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16 dic 2021

Udine nega la presenza degli sloveni


Ama definirsi «capitale» di tutto il Friuli storico, ma nei fatti rifugge questo suo ruolo. La conferma è venuta dal dibattito in consiglio comunale inerente la riscrittura dello statuto della città, nel corso del quale è stato respinto un emendamento del consigliere Giovanni Marsico, della lista Prima Udine (all’opposizione), che estendeva la «tutela e valorizzazione della lingua e della cultura friulana» alle «lingue minoritarie storicamente riconosciute sul territorio, quali il tedesco e lo sloveno».

«Ho presentato questo emendamento perché in commissione Statuto ho riscontrato una chiusura da parte del consigliere Andreucci, al quale riconosco comunque il grande impegno profuso – spiega Marsico –. Il tema delle lingue minoritarie è quello che ho posto in occasione della discussione delle linee programmatiche e ora ho proposto l’emendamento all’articolo 14 in quanto nella sua formulazione non può soddisfare l’assunto del primo comma: “Il Comune promuove la cultura del plurilinguismo”. Non che credo che il rumeno, l’albanese, l’arabo o lo swahili possano essere considerati alla stessa stregua del tedesco e dello sloveno».

Marsico, a causa di un improvviso ricovero in ospedale per un intervento chirurgico non programmato, non ha potuto esporre le proprie ragioni al consiglio comunale. L’ha fatto al suo posto il capogruppo di Prima Udine, Enrico Bertossi.

«Marsico ha confuso quello che si fa su un territorio più vasto, come la regione o l’ex provincia, dove storicamente sono presenti anche altre minoranze. A Udine dobbiamo promuovere il plurilinguismo che va oltre la tutela delle lingue minoritarie e ha una concezione molto vasta. Se dobbiamo parlare di un valore diffuso a Udine, sia quello della lingua friulana; viceversa sia per il tedesco che per lo sloveno potremmo parlare di piccoli gruppi che magari valorizzano queste due lingue», ha replicato il sindaco, Pietro Fontanini.

Marsico non ci sta. «Nel preambolo dello statuto c’è scritto “La citta di Udine (Udin in lingua friulana, Weiden in lingua tedesca e Videm in lingua slovena) nel tempo Utinum e Udene …”, – fa notare –. Perché nel preambolo viene fatto riferimento al tedesco e allo sloveno e poi nell’articolato ci si dimentica ogni riferimento a queste lingue? Non mi sembra coerente. Se Udine è “capitale del Friuli”, non può essere solo una questione di facciata, ma si deve dimostrarlo concretamente, senza ipocrisie o opportunismi. Udine, quale centro amministrativo, culturale ed ecclesiale di un vasto territorio deve tener conto anche delle due comunità che, come più volte sottolineato dal presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, e dall’assessore Pierpaolo Roberti (entrambi esponenti della Lega come Fontanini, ndr) caratterizzano e danno valore aggiunto al territorio».

Al sindaco che per sloveni e tedeschi ha adoperato la definizione di «piccoli gruppi», Marsico ricorda che «la presenza della comunità di lingua slovena nella città di Udine ha profonde radici. Già nel medioevo essa era molto consistente e nel 1452 fondò la Confraternita di San Girolamo. Questa era molto influente nella vita cittadina e disponeva di un proprio ospedale, poi confluito nell’attuale nosocomio Santa Maria della Misericordia. Ora Udine è il centro politico, amministrativo ed ecclesiale per la Valli del Natisone e del Torre, per Val Resia e Valcanale. Da quelle aree, come pure dalle vicine province di Gorizia e Trieste, dal dopoguerra a oggi, vi si sono trasferite migliaia di persone di lingua slovena. Molte desiderano mantenere la propria identità».

Da un’elaborazione del dott. Mario Canciani, consigliere comunale dal 2008 al 2018, i residenti di origine slovena in città rappresenterebbero addirittura il dieci per cento.

Secondo Marsico «la presenza della comunità di lingua slovena dà a Udine l’opportunità di giocare un ruolo importante nei rapporti culturali ed economici con la vicina Repubblica di Slovenia, finora sempre lasciati in gestione esclusiva a Trieste e Gorizia». Anche per questo il consigliere di Prima Udine si rammarica della mancata approvazione del suo emendamento. «Biasimo tutti i colleghi che nella passata consiliatura hanno condiviso con me tante battaglie in consiglio e che ora, col capo chino, accettano tutte le imposizioni di questo sindaco», chiosa amaramente.

https://www.dom.it/viden-zamolci-prisotnost-slovencev_udine-nega-la-presenza-degli-sloveni/


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