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22 apr 2020

ROMANO IL MANCINO E I DIAVOLI ROSSI di Pierluigi Visintin

ROMANO IL MANCINO E I DIAVOLI ROSSI
di Pierluigi Visintin
(Collana Resistenza Storica, II ed. 2009, 174 pag.)
http://shop.kappavu.it/…/romano-il-mancino-e-i-diavoli-ros…/
Prefazioni di Federico Vincenti e Giorgio Cojaniz
All’interno “Cantata al Monco senza rima” di Luciano Morandini

Un libro che è un omaggio a tutti i gappisti dimenticati e perseguitati, nel dopoguerra, da una Repubblica senza memoria. Uno strumento per lottare contro il revisionismo storico imperante. Un omaggio anche a tutti quei popoli che ancora oggi lottano per la democrazia. Ai loro eroi spesso ignorati da una opinione pubblica che si tappa occhi ed orecchie. Eroi che, alla fine della “battaglia”, diventano scomodi o vengono inghiottiti dal torpore sociale di chi ha optato per la globalizzazione del pensiero e delle coscienze.



Euritmica, in occasione della ricorrenza del 25 Aprile, che quest’anno non potrà celebrarsi con manifestazioni pubbliche, propone, sul proprio sito web www.euritmica.it dal 23 al 26 aprile 2020, la registrazione audio integrale dell’adattamento teatrale di “Romano il Mancino e i Diavoli Rossi”, messa in scena il 25 aprile 2011, al Teatro Palamostre di #Udine.
Si tratta di una “opera popolare", tra teatro e canzone, incentrata sulla figura eroica del partigiano gappista di San Giorgio di Nogaro Gelindo Citossi, detto #RomanoIlMancino, che si contraddistinse per la sua incessante e indispensabile azione di raccolta di materiali e derrate destinate al sostentamento dei gruppi combattenti e per la sua attività di intelligence nella Bassa e nell’udinese.
Le letture sceniche, basate sul testo dell’intellettuale e poeta friulano Luciano Morandini, con alcuni inserti poetici dello scrittore Pierluigi Visintin, sono affidate alla grande voce di Omero Antonutti - che ci ha lasciato nel novembre scorso - che ha reso vive e vibranti le gesta del Mancino durante la lotta di Liberazione, culminata con la coraggiosa liberazione dalle Carceri di Udine di decine di partigiani detenuti, il 7 febbraio di 75 anni fa.
Sul palco del Palamostre anche un ensemble di musicisti coordinati dal pianista e compositore #ClaudioCojaniz, con le canzoni interpretate dalla straordinaria voce di Alessandra Kersevan.
La band è composta da Vicente Faccio e Igor Puntin, tromba; Gianfranco Faccio, tuba; Mauro Puntin, trombone, Edi Cappelletto, chitarra; Oriano Ferini, armonica; Erbeno Sguassero, basso; Luciano Fornezza, batteria, oltre a Claudio Cojaniz al pianoforte e alla conduzione.
Il progetto, prodotto da #Euritmica con la direzione di Giancarlo Velliscig, seguiva la riedizione del libro “Romano il Mancino e i Diavoli Rossi” (KAPPA VU edizioni, 2009), con il patrocinio dell’ Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - ANPI
fonte fb
(Collana Resistenza Storica, II ed. 2009, 174 pag.)

Piccoli accorgimenti per salvare il Pianeta

dal web

(fonte rielaborazione di notizie tratte dal web)
  1. consumare meno acqua- E' un bene prezioso che non è inesauribile,non lasciare i rubinetti aperti,usare lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico.
  2. Usare meno l'automobile-Usare i mezzi pubblici,la bicicletta o camminare a piedi.
  3. Risparmiare energia elettrica-Acquistare elettrodomestici di classe A,usare lampadine a risparmio energetico,non lasciare le luci accese.
  4. Ridurre il consumo di carne e pesce-Gli allevamenti intensivi hanno un forte impatto sull'ambiente.
  5. Fare la raccolta differenziata-Differenziare i rifiuti e riciclare il più possibile,non usare posate di plastica.
  6. Fare una spesa intelligente per ridurre i rifiuti,usare borse di stoffa, usare detersivi alla spina o sfusi.
  7. Usare carta riciclata.
  8. Ottimizzare il riscaldamento in casa, non superare i 19°,cambiare i vecchi infissi per risparmiare energia elettrica,rivestire le pareti con materiale adatto.
  9. Scegliere cosmetici e detersivi ecologici -scegliere prodotti per la pulizia della casa e per il corpo eco-bio senza parabeni e altre sostanze tossiche.
  10. Non sprecare cibo-Acquistare il giusto,guardare la scadenza dei prodotti.

Earth Day: gli eventi in programma

Earth Day: gli eventi in programma



Webinar, videogiochi di cittadinanza attiva, flash mob, incontri. Le iniziative per la Giornata mondiale della Terra si spostano sul web per sensibilizzare i cittadini e fornire proposte alla politica per la salvaguardia del pianeta.

21/04/20


L’Earth Day, la più grande manifestazione ambientale del pianeta organizzata dalle Nazioni unite, non cancella gli incontri previsti per celebrare la ricorrenza il 22 aprile. “In piena crisi globale Covid-19, miliardi di persone sono state toccate da chiusura di scuole, attività commerciali, isolamento e misure di distanziamento sociale”, spiegano gli organizzatori dell’iniziativa. “Tuttavia, molti di noi vogliono ancora far sentire le proprie voci sull’azione contro il cambiamento climatico, malgrado l’impossibilità di farlo attraverso le forme tradizionali di attivismo, viste le circostanze”.
La 50esima edizione dell’Earth Day, dunque, sarà diversa dalle altre e vedrà tutti gli incontri e le azioni spostate sul web. Per incentivare le persone a rimanere a casa senza venir meno all’impegno per salvaguardare il pianeta, è stata lanciata la campagna Mission 1.5 “Quest’anno per la Giornata della Terra resta a casa e gioca per il clima”. Agli utenti sarà data la possibilità di giocare online a un videogame che è stato sviluppato proprio per informare le persone sulle politiche di contrasto ai cambiamenti del clima e che offre, tra l’altro, una piattaforma dove è possibile esprimere il proprio voto sui provvedimenti che vogliono vedere adottati. I voti saranno in seguito conteggiati e inviati ai leader mondiali. Le informazioni raccolte potranno così essere di aiuto alla politica. Di sicuro saranno uno stimolo per i governi di tutto il mondo a intraprendere azioni coraggiose contro la crisi climatica, permettendo allo stesso tempo agli utenti di aiutare la Terra direttamente dalla quarantena.
Anche in Italia non sono mancate le adesioni alla giornata organizzata dalle Nazioni unite. Per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della questione climatica anche in questo momento difficile, Legambiente ha lanciato un flash mob virtuale. Lo scopo di questa iniziativa è di tenere alta l’attenzione intorno ai temi ambientali. Da più parti, infatti, si levano voci preoccupanti sul fatto che per rilanciare l’economia post Covid-19 sarebbe meglio mettere da parte le politiche di tutela ambientale, scrive Legambiente. “Noi siamo convinti invece che la ripresa di una vita e di una società migliore passi proprio per la cura dell’ambiente e dei beni comuni, anche per scongiurare il pericolo di una nuova crisi che rischia di colpire tutti noi: la crisi climatica”. Nel flash mob gli utenti saranno chiamati a condividere sui propri canali social una foto dove abbracciano un mappamondo o una cartina con gli hashtag #Abbracciamola e #EarthDay.
Sempre dal nostro paese, partirà la maratona multimediale di 12 ore #OnePeopleOnePlanet, che andrà in onda su Raiplay.  L’evento è la realizzazione del lavoro comune svolto dal comitato di Earth Day Italia e del Movimento dei Focolari per la realizzazione del Villaggio per la terra. La manifestazione, al momento sospesa a causa del Covid-19, è inserita tra le tappe di avvicinamento all’evento mondiale del “Patto Educativo Globale”, convocato da Papa Francesco a Roma il 15 ottobre 2020.  “Siamo onorati dell’impegno che Sua Santità mette nell’unire le persone intorno all’importanza della Terra — hanno spiegato Denis Hayes, fondatore dell’Earth Day, e Kathleen Rogers, presidente dell’Earth Day Network. La sua Enciclica Laudato si' sottolinea il potente rapporto che ognuno di noi ha con il nostro unico Pianeta".

‘Izbral sem srednjo pot’, knjiga spominov Rudija Pavšiča

Pavšič se je lani spomladi poslovil od predsedniškega mesta Slovenske kulturno-gospodarske zveze, ki jo je vodil celih 22 let. Eno leto kasneje prihaja njegova knjiga spominov na to dolgo obdobje, ki ni zgolj pogled na prehojeno pot ampak ponuja tudi prerez življenja Slovencev v Italiji v ključnem zgodovinskem obdobju.
Skozi njegov osebni pogled se seznanimo s trenutki, ki so za marsikoga še uganka, od odmevnih dogodkov kot sta bili zaprtje Tržaške kreditne banke ali kriza Primorksega dnevnika do širšemu krogu manj znanih dinamik znotraj manjšine. V svojem pričevanju – zabeležil ga je pisatelj Marjan Žiberna – se Pavšič loteva kočljivih tem, kot so sodelovanje in zavezištva oziroma konflikti in obdobja nezaupanja znotraj manjšine, problematični odnosi z italijanskim delom prebivalstva, vzpostavljanje dialoga s pripadniki italijanske manjšine v Sloveniji in še veliko drugih.
Že na začetkih svoje politične poti je avtor izbral srednjo pot: potem, ko se je
doma vžgala debata z očetom, ki ga je nagovarjal za stranko Slovenske skupnosti in mamo, ki je volila za Komunistično partijo, se je kot mlad fant odločil, da bo volil za italijansko socialistično stranko in na tak način, kot je tudi sam opisal svojo odločitev, izbral srednjo pot.
Skozi življenje se je njegova srednja pot kazala v njego vem načinu delovanja, v nenehnih poskusih posre dovanja med ljudmi. Z umirjenostjo in njemu značilnemu čutu za humor je vedno skušal gladiti ostre robove, povezovati ljudi ne glede na njihovo gledanje ali politično pripadnost, v prid skupnega dobrega. Kot ugotavlja tudi sam, mu je včasih uspelo, včasih ne.
Knjiga Izbral sem srednjo pot vsebuje tudi poglede nekaterih ožjih sodelavcev ali prijateljev Rudija Pavšiča. Vsak dodaja še svoj kamenček ne samo k pripovedi o delu, ki ga je več kot dve desetletji opravljal kot predsednik ene od krovnih organizacij Slovencev v Italiji, ampak tudi k bolj poglobljenemu razumevanju tega obdobja. Brali bomo lahko misli enega njegovih najbližjih sodelavcev, Aceta Mermolje, ter dragocena pričevanja prvega slovenskega predsednika Milana Kučana, Iole Namor, ki je za časa Pavšičeve službe na Novem Matajurju v Čedadu bila glavna urednica časopisa, senatorke Tatjane Rojc, predsednika Italijanske unije v Sloveniji Maurizia Tremula, Marjana Šturma, predsednika Zveze slovenskih organizacij na Koroškem, ter slovenskega veleposlanika v Trstu Vojka Volka.
Prva izdaja knjige bo v elektronskem formatu na voljo na splet- nem portalu http://www.biblos.si.

#unapiantaalgiorno

L'immagine può contenere: nuvola, pianta, cielo, spazio all'aperto, natura e acqua
Il Friuli Venezia Giulia ha la fortuna di avere spazi piuttosto incontaminati a portata di mano 🌄
Ecco che diventa un gioco da ragazzi abbandonare -virtualmente- le nostre abitazioni e recarci sui luoghi della

💚 𝓜𝓪𝓽𝓽𝓱𝓲𝓸𝓵𝓪 𝓯𝓻𝓾𝓽𝓲𝓬𝓾𝓵𝓸𝓼𝓪 𝓼𝓾𝓫𝓼𝓹. 𝓿𝓪𝓵𝓮𝓼𝓲𝓪𝓬𝓪
conosciuta in passato come Matthiola carnica


Nome comune: VIOLACIOCCA ALPINA

DOVE SI TROVA?
Per trovare la nostra bella, occorre vagare in questo periodo tra le ghiaie del Tagliamento nel suo medio corso, o tra i Magredi del Cellina e Meduna, o in altri luoghi del genere. Insomma, l'abbiamo capito: è un'amante delle ghiaie e dei detriti di fondovalle! 🏞

UNA PIANTA DEDICATA A ...?
Il genere "Matthiola" è stato dedicato dal botanico britannico Robert Brown alla figura di PIETRO ANDREA MATTIOLI 👨‍🏫
E si dirà: "Embè? Chi sarebbe costui?"
Il buon Pietro Andrea, toscano di origine, apparteneva alla schiera di quei geni rinascimentali i quali, durante la loro vita, sono sì stati identificati in una professione, ma avevano capacità e interessi tali da diventare punti di riferimento o pionieri anche per altre materie o spazi della conoscenza.
E così il nostro, da brillante medico e chirurgo conosciuto un po' in tutta la penisola italica, divenne uno dei "padri" della botanica moderna dopo la pubblicazione dei "DISCORSI di Pier Andrea Mattioli sull'opera di Dioscoride" : un'opera omnia sulle piante medicinali, una "bibbia" sia per la medicina che per la scienza nei secoli successivi.
Il grande lavoro di Mattioli fu dunque di portare nell'epoca moderna antichi saperi, traducendo e integrando il De materia medica, un'antico e geniale erbario di DIOSCORIDE PEDANIO, botanico e medico greco al seguito degli eserciti di Nerone.

Come queste persone trovassero brillantezza e tempo di fare tutte queste cose senza internet, word, comodità e agi nostri contemporanei, resta un grande mistero della vita... 🙄
Ma essere motivati e avere un grande ideale è sempre stato l'unico motore per avere la forza di iniziare e proseguire qualsiasi opera, grande o piccola che sia. Ce lo spiega... Mattioli stesso nell'introduzione dell'opera:
"L'animo dunque grande, e il non picciolo ardore che ho sempre avuto di giovare alla presente etade, e alla posterità futura, m'ha indotto a così dolci fatiche di tradurre, e di comentare ancora il sesto libro (dopo aver tradotto anche gli altri cinque NDR) ,dove ho ritrovato ampio di campo di poter scrivere, e narrare vari, e diversi medicamenti a benefizio, e comodo universale"

“Chi sapesse le virtù delle piante, farebbe miracoli” 🌟

La Violaciocca porta con sè, come possiamo quindi capire, un intrinseco, profondo, valore, che va al di là della sua rarità e bellezza!

Buona giornata! 🌞

#unapiantaalgiorno

#studioforest

Friuli Venezia Giulia Turismo

21 apr 2020

Web sul blog: Lettera di Bruno Frittaion (Attilio) a Edda

Web sul blog: Lettera di Bruno Frittaion (Attilio) a Edda: Articolo da  Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza italiana Presentazione di Bruno Frittaion (Attili...

SLAVIA FRIULANA - BENEČIJA - Dal sentimento di vergogna a quello d’orgoglio


In uno studio dell’Istituto sloveno di ricerca - Slori la trasmissione intergenerazionale della lingua slovena Dopo 18 mesi di lavoro si è concluso il progetto mirato di ricerca sulle «Occasioni e possibilità per la tutela ovvero rivitalizzazione della lingua slovena nella minoranza nei Paesi contermini». Il progetto è il risultato della collaborazione tra l’Istituto per le questioni nazionali (Inv), l’Istituto di ricerca sloveno-Slori, la Facoltà di filosofia dell’università di Ljubljana e l’Istituto per la lingua slovena Fran Ramovš Zrc Sazu; è stato finanziato dall’Agenzia pubblica per l’attività di ricerca della Repubblica slovena, dall’Ufficio del Governo sloveno per gli sloveni d’oltre confine e nel mondo e dal ministero dell’Istruzione, conoscenza e sport. Obiettivo del progetto è analizzare le modalità di tutela della lingua slovena in tre territori sloveni individuati nell’area d’oltre confine: a Porabje (Ungheria), in Croazia nelle zone di Varaždin e Medžmurska e nella Slavia friulana (Italia). Nell’ambito del progetto allo Slori è stato affidato il compito di analizzare le dinamiche nonché i punti di forza e di debolezza della trasmissione intergenerazionale dello sloveno tra gli sloveni della Slavia friulana e di tracciare adeguati orientamenti per la politica linguistica. Di fronte a scenari internazionali cambiati, a una legislazione più solida e soprattutto a causa della presenza della scuola bilingue la ricerca ha vagliato l’ipotesi se nella Slavia friulana ci siano le condizioni per la rivitalizzazione linguistica e la deassimilazione delle generazioni più giovani, il che contempla anche la trasmissione intergenerazionale della lingua e il ritorno dell’insegnamento dello sloveno tra gruppi nei quali la trasmissione della lingua si è interrotta. Nella ricerca abbiamo utilizzato le espressioni “sloveno” e “lingua slovena” sia per le varianti dialettali che per la lingua standard, fatta eccezione laddove si fa espresso riferimento al dialetto. Consideriamo, infatti, la lingua standard slovena e il dialetto come un continuum, dal momento che entrambi sono forme espressive della lingua slovena. Abbiamo raccolto ed elaborato i dati utilizzando metodi di qualità. Attraverso le interviste con i genitori degli alunni della scuola bilingue, abbiamo analizzato la trasmissione intergenerazionale della lingua tra tre generazioni: dei nonni, dei genitori e dei bambini. Abbiamo individuato i destinatari del sondaggio con l’aiuto della dirigenza della scuola e li abbiamo contattati nella primavera del 2017. Ci interessavano soprattutto i singoli individui che hanno radici slovene, ma per i quali nelle precedenti generazioni c’è stata un’interruzione della trasmissione della lingua slovena, e/o i singoli, che desiderano che i propri figli imparino nuovamente lo sloveno e hanno deciso quindi di iscriverli alla scuola bilingue. Le narrazioni non trasmettono la verità obiettiva, ma l’interpretazione narrativa della verità. La dimensione temporale, invece, permette di osservare i cambiamenti della vita familiare, che sono legati a situazioni esterne. Nella ricerca abbiamo contemplato quattro categorie di genitori dei bambini, che nell’anno scolastico 2016/17 frequentavano la scuola primaria bilingue di San Pietro al Natisone: genitori che parlano la lingua slovena; genitori che non parlano lo sloveno, ma hanno radici e identità slovene, e che sono reduci da un’interruzione intergenerazionale nella trasmissione della lingua slovena; genitori che non parlano la lingua slovena e che non hanno l’identità slovena, ma che hanno antenati sloveni (in seguito: genitori assimilati); genitori che non hanno legami con il mondo sloveno della Slavia friulana (in seguito: genitori di origine italiana o di altra origine). (…) Lo sloveno in Benecia non è presente in modo uniforme sul territorio: nelle situazioni di conversazione in pubblico ha un ruolo marginale, e lo stesso vale nel contesto familiare. Anche a scuola non ha un ruolo dominante in confronto con l’italiano, che prevale come lingua colloquiale tra alunni e tra il personale. L’utilizzo della lingua slovena riguarda le attività culturali (scuole di musica, manifestazioni, cori anche parrocchiali, gruppi folcloristici, attività alpinistiche, carnevale ed altre usanze). I genitori considerano i propri figli bilingui, anche se l’esposizione alle due lingue non è equilibrata, il che sicuramente incide sullo sviluppo delle competenze linguistiche e delle abilità espositive. L’istruzione bilingue rappresenta per la Slavia friulana un traguardo importante, ma questa non è ancora una condizione sufficiente per tutelare o ravvivare la trasmissione intergenerazionale della lingua. Dalle interviste emerge che i genitori delegano alla scuola e alle attività extrascolastiche la creazione di contesti nei quali si sviluppa la conoscenza della lingua slovena. In base a quanto esposto forniamo i primi suggerimenti e raccomandazioni. La scuola diventa il principale fattore di socializzazione in lingua slovena nella prima infanzia, ma le famiglie non devono rinunciare al loro compito di trasmissione intergenerazionale della lingua, che è uno dei più importanti fattori di tutela linguistica. D’altro canto la scuola, accanto all’attività ordinaria, deve preoccuparsi di promuovere il più possibile l’uso della lingua a scuola (lo sloveno come lingua colloquiale tra personale docente e non, promozione dell’uso dello sloveno tra coetanei, cura del contesto linguistico negli spazi scolastici, che possiamo corredare con cartelloni che riportano in lingua slovena i nomi di oggetti, ecc.). Anche nel più ampio contesto sociale, a San Pietro al Natisone sarebbe opportuno curare l’uso della lingua slovena (scritte pubbliche e private in sloveno), affinché lo sloveno diventi la lingua locale e non solo della vicina Slovenia. La generazione più vecchia di coloro che usano ativamente il dialetto sloveno rappresenta una fonte preziosa e per questo è necessario promuovere il più possibile la collaborazione intergenerazionale. Negli adulti che hanno una certa padronanza della lingua e del dialetto sloveni va promosso l’uso attivo della lingua e il superamento del sentimento di vergogna. Molte persone hanno una certa conoscenza della lingua e dialetto sloveni, ma non li usano perché non le parlano scorrevolmente. Con un coerente uso della lingua slovena comunichiamo ai giovani, che tutti ci impegniamo per trasmettere un segnale di incoraggiamento. Per il ruolo pubblico che rivestono, gli operatori culturali rappresentano un esempio di coerente uso dello sloveno anche nella sfera privata.
Maja Mezgec (Primorski dnevnik, 15. 4. 2018)
da Slovit

Come disinfettare le mascherine usate


Il dott. Mario Canciani, stimato pediatra pneumologia, continua i suoi aggiornamenti settimanali con notizie pratiche sull’infezione da Coronavirus, basate sulle domande che ci vengono poste più spesso. Per facilitare la comprensione, cerca di usare il meno possibile termini medici e di semplificare i concetti. Anche questo settimo report non vuole sostituire il ruolo del curante, né quello della sanità regionale, le cui informazioni invitiamo a consultare all’indirizzo https://www.protezionecivile.fvg.it/…/informazione-coronavi….
Per chi lo desiderasse, ogni giovedì e per tutto il mese di aprile, il dott. Canciani è presente su UdineseTV, canale 110, alle ore 20.45. Si parla di problemi respiratori e allergici e del coronavirus. Causa le restrizioni legate al Corona, non si possono fare delle domande in diretta. Chi avesse dei quesiti, può mandarli a: studio@mariocanciani.com
POICHÈ FACCIO FATICA A TROVARE LE MASCHERINE, POSSO USARLE PIÙ VOLTE?
A parte le mascherine lavabili, che possono essere usate più volte, di solito le altre mascherine di uso comune, quelle “tipo chirurgico” sarebbero monouso, per cui andrebbero eliminate al termine della giornata. Poiché se ne trovano con difficoltà o non tutti possono permettersele, possono essere disinfettate con 2 modalità: (1) mettere in un contenitore richiudibile, tipo vaschetta di plastica alta 5-10 cm , circa 2 cm di alcol etilico al 70%; mettere il coperchio con attaccata la mascherina all’interno del coperchio, sorretta con gli elastici e lasciare a temperatura ambiente per circa 12 ore. L’alcol, evaporando, sbatte contro la mascherina e la disinfetta; (2) oppure in uno spruzzino mettere la soluzione disinfettante OMS (833 ml di etanolo o alcool etilico al 96%, 42 ml di acqua ossigenata al 3%, 110 ml di acqua distillata sterile o di acqua bollita, 15 ml di glicerina o glicerolo al 98%; a parte l’ultimo componente, reperibile in farmacia, il resto si può trovare al supermercato) e spruzzare tenendo la mascherina a una distanza di circa 50 cm (si deve avvertire sulla mano una nebbiolina fine, si deve sentire l’umidità, ma non si deve bagnare). Lasciare asciugare e poi indossare.
CI SONO DEI RISCHI CON LA GRAVIDANZA E IL PARTO DURANTE L’INFEZIONE?
Non è stata dimostrata finora una trasmissione verticale, da madre a figlio, del virus e l’infezione non è più grave nelle donne incinte. Il parto va eseguito per via naturale, non c’è bisogno del cesareo. Il latte materno non trasmette il virus. Tuttavia, poiché l’esperienza è ancora in corso, si è deciso di applicare le misure precauzionali dei normali ammalati, cioè uso di mascherine durante l’allattamento e l’accudimento del figlio, lavaggio frequente delle mani, aereazione frequente degli ambienti
TRA I FARMACI USATI ORA SI PARLA DELL’EPARINA. COME AGISCE?
L’eparina è un anticoagulante che si usa normalmente in persone che hanno dei rischi da coagulazione o dopo immobilità prolungata, per evitare delle trombosi con conseguenti infarti. Nella malattia da Corona agirebbe come antivirale, bloccando l’entrata del virus nelle cellule.
ANCHE SE I BAMBINI SI AMMALANO DI MENO, SEMBRA CHE IN ALTRI PAESI, COME GLI USA, SI AMMALINO DI PIU’ CHE DA NOI. È VERO?
Proprio recentemente i colleghi americani hanno pubblicato una revisione su 149.000 casi di Corona. I pazienti con meno di 18 anni erano il 2%, in genere con sintomi lievi, però con la capacità d’infettare gli adulti. Ci sono stati 147 ricoveri, 5 dei quali in terapia intensiva e 3 decessi. I maggiori problemi sono stati riscontarti nel primo mese di vita, specie se erano maschi. I dati sono più alti di quelli italiani, probabilmente per la minore assistenza pediatrica negli USA, però indicano ancora una volta che i bambini e i giovani sono meno suscettibili all’infezione, come avevamo visto nei report precedenti
LE ZANZARE POSSONO TRASMETTERE IL CORONA?
Anche se le zanzare trasmettono diverse malattie febbre gialla, dengue, Zika, malaria che però non è virale) , non sembra che il Corona si trasmetta mediante le zanzare, perché non si riproduce al loro interno
OLTRE CHE CON LE SECREZIONI RESPIRATORIE, IL CORONA SI TRASMETTE PER ALTRE VIE?
Abbiamo già visto la scorsa settimana che si trasmette, anche se di meno, con feci e urine. L’altra via di contagio è quella attraverso le superfici, dove il virus può persistere anche per 3 giorni, specie su acciaio inox e plastica. Per le pulizie delle superfici va usato dell’alcol al 75% o la soluzione OMS riportata più sopra
PERCHÈ CONTINUA LA POLEMICA SUL DOSAGGIO DEGLI ANTICORPI NEL SANGUE?
Il dosaggio degli anticorpi ci dice se una persona ha avuto o meno la malattia, anche se non se ne è accorta, i cosiddetti asintomatici. Inoltre permette di capire se l’infezione è recente o in atto (IgM) o passata (IgG). In certe aree dove il test è stato eseguito, come Lombardia e Liguria, ha dimostrato che la diffusione del virus è ben maggiore di quella che si pensava con il tampone: in Italia sarebbe infetto il 10-20% della popolazione, cioè tra i 6 e i 12 milioni di persone. I dubbi sono dati dal tipo di test, che deve essere validato su un campione consistente di persone e confrontato con sintomi, tamponi e ricoveri. In commercio ci sono diversi tipi di test, che dosano altrettanti tipi di anticorpi contro determinate frazioni del virus, per cui bisogna vedere quali anticorpi siano veramente protettivi. Purtroppo c’è poco tempo, perché le risposte di tali test saranno essenziali per la fase 2 e 3 dell’epidemia, con particolare riguardo a chi non ha prodotto anticorpi o li ha ancora in corso ed è ancora infettivo.
POICHÈ CI SONO DIVERSE SEGNALAZIONI DEL LEGAME TRA INQUINAMENTO ATMOSFERICO E DIFFUSIONE DEL CORONA, NELLE SCORSE SETTIMANE SONO STATE DIFFUSE DELLE IMMAGINI CON LA CAPPA D’INQUINAMENTO SULL’ITALIA DEL NORD. COME SI SPIEGA?
Come ci sono i “terrapiattisti”, cosi ci sono persone che negano l’inquinamento atmosferico o che esso sia causato dalle attività dell’uomo, attribuendolo invece a delle fantomatiche fasi epocali delle terra. Nelle scorse settimane abbiamo assistito a un fiorire di segnalazioni secondo le quali, nonostante il calo del traffico e delle attività industriali, le polveri sottili permanevano elevate. Si è poi scoperto che esse erano causate da una tempesta di sabbia nei deserti del Caucaso, che è stata trasportata fino a noi dalle perturbazioni. Si è potuta stabilire l’origine esatta perché si sono trovati dei pollini che provenivano da tali zone. Passata la tempesta, i valori sono scesi notevolmente e almeno nella nostra Regione e si attestano al 50% dei valori consueti.

PROVERBIO FRIULANO

Il proverbio friulano della settimana
di Vita nei campi

“S’al plûf el di di San Zorz, il cavalîr al và te cort” ovvero se piove il giorno di San Giorgio (il 23 aprile) il baco da seta sarà da buttare, una vera disgrazia per l’economia domestica contadina di una volta.

Brez okužb, a vseeno s smrtnim primerom - Senza contagi ma con un decesso



V Zgornjem Posočju že več kot štiri tedne niso zabeležili novega primera koronavirusa. Zaradi občutka varnosti pa je več dogajanja na prostem, kar jezi policijo. Zaradi nespametnosti se je druženje pretekli teden za nesrečnega 29-letnika končalo tragično.
»Po več kot 14 dneh, ko pozitivni pacient nima več simptomov, se šteje kot zdrav. Pri nas je torej trenutno stanje brez aktivnih okužb. To lahko pripisujemo ukrepom do tedna dni nazaj, saj nespoštovanje ukrepov lahko prične kazati posledice po sedmih do 14 dneh,« je trenutno zadovoljen zdravnik in direktor Zdravstvenega doma Tolmin Gaudencio Lucas Triep.
Opozarja pa, da bodo lahko s sprostitvijo ukrepov in novega gibanja prebivalstva med občinami spet pojavili novi primeri okužb: »Z navalom ljudi in več novih stikov povečamo verjetnost okužb, s turizmom pa sploh. Če pogledamo, kaj se dogaja v sosednjih državah, menim, da je trenutna situacija v Sloveniji pod nadzorom. Za koliko časa? Nihče ne ve.«
Posledica novih razmer in pristopu k delu pa je, da so kronični bolniki, ki niso imeli dostopa do specialistične obravnave na sekundarnem ali terciarnem nivoju, precej oslabeli, opaža. »To je postalo dodatno breme za primarni nivo zdravstva, saj se še vedno na primarni ravni rešuje glavnina, ki bo še enkrat na udaru. Treba bo razumeti, da bo na tak način, kot trenutno delamo v Tolminu, potekalo tudi naprej, brez čakanja po čakalnicah, z naročanjem in upoštevanjem ure naročanja, da zmanjšamo stike obolelih med seboj in tako zmanjšamo možnosti okužb.«
Minuli konec tedna so imeli tolminski policisti polne roke dela. »Nisem zadovoljen, saj se je dogajalo marsikaj, kar se ne bi smelo navkljub vsem opozorilom,« je izpostavil komandir Policijske postaje Tolmin Boris Zorko. Druženje ob Soči je bilo namreč v soboto usodno za mlajšega Tolminca, ki je utonil v Soči.
Policisti so izdali 14 predlogov zdravstveni inšpekciji zaradi kršenja prepovedi zbiranja na javnih površinah, še osem predlogov pa je iz Posočja dobil požarni inšpektor zaradi kršenja prepovedi kurjenja v naravi. »Huje je bilo kot v normalnih razmerah. Kršitve s takšnimi posledicami lahko vplivajo na vso državo glede ukrepov. Potrpite še malo, potem bo spet vsega dovolj,« je pozval Zorko.

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