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4 ago 2020

Note e Parole in rifugio sul Matajur, dom 9 agosto ore 15.15. Valter Iuretig e Doro Gjat

Domenica 9 agosto al rifugio Pelizzo sul Matajur alle ore 15.15 terzo appuntamento della rassegna "Note e Parole in rifugio". 
Di scena Valter Iuretig & Doro Gjat . 
Il cantautore friulano presenterà brani di sua composizione e l’inedito scritto a quattro mani con il rapper Doro Gjat , "La valigia". 

Doro Gjat
Saranno accompagnati da una band d’eccezione :
Chiara Di Gleria (vocalist)
Denis Biason (chitarra)
Rudy Fantin (piano)
Luca Colussi (batteria)
Alessandro Turchet (contrabbasso)
Nevio Zaninotto (sax)
Francesco Minutello (tromba)
Maurizio Ravalico (percussioni)
Luca Fantini (recitazione)
Bruno Di Gleria (fonico)
LINK EVENTO FACEBOOK
Valter Iuretig

https://burnjak.blogspot.com/

Parco Naturale regionale delle Dolomiti friulane

Mantenere identità con lingua e anima

I partecipanti all’incontro nel municipio di Resia con la sindaca Anna Micelli


Nell’ambito di una visita di due giorni alla comunità slovena della provincia di Udine, lunedì, 27 luglio, una delegazione dell’Ufficio della Repubblica di Slovenia per le minoranze slovene d’oltreconfine e nel mondo si è recata in visita in Valcanale. A presiederla è intervenuta la stessa ministra per le minoranze slovene d’oltreconfine e nel mondo, Helena Jaklitsch, accompagnata dal segretario di stato, Dejan Valentinčič. Al mattino la ministra si è recata a Valbruna/Ovčja vas, dove ha dapprima fatto visita alla lapide che ricorda il defunto parroco paesano Jurij Prešeren, fratello del celebre poeta sloveno France. Subito dopo, nella vicina sede, ha incontrato i rappresentanti dell’Associazione/Združenje Don Mario Cernet. Oltre a diversi membri del sodalizio e alla presidente Anna Wedam, che è anche presidente della Confederazione delle organizzazioni slovene-Sso per la provincia di Udine, hanno partecipato all’incontro le presidenti regionale  e provinciale dell’Unione culturale economica slovena-Skgz, Ksenija Dobrila e Luigia Negro, e il presidente regionale della Sso, Walter Bandelj.

La presidente Wedam ha illustrato gli sforzi messi da diversi anni in campo dall’Associazione Cernet in favore dell’insegnamento dello sloveno entro un modello scolastico plurilingue attivo in seno alle scuole statali, nonché il contributo dei soci al mantenimento delle tradizioni locali. I membri dell’Associazione Cernet sono aperti alla collaborazione con tutti; particolare soddisfazione è stata espressa per le buone relazioni intrattenute con le altre comunità linguistiche della valle. La presidente Anna Wedam ha dato particolare risalto, inoltre, al forte bisogno di vedere stabilmente presenti in Valcanale anche sacerdoti che parlino sia italiano sia sloveno.

In seguito la delegazione si è recata al Centro culturale sloveno Planika di Ugovizza/Ukve, che ha organizzato un laboratorio linguistico estivo per bambini. A incontrare la delegazione dell’Ufficio per le minoranze slovene d’oltreconfine e nel mondo sono stati la presidente del Planika, Nataša Gliha Komac, e il vicepresidente, Rodolfo Bartaloth. L’incontro si è svolto a porte chiuse e non è dato sapere quali tematiche siano state portate all’attenzione degli ospiti di Lubiana.

Successivamente i rappresentanti dei circoli sloveni della Valcanale e dell’Ufficio hanno partecipato a un incontro coi sindaci dei Comuni di Malborghetto-Valbruna e Tarvisio, Boris Preschern e Renzo Zanette. Oggetto del dibattito, che si è svolto al municipio di Malborghetto/Naborjet, è stato l’insegnamento dello sloveno in Valcanale (a riguardo di più a pag. 11). Nel pomeriggio la delegazione dell’Ufficio per le minoranze slovene d’oltreconfine e nel mondo e i rappresentanti della comunità slovena in Italia hanno proseguito la visita a Resia. A Prato/Ravanca hanno incontrato la sindaca, Anna Micelli, e il vicesindaco, Giuliano Fiorini. Con loro si è parlato di collaborazione, anche a livello europeo, del bisogno di migliori collegamenti stradali e del ruolo dei circoli sloveni nella conservazione del dialetto resiano. Nella vicina chiesa sono stati accolti anche dal parroco, Alberto Zanier. 

Nel tardo pomeriggio i partecipanti alla visita si sono recati anche a Stolvizza/Solbica, per visitare il Museo della gente della Val Resia e il Museo dell’arrotino. Luigia Negro, Sandro Quaglia e Dino Valente hanno rilevato come il flusso turistico proveniente dalla Slovenia sia in crescita costante.

Sempre guidata dalla ministra Helena Jaklitsch, martedì, 28 luglio, la delegazione dell’Ufficio per le minoranze slovene d’oltreconfine e nel mondo ha concluso la visita nelle Valli del Torre e del Natisone, dove ha proseguito gli incontri coi rappresentanti dei circoli sloveni locali e delle amministrazioni comunali.

continua in lngua sovena

https://www.dom.it/za-ohranjanje-zavesti-z-besedo-in-duso_mantenere-identita-con-lingua-e-anima/

Turismo montano in Slovenija

Foto: Blaž Močnik

In Slovenija l'epidemia di COVID 19 ha dato un po' di tregua ai soccorritori di montagna .Oggi hanno molto lavoro perchè siamo al culmine della stagione turistica,ma a differenza degli anni precedenti ci sono meno turisti stranieri che si dirigono verso le montagne slovene.
Nel Tolminotto quest'anno ci sono stati quasi 60 interventi.
 Foto: GRS Tolmin

foto dal Novi Matajur

3 ago 2020

PROVERBIO FRIULANO

Prime di dî di nò, viôt se tu pûs dî di sì, prime di dî di sì, pense sôre une dì.

Prima di dire di no, vedi se puoi dire di sì, prima di dire di sì, pensaci sopra un dì

‘Poti do vasi’, lingua e radici in un territorio quasi inesplorato


“Riscoprire le proprie solide radici per fare in modo che la pianta possa crescere rigogliosa”. In questa metafora della senatrice Tatjana Rojc, c’è il senso del progetto Poti do vasi avviato dai comuni di Stregna (capofila) con il Comune di Prepotto, di San Leonardo, di Savogna la collaborazione del comune sloveno di Kanal ob Soči, della Pro loco Nediške doline e dell’Istituto per la cultura slovena.

Lo scorso 24 luglio il progetto, finanziato ai sensi dell’articolo 19 della legge regionale 26/2007 sull’uso della lingua slovena nella Pubblica amministrazione, è stato presentato nell’ex scuola di Stregna. Durante la serata, oltre al sindaco Luca Postregna e alla senatrice Rojc, sono intervenuti anche il presidente dell’Istituto per la cultura slovena Giorgio Banchig, l’architetto Luca di Giusto, Mattia Simoncig e Susanna Loszach che cureranno la ricerca, coordinando fonti d’archivio e interviste a testimoni qualificati.
Rojc, introducendo la serata, ha fatto un excursus sulla legislazione di tutela della comunità linguistica in Italia. Richiamando i principi costituzionali (e dunque gli articoli 3 e 6) alla base della tutela, la senatrice si è soffermata sulle tappe che hanno portato alla, travagliata, approvazione delle leggi 482/99 e 38/2001, sulla base delle quale la Regione ha poi approvato la legge 26/2007.
Fra le tappe più importanti del lungo percorso che ha portato alla tutela della minoranza linguistica slovena, Rojc ha voluto citare anche l’attività dell’associazione per la difesa delle lingue minoritarie, il saggio di Sergio Salvi “le Lingue tagliate” e il convegno del 1975 (organizzato da Antonio Piromalli) sul tema del “dialetto a scuola” cui partecipò Pier Paolo Pasolini. Il suo intervento “Volgar’eloquio” successivamente pubblicato, è conosciuto come l’ultimo intervento pubblico dello scrittore.
Infine, ribadendo l’importanza sociale e culturale dei progetti come quello presentato Rojc, ha affermato che “Stato e Regione hanno il dovere di prestare maggiore attenzione alla realtà della Benečija e della val Resia”.
Quello dei microtoponimi e dei nomi di casa o famiglia è ad oggi, nel campo della ricerca storica, un territorio pressoché inesplorato, ha affermato Giorgio Banchig. Eppure, secondo il presidente dell’Istituto per la cultura slovena, “costituiscono una fonte di inestimabile valore”. Innanzitutto per la ricerca stessa, ad esempio per leggere correttamente i documenti scritti pervenuti fino ai giorni nostri (curioso l’aneddoto con cui Banchig ha svelato di aver riconosciuto, grazie al toponimo Saltina citato in un documento del 1401, il paese di Spignon negli atti di un processo per omicidio della Banca di Antro). Ma anche come testimonianza della civiltà delle Valli del Natisone che per generazioni ha saputo plasmarne il paesaggio. “Questo studio rappresenta un collegamento con le generazioni che ci hanno preceduto, che ci hanno lasciato questo territorio che fa parte della nostra identità. Lo hanno battezzato e trasformato a loro immagine nella loro lingua”. Ha concluso Banchig.
Fra gli obiettivi del progetto, oltre a quello affettivo e storico, ha poi aggiunto Postregna, c’è anche quello promozionale. A questo proposito ha affermato Luca di Giusto: “È fondamentale che finalmente le amministrazioni si sono messe assieme per creare una rete”. Il percorso di recupero del paesaggio e quindi anche microtoponimi e nomi di case e famiglie “nelle migliaia di chilometri di mobilità lenta” del territorio quindi, secondo l’architetto costituiscono un investimento sul futuro delle Valli del Natisone.

VIDEO



https://www.facebook.com/steven.candita/videos/10157926911183167/

Chiesa dedicata ai santi Gervasio e Protasio

Chiesa dedicata ai santi Gervasio e Protasio di Nimis (Friuli-Venezia Giulia). Costruita dal VI al XII con aggiunte XIV. Molti affreschi (tra cui gli affreschi di Tita Gori).







La pieve dei Santi Gervasio e Protasio è la parrocchiale di Nimis, in provincia ed arcidiocesi di Udine. Fa parte della forania della Pedemontana.Un primo edificio di culto fu costruito nel VI secolo, al tempo dei Longobardi. Questo edificio, più volte ampliato e restauro fino al XII secolo, venne distrutto dal terremoto del 1348. L'attuale pieve fu edificata, infatti, nel XIV secolo. La chiesa venne, in seguito, ristrutturata varie volte: nel 1714, nel 1898, nel 1934, nel 1964 e, infine, nel 2000

Vi si possono trovare affreschi risalenti al Medioevo, al Rinascimento e i cicli pittorici di Tita Gori (1870-1941 in Nimis). nel 1964 venne sostituito il vecchio altare maggiore con le statue dei due Santi e l'affresco sovrastante con, rispettivamente, un nuovo altare in marmo e un mosaico della Scuola Mosaicisti di Spilimbergo, raffigurante la Vergine in trono con il bambino e attorniata dai Santi Gervasio e Protasio e da San Giovanni Battista.

Il piccolo organo nella navata di sinistra è stato restaurato nel 1979 dalla ditta organara Zanin.

https://it.wikipedia.org/wiki/Pieve_dei_Santi_Gervasio_e_Protasio_(Nimis)

foto di Jean-Marc Pascolo

1 ago 2020

Poesia di Pierluigi Cappello


DIPINTO DI VLADIMIR VOLEGOV

LA PARTE SOLEGGIATA DI NOI STESSI

La parte soleggiata di noi stessi
non somiglia a questo prato d’agosto
che vedi
somiglia piuttosto a una pietra
che il tempo abbia sepolta
nel fondo profondo di noi
oppure sta come un’isola
e noi siamo sponda
ma sempre al di qua di quell’isola
dove io si dice per dire
– per essere – noi.


(da La misura dell’erba, Gallino, 1998)

Pierluigi Cappello (Gemona del Friuli, 8 agosto 1967 – Cassacco, 1º ottobre 2017), poeta italiano. La sua vita è stata gravemente segnata da un incidente stradale occorsogli quando aveva sedici anni: dallo schianto della sua moto contro la roccia uscì con il midollo spinale reciso e una perenne immobilità. Ha scritto numerose opere, anche in lingua friulana.

Table pravijo, da smo živi - I cartelli stradali mostrano che siamo vivi



Qualche giorno fa lungo la strada st. 54, che da Cividale porta a Stupizza/Štupca, sono stati installati indicatori di direzione bilingui, in italiano e sloveno. Finora il bilinguismo italiano-sloveno era presente solo sui cartelli toponomastici all’inizio e alla fine di località e territori comunali e sulle strade comunali e provinciali. A sette anni dal decreto del presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia di dicembre 2013, quindi, anche Anas si è adeguata alle normative di tutela della minoranza slovena.
I toponimi riportati da Anas sui cartelli, però, non corrispondono a quelli sui cartelli installati in precedenza. Anas, infatti, ha scelto i toponimi in lingua standard, e non in dialetto sloveno locale e la questione non è banale. Oltre vent’anni fa, quando si è iniziato a installare cartelli bilingui a seguito dell’approvazione delle leggi di tutela, con una decisione congiunta da parte di Comuni interessati, provincia di Udine e organizzazione slovene è stato scelto di riportare sui cartelli i toponimi in dialetto sloveno.
Balza all’occhio, inoltre, che come versione slovena di «Udine» sia riportato «Videm», invece del toponimo corretto «Viden». Nelle zone di Trieste, Gorizia e in Slovenia questo errore è onnipresente da tempo. Ma già nel 1999, nel manuale Slovenska krajevna imena v Italiji, l’esperto di toponomastica slovena in Italia Pavle Merkù spiegava che la versione corretta di «Udine» in sloveno è «Viden».
La toponomastica bilingue, trilingue o quadrilingue (a seconda del comune considerato) non è ancora stata installata a Drenchia, Torreano, Attimis, Nimis, Malborghetto-Valbruna e Tarvisio. I cartelli mostrano che lo sloveno e le nostre lingue sono vive, e noi con loro. Sta a noi indurre i nostri amministratori ad adempiere alle leggi dello Stato.

Pred kratkin so tudi na daržavni ciesti štv. 54 iz Čedada do Štupce nastavili smerokaze, ciestne tabele, na katerin so imena kraju napisane po italijansko in po slovensko. Do sada so ble tabele v obieh jezikah samuo tiste na začetku in koncu vasi in na kamunskih ter provincialnih ciestah. Se pravi, de se je slabih sedam liet po dekretu predsednika dežele Furlanije Julijske krajine iz dičemberja 2013 tudi ANAS prilagodila zakonam, ki varjejo slovenski jezik in kulturo. Ries liepa novica.
Daje pa na uoč, de slovenska imena, ki so napisane na novih tabelah, se na ujemajo s tistimi, ki so na te drugimi tablami. ANAS je namreč zbrau imena v literarnem jeziku, ki jih za naše kraje nucajo v Trstu, Gorici in Sloveniji in ne domače imena, s katerimi Benečani vič ku tavžint liet kličejo svoje vasi. De na tabele se napišejo imena po domače so bli kajšnih dvejst liet odtuod kupe določili kamuni, videnska provinca in slovenske organizacije, kàr so začeli postavljati dvojezične table po sparjetju zaščitnega zakona, sa’ Špietar nie biu nikoli Špeter, Podbuniesac nikoli Podbonesec in takuo naprej.
Tudi na smerokazih za glavno furlansko miesto beremo ime Videm, namesto te pravega Viden. Tle pa na gre za izbiero med domačim in literarnim jezikam, ampa za napako, ki se na Taržaškem, Goriškem in v Sloveniji pojavlja že puno liet. Sa’ je Prešernov nagrajenec in narguorš strokovnjak za slovensko toponomastiko v Italiji Pavle Merkù, že lieta 1999 v priročniku Slovenska krajevna imena v Italiji podčartu: »Videm je učena spačenka s hiperkorekturo izglasnega nosnika. Zgodovinsko in etimološko nima ime kaj opraviti z Vidmi znotraj meja slovenske države. « Telo razlago so pred lieti sparjeli v Terski dolini, kjer so pravilno napisali Viden, in tudi v Reziji.
V kamunah Dreka, Tavorjana, Ahten, Neme, Naborjet-Ovčja vas in Tarbiž, razen na smerokazih državnih, regionalnih in provincialnih ciest pa nie še tabel s slovenskim imenam vasi.
Gre za kamune, v katerih je priznana slovenska manjšina, na konfinu s Slovenijo in tudi sosednje občine na italijanski strani imajo tabele po slovensko. Nedopustno je. Vsakemu obiskovalcu se daje zgrešeno kulturno podobo tistih vasi. »Tle žive’ samuo Italijani, okuole in okuole so Slovenci«, lahko misli, kduor nie domačin in na pozna tistih kraju.
Se na more mučati nad telo karvico, ki se jo diela domačim ljudem, ki so veseli svoje kulturne podobe. Trieba je partiskati na administratorije, de izpunijo, kar predvidevajo zakoni. Šindiki, ašešorji in kamunski možje na morejo biti Slovenci, kàr gre za vzdigniti kontribute in potlé pozabiti na jezik in kulturo. Cajt je na glas, jasno in močnuo zahtevati, kar nam pripada. Nie nobednega razloga za kakaršenkoli strah. Muoremo vsi – politiki, kulturni dieluci, navadni ljudje – imieti radi svojo podobo, svoj jezik, svojo kulturo. Se pravi same sebe. Ciestne tabele po slovensko jasno kažejo kaduo smo in de čemo obdaržati te pravo podobo. (M. K.)

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