Il 13 maggio 1945, a Trieste, usciva il primo numero del Primorski dnevnik, il foglio della comunità slovena in Italia, erede del Partizanski dnevnik, giornale attivo dal 1943. Nell’importante ricorrenza, l’edizione numero 22.876 è accompagnata da un supplemento, che celebra il 75o anno di vita e pone il Primorski dnevnik in vetta alla lista dei quoti- diani sloveni più longevi Il Primorski dnevnik, foglio della comunità slovena residente in Italia, festeggia i 75 anni di pubblicazione, iniziata proprio il 13 maggio 1945 nella Trieste liberata. La storia della testata è la dimostrazione concreta della volontà della comunità slovena di affermazione della propria identità e al tempo stesso vitalità nella struttura sociale del Friuli-Venezia Giulia e dell’Italia e al tempo stesso è “prova” dell’apertura verso l’innovazione e il cambiamento senza perdere la sua coerenza, rivelandosi negli anni una chiave di successo duraturo. Il Primorski dnevnik informa con scrupolo i propri lettori e permette alla comunità slovena di identificarsi con i valori di sempre, per essere insieme protagonisti nel cambiamento. L’obiettivo è conoscere e presentare il presente, preparando il futuro. Valori e qualità riconosciuti ed espressi congiuntamente dai presidenti d’Italia e Slovenia, Sergio Mattarella e Borut Pahor. I due capi di stato nelle missive inviate al Primorski dnevnik parimenti sottolineano il ruolo di collegamento che il giornale svolge tra i due paesi, il suo contributo alla conservazione della diversità culturale e dell’identità slovena in Friuli-Venezia Giulia. Entrambi ricordano un altro importante anniversario, vale a dire il centenario dell’incendio del Narodni dom a Trieste, simbolo identitario degli sloveni di Trieste e della regione. La cerimonia è prevista il 13 luglio prossimo, e dovrebbe coincidere con la restituzione dell’immobile alla comunità slovena, ora sede della Scuola per traduttori e interpreti, e rappresentare anche un’occasione per una misurata riflessione sulle tragedie passate. Il caporedattore del Primorski dnevnik, Igor Devetak, ha rilevato che l’impegno e l’obiettivo primario del giornale sono far sì che lo spirito, la carica e la voglia di informare con imparzialità siano gli stessi di 75 anni fa. E ha concluso: «Ci assumiamo la responsabilità di promuovere l’unità come presupposto per una vita migliore». Corrado Cimador
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15 giu 2020
I 75 anni del Primorski dnevnik
Il 13 maggio 1945, a Trieste, usciva il primo numero del Primorski dnevnik, il foglio della comunità slovena in Italia, erede del Partizanski dnevnik, giornale attivo dal 1943. Nell’importante ricorrenza, l’edizione numero 22.876 è accompagnata da un supplemento, che celebra il 75o anno di vita e pone il Primorski dnevnik in vetta alla lista dei quoti- diani sloveni più longevi Il Primorski dnevnik, foglio della comunità slovena residente in Italia, festeggia i 75 anni di pubblicazione, iniziata proprio il 13 maggio 1945 nella Trieste liberata. La storia della testata è la dimostrazione concreta della volontà della comunità slovena di affermazione della propria identità e al tempo stesso vitalità nella struttura sociale del Friuli-Venezia Giulia e dell’Italia e al tempo stesso è “prova” dell’apertura verso l’innovazione e il cambiamento senza perdere la sua coerenza, rivelandosi negli anni una chiave di successo duraturo. Il Primorski dnevnik informa con scrupolo i propri lettori e permette alla comunità slovena di identificarsi con i valori di sempre, per essere insieme protagonisti nel cambiamento. L’obiettivo è conoscere e presentare il presente, preparando il futuro. Valori e qualità riconosciuti ed espressi congiuntamente dai presidenti d’Italia e Slovenia, Sergio Mattarella e Borut Pahor. I due capi di stato nelle missive inviate al Primorski dnevnik parimenti sottolineano il ruolo di collegamento che il giornale svolge tra i due paesi, il suo contributo alla conservazione della diversità culturale e dell’identità slovena in Friuli-Venezia Giulia. Entrambi ricordano un altro importante anniversario, vale a dire il centenario dell’incendio del Narodni dom a Trieste, simbolo identitario degli sloveni di Trieste e della regione. La cerimonia è prevista il 13 luglio prossimo, e dovrebbe coincidere con la restituzione dell’immobile alla comunità slovena, ora sede della Scuola per traduttori e interpreti, e rappresentare anche un’occasione per una misurata riflessione sulle tragedie passate. Il caporedattore del Primorski dnevnik, Igor Devetak, ha rilevato che l’impegno e l’obiettivo primario del giornale sono far sì che lo spirito, la carica e la voglia di informare con imparzialità siano gli stessi di 75 anni fa. E ha concluso: «Ci assumiamo la responsabilità di promuovere l’unità come presupposto per una vita migliore». Corrado Cimador
14 giu 2020
Narodni dom, tutti gli ingranaggi della diplomazia sono in movimento
Continua l’impegno all’avvicinarsi del centenario del 13 luglio
Martedì, 12 maggio, a un incontro in videoconferenza il presidente della Repubblica di Slovenia, Borut Pahor, la senatrice Tatjana Rojc, l’ambasciatore sloveno a Roma, Tomaž Kunstelj, il console generale della Repubblica di Slovenia a Trieste, Vojko Volk, e i presidenti della Confederazione delle organizzazioni slovene-Sso, Walter Bandelj, e dell’Unione culturale-economica slovena-Skgz, Ksenija Dobrila, hanno parlato della situazione nel procedimento di restituzione del Narodni dom di Trieste-Trst. Il giorno prima i presidenti delle due organizzazioni confederative della comunità slovena in Italia hanno ricevuto dal ministero dell’Interno italiano uno scritto contenente le proposte circa la prosecuzione del procedimento di restituzione della struttura alla comunità slovena in Italia. Mancano ormai meno di due mesi al centenario dell’incendio della struttura, fino ad allora cuore pulsante della comunità slovena a Trieste, per mano fascista. La speranza è che all’incontro a Trieste tra i presidenti della Repubblica d’Italia, Sergio Mattarella, e Slovenia, Borut Pahor, che si svolgerà se il quadro epidemiologico lo permetterà, si possa giungere a un passo più ufficiale che sancisca la restituzione del Narodni dom alla comunità slovena. Nello scritto contenente le proposte è menzionato il trasferimento della scuola superiore per traduttori e interpreti Iuslit dal Narodni dom di via Filzi all’edificio Gregoretti a San Giovanni-Sveti Ivan. Il procedimento di trasferimento dell’ateneo dal Narodni dom dovrebbe durare dai cinque ai sette anni, in quanto il nuovo edificio andrà ristrutturato; nel frattempo alla comunità slovena potrebbero essere consegnati ulteriori locali al piano terra dell’edificio. Nello scritto le organizzazioni confederative sono state sollecitate a rispondere; dopo l’incontro hanno precisato che lo faranno a breve, nonché di avere sempre le opinioni a suo tempo inoltrate con documento ufficiale all’ultimo incontro avuto col sottosegretario Achille Variati. Nel documento è stata menzionata la disponibilità a assumere la proprietà del Narodni dom, le organizzazioni confederative si sono, inoltre, impegnate a istituire un soggetto giuridico a tal fine e a definire i modi di restituzione e ristrutturazione dell’edificio, come già accennato nell’accordo firmato nel 2017 dagli allora ministri degli Esteri d’Italia e Slovenia, Angelino Alfano e Karl Erjavec. Nel constatare come le proposte rappresentino un passo concreto, la presidente di Skgz Dobrila annuncia una collaborazione unita e costruttiva delle due organizzazioni confederative per l’implementazione delle proposte ricevute, come esortato anche dal presidente Pahor. Il presidente di Sso Bandelj si augura di proseguire con lo slancio e le posizioni espresse finora, nonché di giungere a un atto ufficiale con l’accordo sulla restituzione del Narodni dom già il 13 luglio, nella ricorrenza del centenario. Andrà poi definito il quadro giuridico entro cui si giungerà alla restituzione del Narodni dom – ossia se la proprietà o l’uso gratuito. Sia il console a Trieste Volk sia la senatrice Rojc hanno espresso pareri positivi circa l’incontro in videoconferenza con Pahor. Volk spera si giunga tanto all’incontro tra i due presidenti quanto alla firma del documento di restituzione del Narodni dom. Rojc spiega come il documento delle due organizzazioni confederative sia la base su cui saranno definiti i passi successivi e gli ultimi dettagli. Prossimamente la senatrice incontrerà la consigliera del presidente Mattarella e rappresentanti del ministero italiano dell’Interno. Le trattative sono in corso; bisognerà capire come giungere entro il 13 luglio a una conclusione che soddisfi sia la posizione della comunità slovena in Italia sia le aspettative della Repubblica di Slovenia. A margine dell’incontro è stata espressa a Pahor anche la necessità di accordi bilaterali tra Slovenia e Italia per la risoluzione della situazione ai confini, che a causa delle misure di contenimento della pandemia di coronavirus non sono così aperti come fino a poco tempo fa. (Dal Primorski dnevnik del 13. 5. 2020)
per saperne di più https://it.wikipedia.org/wiki/Narodni_dom
13 giu 2020
IL PROSCIUTTO DI SAURIS
Il prosciutto di Sauris
di Adriano Del Fabro
Da sempre in molte famiglie di Sauris (il Comune più alto del Friuli VG) si producono prosciutti affumicati e altri insaccati di grande qualità. Oltre un secolo fa, fu Pietro Schneider che iniziò a firmare una modesta produzione di prosciutti affumicati, speck e altri salumi tipici della zona; i suoi segreti di abile norcino passarono quindi di generazione in generazione.
La preparazione dei prodotti avviene utilizzando attrezzature moderne che rispettano comunque la consolidata metodologia di lavorazione. Per la produzione del Sauris si utilizzano cosce che arrivano in loco già pronte e rifilate. Le cosce sono appese a telai fissi e, dopo la pesatura, sono subito sottoposte alla salatura. Si effettuano più fasi di salatura, intervallati da periodi di riposo delle cosce deposte su bilancelle e conservate in celle frigorifere. Al termine di tali fasi le cosce vengono appese su telai e fatte riposare per circa 7-8 settimane durante le quali la temperatura e l'umidità vengono costantemente controllate. Nel periodo di riposo si esegue la toelettatura, la ripulitura e una rifilatura generale. Terminato il periodo di riposo, le cosce vengono preparate per l'affumicatura con legno di faggio: posate su telai, rimangono nell'affumicatoio per tre giorni. Al termine dell'operazione i telai con i prosciutti vengono rimessi nella cella di asciugatura assieme a quelli non affumicati, per 7 giorni. Poi vengono portati nei saloni di stagionatura, previo procedimento di sugnatura per proteggere dalle incrostazioni, microrganismi e insetti la parte del prosciutto senza cotenna.
Dopo 3-4 mesi di stagionatura, i prosciutti vengono nuovamente lavati sottoponendoli a getti d’acqua tiepida per eliminare impurità e muffe. Si esegue poi una seconda sugnatura con lo scopo di perfezionare lo strato di sugna dove è necessario. La stagionatura viene completata in altri 3-4 mesi nei saloni dove la temperatura e l'umidità vengono controllate giornalmente. Questo periodo è subordinato all'esito dell'operazione di puntatura. Le cosce che passano l'”esame” della puntatura vengono sottoposte a un nuovo lavaggio con la stessa procedura della volta precedente.
Nel caso di prosciutto venduto disossato, viene operato un taglio di parte dello stinco e provveduto all'asportazione dell'osso. Dopo un accurato esame organolettico, si procede con la saldatura dell'apertura prodotta per il disosso e la pressatura che ha lo scopo di ricomporre la coscia eliminando il foro derivante. La pezzatura è di 9 chili circa del prosciutto con osso e di 8 chili circa per quello disossato. Al taglio, la carne appare soda e compatta, di colore rosso granato.
Al prosciutto di Sauris (l’unico in Italia a essere affumicato), è stata assegnata la protezione dell’Indicazione geografica protetta, nel 2006.
da fb
di Adriano Del Fabro
Da sempre in molte famiglie di Sauris (il Comune più alto del Friuli VG) si producono prosciutti affumicati e altri insaccati di grande qualità. Oltre un secolo fa, fu Pietro Schneider che iniziò a firmare una modesta produzione di prosciutti affumicati, speck e altri salumi tipici della zona; i suoi segreti di abile norcino passarono quindi di generazione in generazione.
La preparazione dei prodotti avviene utilizzando attrezzature moderne che rispettano comunque la consolidata metodologia di lavorazione. Per la produzione del Sauris si utilizzano cosce che arrivano in loco già pronte e rifilate. Le cosce sono appese a telai fissi e, dopo la pesatura, sono subito sottoposte alla salatura. Si effettuano più fasi di salatura, intervallati da periodi di riposo delle cosce deposte su bilancelle e conservate in celle frigorifere. Al termine di tali fasi le cosce vengono appese su telai e fatte riposare per circa 7-8 settimane durante le quali la temperatura e l'umidità vengono costantemente controllate. Nel periodo di riposo si esegue la toelettatura, la ripulitura e una rifilatura generale. Terminato il periodo di riposo, le cosce vengono preparate per l'affumicatura con legno di faggio: posate su telai, rimangono nell'affumicatoio per tre giorni. Al termine dell'operazione i telai con i prosciutti vengono rimessi nella cella di asciugatura assieme a quelli non affumicati, per 7 giorni. Poi vengono portati nei saloni di stagionatura, previo procedimento di sugnatura per proteggere dalle incrostazioni, microrganismi e insetti la parte del prosciutto senza cotenna.
Dopo 3-4 mesi di stagionatura, i prosciutti vengono nuovamente lavati sottoponendoli a getti d’acqua tiepida per eliminare impurità e muffe. Si esegue poi una seconda sugnatura con lo scopo di perfezionare lo strato di sugna dove è necessario. La stagionatura viene completata in altri 3-4 mesi nei saloni dove la temperatura e l'umidità vengono controllate giornalmente. Questo periodo è subordinato all'esito dell'operazione di puntatura. Le cosce che passano l'”esame” della puntatura vengono sottoposte a un nuovo lavaggio con la stessa procedura della volta precedente.
Nel caso di prosciutto venduto disossato, viene operato un taglio di parte dello stinco e provveduto all'asportazione dell'osso. Dopo un accurato esame organolettico, si procede con la saldatura dell'apertura prodotta per il disosso e la pressatura che ha lo scopo di ricomporre la coscia eliminando il foro derivante. La pezzatura è di 9 chili circa del prosciutto con osso e di 8 chili circa per quello disossato. Al taglio, la carne appare soda e compatta, di colore rosso granato.
Al prosciutto di Sauris (l’unico in Italia a essere affumicato), è stata assegnata la protezione dell’Indicazione geografica protetta, nel 2006.
da fb
I cammini delle 44 Chiesette votive delle Valli del Natisone - parte due
Trincee del Monte Spik, grotte postazioni di artiglieria, Chiesette Votive
Partenza da San Leonardo.
Si prende il sentiero CAI 760 per Spignon e, passando vicino al sasso che la leggenda vuole impresso dall’impronta del zoccolo dell’asino che portava la Madonna, si giunge a Castelmonte.
Da qui al Monte Spick (m 661) per visitare gallerie e trincee del primo conflitto mondiale.
Per prati e boschi di faggio si raggiunge la cinquecentesca Chiesetta Votiva di San Nicolò e le adiacenti lapidi dell’unico cimitero militare tedesco delle Valli del Natisone.
Per sentieri e strade raggiungeremo la Chiesetta di Sant’Abramo XIV sec. in località Altana e potremo salire sul suo settecentesco campanile che offre una vista panoramica sulle Valli.
Scollinando per strada interpoderale raggiungiamo la Chiesetta di San Leonardo XIV-XV sec. con altari lignei. Una bella scalinata in pietra ci favorirà il rientro all’area festeggiamenti di San Rocco.
Ritorno a San Leonardo12 giu 2020
Da domani, sabato 13 giugno, i residenti in Friuli Venezia Giulia potranno di nuovo entrare liberamente in Slovenia! 🇸🇮
È ufficiale, da domani, sabato 13 giugno, i residenti in Friuli Venezia Giulia potranno di nuovo entrare liberamente in Slovenia!
Da lunedì 15, invece, cesseranno del tutto i controlli al confine e tutti gli italiani potranno entrare e circolare liberamente in Slovenia.
La lunga attesa è (quasi) finita!
PROVERBIO FRIULANO
Il proverbio friulano della settimana
di Vita nei campi
di Vita nei campi
“San Cansian cu la galete in man” ovvero a San Canziano (il 10 giugno) il bozzolo (del baco della seta) in mano, si era concluso il periodo di allevamento.
I cammini delle 44 chiesette votive delle Valli del Natisone 1 parte
Fontane allegoriche, lastre di pietra, banche, castelli, fortilizi, grotte
Il sambuco - Natura delle Valli del Natisone/Nediške doline
Sambucus L. è un genere di piante ascritto alla famiglia delle Caprifoliacee. Comprende specie arbustive di medio-grandi dimensioni, talvolta in forma di piccolo albero con altezza di 5-10 metri, comunissimo lungo le siepi campestri, nei boschi planiziari e submontani e presso i casolari di campagna, nonché alla periferia delle città, dove rappresenta un relitto della vegetazione spontanea. Secondo la classificazione APG la specie è collocata nella famiglia delle Adoxaceae.[1]
Il Sambuco è una pianta originaria dell'Europa e del Caucaso...continua qui
11 giu 2020
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meni v last je dala" (I. Trinko)
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terra misera,
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che la grazia divina,
mi ha donato"
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Ucraina detenuti in guerra
Ucraina, Zelensky manda i detenuti in guerra. Russia: "Usa e Europa giocano col fuoco" Ucraina, Zelensky manda i detenuti in g...
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