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Blog che parla del Friuli: in particolare delle minoranze linguistiche slovena,friulana e tedesca e non solo. ❤️ Sono figlia di madre slovena (Ljubljana) e di padre appartenente alla minoranza slovena della provincia di Udine (Benecia).Conosco abbastanza bene la lingua slovena.Sono orgogliosa delle mie origini.OLga❤️
foto di Jean_Marc Pascolo
Costruito intorno all'anno 1000, fu in principio proprietà dei conti di Attems e, in seguito, dei signori di Faedis; dal 1273 fu nelle mani dei nobili Cucagna di Partistagno. Il castello di Partistagno viene citato nel romanzo di Ippolito Nievo "Le Confessioni d'un Italiano".
A partire dal XVI secolo il luogo venne abbandonato ed iniziò una lenta rovina. Ad oggi, dopo una pesante ristrutturazione in seguito al terremoto del Friuli del 1976, sopravvive il nucleo originario sommitale, costituito dal mastio, dalla cappella nobiliare, dalla cisterna e dal corpo di fabbrica occidentale.
Fra le strutture della cerchia inferiore si segnala il trecentesco palazzo, la cui precisa data di costruzione è incerta, munito di eleganti bifore e sviluppato su tre piani.
Insieme ad altri ambienti di servizio, l'elegante Palatium si trova ad una quata più bassa rispetto al nucleo sommitale più antico; assume l'attuale conformazione agli inizi del XIV secolo. L'edificio misura esternamente circa 41 mt x 11 mt e è costituita da qurattro piani: seminterrato, piano nobile con due latrine aggettanti, piano residenziale con delle nicchie-lavabo e soffitta.
Probabilmente in origine doveva essere completamente intonacato sia all'esterno che all'interno, mentre la pavimentazione era in cocciopesto su tavolato ligneo. Successivamente l'interno venne tripartito con dei setti murari e vennero rifatti i solai.
L'edificio subì un primo intervento di restauro agli inizi degli anni '80 del secolo passato, con l'eliminazione dei tre setti interni, la ricostruzione di alcune bifore e del tetto. Il più recente restauro ha dato all'edificio una nuova destinazione d'uso.
Accanto al Mastio è posta la chiesetta di Sant'Osvaldo, che svolgeva la funzione di cappella gentilizia del castello, in particolare la zona absidale corrisponde all’originaria cappella nobiliare duecentesca. Questa, a sua volta, sostituì un più antico luogo di culto, come si è appurato con saggi del terreno, effettuati a sud, dove è emerso un tratto di abside a forma planimetrica di forma ogivale, come i luoghi di culto protoromanici dell'XI secolo.
Nel nuovo assetto fornito al castello nel XIII secolo, la cappella è ricostruita; verso la fine del secolo è decorata con una prima fase di affreschi, tra cui san Cristoforo e altre figure), mentre, alla fine del Trecento, l’abside è decorata con il ciclo del Cristo Pantocràtor e i Dodici Apostoli, opera di un artista locale appartenente alla seconda generazione vitalesca. La Crocifissione, affrescata nel timpano, è datata ai primi del XV secolo, quando furono rifatti i perimetrali nord e sud della chiesa.
Nel corso del Cinquecento l’edificio fu ampliato e prese la forma attuale.
da wikipedia
La Giornata Internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza si celebra oggi perché in questo giorno, nel 1989, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò la Convenzione ONU per la tutela nel mondo del diritto dell’infanzia e dell’adolescenza (CRC: Convention of the right of the child).
Sono 196 i Paesi nel mondo che hanno ratificato la Convenzione. In Italia, in particolare, la ratifica è avvenuta con legge n°176 del 27 maggio 1991.
La Convenzione, composta di 54 articoli e 3 Protocolli opzionali (sui bambini in guerra; sullo sfruttamento sessuale; sulla procedura per i reclami) è un documento importantissimo che, per la prima volta, enuncia, in forma coerente, i diritti fondamentali che devono essere riconosciuti e garantiti ai bimbi e alle bimbe di tutto il mondo.
Sono 4 i principi fondamentali della Convenzione:
La Convenzione presenta anche un meccanismo di controllo sull’operato degli Stati, tenuti a presentare periodicamente al Comitato ONU sui Diritti dell’infanzia – organismo istituito dalla Convenzione stessa – dei rapporti dettagliati sull’attuazione dei diritti dei bambini e degli adolescenti nel proprio territorio.
L’Italia ha presentato tra il 1994 e il 2017 quattro rapporti periodici sull’applicazione della Convenzione (ai quali si aggiungono due rapporti sull’applicazione dei Protocolli facoltativi) ricevendo dal Comitato le relative Osservazioni Conclusive, che oltre ad apprezzamenti per i progressi compiuti contengono anche raccomandazioni per il superamento delle aree di criticità.
Contribuiscono al meccanismo di monitoraggio anche le voci alternative della società civile, come i “Rapporti di aggiornamento” biennali sottoposti al Comitato sui Diritti dell’infanzia dalle numerose ONG italiane che si occupano di infanzia, riunite nel Gruppo di Lavoro CRC, di cui l’UNICEF Italia è parte attiva.
Quando la fantasia
scopre l'invenzione di se stessa
si stanca
di inventare la realtà
non esistono le ore, non esistono i giorni, l'esistenza e la vita si
confondono.
E' questo il paradiso? O l'autunno?
l'inverno precede dunque l'autunno? E' questa la cabala?
così come la guerra precede la pace.
l'acqua è acqua di pozzo, molli onde, concentriche.
Ciò che richiama il tuo incerto sorriso. Un ricordo oltre i mari, oltre
le colonne di sole. Le foglie girano e riportano indietro.
tu non immagini di vivere in un castello incantato, e
di svegliarti dopo trent'anni, credendo di aver dormito
dieci minuti
forse sono le ragnatele ad aver dormito, o forse abbia-
mo dormito entrambi. abbandonai
nei tuoi terrori i miei. l'autunno
è appena iniziato.
(inedita, dal sito dell’autore)
https://cantosirene.blogspot.com/search/label/poesia%20italiana
Cappella Russa presso il passo della Moistrocca | |
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Stato | Slovenia |
Regione statistica | Alta Carniola |
Località | Kranjska Gora |
Religione | ortodossa |
Titolare | Vladimir I di Kiev |
Inizio costruzione | 1916 |
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
Coordinate: 46°26′33.28″N 13°46′03.82″E (Mappa)
La Cappella Russa presso il passo della Moistrocca è una piccola cappella della chiesa ortodossa russa situata sulla strada russa che porta verso il lato settentrionale del passo della Moistrocca (in sloveno Preval Vršič), situato all'interno del comune di Kranjska Gora nella slovenia nord-occidentale. La cappella è dedicata a Vladimir I di Kiev e fu costruita da prigionieri russi impegnati in lavori forzati dall'esercito dell'Impero austro-ungarico durante la prima guerra mondiale. Viene utilizzata sia come monumento ai caduti che come collegamento simbolico tra la Russia e la Slovenia [1].
All'inizio del 1915, Kranjska Gora divenne un punto strategico durante la prima guerra mondiale per la sua vicinanza al fronte dell'Isonzo. Per rendere più veloce l'accesso dal paese al fronte stesso, le autorità dell'impero Austro-Ungarico ordinarono la costruzione di una strada militare che attraversasse il passo della Moistrocca, un passo la cui elevazione massima è di 1611m, a cavallo tra le valli della Sava e dell'Isonzo. Il passo fu costruito da prigionieri di guerra russi.[2]
I lavori della strada iniziarono nel maggio del 1915 e terminarono alla fine dello stesso. Al fine di garantire una continua e costante fornitura di materiale verso le prime linee, il passo doveva essere aperto e percorribile durante tutto il periodo dell'anno, i prigionieri erano infatti costretti nei mesi invernali a liberare la strada dalla neve. L'8 o il 12 marzo 1916, una valanga distrusse un campo di lavoro nei pressi della strada e circa 110 prigionieri e 7 guardie rimasero seppelliti nella neve. Si stima che durante il periodo della costruzione della strada vi furono più di 380 vittime.
Il campo di lavoro si trovava circa a metà del passo. I prigionieri che rimasero costruirono una piccola cappella in legno commemorativa. L'edificio è costruito in tipico stile russo, con due piccole torri ai lati ed è circondata dalle tombe dei prigionieri, c'è anche una lapide con la scritta in cirillico che recita "Ai figli della Russia".
Il sito è stato rinnovato nel 2005 per un costo totale di 90.000 € e successivamente nel 2010 a seguito di un furto di alcune piastre del tetto in rame.[3]
Montemaggiore (Brezje in sloveno) è una frazione del comune di Taipana, in provincia di Udine.
Il paesino è collocato ai piedi della Punta di Montemaggiore - Gran Monte (m 1613) ad un'altitudine di m 790. Attualmente vi risiedono circa 15 abitanti ma fino alla metà del secolo scorso era popolato da oltre 300 persone, in gran parte contadini e allevatori. Questi ultimi, all'inizio di ogni inverno, si spostavano con le mandrie e le famiglie nel villaggio più riparato di Sdregnobardo, dove avevano delle abitazioni e delle stalle che oggi sono in totale abbandono.
Alla fine della seconda guerra mondiale gran parte della popolazione fu costretta ad emigrare in Francia, Svizzera, Canada e perfino in Brasile. Il terremoto del 1976 dette il colpo finale a questo paesino che venne allora quasi completamente abbandonato nonostante la ricostruzione avvenuta negli anni '80. Gran parte delle case sono infatti utilizzate prevalentemente soltanto nel periodo estivo.