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3 gen 2021
GORIZIA-GORICA
Sei bilingue,non avrai l'alzeimer!
Le persone bilingui sono meno predisposte a contrarre il terribile morbo di Alzheimer, o, quantomeno, lo contraggono più tardi rispetto alle persone che conoscono e usano una lingua sola.
Un gruppo di ricercatori canadesi ha esaminato la documentazione clinica di 221 pazienti con Alzheimer e ha riscontrato che quanti parlano costantemente due o più lingue ritardano l'esordio dei sintomi anche di cinque anni rispetto alla restante popolazione. Lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista «Neurology». Secondo gli autori, il bilinguismo contribuisce a consolidare la «riserva cognitiva» del cervello. I vantaggi più evidenti sono sulla perdita di memoria, la confusione, la soluzione di problemi e la programmazione.
Uno studio di Ellen Bialystok (York University), Fergus Craik I. Mm (Rotman Research Institute), David W. Green (University College London), e Tamar H . Gollan (University of California, San Diego), pubblicato dalla rivista «Psychological science in the public interest» sostiene che i bambini che apprendono due lingue dalla nascita raggiungono gli stessi traguardi di base — ad esempio, la loro prima parola — dei bambini monolingui, ma possono utilizzare diverse strategie per l'acquisizione del linguaggio. Perciò i bilingui tendono ad avere risultati migliori rispetto ai monolingui su esercizi che richiedono un'alta concentrazione e la commutazione tra due o più compiti diversi.Alla luce di queste ricerche non si può tacere la rabbia nei confronti di quegli insegnanti che per decenni in tutta la Slavia hanno cercato di convincere i genitori — riuscendoci in molti casi — a trasmettere ai propri figli solo l’italiano, pena futuri insuccessi scolastici. Ora la scienza certifica che hanno prodotto un grave danno. E non solo culturale.
http://www.dom.it/sei-bilingue-non-avrai-lalzheimer/
2 gen 2021
Breve storia (dimenticata) del Friuli
01 gennaio 2021
Il nuovo libro di Angelo Floramo ripercorre il nostro passato, dal paleolitico ai giorni nostri, perché l’ignoranza dei giovani può generare oggi nuovi mostri
La conoscenza del passato serve per interpretare il presente e per immaginare il futuro. È per questo che lo scrittore e intellettuale Angelo Floramo ha voluto scrivere la “Breve storia del Friuli”, edita da Newton Compton, per contrastare una pigrizia diffusa che rischia di costare molto caro alla nostra comunità e non solo.
Perché proprio un libro sulla storia? “La memoria di un popolo è quel patrimonio di segni, simboli, architetture e memorie che appartiene a tutti. Si annida nel profilo di un paesaggio, dove la natura si abbraccia alla cultura e la fatica può anche diventare bellezza e poesia. Ha il ritmo di un ballo tradizionale, perfino il sapore di un piatto messo insieme con il sapore della tradizione. Appoggiare la mano sulle colonne in pietra di una pieve antica, in Carnia, può suggerire una voragine di sensazioni e di emozioni profonde. E così pure lo stupore che scaturisce davanti a un affresco, o il camminare con passo rispettoso tra le lapidi di un cimitero di campagna. La narrazione profumata di un calice di vino autoctono, la croccantezza di un pane lavorato utilizzando grani antichi: tutto racconta la meraviglia di un’appartenenza che non si fa esclusiva, ma può essere condivisa, partecipata. Per poter godere consapevolmente di tutto questo è necessario conoscere la storia. Bisogna raccoglierne con fatica le tracce nei faldoni degli archivi, o scavando nel grembo della terra. Ascoltando gli ultimi testimoni di età che lentamente si spengono con gli occhi di chi le ha vissute. Un libro di storia è sempre un atto d’amore nei confronti della terra che si abita, in cui ci si lascia attraversare dalle vite di tutti coloro che ci hanno preceduto”.Da insegnante, come crede venga trattata la storia a scuola? “Piuttosto male. La si violenta, impoverendola, riducendola a una serie di date e di eventi da mandare a memoria. La colpa più grande è proprio quella di indurre negli studenti un disinnamoramento profondo per una delle discipline più affascinanti e più belle, perché stimola la fantasia, l’immaginazione, apre porte dimensionali capaci di catapultare in epoche diverse, in geografie mutate. I bambini in età prescolare la adorano: ci giocano, fingendo di essere pirati o esploratori. Poi mettono piede in una classe, e la magia appassisce. Credo profondamente che si debba preservare, nell’insegnamento, una fortissima carica ludica. L’insegnante deve diventare quasi uno ‘sciamano’ che annulla il momento presente e fa riviere le voci, i profumi, i sogni e le paure dell’epoca dentro la quale si tuffa assieme ai suoi allievi”.
L’ignoranza dei fatti del secondo ’900 può creare dei mostri politici oggi anche nella nostra regione? ...continua https://www.ilfriuli.it/articolo/cultura/breve-storia-(dimenticata)-del-friuli/6/232804
La tradizione del koledo
"I koledniki"di Maksim Gaspari famoso pittore sloveno di origini carniche |
Anche la Slavia prima del covid si preparava a festeggiare la fine dell’anno vecchio e l’arrivo del nuovo anno. Una delle tradizioni più antiche è la «koleda», la questua del periodo natalizio conosciuta in Slovenia e in tutto il mondo slavo. Un tempo il rito si svolgeva in tutti i paesi. Ora nelle Valli del Natisone è rimasto a Cicigolis di Pulfero, dove nell’ultima sera dell’anno (dalle ore 17.30) gli uomini del paese, portando una stella, intonando canti tradizionali, effettuavano una questua di casa in casa. Al mattino (dalle 9.30) si svolgeva, invece, la koleda dei bambini. A Lusevera, nell’Alta val Torre, i bambini raccoglievano la «Koleda» l’1 gennaio, mentre a Ugovizza, in Valcanale, lo facevano il 6 gennaio, nella solennità dell’Epifania. Il Capodanno quest'anno sarà atteso nelle valli slovene del Friuli nelle abitazioni con pochi intimi.
I bambini cantavano:kolè ,kolè, koledo daj nam no dorò lieto!
GENNAIO
FOTOGRAFIA DI FULVIO ROITER
Venezia
CAMILLO SBARBARO
Venezia
GENNAIO
Ormai passò la rosea cavalcata
dei giovinetti mesi ingannatori,
che vestita l'avean tutta di fiori
e di sole e d'azzurro incappucciata.
Or ripensa la grande traviata
d'Aprile i ricci e i facili rossori;
e derelitta guarda i suoi squallori
e fa l'ammenda delle sue peccata.
E viene per perdono a fra' Gennaio,
dicendo l'atto di contrizione,
e s'umilia e gli bacia il vecchio saio.
«Padre - gli dice - voglio farmi monaca.»
E quei sorride incredulo e le impone
di neve fugacissima una tonaca.
(da Resine, Caimo,1911)
Camillo Sbarbaro (Santa Margherita Ligure, 12 gennaio 1888 – Savona, 30 ottobre 1967), poeta, scrittore e aforista italiano. Nelle sue poesie seppe coniugare un’osservazione della natura e un’analisi anche introspettiva della psicologia umana con uno stile secco e acuto.
1 gen 2021
Gorizia e Nova Gorica nel discorso di fine anno
Complimenti Presidente per aver pronunciato con l'accento giusto Nova Gorìca!
da wikipedia |
"Questo messaggio - ha detto il Presidente Mattarella - sia raccolto nelle zone di confine di tante parti del mondo, in cui vi sono scontri spesso aspri"
Nel tradizionale messaggio di fine anno del Presidente Sergio Mattarella c'è spazio anche per Gorizia e Nova Gorica, le due città scelte come capitale della cultura europea 2025.
Complimenti e auguri ai goriziani per la designazione di Gorizia e Nova Gorica, congiuntamente, a capitale europea della cultura per il 2025. Si tratta di un segnale che rende onore a Italia e Slovenia per avere sviluppato relazioni che vanno oltre la convivenza e il rispetto reciproco ed esprimono collaborazione e prospettive di futuro comune. Mi auguro che questo messaggio sia raccolto nelle zone di confine di tante parti del mondo, anche d’ Europa, in cui vi sono scontri spesso aspri e talvolta guerre anziché la ricerca di incontro tra culture e tradizioni diverse.
per leggere l'articolo intero vai qui...
https://www.ilfriuli.it/articolo/politica/gorizia-e-nova-gorica-nel-discorso-di-fine-anno/3/234038
Il Friuli secondo alcuni autori famosi
“Il Friuli è un piccolo compendio dell‘universo, alpestre piano e lagunoso in sessanta miglia da tramontana a mezzodì “(Ippolito Nievo) cap.I – Le confessioni di un italiano
“In Frioli, paese, quantunque freddo, lieto di belle montagne, di più fiumi e di chiare fontane, è una terra chiamata Udine, assai piacevole e di buona aria” Giovanni Boccaccio
…Che tace, o noci de la Carnia, addio!
Erra tra i vostri rami il pensier mio
Sognando l’ombre d’un tempo che fu.
Non paure di morti ed in congreghe
Diavoli goffi con bizzarre streghe,
Ma del comun la rustica virtú…
dal Comune rustico di Giosuè Carducci
Filastrocca di Capodanno
Udine (foto dal web) |