano a portarla in quel luogo della vergogna, l’esile corpo da ragazzina assume una forza miracolosa e né uomini, né buoi, né il fuoco, né la pece bollente riescono a smuoverla. Lucia viene così condannata a morte.
Lucia è protettrice della vista sia per il nome – Lucia significa “luminosa, splendente”, dal latino – sia per una frase che avrebbe pronunciato durante le torture: “Farò vedere ai credenti in Cristo la virtù del martirio e ai non credenti toglierò l’accecamento della loro superbia”. Si dice che a Santa Lucia venissero cavati gli occhi e che le fossero immediatamente restituiti dal Signore...
Santa Lucia, per tutti quelli che hanno occhi
e gli occhi e un cuore che non basta agli occhi
e per la tranquillità di chi va per mare
e per ogni lacrima sul tuo vestito,
per chi non ha capito.
Santa Lucia per chi beve di notte
e di notte muore e di notte legge
e cade sul suo ultimo metro,
per gli amici che vanno e ritornano indietro
e hanno perduto l’anima e le ali.
Per chi vive all’incrocio dei venti
ed è bruciato vivo,
per le persone facili che non hanno dubbi mai,
per la nostra corona di stelle e di spine,
per la nostra paura del buio e della fantasia.
(Francesco De Gregori)
https://aforisticamente.com/frasi-citazioni-poesie-santa-lucia/
Il Natale di un tempo
Quadro del famoso pittore sloveno popolare Maksim Gaspari che illustra come si festeggiava un tempo il Santo Natale che era simile anche nell' Alta Val Torre e nelle valli del Natisone.
Ivan Trinko
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