L’11 marzo 1923 nasceva a Vailate, nel cremonese, Alberico Sala, poeta che fece della Città Alta di Bergamo la sua casa e che fu critico letterario, artistico e cinematografico per l'Eco di Bergamo e il Corriere d'Informazione. La sua poesia nasce nel primo dopoguerra con derivazione postermetica: coglie dati sentimentali e voci della memoria e li rielabora con sensibilità innestandovi con il passare degli anni temi più sociali quali la città e la condizione della vita moderna, rimanendo però legato agli affetti familiari e alla terra, a quella “gera” d’Adda della pianura bergamasca dove era nato: “È la mia terra, che non ho mai barattato con la carta. Anzi, neppure terra, ma ‘gera’, cioè ghiaia, proprio dell’Adda, fiume erratico, vagabondo nei secoli, per la forza delle piene e del vento”.
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ALBERICO SALA RITRATTO DA MARIO CAROTENUTO - SULLO SFONDO, LA "GERA" D'ADDA
LA VERDE GARITTA
Sirena di mare non saprebbe
legarmi di più all’isola
del tuo silenzio. È rimasta
più tonda del popone sul granturco
la luna; i merli della torre non fischiano,
li avvolge la nebbia del fiume
e le zanzare. Ora so che il tuo sangue
è più dolce.
Tra i gradini dell’argine è cresciuta
l’erba dell’Appia (il nostro fiume
è più domestico del Tevere, la vedova
vi coglie il pesce per la cena):
stordito il luccio abbocca
all’amo della lucciola; la rondine
dalle chiatte s’impenna con nel becco
una stella.
La tua mano mi guida sulla riva
che scivola. Sprofondare è un passo.
In fallo, o a segno? Il vecchio
fiumarolo dalla verde garitta
sorride alle tue spalle: non sa
per dove paghi libero il pedaggio.
Ticino Pavese, luglio 1956
(da Epigrafi e canti, Vallecchi, 1957)
Ciao e buona settimana!
RispondiEliminaE' un0ttima poesia.
RispondiEliminaCiao OLga.
Grazie della visita Gus!
EliminaGrazie, Olga! Ottima poesia!🌹🌹🌹
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