Festa del lavoro e rituali pagani
Il primo maggio (prvi maj in sloveno) è una festa molto amata in Slovenia, tant’è che gli sloveni hanno ben due giorni di vacanza, il 1 e il 2 maggio. Ufficializzata a Parigi nel 1889 durante la Seconda Internazionale, la festa fu istituita in ricordo dei gravi incidenti accaduti durante lo sciopero dei lavoratori di Chicago nel 1886.
In Slovenia il prvi maj è festa nazionale dal 1948. Fino a circa metà degli Anni Ottanta questo giorno aveva un forte significato politico, con cortei di operai che portavano all’occhiello un garofano rosso, raduni e comizi. Ma era anche un giorno dedicato al divertimento, con canti e balli.
In realtà, al di là dell’istituzione della Festa del lavoro, i festeggiamenti per il primo maggio affondano le loro radici nei riti prepagani diffusi in tutta Europa, collegati con il culto della primavera e delle divinità femminili legate alla fertilità.
Usanze tradizionali
In Slovenia sono ancora vive usanze antiche legate al primo maggio, con varianti leggermente diverse nelle varie regioni. Una delle usanze più diffuse è l’accensione di un grande falò, di solito sulla sommità di una collina, nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio. Nel pomeriggio i giovani accatastano ramaglia e legno di scarto per preparare il falò che verrà acceso non appena si fa buio. Intorno al fuoco si radunano persone di ogni età, cantano, bevono e condividono il cibo.
I festeggiamenti si protraggono fino a notte inoltrata. I falò vengono accesi anche nella notte di San Giovanni, il 24 giugno, a testimonianza delle radici pagane di quest’usanza, legata al culto del fuoco e del sole.
In alcuni paesi, soprattutto nella Dolenjska, il primo maggio la mattina presto (verso le 4 o le 5), la banda locale fa il giro del paese suonando marce e canzoni popolari. Quest’usanza viene chiamata “budnica”, da “buditi” che significa “svegliare”. A differenza di quanto si possa pensare, i paesani accolgono con gioia la banda e offrono ai musicisti cibo e bevande.