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IVAN TRINKO padre della Benecia

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15 gen 2022

Io e il Covid

 


Io da due anni esco da casa solo per fare la spesa,nessun bar o ristorante mi ha visto.Mi chiederete perchè:ho paura di infettarmi col covid.Il 24 gennaio mi sottoporrò al booster,spero che vada tutto bene.Finora nè io nè mio marito abbiamo avuto effetti collaterali.E voi come vi comportate?

Siamo nel 2022. È ora di una svolta/Smo v letu 2022. Čas je za preobrat


La questua dei Re Magi il 6 gennaio a Valbruna/Koledovanje Svetih treh kraljev 6. januarja v Ovčji vasi



Al di là degli imprevedibili sviluppi della pandemia, per Benecia, Resia e Valcanale nell’anno nuovo si presentano nuove opportunità che, se colte e sfruttate al meglio, potrebbero segnare la tanto attesa inversione di rotta verso un futuro migliore.

Il consigliere regionale Giuseppe Sibau si attende molto dall’inserimento delle valli del Natisone e del Torre nella Strategia nazionale per le aree interne. «L’ok di Roma dovrebbe giungere in breve, è questione di qualche mese. Almeno questa è la sensazione trasmessami dall’assessore Stefano Zannier», riferisce. Poi spiega: «L’Europa prevede ogni anno finanziamenti per aree interne montane, ma se ne può usufruire solo se si rientra nei territori che vi sono inseriti. Nella scorsa legislatura erano previsti ogni anno 7,8 milioni di euro per le aree interne del Friuli Venezia Giulia, ma noi non ci rientravamo. Debora Serracchiani ci diceva che avrebbe compensato la Regione, ma poi arrivavano fondi per un decimo rispetto a quanto sarebbe potuto arrivare. Adesso la situazione cambierà e non è poca cosa. Aree interne sono considerate zone marginali e con un forte calo demografico, nelle quali è necessario mantenere un presidio umano, per cui beneficeremo di tutte le nuove iniziative».

È restata nel cassetto, invece, la proposta di legge per la montagna predisposta un anno fa da Sibau e dal collega Emanuele Zanon. «L’assessore Zannier ha ritenuto che con l’avvio delle Comunità di montagna ci siano tutti gli strumenti per intervenire efficacemente e non sia necessaria una nuova legge, che graverebbe sull’aspetto burocratico», fa sapere Sibau.

Il consigliere regionale di Iesizza vede rosa anche perché «oggi la Regione dispone di una sufficiente riserva economica, di conseguenza si potranno realizzare nelle nostre valli diversi interventi di sviluppo turistico e promozione del territorio, proseguendo in un impegno già iniziato. In questo e nel prossimo mese sono già in programma riunioni per mettere a punto progetti di rilancio. Ad esempio, potranno arrivare a traguardo dei progetti di valorizzazione del Natisone».

Anche Alan Cecutti, sindaco di Taipana, guarda all’anno nuovo con ottimismo.

«Nel calendario transfrontaliero, ho formulato l’augurio che il 2022 ci porti felicità nel riprendere i rapporti tra persone e le amministrazioni dei territori, senza dimenticare questo periodo difficile che ha colpito tutti, ma che ci deve far riflettere, nel ridare a ognuno di noi la forza e l’amore per ripartire tutti insieme con nuove collaborazioni, verso lo sviluppo di nuovi progetti, ripartendo con le tradizioni paesane tra festività culturali e gastronomiche, dove l’unione tra natura e sport porterà cambiamenti positivi nelle nostre splendide valli», dice.

«Nell’anno nuovo – prosegue – siamo entrati con notizie positive dalla politica regionale, che ci fanno guardare al futuro con maggiore ottimismo. Mi riferisco al consistente aumento dei fondi per lo sviluppo economico e sociale della fascia confinaria da Tarvisio a Prepotto e per questo va un doveroso ringraziamento all’assessore regionale Pierpaolo Roberti che ha compreso il senso della richiesta giunta dai nostri territori, l’ha accolta e sostenuta fino all’approvazione in Consiglio regionale. E a questo va aggiunto il forte impegno della Giunta regionale, in primo luogo dell’assessore Zannier, affinché anche le valli del Torre e del Natisone entrino nella Strategia nazionale per le aree interne, dalla quale erano state inspiegabilmente escluse dalla precedente amministrazione regionale Serracchiani, ottenendo fondi indispensabili per eliminare le criticità che ne provocano la marginalizzazione».

Il Comune di Taipana in questo 2022 andrà al voto per rinnovare l’amministrazione, così pure quello di Savogna, il cui sindaco, Germano Cendou, evidenzia i problemi che attendono risposta. Uno grosso è il perdurare della chiusura del pronto soccorso dell’ospedale di Cividale. «Va riaperto immediatamente e come amministrazione abbiamo sollecitato la Regione con un apposito documento. Non è possibile che dalle Valli del Natisone si debba andare a Udine per fare otto, dieci ore di attesa per essere curati», afferma.

Sul piano politico, Cendou evidenzia come la Comunità di montagna del Torre e Natisone sia ancora ferma ai nastri di partenza. «Ora come ora è partito solo lo Sportello unico delle attività produttive e il direttore generale non è ancora pienamente operativo, prestando servizio anche in diversi comuni. Noi piccoli Comuni abbiamo bisogno di mettere in comune i servizi di ragioneria, edilizia privata, polizia locale e altri. La Comunità dovrebbe anche predisporre un progetto generale per il nostro territorio nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Auspico anche una stretta collaborazione con la Comunità del Friuli Orientale, magari attraverso un direttore generale in condivisione, che possa avere una visione d’assieme del territorio».

Il sindaco di Savogna tra i probemi locali evidenzia l’urgenza di un intervento sulla viabilità che porta in Slovenia attraverso l’ex valico di Polava-Livek. «La carreggiata è in condizioni disastrose e andrebbe anche ampliata per permettere il passaggio di autobus e favorire così il flusso turistico dalla valle dell’Isonzo».

Cendou è soddisfatto dell’aumento dei contributi per lo sviluppo di Benecia, Resia e Valcanale nell’ambito della legge di tutela. «Ora bisogna lavorare perché quei fondi siano spesi bene, per interventi specifici per la comunità slovena con l’obiettivo di far restare la popolazione sul territorio e richiamare i giovani a vivere e lavorare qui». (Ezio Gosgnach)

continua in sloveno https://www.dom.it/smo-v-letu-2022-cas-je-za-preobrat_siamo-nel-2022-e-ora-di-una-svolta/

La bottiglia è quella

 

La bottiglia è quella


EUGENIO MONTALE

PRESTO O TARDI

Ho creduto da bimbo che non l’uomo
si muove ma il fondale, il paesaggio.
Fu quando io, fermo, vidi srotolarsi
il lago di Lugano nel vaudeville
di un Dall’Argine che probabilmente
in omaggio a se stesso, 
nomen omen,
non lasciò mai la proda. Poi mi accorsi
del mio puerile inganno e ora so
che volante o pedestre, stasi o moto
in nulla differiscono. C’è chi ama
bere la vita a gocce o a garganella;
ma la bottiglia è quella, non si può
riempirla quando è vuota.

(da Diario del ' 71 e del ’72, Mondadori, 1973)

.

Tutto è stato inganno e illusione, dice Eugenio Montale, giunto a 75 anni: il poeta della “teologia negativa” non ha saputo prendere le misure del mondo, inquadrare nel suo schema il passaggio dell’uomo, anche il suo, quei “lineamenti / fissi, volti plausibili o possessi” che citava trentenne in Mia vita, a te non chiedo. Il linguaggio non è ancora in grado, neppure dopo tanto tempo, di tracciare “la parola che squadri da ogni lato / l'animo nostro informe”.

.

ELABORAZIONE GRAFICA CON PAINNT

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LA FRASE DEL GIORNO
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti, / sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
EUGENIO MONTALE, Ossi di seppia




Eugenio Montale (Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981), poeta e scrittore italiano, Gli fu conferito il Premio Nobel per la Letteratura nel 1975 “per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni”, ovvero la “teologia negativa” in cui il "male di vivere"  si esprime attraverso la corrosione dell'Io lirico tradizionale e del suo linguaggio.


da https://cantosirene.blogspot.com/



14 gen 2022

Isonzo-Soča

Ljubka Šorli (Tolmino19 febbraio 1910 – Gorizia30 aprile 1993) è stata una poetessascrittrice e insegnante slovena.

Le sue opere sono segnate dall'esperienza della guerra e della persecuzione, e cantano i luoghi della Slovenia, la natura e le tradizioni religiose. Pubblicò inizialmente in riviste parrocchiali di lingua slovena, illegali sotto il Ventennio fascista. Figura schiva e riservata, è stata per lungo tempo sconosciuta anche al pubblico sloveno. Una traduzione in italiano di alcune sue poesie, "Canti spezzati", è stata pubblicata nel 1994.

Isonzo-Soča

 "Gledajo moje oči to lepoto,

napaja ob njej se mi duša -

kakor začarana svetu se umika,

da tajnosti božje posluša."

"Osservano i miei occhi la bellezza,
l'anima mia s'inebria d'essa -
piena d'incanto fugge dal mondo,
porge l'orecchio ai misteri divini."
Ljubka Šorli (1910-1993)
da fb

Plastica monouso, stop dal 14 gennaio e multe per i trasgressori. Tutti ...

13 gen 2022

Covid 19, grande attesa per Paxlovid


 Nel suo aggiornamento mensile, sul sito www.associazionealpi.com, il dott. Mario Canciani, allergo-pneumologo, fornisce notizie pratiche sull’infezione da Coronavirus, basate sulle domande che gli vengono poste più spesso.

PERCHÉ NON SI PARLA PIÙ DI “IMMUNITÀ DI GREGGE”?
A causa delle continue varianti, ogni volta che ne emerge una, la protezione anticorpale deve essere resettata, anche se non del tutto, perché gli anticorpi che abbiamo acquisito continuano a proteggersi, anche se di meno che con le vecchie varianti. Per questi motivi, si stanno studiando dei vaccini adattati all’emergere delle varianti, che verrebbero fabbricati in un breve lasso di tempo, a partire da una base comune, alla quale verrebbe aggiunta l’informazione per la variante

COSA SIGNIFICA IL TERMINE “FLURONA”?
Deriva dall’unione dei termini influenza (flu in inglese) e corona, per significare che ci sono sempre più segnalazioni di infezioni contemporanee da parte di influenza e coronavirus. Questo è un impegno maggiore per il nostro sistema immunitario e trova rafforzata la proposta di vaccinarsi per l’influenza, anche nei bambini

PERCHÈ È POCO UTILE ESEGUIRE I TAMPONI PRIMA DI SITUAZIONI A RISCHIO COME CENE, RIUNIONI,..?
Se stiamo bene, la probabilità che il test sia positivo è molto bassa e aumenta (mi riferisco ai tamponi antigenici) a non più del 70% se avvertiamo i primi sintomi. Quindi, oltre che una spesa inutile, non siamo sicuri che non siamo infetti o perché è troppo presto per dirlo o perché il test sbaglia. L’unica vera protezione è la vaccinazione e l’evitare le situazioni a rischio, come cene o altri contatti in luoghi chiusi

COSA S’INTENDE PER CONTATTI STRETTI?
Tutte quelle situazioni in cui veniamo a contatto con persone troppo vicine o in luoghi chiusi o senza mascherina e cioè (1) conviventi, cioè persone con cui si condivide l’abitazione; (2) contatti fisici diretti, come una stretta di mano o il faccia a faccia in un luogo chiuso senza mascherina; (3) passeggeri in bus, treno o aereo seduti a meno di 2 metri di distanza

PERCHÈ CONTINUANO A CAMBIARE LE SCADENZE CON CUI SI FANNO I RICHIAMI DEI VACCINI?
La scienza non è un dogma, cioè deve essere disposta a cambiare metodi e opinioni. Man mano che la pandemia procede, ne sappiamo sempre di più e questo vale anche per la durata degli anticorpi: la copertura anticorpale con 2 dosi di vaccino a 3 mesi è dell’83%, scende al 57% dopo 4 mesi, per risalire all’87% con la terza dose

IN BREVE, QUAL È LA DIFFERENZA TRA GREEN PASS BASE E RAFFORZATO?
La differenza sta nella validità del tampone negativo, contemplato solo nella versione base (antigenico per 48 ore, molecolare per 72 ore), il resto è uguale (l’ultima dose da meno di 9 mesi o guarigione da Covid da meno di 6 mesi). Dal 1° febbraio anche la durata del vaccino scenderà a 6 mesi. Man mano che andiamo avanti, il green pass base verrà eliminato e si manterrà solo quello rafforzato.

ESISTONO FARMACI EFFICACI PER VIA ORALE?
Dopo i dati poco confortanti del Monlupinavir, che sembra avere un’efficacia del 30%, ora c’è grande attesa per Paxlovid, già autorizzato in America e Gran Bretagna, il quale avrebbe dimostrato un’efficacia dell’89% nella riduzione di ospedalizzazione e morte se assunto entro 5 giorni dalla comparsa dei sintomi. In questi giorni l’agenzia europea del farmaco sta decidendo per il suo uso nell’UE. Le indicazioni sarebbero: Covid da lieve a moderato in adulti e adolescenti a rischio di progressione verso una malattia grave, assunzione entro 5 giorni dalla comparsa dei sintomi

ABBIAMO DATI ITALIANI SU QUALI SIANO I RISCHI TRA VACCINATI E NON VACCINATI DI AMMALARSI?
Ora anche in Italia abbiamo dati attendibili. Secondo un’elaborazione fatta in questi giorni dal CNR, il rischio maggiore tra non vaccinati e chi ha fatto la terza dose è: 4 volte per il rischio d’infettarsi, 15 volte per il rischio di essere ricoverato, 30 volte per il rischio di finire in terapia intensiva e 20 volte per la probabilità di morire

https://www.dom.it/covid-19-grande-attesa-per-paxlovid_velika-procakovanja-za-plaxovid/

12 gen 2022

Tampone o vaccino?


 

Ma che freddo che fa...


 

foto di ForEst

Questa mattina faceva molto freddo:-4

Era talmente freddo che, al mattino, quando parlavamo tra noi operai, le parole, non appena uscivano dalla bocca, si congelavano nell’aria tanto da non udire il minimo rumore.(Mauro Corona)

Proverbio friulano

 




A lavà il cjaf al mus si bute vie la aghe e si infastidis le bestie.

Cosa vuol dire?

"Se si lava la testa all'asino si spreca l'acqua e si rischia di infastidire l'animale". Difficilmente si riesce a far cambiare opinione ad un testardo.

da Detti e proverbi

11 gen 2022

La giulugne/brina

dal web


di Angelo Floramo
Il paesaggio che la campagna invernale friulana regala nelle mattinate di gennaio e di febbraio ha tutto lo splendore di un incanto, conservando il profilo delle fiabe raccontate attorno al fuoco, capaci di evocare spiriti e prodigi a involarsi nella cappa fuligginosa del camino. I prati e i campi biancheggiano sotto una scintillante carezza di gelo che trasporta in una dimensione straniante, in bilico tra il sogno e la visione. Le stoppie graffiano la terra, i gelsi sembrano ancora più curvi e nodosi di sempre, quasi fossero irreali processioni di anime penitenti avvolte dalla bruma. La lingua italiana chiama questo fenomeno “brina”, ma in friulano il vocabolo assume una connotazione più forte, quasi ancestrale e profondamente pagana: “giulugne”. Il suo nome deriva da quello di Jule, il dio dell’inverno gelato venerato dai popoli germanici e rimbalzato fin qui tra il V e il VI secolo da sotto le tende di pelle dei Goti o forse rotolato giù dalle rocche di pietra dei Longobardi cantati da Paolo Diacono, quelli che elessero la nostra terra come il loro primo ducato. Concedersi una passeggiata lungo i sentieri che delimitano i poderi, di primo mattino, quando dai fossi riluce il riflesso del ghiaccio e l’erba rinsecchita crocchia sotto le scarpe è un’esperienza di rara bellezza, che andrebbe assaporata con calma. Solo così si possono interiorizzare quei paesaggi che si sono sedimentati nel nostro immaginario collettivo, ereditati dai nostri antenati contadini. Loro, in questo tempo apparentemente sospeso, sapevano bene quanto la terra fosse generosa di piccoli tesori sotto quella coperta di vetro. L’orto malgrado l’alito gelato della bora, regala le rotondità biancastre dei cavolfiori, i cavoli cappucci, le verze, i cardi e le rape, capaci di assicurare alla tavola, anche in mesi di magra, certe soddisfazioni non certo trascurabili perfino per i golosi. Non è un caso che in numerose raccolte statutarie friulane redatte nel Medioevo il furto di questi ortaggi, che garantivano la sopravvivenza della comunità nei mesi più freddi dell’anno, veniva severamente sanzionato. Foglie, radici, gambi si facevano bollire e quindi venivano conservati in recipienti a strati alternati con sale e lievito oppure si mangiavano cotti sotto forma di zuppe e minestre, lasciate sobbollire per ore sul fuoco e poi “ministrate”, ovvero servite nella logica dell’accoglienza e della condivisione. Oggi come allora da quelle pentole si diffonde quell’odore di terra che sa di caldo, di buono, di casa.
da Vita nei campi fb


Angelo Floramo insegna Storia e Letteratura al Magrini Marchetti di Gemona ed è ancora convinto che malgrado tutto sia il mestiere più bello del mondo. Medievista per formazione, ha pubblicato molti saggi e articoli specialistici, collabora con diverse riviste nazionali ed estere; dal 2012 collabora con la Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli in veste di consulente scientifico.

Per Bottega Errante Edizioni ha pubblicato Balkan Circus (Ediciclo-Bottega Errante, due edizioni, finalista al premio “Albatros di Letteratura di viaggio”); Guarneriana Segreta (finalista al premio Latisana Nordest) e L’osteria dei passi perduti (4 edizioni), La veglia di Ljuba (2 edizioni), Come papaveri rossi.https://www.bottegaerranteedizioni.it/?team=angelo-floramo

Microtoponimi e nomi di famiglia, così si (ri)scopre la nostra cultura più profonda


 “Siamo partiti dal problema della perdita della memoria orale della nostra gente, che non si può fermare fino a che non rimane scritta da qualche parte. È sicuramente sempre in evoluzione, e rappresenta la cultura più profonda del nostro territorio.” Questo il punto da cui ha preso avvio – nelle parole del sindaco di Stregna, Luca Postregna – il progetto ‘Poti do vasi’, realizzato dal Comune di Stregna (con partners i Comuni di Prepotto, San Leonardo e Savogna) e finanziato dall’articolo 19 della legge regionale 26/2007 sull’uso della lingua slovena nella Pubblica amministrazione. Il punto di arrivo del progetto, che in realtà potrà essere integrato ancora nel corso del tempo, è stata la presentazione conclusiva che si è tenuta sabato 18 dicembre nell’agriturismo ‘La casa delle rondini’ a Dughe.

Il progetto ‘Poti do vasi’ ha sviluppato un tema legato alla toponomastica e ai nomi di famiglia che rappresenta, per Stregna, la continuità con quanto l’amministrazione comunale sta realizzando a partire dal 2015, concentrandosi sulla valorizzazione paesaggistica del territorio.
A svolgere il lavoro di ricerca sono stati Susanna Loszach, Matia Simoncig e Sara Simoncig. La prima si è concentrata sul tema dei microtoponimi a Prepotto, San Leonardo e Savogna. Circa 800 quelli riscontrati, ma che – è stato chiarito – hanno integrato il lavoro di chi in passato si è già cimentato in questa disciplina.

Dopo aver spiegato l’importanza della toponomastica per potersi orientare sul territorio, ma anche per fornire la propria posizione (un esempio è Skrbina, microtoponimo che si trova tra Dus e Iellina, in comune di Savogna, che indica una zona di passaggio accidentato) e fissare le conoscenze geofisiche e agronomiche del territorio (ad esempio Huda dolina, vicina al valico di Livek, che ha una pessima esposizione solare), Susanna ha spiegato che “raccogliere microtoponimi potrebbe sembrare un’operazione nostalgica, ma non lo è, un singolo nome può aiutarci a ricostruire momenti storici non espressamente documentati, che ci ricordano che facciamo parte della grande Storia, che è stata fondamentale per il nostro sviluppo.” Anche qui un esempio: Pod uarda, presso Iainich, in comune di San Leonardo, ha origini longobarde.
Il progetto ‘Poti do vasi’ propone quindi – ecco un primo possibile sviluppo concreto – di “completare la sentieristica delle aree coinvolte attraverso la raccolta di microtoponimi della tradizione locale, perché questi riescono a dettagliare i territori attraversati da questa viabilità meglio delle abituali fonti cartografiche”.

La trascrizione delle informazioni, secondo i criteri della lingua slovena, è stata seguita da Sara Simoncig. “Una fase a volte semplice, se il microtoponimo era trasparente, in altri casi è stata una scoperta, un posto per dove magari ero passata e che non avevo notato, altre volte ancora ho dovuto richiedere ulteriori informazioni”, ha spiegato facendo l’esempio di Poklon, che in italiano vuol dire ‘inchino’. L’aiuto dell’informatore è stato essenziale, perché il nome definiva un luogo in cui si fermava una processione.

Matia Simoncig è partito, per raccontare la ricerca sui nomi di casa nel comune di Stregna, dalla domanda “Čiga’ si ti?”, cioè “Di chi sei, a quale famiglia appartieni?”. Attraverso interviste dirette agli abitanti o a persone originarie del luogo sono stati raccolti 470 nomi di famiglia, anche se alcuni si ripetono: quelli univoci sono 252. Sempre a Stregna sono stati poi raccolti 511 microtoponimi, dei quali 417 univoci.
Una volta ottenuti i dati, è stata fatta un’analisi sul significato dei nomi di famiglia, che sono stati suddivisi in gruppi. A Stregna la maggior parte dei nomi di casa si riferiscono a un nome proprio (Drejcova, Beponova družina), altri a un luogo di origine o a una posizione geografica (Hlasčanova družina, Dortih), altri ancora, meno frequenti, ad animali, piante o a mestieri.
La ricerca è valorizzata dalla stampa di 16 tabelle con i nomi di famiglia di Stregna e di 180 tabelline con i microtoponimi dei quattro Comuni.

In conclusione parole di apprezzamento per l’iniziativa sono state espresse dal consigliere regionale Igor Gabrovec: “Un modo eccellente di investire i fondi della legge 26, è stata valorizzata l’importanza delle radici di questo territorio”. Un plauso anche dalla senatrice Tatiana Rojc: “È stato scritto un capitolo importante sulla memoria dei luoghi e delle genti che lo abitano, dando un’indicazione su quanto si può ancora fare per lo sviluppo futuro di queste terre.”

https://novimatajur.it/cultura/microtoponimi-e-nomi-di-famiglia-cosi-si-riscopre-la-nostra-cultura-piu-profonda.html

Buona giornata


 

10 gen 2022

Le Valli del Natisone: un particolare angolo di Friuli




 "Dai documenti emerge che il Popolo della Slavia aveva saputo crearsi un governo proprio, democratico e parlamentare, che deliberava nei suoi Arrenghi intorno a tutti gli interessi amministrativi, economici, politici e giudiziari della Regione, che fino all'ultimo diede saggio di forte organamento, di sapienza civile, e che è degno di figurare nella storia gloriosa dei Comuni italiani."



In queste parole dell'avvocato Carlo Podrecca sono sintetizzati gli oltre mille anni di storia della Slavia Friulana, una piccola regione situata all'estremo est dell'Italia, nelle Valli del Natisone in provincia di Udine.


Slavia "friulana" perchè da sempre legata alla storia politica del Friuli ma nello stesso tempo ponte lanciato culturalmente sul mondo slavo e particolarmente verso le regioni dell'attuale Slovenia.

"Amate la vostra lingua, cantate con essa i canti dell'anima, della fede nella casa di Dio, come con quella lingua cantate nelle case, nelle piazze, nelle osterie i vostri dolci, melanconici canti dell'amore, del dolore, della gioia.


Trovate nella vostra fede, nella vostra cultura, nella vostra storia, la volontà di salvare le vostre radici, la vostra anima".

Queste parole di Mons. Alfredo Battisti, arcivescovo di Udine, sono il programma di questo sito delle Valli del Natisone.

Proverbio friulano

 


Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei campi
Oggi nello spazio del 1 proverbio vogliamo fare una verifica sull’allungarsi dei giorni secondo il proverbio “A Nadâl un pît di gjal, prin dal àn un pît di cjan a le Pifanie un pît di strie". Facendo data al 21 dicembre, convenzionalmente il giorno più corto dell’ anno, il “pît di gjal” al 25 dicembre vale 33 secondi, al primo dell’anno il “pît di cian” 4 minuti e 55 secondi mentre il "pît di strie" del 6 gennaio è “lungo” 10 minuti e 24 secondi.

9 gen 2022

Al di là della linea immaginaria-Čez namisljeno črto

fto dal Novi Matajur -Topolò

 EL CIELO NO TIENE FRONTERA

sta scritto proprio lì

dove inizia la camminata

che da Topolò conduce a Livek


El cielo no tenta frontera

neppure quando ti gridavano STOJ!

e  sentieri rimasti erano solo quelli calpestati

dalle guardie del confine.


El cielo tendrà frontera

nemmeno quando alti muri si innalzeranno

nelle teste vuote di chi ancora oggi

vuole urlare agli altri STOJ!


EL CIELO NO TIENE FRONTERA

piše na skali tam

kjer začne Pohod 

ki peje od Topoluovega do Livka


El cielo no tenia frontera

an kar stražniki so uekali:STOJ!

an stazice so ble samuo tiste ki so jih oni

prehodil gor an dol po meji


El cielo no tendrà frontera

tudi kar novi ziduovi se bojo gradili

v praznih glavah ljudi ki bi šele 

napri tadi uekali:STOJ!

Margherita Trusgnach

Margherita Trusgnach nata il 27.3.1963 residente a Grimacco frazione Seuza 37 (UD) Benečija. Socia attiva di numerosi circoli culturali sloveni delle Valli del Natisone e socio fondatore del circolo culturale trasfrontaliero PoBeRe. Tra le varie attività culturali segue anche l’organizzazione delle serate di poesie in modo particolare “V nebu luna plava/La luna nuota nel cielo” del circolo culturale Rečan che si svolge ogni settembre e alle quali partecipano poeti e scrittori della minoranza slovena (anche nelle varie forme dialettali) e della minoranza friulana. Ha partecipato per diversi anni al concorso dialettale di prosa “Nas domači jizik/la nostra lingua madre” indetto dal comune di San Pietro al Natisone e ad alcune serate di poesia trasfrontaliera. Dopo aver letto soprattutto poesie di altri autori della minoranza slovena, ha iniziato a scrivere da se nel dialetto della Rečanska Dolina (Benecija)dal web

La presenza di ibridi di lupo nel tarvisano

 


Le considerazioni di Legambiente FVG

La presenza nel tarvisiano di un ibrido di lupo proveniente dalla Slovenia che sembra aver figliato 7 cuccioli, pone interrogativi sulla complessiva gestione della biodiversità in questa importante area transfrontaliera.

Il cane e il lupo rappresentano la forma addomesticata e selvatica della stessa specie e le poche differenze si riscontrano prevalentemente a livello genetico e solo attraverso accurate analisi. Ma il colore nero ed altre differenze morfologiche riscontrabili a occhio nudo, sono indicatori sentinella della  presenza di lupi melanici frutto di ibridazione con il cane.

Nel caso soprarichiamato una task force, richiesta e coordinata dalla regione e autorizzata dal Ministero, doveva essere attivata appena avuta la notizia della presenza del presunto ibrido che sembra risalire al 2020. L’inazione delle autorità preposte rende ora più complessa e costosa l’identificazione e l’intervento tramite le modalità consentite quali ad esempio, la cattura con sterilizzazione e il rilascio.

In futuro, un supporto importante nella gestione del lupo, può venire dalle esperienze maturate in questi anni nei numerosi progetti Europei realizzati sugli Appennini e sulle Alpi (Wofnet, Ibriwolf, Medwolf, WolfAlps. Progetti che hanno messo a punto metodiche per la gestione coordinata della specie, per una  migliore coesistenza fra il lupo e le attività umane, per il controllo e la gestione dell’ibridazione. Tutto questo  richiederà  anche un coordinamento più stringente, anche normativo,  con le autorità di oltreconfine  nella gestione dei grandi carnivori ma anche una corretta informazione alla popolazione (le scuole, i giovani) per promuovere la conoscenza della biodiversità locale, evitare i comportamenti sbagliati nella relazione con la fauna selvatica, ad esempio la ricerca di contatto e di alimentazione a maggior ragione se questi sono grandi predatori oppure lo scarso controllo dei cani, affinché non si trasformino in cani vaganti che aumentano i rischi di contatto e ibridazione con il lupo.

Legambiente da tempo segnala l'importanza della riserva naturale statale biogenetica della Foresta di Tarvisio, una delle foreste più ricche di biodiversità in Italia, e l'urgenza di una gestione appropriata che può essere favorita dalla costituzione di una nuova e più ampia area protetta che coniughi la gestione forestale sostenibile, la tutela attiva della biodiversità e il coinvolgimento delle comunità locali attraverso il mantenimento degli usi civici e la realizzazione di pratiche di turismo sostenibile nelle aree consentite.

Con riferimento all’aggressione ad un abitante di Santa Caterina da parte di un “presunto” lupo o ibrido, condividiamo la nota dei Carabinieri forestali che afferma che in Italia, “tutte le segnalazioni di aggressione nei confronti di uomini si sono rivelate infondate”.

https://www.legambientefvg.it/component/content/article/2-uncategorised/2557-la-presenza-di-ibridi-di-lupo-nel-tarvisiano?Itemid=101

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