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28 giu 2022

La poesia del martedì

 

Le ragazze al crepuscolo


CESARE PAVESE

DONNE APPASSIONATE

Le ragazze al crepuscolo scendono in acqua,
quando il mare svanisce, disteso. Nel bosco
ogni foglia trasale, mentre emergono caute
sulla sabbia e si siedono a riva. La schiuma
fa i suoi giochi inquieti, lungo l’acqua remota.
Le ragazze han paura delle alghe sepolte
sotto le onde, che afferrano le gambe e le spalle:
quant’è nudo, del corpo. Rimontano rapide a riva
e si chiamano a nome, guardandosi intorno.
Anche le ombre sul fondo del mare, nel buio,
sono enormi e si vedono muovere incerte,
come attratte dai corpi che passano. Il bosco
è un rifugio tranquillo, nel sole calante,
più che il greto, ma piace alle scure ragazze
star sedute all’aperto, nel lenzuolo raccolto.
Stanno tutte accosciate, serrando il lenzuolo
alle gambe, e contemplano il mare disteso
come un prato al crepuscolo. Oserebbe qualcuna
ora stendersi nuda in un prato? Dal mare
balzerebbero le alghe, che sfiorano i piedi,
a ghermire e ravvolgere il corpo tremante.
Ci son occhi nel mare, che traspaiono a volte.
Quell’ignota straniera, che nuotava di notte
sola e nuda, nel buio quando muta la luna,
è scomparsa una notte e non torna mai più.
Era grande e doveva esser bianca abbagliante
perché gli occhi, dal fondo del mare, giungessero a lei.

(da Donne appassionate, Interlinea, 2022 – a cura di Giovanni Tesio)

.

«Il tema delle donne in Pavese è più che mai vivo. La spesso convocata misoginia di Pavese non è altro che la maschera di una solitudine bisognosa di essere colmata, di una ricerca spasmodica di completezza, di una unità mancante, di una amorosa compensazione», scrive Giovanni Tesio presentando l’antologia di poesie di Cesare Pavese che ha curato per Interlinea,  Donne appassionate, poesie d'amore e morte. La poesia scelta per il titolo, tratta da Lavorare stanca, è questa: si tratta delle ragazze di Brancaleone, il paese calabrese dove Pavese si trova al confino. La donna è sempre simbolo di estraneità e alterità nel poeta torinese: ad esempio scriveva, all’amica Bianca Garufi: “Crudele lo sono ancora certamente, se crudeltà si può chiamare il normale contegno di chi rispetta le donne al punto di non volerne sapere di loro”.

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CAROL BENNETT, "TIME OUT"
fonte https://cantosirene.blogspot.com/2022/06/le-ragazze-al-crepuscolo.html

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