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13 apr 2024

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Le più importanti testimonianze manoscritte in sloveno, a noi pervenute

 Il Manoscritto di Udine (Videnski Rokopis in sloveno) è un documento del XV secolo che contiene, tra le varie annotazioni, anche un elenco di numeri scritti in lingua slovena con caratteri latini.Le più importanti testimonianze manoscritte in sloveno, a noi pervenute, possono riassumersi in:

  • Monumenti di Frisinga (Brižinski Spomeniki in sloveno), datati la metà del IX secolo e scoperti nel XIX secolo; contengono frasi rituali di confessioni, annotazioni su prediche riguardanti il peccato e la penitenza e formule di abiura.
  • Manoscritto di Rateče o di Klagenfurt (Rateški o Celovški Rokopis in sloveno), datato 1362-1390 e riportante le preghiere del Pater Noster, dell'Ave Maria e del Credo.
  • Manoscritto di Stična (Stiški Rokopis in sloveno), collocato negli anni 1428-1440, contenente brevi testi di carattere religioso.
  • Manoscritto di Udine scritto a metà del XV secolo.
  • Manoscritto di Cergneu ( Černjejski Rokopis in sloveno) della fine del XV secolo (1459-1585) riportante annotazioni sulle donazioni fatte dai fedeli alla Confraternita di Santa Maria di Cergneu.
  • Manoscritto di Castelmonte ( Starogorski Rokopis in sloveno), compilato alla fine del XV secolo (1492-1498) con il testo delle preghiere del Pater Noster, dell'Ave Maria e del Credo.
Il Manoscritto di Udine fu compilato nel periodo compreso tra l'anno 1438 ed il 1471. Attualmente è custodito presso la Biblioteca civica Vincenzo Joppi di Udine ed è il più antico, fra i documenti sopra elencati, conservato nei musei e nelle biblioteche italiane.

Generalità

Il Manoscritto è conosciuto anche come "Quadernetto memorie Cattarina Seraduraro o pur di Fabro"mentre nella storia della letteratura slovena, data la sua ubicazione, viene nominato come "Videnski Rokopis".
Il libretto è realizzato in pergamena e consiste, ad eccezione della copertina, in 40 fogli dalle dimensioni di 14,3x11 centimetri.
La sua importanza per la lingua slovena è dovuta al fatto che, in un contesto di annotazioni effettuate in lingua friulana, viene elencata una successione di numeri scritti in sloveno. Le cifre riportate sono:
  • le unità/decine da 1 a 42;
  • le centinaia da 100 a 500;
  • le migliaia solamente fino al 2000.
La compilazione della parte in lingua slovena avvenne il 29 ottobre 1458 ad opera di Nicholo Pentor di Cormons

Buon fine settimana

Udine/Viden

lmmagine dal web

Zavarh/Villanova delle grotte

foto personale 


San Pietro al Natisone/Speter
dal Novi Matajur

12 apr 2024

Boris Pahor e Sergio Mattarella oggi a Trieste

 


 Trieste ha conferito la Laurea honoris causa a Sergio Mattarella e Borut Pahor. Questo riconoscimento è stato assegnato ai due protagonisti della riconciliazione che hanno interpretato l’amore per la patria in una dimensione europea. Entrambi hanno saputo coraggiosamente ripudiare l’egoismo nazionalistico, perseguendo invece una politica di riconciliazione. Hanno creato e consolidato spazi e simboli dedicati alla memoria collettiva, contribuendo a trasformare la frontiera adriatica da un territorio di aspro conflitto etnico e culturale in un’area di dialogo, cooperazione e amicizia, basata sui diritti umani e sulle libertà democratiche.AI




BUON VENERDI'


 da https://marijakes.blogspot.com/2024/04/zahradni-pitko.html

11 apr 2024

IL PADRE DELLA BENECIA

 



"O ti zemlja rodna,

  zemlja bedna,
  ki te milost božja,

  meni v last je dala" (I. Trinko)

"O terra natia,
  terra misera,
  piccola,
  che la grazia divina,
  mi ha donato"
(traduzione)


Ivan Trinko è nato nel 1863 a Tarčmun/Tercimonte,paesino delle Valli del Natisone/Nediške doline,sulle pendici sud -ovest del Matajur.
 Frequentò le scuole elementari a Cividale, e nel 1875 si recò a Udine nel seminario.Disse la prima Messa nel 1886.
Divenne prefetto del seminario e per tre anni studiò filosofia ,russo, polacco e ceco . Nel 1889 divenne professore di filosofia e di italiano presso la scuola secondaria inferiore, nel 1894 assunse la cattedra di filosofia nel seminario, che ha mantenuto fino al suo ritiro. Nel  tempo libero insegnava agli studenti della Benečija la lingua letteraria slovena.
Nel 1942 a Udine ebbe un incidente ,dopo la dimissione dall'ospedale smise di lavorare e ritornò ottantenne a Tarčmun nella casa dei nipoti.Aveva una stanza e cappella,leggeva,studiava,riceveva gli amici e lì rimase fino alla sua morte nel 1954.Fu scrittore,poeta,filosofo,compositore,traduttore,linguista,critico,disegnatore e geologo.
Il Circolo Culturale - Kulturno Društvo Ivan Trinko  di Cividale è a lui dedicato come anche alcune scuole slovene del Friuli.Il Comune di Cividale gli ha dedicato la via dove si trova il circolo I.Trinko.
Fu una grande figura che risvegliò la coscienza nazionale della Benečija, perciò è chiamato anche "padre della Benečija".


RICORDI

Ricordo quando morì,anche se ero bambina. Non potei partecipare al suo funerale,perchè per raggiungere Tarčmun bisognava percorrere un lungo tratto attraverso il sentiero.Era il lontano 1954 e non tutti i paesi avevano le strade!

Il blog di Andrea: I giovani "anziani"

Il blog di Andrea: I giovani "anziani": In 15 minuti Dario Fabbri ha smontato tutto ciò che credevo di sapere sui giovani, spiegando la differenza tra i giovani veramente giovani, ...

Proverbio sloveno

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Puščave se vse bolj širijo. Še nam bodo metali pesek v oči.

I deserti si diffondono sempre di più. Stiamo gettando sabbia negli occhi.

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9 apr 2024

PRUGNE,SUSINE,SESPIS,SLIVE

 Parliamo di susine e sespis

di Raffaele Testolin
Dopo aver appurato la corretta scrittura e dizione della voce ‘susine’ nella lingua friulana (sespe al singolare, sespis al plurale secondo la koinè, ma ho raccolto quache versione diversa da dissidenti della koinè), eccomi a parlarvi di questo interessante argomento.
Quello delle susine è un mondo affascinante, ma la confusione regna sovrana e allora, dopo aver cercato qualche anno fa di fare un po’ di chiarezza prima a me stesso e poi a voi, provo a tornare sull’argomento.

Ci sono susine piccole, grosse e molto grosse e per quanto riguarda il colore dei frutti, abbiamo susine gialle, rosa, rosse (rossa può essere anche a polpa), viola, nere con tutte le variazioni che madre natura è stata in grado di creare. Ebbene, né le dimensioni né il colore aiutano a distinguere le diverse specie e varietà botaniche, che sono molte. Se poi aggiungiamo gli ibridi prodotti dal Burbank cent’anni fa, incrociando susine cinesi e selvatici americani, diventiamo matti perché questi ibridi si chiamano ‘Gocce d’oro’, ‘Santa Rosa’ e così via, tanto che molti sono convinti che si tratti di susine italiane. Niente di più errato. Allora, provo, cercando di non far arricciare il naso agli esperti, di darvi due dritte per inquadrare questi meravigliosi frutti:
Punto 1. Se avete a che fare con susine di grosse dimensioni, state certi che sono susine cino-giapponesi o ibridi più complessi, a meno che non siano frutti ovali e con la buccia blu e allora potrebbero essere susine europee, molto apprezzate come prodotto da consumare fresco o essiccato (le famose prugne secche, che zia Maria chiamava ‘provvidenza’ per la capacità - diciamo con un’espressione nobile - di regolare l’organismo).
Punto 2. Se i frutti sono piccoli, giochiamo in casa e se non sono mirabolani o emoli; se non sono le vecchie mirabelle o le damaschine, tutta roba ormai abbandonata o usata solamente come portinnesti, siamo in presenza di sua maestà la sespe. Frutto adorato dai friulani e che l’ERSA ha provvidenzialmente raccolto nel proprio campo catalogo. Si chiamano ‘Čiešpa di Clastra’, ‘Prissica’, ‘Sant’Anna di Trampus’, ‘Zimber bianco’, tanto per ricordare le più interessanti, che si consumano come frutto fresco e che possono essere distillate, producendo uno slivovitz da campionato mondiale dei distillati. Mi devo fermare qui perché agli amici che mi fanno dono di qualche preziosa bottiglia di slivovitz prodotto in casa da loro – tutto legale, si intende – potrebbero venire le lacrime agli occhi. Un abbraccio a questi amici e buona domenica a tutti.
da Vita nei campi




8 apr 2024

ECLISSI SOLARE - LIVE STREAMING - seguiamo l'eclissi negli USA in diretta

eclissi totale del Sole

immagine da wikipedia

 Lunedì 8 aprile 2024 si verificherà l’evento astronomico più atteso dell’anno: una lunga e spettacolare eclissi totale di Sole. Ecco a che ora, dove e come vedere il disco solare oscurato dalla Luna.

A cura di Andrea Centini

continua su: https://www.fanpage.it/innovazione/scienze/eclissi-totale-di-sole-l8-aprile-2024-a-che-ora-e-dove-vederla-in-diretta-dallitalia/

L’eclissi solare totale del 2024 non sarà visibile direttamente dall’Italia. Tuttavia, oggi, 8 aprile, è possibile osservare l’evento virtualmente tramite streaming online1La prossima eclissi solare che sarà visibile in Italia avverrà nel 2026 e nel 20272. Per gli appassionati di astronomia, queste sono date da segnare sul calendario! 🌑✨ IA

Io ho visto l'eclissi l'11 agosto 1999,fu uno spettacolo inquietante,

Caldo anomalo in FVG


 In Friuli in questi giorni abbiamo avuto un caldo anomalo.La temperatura si è avvicinata ai 30 gradi.Domenica c'è stata la corsa alle spiagge di Lignano e alla montagna.Io spero che quest'estate non faccia tanto caldo,perchè non lo sopporto.Buona giornata.

Pulizia etnica all'italiana

 

Partigiani Sloveni uccisi da soldati italiani

Tra il '42 ed il '43 il nostro esercito internò nel campo di Gonars migliaia di persone: quasi 500 morirono in pochi mesi. Il progetto: ripopolare il territorio sloveno con italiani. Un articolo di Alberto Bobbio pubblicato su Famiglia Cristiana


10/02/2004 -  Alberto Bobbio

E' una storia rimossa che emerge oggi, 65 anni dopo, con grande difficoltà dalle pieghe della memoria. E' la storia della pulizia etnica all'italiana, che ha lo stesso linguaggio, nasce dalle stesse intenzioni e procede con le stesse azioni dei signori della guerra nei Balcani dell'ultimo decennio del secolo appena passato. Cambiano i nomi, ma quello dell'alto commissario fascista di Lubiana, annessa al Regno d'Italia nel 1941, Emilio Grazioli, potrebbe essere equivalente a quelli di Milosevic o Karadzic, e a quelli dei generali Mario Robotti e Mario Roatta al generale serbo Ratko Mladic o al croato Ante Gotovina, criminali di guerra.

Ma nessun militare né civile italiano è mai stato processato da un tribunale. L'Italia si è assolta e l'amnistia del dopoguerra non ha permesso neppure di conservare la memoria giudiziaria dei fatti. Ora qualcosa lentamente riemerge e il difetto di conoscenza e di coscienza collettiva è tragico. Alessandra Kersevan, ex insegnante di scuola media in Friuli, ricercatrice a contratto in didattica delle lingue all'Universitа di Trieste, ha pubblicato, con il contributo del Comune di Gonars, uno straordinario studio sul campo di concentramento fascista di quel paese, ricostruendo tutta la storia della "pulizia etnica all'italiana" in Slovenia e in Croazia.

Spiega la Kersevan: "Ho lavorato per 15 anni negli archivi sloveni a Lubiana, all'archivio di Stato di Udine e in quelli dell'Esercito italiano a Roma. Gonars è una faccenda tutta italiana. Tra il 1942 e il '43 vennero internate migliaia di persone, rastrellate dall'Esercito italiano, donne, vecchi, bambini. Quasi 500 morirono in pochi mesi".

Ma Gonars, come le altre decine di campi di concentramento fascisti, rimase invisibile nell'Italia del dopoguerra. Spiega il professor Spartaco Capogreco, docente alla facoltà di Scienze politiche dell'Università della Calabria, il maggior esperto dei campi di concentramento fascisti, di cui a febbraio uscirа per Einaudi il volume I campi del Duce: "E' una storia di minimizzazioni e amnesie, che hanno offuscato gravi e precise responsabilità e che hanno contribuito all'affermazione di un pregiudizio, quello della naturale bontà del soldato italiano. Va anche rilevato il potente effetto assolutorio di Auschwitz nei confronti degli altri campi di concentramento. Ma ciò non giustifica l'oblio, né della politica di internamento fascista né della pulizia etnica all'italiana".

Nella notte tra il 22 e il 23 febbraio 1942, Roatta, Robotti e Grazioli fanno circondare Lubiana con reticolati di filo spinato: la cittа diventa così un immenso campo di concentramento. Robotti spiega al Duce il suo "metodo deciso": "Gli uomini sono nulla", e comunica la sua intenzione di "arrestare in blocco gli studenti di Lubiana". I rastrellamenti sono operati dai Granatieri di Sardegna. Il generale Orlando, comandante della divisione, prevede lo sgombero delle persone "prescindendo dalla loro colpevolezza".

Alla fine di giugno Orlando comunica che con l'arresto di "5.858 persone si è tolto dalla circolazione un quarto della popolazione civile di Lubiana". Scrive il tenente dei Carabinieri Giovanni De Filippis in un promemoria che Alessandra Kersevan ha rintracciato a Roma: "Continua caotico e disorientato il procedimento dei fermi... La popolazione vive in uno stato di vero incubo".

La filosofia della pulizia etnica era stata indicata nella circolare "3C" del generale Roatta: "Internamento di intere famiglie, uso di ostaggi, distruzione di abitati e confisca di beni".

"Internamento di massa"

Il 24 agosto 1942 Grazioli prospettava al ministero dell'Interno "l'internamento di massa della popolazione slovena" e la sua "sostituzione con la popolazione italiana". Robotti spiega ai comandanti: "Non importa se all'interrogatorio si ha la sensazione di persone innocue. Quindi sgombero totalitario. Dove passate, levatevi dai piedi tutta la gente che può spararci nella schiena. Non vi preoccupate dei disagi della popolazione. Questo stato di cose l'ha voluto lei, quindi paghi".continua https://www.balcanicaucaso.org/aree/Slovenia/Pulizia-etnica-all-italiana-25225

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Ivan Trinko

"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

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  Il proverbio friulano della settimana di Vita nei campi fb “Mai / salte fûr el cai” ovvero a maggio escono le chiocciole che segue l’altro...

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