La prime ploe d’avost rinfrescjie il bosc
La prima pioggia di agosto rinfresca il bosco
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Blog che parla del Friuli: in particolare delle minoranze linguistiche slovena,friulana e tedesca e non solo. ❤️ Sono figlia di madre slovena (Ljubljana) e di padre appartenente alla minoranza slovena della provincia di Udine (Benecia).Conosco abbastanza bene la lingua slovena.Sono orgogliosa delle mie origini.OLga❤️
Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.
Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d’acqua natia
rimanga ne’ cuori esuli a conforto
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d’avellano.
E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!
Ora lungh’esso il litoral cammina
la greggia. Senza mutamento è l’aria.
Il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciaquìo, calpestìo, dolci rumori.
Ah, perché non son io co’ miei pastori?
https://www.filastrocche.it/contenuti/pastori/
Ljubljanica
By Savinjc, sodelavec projekta Wikipedija (jezik: slovenščina)., CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=31537174
TONE PAVČEK
Voglio pensare come pensa il fiume.
Correre dalla fonte alla foce
come lui che entro le sue rive
non è mai lo stesso e sempre vivo
scorre nell’eternità
e incessantemente esiste.
Scalza tutto ciò che sfiora
e si porta dietro, lava e sciacqua
gli errori del tempo, i guai degli avi,
la fiducia dei nipoti, l’incredulità,
l’entusiasmo e i meriti, moderando
tutto in giusta misura.
Corri allora. Semplicemente come il fiume.
Dalla sorgente fino all’estuario.
E non dimenticare come sono belli
i grembi dei salici, dove il vento
nasconde i suoi canti,
e gli irraggiungibili orizzonti.
Misliti hočem kot misli reka.
Teči od izvira do izliva
kot ona, ki med bregove ujeta
nikoli ista in zmeraj živa
odteka v večnost
in neprenehoma biva.
Vse dosegljivo spodjeda
in nosi s sabo, umiva in spira
zablode časa, zagate dedov,
zaupanje vnukov, nevero,
zanos in zasluge in vse umirja
na pravo mero.
Teči torej. Preprosto kot reka.
Od izvira pa do izliva.
In ne pozabiti, kako so lepa
naročja vrb, kamor skriva
pesmice veter,
in obzorja nedosgljiva.
Tone Pavček è nato il 29/9/1928. Laureato in giurisprudenza è stato per lunghi anni nella redazione culturale della RTV slovena e come direttore nella casa editrice Cankarjeva.
Negli anni del disgelo (gli ’80) è stato Presidente della Lega degli scrittori sloveni e ha svolto altre cariche e impegni sociali importanti.
Tra i premi ricevuto spicca la “Prešernova nagrada”, il massimo riconoscimento nazionale per le arti contemporanee.
Pavček ha debuttato in poesia nella famosa raccolta “Pesmi štirih” (“Liriche a quattro voci”), del 1953, che rimane una pietra miliare nella letteratura slovena del dopoguerra (raccolta programmatica dell’intimismo poetico di quattro autori (oltre a Pavček, Ciril Zlobec, Janez Menart e Kajetan Ković).
Tra i suoi tanti libri di poesia: “Ujeti ocean” (L’oceano imbrigliato,1964), “Zapisi” (Annotazioni,1972), “Poganske hvalnice” (Odi pagane,1976), “Dediscina” (Lascito,1983), “Golicava” (Pianura sterile, 1988), “Temna zarja” (Albore oscuro 1996), “Upocasnitve” (Ultima china 1998).
I suoi saggi sono in due libri: “Cas duse, cas telesa I – II” (Tempo dell’anima, tempo di vollutà, I e II, ‘94 e ‘97).
Su di lui ha scritto un saggio critico in italiano, anche Arnaldo Bressan nel suo libro “Le avventure della parola”, ed. Il Saggiatore,1985.
Intensa la sua attività di traduttore dal russo (Jesenin, Majakovski, Pasternak, Ahmatova, Cvetajeva, Zabalotski, Voznesenski, Brodski), questi in libri autonomi, e tanti altri nell’ampia “Antologia della poesia russa del’900”. Dalla poesia georgiana ha tradotto il poema di Rustavelli “Il cavaliere nella pelle di tigre”, dal croato Kovacić “Jama” e altri ancora.
Ha partecipato nel 1999 a “Napolipoesia. Incontri internazionali di poesia” e nel 2004 agli “Incontri internazionali di poesia di Sarajevo” dedicati al suo caro amico, Izet Sarajlić.
Pavček è morto il 21 ottobre del 2011.
Fuori dai percorsi battuti...dove la montagna la si vede da dentro senza "filtri", luci e passerelle!
con i tuoi occhi alfine
tanto creduto avevo
che a me è venuto, amore.
Che amore non finisse
per me dentro i tuoi occhi
tanto temuto avevo
che a morte egli lo disse.
E morte, perché amore
non avesse mai fine,
fermò solo il tuo cuore;
e il verde dei tuoi occhi
divenne il suo colore
Siro Angeli
https://cantosirene.blogspot.com/2013/09/centenario-di-siro-angeli.html