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21 ott 2023

Mele,castagne e diversificazione


 Alcune raccolte fondamentali sono ancora in corso (tra cui la più rilevante economicamente, quella delle mele), per cui bisogna ancora tenere le dita incrociate, ma l’annata agricola 2023 sembra avviarsi verso una conclusione positiva. Francesco Chiabai, segretario per la provincia di Udine della Kmečka zveza, sottolinea non solo l’aspetto delle quantità, pur importante, ma anche un «cambiamento di pelle» del settore primario della Slavia dove la tradizione si sposa con nuove professionalità, la ricerca della qualità e di nuovi sbocchi diretti verso i mercati di consumo, la sempre più profonda e strutturale collaborazione transfrontaliera con la Slovenia, che si conferma anche a livello agricolo un grande punto di forza per la Benecia. Al Burnjak di Tribil Superiore, la principale «vetrina» delle produzioni di qualità della Slavia, in programma domenica, 15 ottobre, si vedranno insomma volti sorridenti e si potranno assaggiare prelibatezze particolarmente gustose.

Mele col vento in poppa

«È stata un’annata strana, capricciosa come il meteo – spiega Chiabai – ma alla fine abbiamo schivato il grosso problema delle grandinate e nei settori dell’orticoltura, frutticoltura, seminativi e foraggi il bilancio è positivo. Anzi, le temperature miti e il clima ventilato di questi giorni stanno facendo molto bene alla raccolta delle mele, il settore in cui ci sono, tra San Pietro al Natisone e Pulfero, le aziende agricole più grandi e infrastrutturate. La raccolta è partita sotto la pioggia, nell’unica settimana di maltempo, ma ora il cambiamento climatico ci sorride».

Castagne, i primi test sono positivi

E sorride pure alla raccolta delle castagne, quest’anno un po’ tardiva e appena agli esordi, ma che si annuncia di ottima qualità. «C’era qualche preoccupazione, ma l’andamento del meteo sta favorendo la maturazione e la caduta dei frutti – spiega Chiabai –. Potrebbe essere un’annata molto buona, sotto il profilo della quantità ma soprattutto della qualità».

Chiunque conosca le Valli del Natisone e del Torre le associa mentalmente alla castagna, anche se ormai questa coltura ha un peso e un’estensione irrilevante per le aziende agricole organizzate. «Il castagno, però, oltre che un simbolo storico per la rilevanza che ha avuto per la vita delle nostre popolazioni – spiega Chiabai – è anche l’emblema di quello che dovrebbe diventare la nostra agricoltura: non possiamo competere sul prezzo con le produzioni meccanizzate di altre zone, ma dobbiamo raggiungere il consumatore finale attento alla qualità e alla salubrità, anzi dobbiamo farlo venire a visitare i nostri borghi e i nostri boschi. Siamo l’unica zona in regione che può vantare ben 9 varietà di castagna e questo può rimanere un’ottima integrazione del reddito che si sposa anche alla manutenzione dell’ambiente e alla lotta all’avanzare del bosco, perché il castagno richiede spazi aperti, sole e aria». Grazie alla nostra straordinaria biodiversità siamo riusciti a contenere meglio che altrove il problema del cinipide galligeno del castagno, il parassita che ha fatto temere negli anni scorsi la scomparsa del castagno dai nostri boschi.

Zucche e rape per battere il cambiamento climatico

Tra gli agricoltori della Slavia cresce la consapevolezza che, per battere le incertezze del cambiamento climatico, bisogna investire sulla diversificazione.

«Il settore che meglio permette di farlo è quello dell’orticoltura. Si può infatti scegliere tra una grande varietà di colture, a partire da quelle autoctone – spiega Chiabai – e una grande varietà di trasformazioni, che permettono anche di destagionalizzare il prodotto, ad esempio con le conserve in agrodolce e sotto aceto. Si possono valorizzare le varietà locali, come ad esempio la zucca a pasta bianca tipica della Valli del Natisone con cui si fa la zuppa “malonova”, oppure le rape, che possono avere una molteplicità di trasformazioni. Questo è un modo anche per ridurre gli sprechi e per arrivare al consumatore finale, quello disposto a pagare di più per un prodotto buono e genuino, aumentando il valore aggiunto che rimane all’impresa agricola. Un discorso che si lega anche al turismo e alla valorizzazione del territorio.Mancano però trasformatori, cioè professionisti di questa arte di produrre conserve. Questo può essere uno spazio professionale anche per i giovani», spiega Chiabai.

Autosufficienti per il foraggio

Ottima anche la produzione autoctona di foraggio, dopo la crisi dello scorso anno. Una boccata d’ossigeno per gli allevatori che non hanno dovuto acquistare i foraggi altrove, e magari un incentivo anche per sfalciare qualche prato in più.

Sempre più in rete con la Slovenia Un altro bell’esempio di evoluzione positiva dell’agricoltura nella Slavia viene dall’allevamento. Se nel settore lattiero-caseario si segnala l’ascesa di ottime produzioni di qualità locali, in quello della carne un ottimo risultato ha avuto il progetto transfrontaliero Interreg Italia-Slovenia denominato «Farm eat», ovvero «mangia in fattoria». Ha permesso ad allevatori della Benecia e della valle dell’Isonzo di mettersi in rete realizzando un disciplinare di produzione di carne di qualità: solo bovini da pascolo, regole ferree sull’alimentazione tra cui l’assoluto no agli Ogm. Il tutto completato dal ruolo chiave assunto dal macello di Tolmino, che si è occupato del taglio e del confezionamento della carne per i piccoli produttori.

«Unendo le forze si è potuto scavalcare l’ostacolo dei forti investimenti che sarebbero stati necessari a ciascuna azienda per provvedere a macellazione e confezionamento delle carni – spiega Chiabai –. Il legame con la Slovenia è fondamentale, perché nella valle dell’Isonzo il settore agricolo è molto forte e organizzato. Anche in questo settore c’è spazio per i giovani. Mancano casari, macellai, norcini». (Roberto Pensa )   dal Dom

20 ott 2023

Venti di guerra e terrorismo. Reintrodotti i controlli delle frontiere con la Slovenia

 Il Governo italiano ha comunicato la reintroduzione dei controlli delle frontiere interne terrestri con la Slovenia, in base all’articolo 28 del Codice delle frontiere Schengen (Regolamento Ue 2016/339).  La misura verrà attuata dal 21 ottobre prossimo per un periodo di 10 giorni, prorogabili ai sensi del Regolamento Ue 2016/339.

Il ripristino dei controlli alle frontiere interne, già adottato nell’area Schengen, è stato comunicato dal ministro Piantedosi alla vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas, al commissario europeo agli Affari interni Ylva Johansson, alla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, al segretario generale del Consiglio dell’Unione europea Thérèse Blanchet e ai ministri dell’Interno degli Stati membri Ue e dei Paesi associati Schengen.

L’intensificarsi dei focolai di crisi ai confini dell’Europa, in particolare dopo l’attacco condotto nei confronti di Israele, ha infatti aumentato il livello di minaccia di azioni violente anche all’interno dell’Unione. Un quadro ulteriormente aggravato dalla costante pressione migratoria cui l’Italia è soggetta, via mare e via terra (140 mila arrivi sulle coste italiane, +85% rispetto al 2022). Nella sola regione del Friuli Venezia Giulia, dall’inizio dell’anno, sono state individuate 16 mila persone entrate irregolarmente sul territorio nazionale.

Questo scenario, oggetto di approfondimento anche da parte del Comitato di analisi strategica anti-terrorismo istituito presso il ministero dell’Interno, conferma la necessità di un ulteriore rafforzamento delle misure di prevenzione e controllo. Nelle valutazioni nazionali, infatti, le misure di polizia alla frontiera italo-slovena non risultano adeguate a garantire la sicurezza richiesta. Le modalità di controllo saranno attuate in modo da garantire la proporzionalità della misura, adattate alla minaccia e calibrate per causare il minor impatto possibile sulla circolazione transfrontaliera e sul traffico merci. 
Ulteriori sviluppi della situazione ed efficacia delle misure verranno analizzati costantemente, nell’auspicio di un rapido ritorno alla piena libera circolazione.

Fedriga: “Scelta indispensabile’

“La decisione di ripristinare i controlli ai confini con la Slovenia – dichiara il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimliano Fedriga. – risponde all’indifferibile urgenza di tutelare la sicurezza del nostro Paese alla luce della crescente tensione internazionale e all’indomani degli attacchi terroristici condotti da Hamas contro Israele e del riverbero della crisi mediorientale sull’Europa. Va da sé che si tratta di una scelta difficile, che non fa piacere a nessuno, ma che appare talmente indispensabile da essere stata già adottata anche da altri Paesi dell’Unione.”

Il sindaco di Nova Gorica Samo Turel critica la decisione

Il sindaco di Nova Gorica Samo Turel critica la decisione del governo italiano di introdurre controlli alle frontiere: “La polizia di Nova Gorica non rileva aumenti di numeri di migranti nè attività criminali ad essi legate” dice. “Mi chiedo se il controllo alle frontiere sia la cosa giusta da fare. Ho chiamato il sindaco di Gorizia Ziberna e anche lui non è favorevole a una possibile chiusura delle frontiere”.

Roberti, controlli a confini è risposta forte e adeguata

“Quella del Governo è una risposta adeguata a una situazione complessa. Ringrazio fin da subito il ministro Piantedosi, tutto il governo e le forze di Polizia che, con la professionalità che da sempre le contraddistingue, svolgeranno i controlli sul confine tra Italia e Slovenia”. Questo il commento dell’assessore regionale alle Sicurezza Pierpaolo Roberti alla decisione del Governo italiano, comunicata nel pomeriggio dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi al suo omologo sloveno Bostjan Poklukar, di attuare controlli temporanei alle frontiere con la Slovenia a causa del cambiamento della situazione in Europa e nel Medio Oriente. Roberti ha rimarcato che “l’attacco a Israele da parte di Hamas, le tensioni in Medio oriente e il recente attentato condotto da un lupo solitario arrivato illegalmente in Europa richiedevano una decisione forte che puntualmente è arrivata”.

Moretti (Pd), controlli utili contro terrorismo

“La temporanea sospensione di Schengen al confine con la Slovenia è una misura che va usata esclusivamente in funzione di prevenzione antiterrorismo. Se il Governo l’ha fatto, avrà avuto le sue ragioni. Quello che è stato il confine più aperto d’Europa deve tornare a esserlo”. Lo afferma in una nota il capogruppo del Partito democratico, Diego Moretti, commentando la notizia della decisione del Governo italiano, comunicata nel pomeriggio dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi al suo omologo sloveno Bostjan Poklukar, di attuare controlli temporanei alle frontiere con la Slovenia a causa del cambiamento della situazione in Europa e nel Medio Oriente. “In questa vicenda – conclude Moretti – non si tiri in ballo il Cara di Gradisca: non c’entra nulla e non devono quindi esserci strumentalizzazioni”.https://www.ilfriuli.it/cronaca/reintrodotti-controlli-frontiere-slovenia/

19 ott 2023

Meteo


 Buon giovedì piovoso!

In Friuli il Meteo prevede pioggia fino a domenica,sole lunedì e poi ancora pioggia.

Non riesco a caricare le immagini,succede anche a voi?


PROBLEMA RISOLTO


17 ott 2023

Proverbio friulano

 Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei Vita Nei Campi
“ A san Luche si bêf il vin te sucie” ovvero il giorno di San Luca (il 18 ottobre) si beve il vino (che dovrebbe essere già bevibile) nella zucca (che è già matura) quella vinaria ad esempio o la Lagenaria siceraria, usate in antico anche come bottiglie.
Tutte le re

La spesa alimentare

 La spesa alimentare

di Raffaele Testolin
Frutta e verdura alle stelle è il leit motiv di quest'estate. Che frutta e verdura siano aumentati e di molto negli ultimi mesi non ci sono dubbi. Le cause sono molte e alcune contingenti, legate ad eventi atmosferici che hanno fatto mancare molta frutta e verdura sui banchi del supermercato.
Certamente le zucchine da 2 euro a 7 quelle piccole con il fiore, le melanzane a 6 Euro, i cetrioli a ., i pomodori da 2 a 4 Euro, sono prezzi elevati. Per non parlare della frutta di stagione: ciliegie e albicocche sono state per molti un prodotto quasi irraggiungibile quest'anno.
Ma io che lavoro in agricoltura, voglio spezzare una lancia a favore di chi coltiva frutta e verdura. Il prezzo pagato all'orticoltore, che alle 4 di mattina tutti i giorni va a consegnare il prodotto al mercato, è la metà del prezzo pagato dal consumatore al supermercato e l'orticoltore non ha alcun potere contrattuale. Il prezzo lo fa la grande distribuzione.
Frutta e verdura, una volta superato il momento contingente, potranno tornare a prezzi più ragionevoli, per cui voglio affrontare il discorso più generale di quanto spende una famiglia per la spesa alimentare, a costo di inimicarmi qualche lettore.
Tra i 'single' e le famiglie con due figli ci stanno gran parte delle famiglie italiane, che - in base alle statistiche - sono composte mediamente da 2,4 unità.
Sapete quanto investe una famiglia friulana, che dispone di un reddito medio mensile di 2.594 Euro, per la spesa alimentare? 473 Euro/mese! I dati sono di giugno 2023. Il resto va in 'altro' (vestiti, scuola, sanità, telefonini, trasporti ecc. ecc.).
Ora, siamo sempre più attenti all'alimentazione, cerchiamo il prodotto biologico, ci informiamo sul valore salutistico dei prodotti, frequentiamo gli agriturismi alla ricerca di prodotti genuini, acquistiamo a chilometro zero.
Abbiamo recuperato - se posso ire - una cultura dell'alimentazione. Vogliamo riconoscere un reddito ragionevole al mondo agricolo, che si prende cura della nostra alimentazione? Io voglio sperare di sì e spero che non pretendiamo per pasta, pane, latte e uova prezzi più bassi di quanto paghiamo ora.
Una famiglia - e chiudo - spende il 17% delle proprie entrate per la spesa alimentare. Se salissimo al 20%, rinunciando a qualcosa di superfluo, non sarebbe la fine del mondo e avremmo dimostrato un grande rispetto per il mondo che opera nel settore primario, cioè l'agro-alimentare e che in molta letteratura è ingiustamente considerato il mondo degli 'ultimi'. Buona domenica a tutti.
Da vita nei campi


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"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

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Buon sabato

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