Il territorio del comune di Grado si estende tra la foce dell'Isonzo e il mar Adriatico e la laguna omonima che copre una superficie di circa 90 km² e che va da Porto Buso a Fossalon[7]. Il capoluogo si trova sull'isola maggiore ed è diviso in numerose zone e rioni: Gravo vecia (la città antica racchiusa dal perimetro del castrum romano), Borgo de fora, Isola della Schiusa, Colmata, Centro, Squero, Città Giardino, Valle Goppion - ex Valle Cavarera, Grado Pineta, Primero.
La laguna comprende circa 30 isole e copre una superficie di circa 90 chilometri quadri. Oltre all'isola maggiore, sono abitate stabilmente anche l'isola della Schiusa, collegata a Grado con due ponti, e l'isola di Barbana. Nell'entroterra, rientra nel comune di Grado la frazione di Fossalon, una fertile area agricola ricavata con una bonifica nella prima metà del XX secolo, e Boscat[8]. La Valle Cavanata, presso Fossalon, è dal 1996 una riserva naturale protetta.
Clima
Il clima è piacevolmente temperato, con medie che variano dai 4 °C di gennaio ai 25 °C di luglio.
Dal 1873 fu istituito a Grado uno ospizio marittimo per bambini denominato Ospizio Marino, in seguito alle sollecitazioni del medico Giuseppe Barellai che riscontrò nel clima e nell'ambiente dell'isola un luogo favorevole alla cura di alcune malattie infantili[9]. Successivamente Grado è stata la destinazione prescelta per le cure termali marine soprattutto dalla popolazione austriaca; si è sviluppata e diffusa la psammatoterapia (sabbiature)[10] e gli standard nel settore hanno raggiunto livelli molto alti[9].In epoca romana la città, conosciuta come ad Aquae Gradatae, fu il porto a servizio di Aquileia e Castrum, il primo per le navi che da lì entravano nel Natissa. All'epoca il territorio di Grado era attraversato da un'importante strada romana, la via Gallica.
Grado si sviluppò attorno al 452, quando molti abitanti si rifugiarono sull'isola per sfuggire alle orde degli Unni guidati da Attila.
Nel 568, in seguito all'invasione dei Longobardi in Friuli, il patriarca Paolino, vescovo di Aquileia[11], vi trasferì la sede del Patriarcato di Aquileia. Grado crebbe di popolazione ed acquisì quindi un ruolo politico e religioso di primo piano, testimoniato dalla costruzione delle maestose basiliche di Santa Eufemia e di Santa Maria delle Grazie, entrambe della fine del VI secolo. L'isola lagunare venne fortificata, prese il nome di Nova Aquileia e rimase nell'ambito dei domini bizantini, mentre il resto del Friuli, Aquileia compresa, era sotto il controllo dei Longobardi. Nel 662 il duca Lupo, dopo aver assaltato e depredato la città, riportò il tesoro patriarcale ad Aquileia.
Nell'875 Grado fu minacciata dai pirati della Dalmazia e fu salvata con una battaglia navale che si svolse nelle acque di fronte all'isola e che fu vinta dalla flotta veneziana sotto il comando di Giovanni Partecipazio[12]. Il conflitto con Aquileia riesplose nel 1024 quando il patriarca aquileiese Poppone fece assaltare e saccheggiare dai suoi uomini. Contemporaneamente l'emergere di Venezia come centro dominante delle lagune venete segnò il lento declino dell'isola.
A partire dal XII secolo lo stesso patriarca di Grado (che nel 1451 diverrà, anche nel nome, patriarca di Venezia) trasferì la sua residenza alla basilica di San Pietro di Castello, a Venezia. Grado divenne quindi un povero paese di pescatori, e tale rimase nei secoli successivi, appartenendo al Dogado, la stretta lingua di terra che si estendeva dal delta del Po a Grado e sin quasi a Monfalcone: un insieme di lagune, barene, canali e corsi d'acqua direttamente amministrati dalla città di Venezia e che assicuravano alla Serenissima il diretto controllo di buona parte del litorale alto-adriatico, ma senza quasi penetrare nella terraferma.
Con il trattato di Campoformio (1797) e la fine della millenaria Repubblica Veneta, Grado entrò a far parte dei domini di casa d'Austria che, eccettuata la breve parentesi napoleonica, ne mantenne il possesso fino al 1918. Nel giugno 1810 un manipolo di soldati britannici sbarcò sull'isola e disperse la guarnigione francese.
Nella seconda metà del XVIII secolo iniziò a muovere i primissimi passi l'industria turistica gradese. Nel 1873 fu inaugurato un ospizio marino per minori, nel 1892 il primo stabilimento balneare e quattro anni dopo il primo albergo. In pochi anni Grado divenne una delle località balneari più note dell'Impero austro-ungarico; nuovi alberghi e villini furono costruiti nella zona prospiciente al mare mentre nel 1910, per favorire l'afflusso dei vacanzieri, fu aperto il tronco ferroviario per Cervignano. In quegli anni Grado, che dipendeva amministrativamente da Gorizia, venne dotata dell'attuale diga con passeggiata a mare e del caratteristico porto interno.
Il 27 maggio 1915, tre giorni dopo l'entrata dell'Italia nella prima guerra mondiale, Grado fu occupata dalle truppe del Regio esercito. Il paese, grazie alla sua posizione strategica, divenne un'importante snodo delle retrovie del vicino fronte; inoltre, grazie alla sua vicinanza a Trieste divenne una delle basi dei motosiluranti della Regia Marina[13]. All'idroscalo di Grado, sull'isola di Gorgo, dal 17 gennaio 1917 fu di stanza la 2ª Squadriglia Idrovolanti fino al mese di novembre. Nella primavera 1917 fu istituita la 253ª Squadriglia che resterà fino al 30 ottobre 1917, data in cui Grado fu abbandonata dagli italiani a seguito della disfatta di Caporetto. Al termine della prima guerra mondiale l'isola, che nonostante la prossimità del fronte fu sostanzialmente risparmiata dalle vicende belliche, venne annessa all'Italia.
Ai confini di Aquileia, nella zona del Belvedere dove la terra si interrompe e lascia posto alla laguna, era possibile imbarcarsi per raggiungere l'isola di Grado. Successivamente ci fu uno sviluppo turistico e urbanistico e nel 1905 fu costruita una strada nel mezzo della laguna per collegare le due parti del territorio[14][15].
Nel 1936 Grado fu definitivamente collegata alla terraferma tramite la costruzione di un ponte girevole che pose fine all'isolamento dell'isola[11]. Una rapida espansione urbanistica, accompagnata da opere di bonifica e di contenimento delle acque, ha quindi notevolmente ampliato le dimensioni dell'abitato, che ora si estende anche sulla vicina isola della Schiusa.https://it.wikipedia.org/wiki/Grado_(Italia)