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22 feb 2023
giornata internazionale della lingua madre (21 febbraio)
La giornata internazionale della lingua madre è una celebrazione indetta dall'UNESCO per il 21 febbraio di ogni anno per promuovere la diversità linguistica eculturale e il multilinguismo. Istituita nel 1999, è celebrata dall'anno seguente; nel 2007 è stata riconosciuta dall'Assemblea Generale dell'ONU, contemporaneamente alla proclamazione del 2008 come Anno internazionale dei linguaggi.[1]
La madre lingua è la lingua che si impara per prima , è quella con la quale capiamo, abbiamo emozioni e pensieri,è la lingua con la quale sogniamo. Ogni giorno con essa comunichiamo e usiamo parole diverse, perché la lingua è viva e si creano sempre nuove parole. Probabilmente ognuno di noi usa parole diverse da quelle usate dai i nostri genitori e nonni.
“Parlare a qualcuno in una lingua che comprende consente di raggiungere il suo cervello. Parlargli nella sua lingua madre significa raggiungere il suo cuore”
Le Ceneri/Pepeunica
E' il mercoledì che precede la prima domenica di quaresima.In tale giorno i cattolici dei vari riti latini sono invitati a fare penitenza , a digiunare e a non mangiare carne.Nelle Chiese il sacerdote sparge un pizzico di cenere benedetta sul capo o fronte del fedele e pronuncia la formula tradizionale:"Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai" o la più recente ( riforma liturgica del Concilio Vaticano II):"Convertitevi e credete al Vangelo".Tale rito ricorda la caducità della vita terrena e sprona all'impegno della penitenza nella Quaresima.In Friuli nelle Valli del Natisone (parrocchia di Liessa) una delle tradizioni è la Via Crucis che si fa tutti i venerdì di Quaresima in un paese diverso.
In Friuli è usanza mangiare piatti a base di renga (aringa) ,le ricette sono varie che trovate qui http://www.aringasciocca.it/ricette.html
immagine http://it.wikipedia.org/wiki/Mercoled%C3%AC_delle_ceneri
È costato più di un milione: doveva essere un caseificio, servirà alla produzione di vino
È costato un milione e centomila euro. Doveva essere un caseificio. Per la precisione, il centro di produzione della Latteria sociale di Cividale e Valli del Natisone. Dal 2017 però, anno in cui è terminata la costruzione del capannone nella zona industriale di San Pietro, su incarico dell’allora Uti del Natisone, l’edificio è rimasto vuoto.
A breve, però, diventerà un centro per la produzione di vino. A gestirlo sarà Martina Moreale, già titolare dell’azienda Il Roncal di Cividale del Friuli. Unica offerente per il bando della Comunità di montagna del Natisone e Torre, subentrata nella proprietà della struttura all’Uti, pubblicato ad agosto 2022.
Produzione, negozio e nuovi posti di lavoro
“Quanto prima – ci dice Moreale – intendiamo portare lì la produzione del vino e, non appena materialmente possibile, allestire anche un punto vendita dei prodotti”.
L’auspicio è anche quello di reperire al più presto il personale necessario per avviare l’attività “che – sono sempre le parole dell’imprenditrice – mi auguro possa essere residente nelle Valli del Natisone”.
Ci spiega Moreale che da tempo era alla ricerca di una struttura in cui potesse installare una linea di produzione. Avendo letto il bando della Comunità di montagna, e avendo visionato gli spazi, ha ritenuto la struttura di San Pietro al Natisone particolarmente adeguato per le sue esigenze. Sia per la struttura in sé, che si presenta ancora in buone condizioni e pronta all’uso, sia per il contesto del luogo, che – ci spiega – è paesaggisticamente più accogliente – e dunque adatto ad un’azienda vitivinicola – rispetto ad altre realtà anche poco distanti.
La (lunga) storia del caseificio che non ci sarà
L’aggiudicazione, avvenuta il 10 ottobre dello scorso anno, chiude una lunga vicenda iniziata nei primi anni duemila.
All’epoca l’idea era stata quella di trasferire lì, da Cividale, l’intera produzione casearia della Latteria sociale di Cividale e Valli del Natisone. I fondi, però, erano arrivati materialmente, nelle casse dell’Uti, solo nel 2016. All’epoca quindi il progetto venne realizzato proprio sulla base della ‘manifestazione di interesse’ espressa dalla Latteria sociale. E sulla base di questa vennero realizzati i lavori, tanto che, ancora oggi, ci sono affisse nei locali del capannone le insegne con le indicazioni per quel tipo di produzione. A lavori ultimati però la Latteria sociale non ritenne fossero stati realizzati secondo le proprie necessità. Ancora ad ottobre del 2019 il presidente della cooperativa Dario Roiatti disse in un’intervista per il nostro settimanale che “siamo molto, molto lontani dal poter definire quella struttura un caseificio.” Si riferiva – spiegò – non solo all’assenza dei macchinari, ma proprio agli spazi e ai materiali impiegati per pareti (in cartongesso) e pavimenti.
Certamente per l’ente pubblico proprietario della struttura quella della recente assegnazione è un’ ottima notizia. Sia perché la Comunità di montagna incasserà 16mila e 200 euro all’anno per la locazione, sia perché il rischio – ormai concreto – era quello di assistere al deterioramento di un bene su cui è stato fatto un investimento importante senza che venisse mai utilizzato.
Comugnaro soddisfatto per l’investimento nelle Valli
Antonio Comugnaro, del Comitato esecutivo della Comunità di montagna (e sindaco di San Leonardo), è infatti particolarmente soddisfatto.
“Certo – precisa – dispiace per l’esito che ha avuto la vicenda con la Latteria di Cividale. Ma forse un caseificio di quelle dimensioni avrebbe avuto senso nelle Valli quando qui c’erano ancora diversi allevatori e si produceva ancora tanto latte. Appunto, avrebbe avuto un riscontro significativo per l’economia venti anni fa quando venne pensato il progetto. Oggi molto meno. L’obiettivo più importante ora è che quella struttura, come anche le altre di proprietà della Comunità di montagna, vengano utilizzate al meglio. Da imprenditori locali o che quantomeno creino per questa zona opportunità lavorative”.
21 feb 2023
Fiumi e laghi in Italia sono già stati colpiti dalla siccità
da wired |
Siamo ancora in inverno, ma in Italia l’allarme siccità è già ai livelli emergenziali della scorsa estate. Temperature record e assenza di piogge hanno asciugato il Nord Italia e le nevicate sono state assolutamente insufficienti per rifornire i corsi d’acqua. Sono gli effetti ormai costanti del cambiamento climatico causato dall’uomo, che hanno portato al 40% il territorio italiano esposto alla siccità estrema.
I dati sono quelli del Cnr, che hanno registrato il 40% di pioggia in meno al Nord durante il 2022 e un’assenza di precipitazioni significative durante il primo mese e mezzo del 2023. Il fiume Po è a secco e nella zona di Pavia si trova a meno 3,2 metri rispetto allo zero idrometrico, con le rive ridotte a spiagge di sabbia. Stessa situazione drammatica anche per il fiume Adige, praticamente in secca nella zona tra Ala e Rovereto.
continua https://www.wired.it/article/siccita-fiumi-po-laghi-maggiore-garda/
20 feb 2023
Giornata nazionale operatori sanitari 20 febbraio
"E' un giorno importante in cui voglio semplicemente dirvi grazie per il lavoro straordinario che avete fatto in questi mesi così difficili. E rinnovare l'impegno ad investire nel nostro Servizio sanitario nazionale. Credo che ogni cittadino del Paese abbia capito quanto sia davvero essenziale avere donne e uomini che ogni giorno si fanno carico di difendere la salute delle persone,il diritto alla salute, il senso più alto della nostra Costituzione. Dobbiamo lavorare uniti per difendere questo patrimonio prezioso di energie, con un pensiero particolare a chi ha pagato il prezzo più alto, a chi hanno perso la vita".dal web
Mostra Insieme a Udine
18 febbraio - 16 luglio 2023
Casa Cavazzini
orari, prenotazioni e biglietti
Attraversare a occhi aperti la condizione umana, in particolare i legami che fanno vivere, la passione con cui superiamo solitudini e distanze. Ecco la traccia del cammino affascinante che la mostra «Insieme» propone attraverso cinquantacinque capolavori, molti dei quali appartengono ai più importanti protagonisti dell’arte degli ultimi due secoli, tracciando una via di bellezza che arriva dritta al cuore partendo dall’eleganza dei Preraffaelliti e passando attraverso le suggestioni del Surrealismo, i linguaggi dell’Espressionismo, del Simbolismo e dell’Astrazione. Le opere di autori come John Everett Millais, Franz von Stuck, Vasilij Kandinskij, Salvador Dalí, Alberto Savinio de Chirico, Renato Guttuso, Michelangelo Pistoletto, Giuliano Vangi, Gianfranco Ferroni, Tibor Csernus, e anche del friulano Mirko Basaldella, accanto ad altri, come attori trasformeranno le sale di Casa Cavazzini, il Museo di Arte Moderna e Contemporanea nel centro di Udine, in un dramma teatrale intenso. Attraversare questa mostra significa rivedere tutta la propria vita. I momenti, le figure, gli abbracci e le lacrime più importanti. Basta considerare i passi, le sezioni con cui essa presenta le opere di sala in sala: solitudini; amore; sangue; prossimità; conflitti; il cielo; smarrirsi; ritrovarsi. Già lette in sequenza, queste parole costituiscono un discorso, quasi la proposta di un viaggio interiore. Come il titolo suggerisce, la mostra è una meditazione d’arte per passare da un uomo smarrito nell’incomunicabilità a un uomo ritrovato nell’intersoggettività.
INFORMAZIONI
www.udinegrandimostre.it
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
prenotazioni@udinegrandimostre.it
0432 1279127
ORARI
Lunedì 14.00-18.00
Martedì > Giovedì 9.30 – 18.30
Venerdì > Domenica 9.00 – 20.00
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