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IVAN TRINKO padre della Benecia

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18 giu 2022

Roberto Dapit "La Slavia friulana - Beneška Slovenija "

 



Roberto Dapit "La Slavia friulana - Beneška Slovenija" Lingue e culture: Resia, Torre,Natisone Bibliografia ragionata

E' possibile che al linguista non slavista il titolo non dica gran che. Eppure, per merito anche del linguista polacco Jan Baudouin de Courtenay, il dialetto sloveno di Resia, del Torre e del Natisone, queste parlate slovene sono fra le più studiate, anche dai linguisti stranieri: De Courtenay, poi, più recentemente Gian Battista Pellegrini, Giuseppe Francescato, Giovanni Frau, Antonio Maria Raffo da parte italiana e friulana; per la parte slovena possiamo ricordare Karel Štrekelj, Fran Ramovš, Tine Logar, Pavle Merku, Neva Godini, Liliana Spinozzi-Monai, Rado Lenček. E' doveroso, poi, citare l'americano Bric Hamp e l'olandese Han Steenwijk. Un posto a parte spetta a Milko Matičetov perchè congiunge gli interessi linguistici con quelli etnologici.
Roberto Dapit è un giovane studioso, oriundo di Gemona, vissuto nella Val Canale,laureatosi a Udine, che da alcuni anni concentra la sua attività scientifica appunto sulle lingue e le tradizioni popolari di questo territorio.
Friulano di nascita, bilingue italo-friulano,si è impadronito anche della lingua slovena: non ha difficoltà nello svolgere minuziose inchieste delle parlate slovene nella regione Friuli-Venezia Giulia, anzi del suo estremo lembo orientale, dove si incontrano il mondo romanzo e quello slavo. Difatti,
questo territorio è un raro esempio in tale senso. Se si escludono la Romania, immersa nel mondo slavo, l'Istria e alcune isole del Quarnero, non c'e che questa regione italiana dove, tutt' oggi, si incontrano gli slavi e i romani. Se si pensa ai contatti tra la Germania e la Romania, ci si rende conto che una contropartita alla grande opera di Gamillscheg, Romania germanica, non può essere nemmeno immaginabile. E' pero sempre degna di interesse la situazione linguistica, il che comporta, senza dubbio alcuno,lo studio delle reciproche influenze linguistiche. E' ovvio che l'interesse dei più sarà rivolto a constatare e valutare le influenze romanze, vale a dire, friulane e italiane,nelle parlate slovene. Non va dimenticato tuttavia che, se i contatti diretti, durante secoli,ebbero luogo tra i parlanti friulano e i parlanti sloveno, l'italiano, soprattutto dall'unificazione dell'Italia, si fa sempre più importante: e la lingua della vita pubblica,della scuola; in pratica, chi aspira ad una ascesa sociale deve conoscere e servirsi dell'italiano. Aggiungerei che gli sloveni di questo territorio non hanno mai avuto scuole nella propria lingua. Anche questo rende le loro parlate cosl indipendenti dallo sloveno letterario. Inoltre, più di ogni altra parlata slovena, sono state e sono tuttora esposte all'influsso linguistico friulano e italiano.L'opera del Dapit non vuol essere altro che un'accurata bibliografia dei lavori sulle parlate slovene che si trovano, amministrativamente, nella Provincia di Udine e più precisamente nella cosiddetta Slavia Friulana. Però, si tratta di una bibliografia ragionata,critica: l' Autore non solo dà indicazioni bibliografiche delle singole opere - il che sarebbe già un lavoro degno di lode - ma aggiunge a ogni opera indicata una succinta presentazione, spesso critica. Dà, insomma, una valutazione quando è necessario e sotto questo aspetto il lavoro e una assoluta novità.Il Dapit non ha potuto sottrarsi al problema del resiano. E' nota la leggenda dell'origine dei resiani in base alla quale sarebbero discendenti dei russi. La leggenda l'aveva trovata sul luogo già Baudouin de Courtenay (si vedano i suoi Materialien zur sudslavischen Dialektologie und Ethnographie, I, 800 e 801); egli dunque non ne ha colpa. Però, il grande linguista polacco ebbe l'idea sbagliata di vedere nell'armonia vocalica del resiano un fenomeno assimilabile a quello presente nel turanico.
Come ha dimostrato il Ramovš, il fenomeno non è sorprendente e s'inquadra bene nel sistema del vocalismo in sloveno, tenendo conto del legame originario del resiano con i dialetti carinziani, fatto che a De Courtenay non poteva essere noto. Del resto, il linguista polacco,ottantenne, si ricredette sulle proprie idee di molti decenni prima in una lettera a Carlo Tagliavini, il quale gli chiese il suo parere quando stava preparando per l'Enciclopedia italiana il lemma in questione. Si veda Dapit, a pag. 33.L' elenco delle opere inizia con le fonti antiche dove primeggiano i manoscritti quattrocenteschi di Castelmonte (Stara gora), di Cergneu e di Udine, seguiti dall'elenco degli studi che questi manoscritti suscitarono. In seguito, l' Autore ha riunito le opere che riguardano le parlate slovene della Slavia friulana in vari capitoli: lessico,toponomastica, onomastica, contatti di lingue, dove c'entra anche il tedesco carinziano.Questo territorio, non certo sotto la dominazione diretta austriaca, salvo la Val Canale,come ad esempio il goriziano o il triestino, è stato nel periodo dei patriarchi ghibellini, e più tardi, nei tempi a noi più vicini, anche per la secolare emigrazione, linguisticamente influenzato dal tedesco. L' Autore constata con ragione e con un po' di rammarico che l'interesse dei linguisti è stato rivolto soprattutto ai problemi di fonetica: gli studi cominciarono in piena epoca dei neogrammatici. Tuttavia, nel quadro degli studi sui tre rami (Resia, Torre, Natisone, pp. 25-41) si trovano anche opere che includono nell'analisi i problemi sintattici. Basti pensare ai lavori del Pellegrini, dello Steenwijk, della Benacchio.
Parecchi lavori sono stati dedicati alla situazione sociolinguistica (pp. 65-76); vi
sono elencati anche i periodici che appaiono, per lo più bilingui, in italiano e in sloveno.Bisogna inoltre precisare che gli scritti in sloveno appaiono in lingua letteraria o in dialetto locale (così i quindicinali o settimanali Dom, Matajur e alcuni bollettini parrocchiali).
Alla parola stampata è legato il problema di come scrivere il resiano: l'elenco
degli studi sulla codificazione della lingua resiana si trova alle pp. 77-78. Rappresenta una assoluta novità il panorama delle opere che fanno parte della tradizione popolare.
Panorama ricchissimo, pp. 86-120, prezioso per l'etnologo, non meno importante per il dialettologo e il linguista: personalmente considero gli scritti di stampo folkloristico genuini, autentici e, soprattutto per una ricerca sintattica, degni di fede. Chiude il libro il capitolo dove sono menzionati gli strumenti di lavoro, vale a dire, bibliografie e cataloghi,dizionari, atlanti linguistici ed enciclopedie. Per mettere in luce l' acribia dell' Autore, sia menzionato a questo punto che vi è indicato anche l'Atlas linguistique pour servira l'etude du duel en slovene di Lucien Tesniere, opera pubblicata nel 1925.
Vi sono comprese, infatti, le aree di Resia e della Benecia.
II nostro giudizio su questo lavoro non può che essere entusiasticamente positivo.L' Autore ha raccolto i titoli di certe opere che appena si conoscevano e di altre difficilmente reperibili. Ha elencato anche le tesi di laurea, discusse presso le Universita di Padova, Udine e Ljubljana, le quali, spesso, ahimè, giacciono sepolte nell' armadio del professore, ha spogliato giornali e riviste che, in parte almeno, si occupano di questo territorio, ha facilitato e per certi aspetti addirittura reso possibile il lavoro sui problemi linguistici di un importante territorio plurilinguistico.
Mitja Skubic

fonte http://revije.ff.uni-lj.si/linguistica/article/viewFile/4172/3871

buon sabato


 

17 giu 2022

Dela na cesti med Rezijo in Slovenijo/ Lavori sulla strada Resia-Slovenia

 

Lischiazze-Karnica
foto di Daniele Buttolo


La Val Resia si estende per quasi 120 kmq e, come molte aree rurali della Regione Friuli Venezia Giulia, è caratterizzata da una scarsissima densità demografica.

Ad opera della Protezione civile regionale e in continuità a quelli realizzati lo scorso anno, lunedì, 30 maggio, sono iniziati i lavori di manutenzione straordinaria della strada che da Sella Carnizza/Karnïca porta ad Uccea/Učja in comune di Resia. Da allora è stato necessario, quindi, chiudere con ordinanza comunale la strada al transito.

La situazione ricorrerà anche nei mesi successivi e si rifletterà di certo sull’economia della zona, soprattutto nella località di Gnivizza/Njïvica dove operano alcune attività ricettive ma, come spiega Anna Micelli sindaco di Resia, «il disagio che purtroppo tutti vivremo è l’unico modo per garantire una viabilità sicura e funzionale nel tempo». Tali lavori si sono resi urgenti e necessari proprio per mettere in sicurezza una viabilità che presenta ancora importanti criticità. Si interverrà soprattutto nella messa in sicurezza dei ponti presenti lungo la stessa, nel ripristino dei guardrail installati e nel posizionamento di nuovi, ove necessario. Questi lavori sono eseguiti su una strada che attraversa l’area protetta del Parco delle Prealpi Giulie ed è percorsa ogni anno da migliaia di veicoli, soprattutto motociclisti, anche se è stretta e tortuosa.

La prima parte, salendo da Lischiazze, è immersa in un bellissimo bosco, senza protezioni, a tratti ripida e con tornanti senza visibilità.

Passata la sella e il bivio che porta alla chiesetta della Madonna di Carnizza (conosciuta anche come Santa Anna), la strada dà l’impressione di stringersi ulteriormente. Purtroppo per 20 anni non è stata eseguita una manutenzione strutturale costante; oggi intervenire è urgente, per evitare più gravi problemi. Per i valligiani la via è un’importante arteria che collega la Val Resia con la frazione di Uccea, attraverso l’omonima vallata. Là molti possiedono boschi e planine, che nella bella stagione sono raggiunti per attività agresti o monticazione. La strada ha anche un respiro internazionale. Immettendosi, all’altezza del borgo di Uccea, nella ex statale e oggi regionale 646, risulta un veloce collegamento tra la valle del Fella e quella dell’Isonzo, in Slovenia.

Altri lavori saranno eseguiti da Lischiazze a Sella Carnizza sui quali, spiega sempre la sindaco, «sarà data informazione per tempo in relazione alle modalità di svolgimento».

Un plauso all’attuale amministrazione comunale, perché sarebbe assurdo incentivare il turismo transfrontaliero con la Slovenia, in particolare con la vallata dell’Isonzo – dove le presenze turistiche sono notevoli – e non avere un collegamento viario decente con i confinanti comuni di Bovec e Kobarid. (Sandro Quaglia)


VENERDI' eventi

 


Domenica 19 giugno XXIX. ESCURSIONE SU UNA LINEA IMMAGINARIA

Benvenuti!
- con Kd Ivan Trinko

16 giu 2022

Valentina Tereskova

 

  • Primo lancio: 16 giugno 1963

    Quando sei nello spazio puoi apprezzare quanto piccola e fragile sia la Terra.

La lunga lista dei femminicidi da inizio 2022



Da Nadia Bergamini a Stefania Pivetta, uccisa oggi a Samarate, passando per Alice Scagni, Carol Maltesi, Romina Vento e Anna Borsa. Una lunga scia di sangue con oltre 20 casi da gennaio a oggi.Gli atti di violenza nella coppia nei confronti delle donne, sono causati da un sistema di credenze culturali che spinge di frequente a considerare la donna in una posizione gerarchicamente inferiore all'uomo.

Codroipo, uccide la moglie nella notte mentre le figlie dormono

La tragedia nella villetta di famiglia, in via delle Acacie. Il 44enne ha confessato l'omicidio, ricostruendo l'accaduto

https://www.ilfriuli.it/articolo/cronaca/femminicidio-nella-notte-a-codroipo/2/267646

V Viškorši za poljubljanje križev / A Monteaperta per il bacio delle croci


Tra i momenti di maggiore richiamo per la comunità dei fedeli delle Valli del Torre e del Cornappo c’è di certo la festa della Santissima Trinità a Monteaperta/Viškorša con il tradizionale Bacio delle Croci, che quest’anno si è svolta domenica, 12 giugno, nella chiesetta che nel paese è intitolata proprio alla Trinità.

Dopo le limitazioni imposte dalle prescrizioni per impedire la diffusione del Covid-19, quest’anno è stato possibile organizzare la cerimonia in tutta la sua completezza. A celebrare la Messa, con parti in italiano, sloveno, latino e friulano, sono stati don Giacinto Miconi e il diacono di Chialminis. Alla funzione è seguita una processione. Sotto un sole caldo, è stato celebrato il Bacio delle Croci, che ha visto la presenza delle croci di S. Michele e S. Lorenzo di Monteaperta/ Viškorša, del Sacro Cuore di Cornappo/Karnahta, di S. Floriano di Villanova delle Grotte/Zavarh e di S. Elena Imperatrice di Chialminis/ Vizont.

Per l’occasione ha collaborato alla celebrazione col canto il Coro di Cavalicco Tourdion, diretto dalla maestraEleonora Petri.

Alla cerimonia è seguito un momento conviviale, all’insegna della compagnia e dell’allegria. A offrire una pastasciutta è stata la Pro Loco Val Cornappo – che ha anche allestito tendoni, tavoli e panche per i partrick – mentre ai dolci ha pensato la comunità di Monteaperta.

L’antichissimo rito del «Bacio delle Croci» rappresenta al tempo stesso un momento di riflessione, di testimonianza della propria identità e della propria storia, come anche d’impegno a conservare antichi legami di fratellanza. La tradizione che alcuni documenti storici indicano tra le più antiche in Friuli, in questa e altre zone continua a sopravvivere, a testimonianza di fede e unione tra le genti.

Il santuario della Madonna della «Santissima» a Monteaperta ha origini che sfumano tra storia e leggenda. Ricordiamo che in zona, secondo la tradizione, nel maggio del 1241 la Madonna apparve a un gruppo di pastori che pascolavano le loro greggi sui prati ai piedi del Gran Monte. Per secoli il santuario è stato considerato la Chiesa-madre delle comunità religiose del Nord-est, ma anche delle vicine località del Posočje, nell’odierna Repubblica di Slovenia. La fede, infatti, travalica i confini fisici e mentali che l’uomo crea, esprimendosi, tra l’altro, in tutte le lingue. (Luciano Lister)

OROLOGIO DI CONTROLLO #SOLARI - STORIA E TECNICA #STEFANOMORANDINI #ISIS...

Il video del giovedì

15 giu 2022

proverbio friulano

 


Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei campi
“Se prime di San Vît lis moscis svolin atôr, varin l’estât plui cjalde dal fôr”” Ovvero se prima del giorno di San Vito (il 15 giugno) le mosce volano attorno avremo l’estate più calda del forno.

BENECIA

 IL VIDEO DEL MERCOLEDI'


14 giu 2022

MARTEDI' poesia

 


Come tutto si fa strano e difficile,

come tutto è impossibile, tu dici.
La tua vita è quaggiù dove rimbombano
le ruote dei carriaggi senza posa
e nulla torna se non forse in questi
disguidi del possibile. Ritorna
là fra i morti balocchi ove è negato
pur morire; e col tempo che ti batte
al polso e all’esistenza ti ridona,
tra le mura pesanti che non s’aprono
al gorgo degli umani affaticato,
torna alla via dove con te intristisco,
quella che additò un piombo raggelato
alle mie, alle tue sere:
torna alle primavere che non fioriscono.
I maestri: Eugenio Montale

12 giu 2022

Un francobollo per il centenario di Margherita Hack


 Il Mise celebra con un francobollo il centenario della nascita di Margherita Hack. La vignetta raffigura la grande astrofisica in primo piano, sullo sfondo di un cielo stellato. Completano il francobollo la legenda “Margherita Hack”, le date “1922 - 2013”, la scritta “Italia” e l’indicazione tariffaria “B zona 1”.

L'immagine della bozzettista Rita Fantini è stata prodotta con una tiratura di trecentomila esemplari. Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. a fotografia di Margherita Hack dalla quale è stato ricavato il ritratto pittorico è di Valerio Pennicino via Getty Images.

Gli annulli speciali primo giorno di emissione sono disponibili a Firenze (città dove è nata Margherita Hack) e Trieste, dove ha svolto per tanti anni la sua attività. Nel 1964 fu la prima donna titolare di una cattedra di astronomia in Italia e divenne così, automaticamente, la prima donna direttore di un Osservatorio astronomico, quello triestino.

Nell'anno accademico 1984-1985 fondò il Dipartimento di Astronomia dell'Università di Trieste, di cui fu direttrice fino al 1986. Nel 1987 divenne Socia Nazionale dell'Accademia dei Lincei. E' morta nel 2013.https://www.ilfriuli.it/articolo/tendenze/un-francobollo-per-il-centenario-di-margherita-hack/13/267543

il libro della domenica




 L'appuntamento che non ti aspetti:

Dino Bauk presenta "I sognatori di Lubiana" al Festival
Dal Mississippi al Po festival !martedì 14 giugno ore 18.30
Piazzale San Lorenzo - Parma
Il posto giusto per un romanzo pieno di musica!
Il libro?

martedì 14 giugno ore 18.30…
Altro...

Spigolature storiche sulle chiese della Slavia (Platischis-Plestišče)

 

Ljetos te kličem " O žena"

Kam tuo puojde,
kam tuò grè
naše to lanskinje vesejè?
-"Lan' si po sejmah drinkala.
ljetos boš zibiel'co zìbala."
-Lan' si me obječu beli grad,
ljetos me njemaš še kam pejat."
-"Lan' sem te klicu : "pojdi pit,"
"ljetos te kličem: "poj dojit."
-"Muoji ti lanskinji trakčiči
 so ratali pouojčiči."
-"Lan" sem te klicu : "o čečica,"ljetos te kličem:"o ženica."

Stara Plestiška

traduzione

Quest'anno ti chiamo "oh moglie"

Come si cambia,dove è andata la nostra felicità dello scorso anno?
L'anno scorso brindavi alle sagre,quest'anno invece cullerai .
-L'anno scorso mi hai promesso un castello bianco,quest'anno invece non sai dove portarmi.-
-L'anno scorso ti dicevo di venir a bere ,quest'anno invece di andare ad allattare-.
-I miei nastri dello scorso anno sono diventati fasce per il bambino -
-L'anno scorso ti chiamavo - ragazza-quest'anno invece -mogliettina-

dal Trinkov koledar del 1956 (archivio personale)
foto degli ani 50'
dal Dom
Pubblichiamo le note storiche desunte dal manoscritto di Pietro Bertolla senior, N°19, volume S, Spighe Storiche, Fondo Bertolla Biblioteca del seminario di Udine (Bsu); gli atti civili del Notaio Simiz Gio. Domenico senior, vol. O, Anu; del Notaio Orlando Domenico, Anu; del Notaio G. Domenico Simiz iuniore, Anu; e dall’Archivio di Nimis, Colto Attimis. Le note sono ordinate secondo l’anno e riportata la numerazione di pagina.
á 1720, 30 Aprile. Gli uomini di Platischis in Vicinia deliberano di far la tabella del Legati (Messe); che il Vicario di Attimis, debba venir a Platischis a celebrare i legati quando tocca, oppure rinunci il suo diritto alla frazione. Che il Vicario non pretenda nei funerali più del consueto, cioè L. 4 pei capifamiglia e quelli di comunione, e L. 3 per le altre persone. Ciò a patto che intervenga esso Vicario o il suo Cooperatore, altrimenti l’incerto vada al Cappellano che sarà in Platischis. Stante la lontananza ecc. vogliono provvedersi un Cappellano, e nella prossima visita pregheranno il Patriarca a voler erigere la loro Cappellania (p. 24).
á 1721, 25 Maj. Per l’età avendo rinunciato Pre Basio Gasparutti, quelli di Bergona in Vicinia danno mandato ad alcuni di scegliere un altro Cappellano. Questi ai 13 Giugno eleggono Pre Valentino Tommasino di Montemaggiore. Chiedono conferma al Capitolo di Cividale (p. 19).
á 1721, 11 Ottobre. Pre Valentino Tommasino eletto Cappellano Curato di Bergona e Lonch, vedendosi toccato dalla mano di Dio prima con un fulmine, poi con tumulti suscitati per l’elezione della sua persona rinunzia (p. 19).
á 1721, 1° Decembre. Pre Giacomo di Caporeto. Poiché Don Biagio Gasparutti rieletto Cappellano ai 13 novembre, ebbe la terza sentenza in contumacia nel Capitolo di Cividale. Allora fu eletto Cappellano Pre Giacomo Pitioni di Caporeto (p. 19).

La scuola è finita



In FVG oggi è stato l'ultimo giorno di scuola,il prossimo anno scolastico inizierà il 12 settembre.La data varia a seconda delle regioni.In Alto Adige inizieranno il 5 settembre,inVal d'Aosta il 19 settembre.

Il 22 giugno iniziano gli esami di maturità con 2 prove scritte e colloquio finale.

I giorni di scuola non sono meno di 200.




LIBRI - letteratura straniera (domenica)


 «I romanzi di Dostoevskij sono vortici in ebollizione, turbinose tempeste di sabbia, getti d'acqua che sibilano e ribollono e ci risucchiano. Consistono essenzialmente e completamente della materia di cui è fatta l'anima. Contro la nostra volontà, ci troviamo risucchiati al loro interno, costretti a roteare, accecati, soffocati e nello stesso tempo in preda a un vertiginoso rapimento. Tolto Shakespeare, non esiste lettura piú elettrizzante».

Virginia Woolf

«Sto leggendo I fratelli Karamazov di Dostoevskij. È la cosa piú stupefacente che mi sia mai capitata fra le mani».
Albert Einstein

«I fratelli Karamazov mi ha colpito profondamente. Chiamiamola pure follia, ma proprio in questo potrebbe risiedere il segreto del suo genio. Io preferisco la parola esaltazione, esaltazione che travalica nella follia, magari. Di fatto tutti i grandi uomini ne hanno una vena; è la fonte della loro grandezza; l'uomo ragionevole non approda a nulla».
James Joyce

«I fratelli Karamazov sono il romanzo piú grandioso che mai sia stato scritto, l'episodio del Grande Inquisitore è uno dei vertici della letteratura universale, un capitolo di bellezza inestimabile...»
Sigmund Freud

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