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IVAN TRINKO padre della Benecia

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24 apr 2021

Addio a Milva, grande voce italiana da Sanremo a Strehler

PIAZZA SAN GIACOMO DI UDINE

 

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è 176627984_1425178277841417_6356061528146741081_n.jpg
foto di Roberto Bardelli

La chiesa di San Giacomo è un edificio di culto edificato nel 1378 per volere della Confraternita dei pellicciai, inizialmente come cappella che venne poi ingrandita. È situato nell'antica piazza di Mercatonuovo o delle Erbe, poi piazza Matteotti, ma più conosciuta come piazza San Giacomo.

La facciata attuale risale al 1525 ad opera di Bernardino da Morcote, mentre la cappella laterale fu aggiunta dopo il 1650. Sopra il portale è collocato l'orologio, sormontato da un balcone, ed inoltre la cella campanaria aperta da una bifora. Accanto sorge la cappella delle Anime realizzata nel 1744.

Aglli altri tre lati della piazza si affacciano antichi palazzi, alcuni dei quali hanno ancora tracce di affreschi; al centro della piazza, rialzata rispetto alla strada, vi è una colonna risalente al 1487 con un cima la statua della Vergine ed una fontana cinquecentesca, progetto di Giovanni da Udine.

A sinistra della chiesa, nella adiacente piazzetta si può notare un pozzo a pianta poligonale con edicola retta da colonnine; risale al 1486.

L'interno della chiesa è stato pesantemente riadattato in epoca barocca; il soffitto è stato decorato da Pietro Venier con Storie di san Giacomo. Altre opere che si possono ammirare all'interno:

  • Vergine con sante Apollonia ed Agata, opera di Fulvio Griffoni risalente al XVII secolo, collocata sul primo altare di destra;
  • San Fabio intercede per le anime purganti, opera di Pietro Venier risalente al XVIII secolo, collocata sul secondo altare di destra;
  • Vergine attorniata da santi di Antonio Carneo sul primo altare di sinistra;
  • due statue raffiguranti l'Arcangelo Raffaele e una Donna velata di Antonio Corradini.

Oratorio della Madonna del Suffragio

L'interno è decorato da Biagio Biagetti ed è stato completamente rifatto nel 1912; oltre che dalla piazza, vi si può accedere dall'attigua chiesa. Sopra il portale di ingresso è presente la grande tela di Michelangelo Grigoletti, raffigurante il Valore del suffragio (1865).

https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Giacomo_(Udine)

PROVERBIO DELLE VALLI DEL NATISONE


 Predomisu je buajš ku misu.

La riflessione è meglio dell'idea (pensiero).
(Ponderare i possibili aspetti e le conseguenze di un'idea, prima di attuarla.



da http://www.lintver.it/cultura-tradizioni-proverbi.html

L'ambasciatore sloveno Kunstelj presso l'arcivescovo di Vienna, mons. Mazzocato

 

L'Ambasciatore sloveno della Repubblica di Slovenia a Roma, Tomaž Kunstelj, ha incontrato questo pomeriggio il Vescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato. È stato il primo incontro tra un diplomatico sloveno e il capo della Chiesa friulana. Gli interlocutori hanno notato che è stata instaurata una collaborazione molto fruttuosa tra i due paesi vicini, che ha avuto un effetto positivo anche sulla comunità nazionale slovena nel paese. Tomaž Kunstelj ha sottolineato il ruolo svolto in questo contesto dai Presidenti di entrambi i Paesi, Sergio Mattarella e Borut Pahor, che hanno anche prestato particolare attenzione ai temi della minoranza slovena in Italia e della minoranza italiana in Slovenia. In una conversazione rilassata, mons. Mazzocato e Kunstelj hanno valutato anche la vita pastorale, che riguarda anche i credenti sloveni di tre province.
Per quanto riguarda la nostra comunità a Vienna, l'ambasciatore sloveno ha sottolineato l'importanza che anche i sacerdoti sloveni svolgono nel consolidamento della nostra lingua e cultura. Si è parlato anche di un possibile potenziamento della cooperazione e integrazione della realtà ecclesiale dal nostro Paese e dalla Slovenia.
Dopo l'incontro, l'ambasciatore ci ha detto che il colloquio con l'arcivescovo di Vienna è stato utile e positivo, e intendono proseguire il dialogo.
Ci auguriamo che l'incontro di oggi contribuisca a risolvere il problema aperto della mancanza della parola religiosa slovena nell'area in cui vive la comunità nazionale slovena. Un approccio adeguato a questi temi andrà sicuramente nella direzione indicata dai Presidenti Borut Pahor e Sergio Mattarella, e allo stesso tempo contribuirà a rendere più presente la parola slovena tra la nostra gente.

tradotto con translate https://novimatajur.it/attualita/slovenski-veleposlanik-kunstelj-pri-videnskem-nadskofu-msgr-mazzocatu.html


L'AMORE SUI MONUMENTI DI AQUILEIA

 


Amici miei… Aquileia non è mica Pompei o Ercolano con le sue pitture, con i graffiti in quantità che incisi sulle pareti tanto ci apprendono della vita festaiola e gaudente e intima di queste due cittadine. Esse si beavano nell’incanto del golfo partenopeo e trascorrevano giorni placidi, tranquilli in cui i piacere e i divertimenti e gli amori avevano non piccola parte.Non già che Aquileia fosse un romitorio, un monastero di cenobiti: basti dire che essa era un grande porto, e tutti mi comprendono, chè immediati si affacciano al riguardo i confronti con i porti dio mare nazionali e stranieri e con la loro meno buona fama, ma i problemi che nella città fortificata si presentavano agli abitanti, qui in prossimità dei confini e delle minacce che esse troppo spesso in sé contenevano o preannunziavano imponevano ovviamente un altro tenore di vita, più serio, più controllato.Ecco qui il gruppo marmoreo, un po’ malconcio ma gli altri marmi di Aquileia con lo stesso soggetto non eccellono per conservazione migliore, di Amore e Psiche che affettuosamente e insieme puramente si baciano e si abbracciano.Non c’è nel gruppo nulla della commovente storia dei due amanti quale è deliziosamente sviluppata nel romanzo LE METAMORFOSI dell’africano Apuleio, romanzo che più comunemente, ancorché meno esattamente, va sotto il nome de L’ASINO D’ORO..Ma ritornando al marmo mi piace ripetere che il bacio delle due creature è più pieno di grazia e di casti sensi; infatti i loro corpi sono staccati, non si toccano, i due innamorati sono spiritualmente non carnalmente uniti.E qui mi sia consentita una digressione.La cultura in esame cioè mi trae a rammentare la partecipazione di matrimonio che un amico archeologo ebbe a mandarmi qualche decennio fa.Essa diceva… “Eros et Psiche nos coniunxerunt” . Cioè queste nostre nozze sono dovute all’Amore e alla Psiche, dunque non solo all’attrazione fisica reciproca poiché se l’amore, e così lo celebra anche il “Convito” di Platone, è desiderio delle cose belle, esso non può esaurirsi nella materialità ma deve elevarsi fino al bello spirituale assoluto che è splendore duraturo, eterno di ogni perfezione.Questo voleva significare la frase riferita onde anche Psiche li aveva uniti, ossia l’anima in una reciproca comprensione, in un’intesa concorde forgiata dallo spirito la quale sola può garantire la vera felicità..Un altro bassorilievo ancora mi ha stupito vivamente attratto qui al Museo di Aquileia.E’ quello di un sarcofago che come dalla breve epigrafe sul listello di uno dei fianchi celebrava il bel mito di Admeto e Alcesti.La fiaba la credo troppo nota perché io abbia a dilungarmi onde mi limito a brevi cenni.L’oracolo di Delfo con un suo responso ha predetto che il re Admeto dovrà morire entro tre giorni se non trova qualcuno disposto a sostituirsi a lui, pronto a sacrificarsi per lui..Ma né congiunti né amici, né cittadini né schiavi, e nemmeno i suoi già vecchi genitori si mostrano inclini a rinunziare alla vita, cui tutti si rivelano attaccatissimi, al fine di garantire la continuazione dell’esistenza di Admeto.Non così Alcesti, la fedele, devota sua giovane sposa. Qui essa, a sinistra del riguardante ritta in piedi, in atteggiamento di mestizia, come anche dal peplo tratto sul capo e dalla mano portata al mento, semplice e raccolta, si accomiata dal mondo dei vivi per il bene, per l’avvenire del suo sposo regale reprimendo il santo affetto che essa sente per le sue due creature.Di fronte a lei, a destra, Ermes, psicopompo, deputato dunque ad accompagnare le anime nel mondo di là, che con gesto misurato, ma chiaro e manifesto indica ad Alcesti di seguirlo ormai nel gran viaggio da cui non vi ha più ritorno, viaggio che lo porterà dalla gioconda luce del sole al regno delle tenebre, al mondo delle ombre inconsolabilmente tristi, come anche dal noto rimpianto che esprime Achille nell’incontro con Ulisse disceso nell’Ade.

Euripide nella sua famosa tragedia “Alcesti” immagina poi, di fronte a sì iniquo destino e all’immenso spirito di sacrificio di quella sposa ideale, che Eracle il gran benefattore in fondo dell’umanità come dalle fatiche da lui sostenute, riesca indi a strappare Alcesti alla morte, all’Averno e a ricondurla al marito, ai figli, a quella luce di cui tutti siamo avidi e che è grande coefficiente della gioia del vivere.

STATUA DI AFRODITE – I secolo d.C.
Museo Archeologico Nazionale 
Aquileia

.Ho qui sul mio tavolo un frammentino di cotto, oh… una cosa apparentemente da nulla, raccolta da un mio amico aquileiese, al quale nel suo attento girovagare per i campi da agricoltore appassionato e intelligente quale egli è, nessuna anticaglia sfugge, anche se frammista alla terra, poiché egli rivela in materia un occhio esercitatissimo ed acutissimo…Non vi rimangono che due volti, cioè quello di un satirello riconoscibili come tale dalle orecchie puntute e dalla corona di edera in testa, ed il visino di una ninfa.Infatti l’amore dei satiri e di tutta la famiglia relativa si svolgeva essenzialmente alle ninfe che essi rincorrevano e inseguivano per le foreste, su per i monti e per i prati.Ecco, egli l’ha raggiunta, l’ha stretta fra le sue braccia, ed ella si lascia stringere come appare dal bacio ardente che suggella le loro bocche.

Il piccolo gruppo è modellato con cura. Il formatore è giunto a rendere lo struggente amore di questi esseri che la fantasia ellenica voleva viventi o, meglio, vaganti in una libertà assoluta a godersi la natura sì ma anche a sollazzarsi nel gaudio quasi selvaggio delle loro avventure amorose.

Donna e la sua anima – Museo Archeologico Nazionale Aquileia

.Si fa qui ammirare – e la osservano con vivo compiacimento i tanti visitatori del Museo – la elegantissima “Julia Donace, la conturbernalis”, cioè la compagna o l’amica di Quinto Cerrinio Corinto.Egli la volle effigiata sul fianco della grande ara funeraria da lui dedicata in primo luogo al suo patrono, un legionario defunto in Aquileia.Nel simpatico bassorilievo la gentile figura dell’amica è quasi integra, anche se ha sofferto un po’ nella boccuccia che un malaccorto restauro ha ancor più alterato.Il vedovato amante ha voluto che lo scultore gli rappresentasse la sua diletta come egli era solito vederla ogni giorno, piena di attrattiva nel suo vestire semplice ma di schietto buon gusto che ne fasciava la maliosa figura mettendo in risalto le belle forme; l’acconciatura poi è civettuola a onde e con un filare di riccioletti che le recinge a mo’ di corona la fronte mentre due ricci maggiori scendono ai lati delle orecchie e la massa dei capelli si raccoglie in una treccia pendula sulla nuca.Una mano, la sinistra, con gesto convenzionale solleva un lembo della gonna, l’altra non poteva restare inerte, né si poteva farle tenere la mela come si vede spesso in quelle figure che rappresentano donne regolarmente coniugate.Ed allora ecco il ventaglio rotondo nella destra alzata, ventaglio di sapore moderno, che le avrà tenuto compagnia nelle sue passeggiate estive in sulla sera lungo i portici colonnati del Foro di Aquileia – una specie di “Procuratie” avanti lettera – a godersi la ricca esposizione dei gioielli, delle gemme, delle meraviglie che le botteghe all’insegna della città di Roma come da un “negotiator margaritarum” cioè di prole, “ab Roma”, città fastose orientali mettevano in bella mostra..Ho lasciato per ultimo un monumento senza pregi artistici di sorta, esso infatti recava la sola iscrizione con l’espressa indicazione però che la dedica era fatta alle deità dei trapassati.Eppure io penso che principalmente per il testo dell’epigrafe che deve essere tanto piaciuto, qualche amatore si sia quasi innamorato del monumento al punto da portarselo via sì che non abbiamo la minima idea dove esso sia finito, dove cioè si trovi oggi.L’ultima notizia infatti che ne resta è del 17° secolo..Trascrivo anzitutto il testo della lapide da datarsi al 1° o 2° secolo dell’impero romano..“ANICIA P. L. GLVCERA, fui. Dixi de vita mea satis fui provata quae viro placui bono qui me ab imo ordine ad summum perduxit honorem”..Parafrasiamo queste parole che si direbbero sgorgate e dettate invero dal cuore..“Io sono stata Anicia Glucera – Glucera è vocabolo greco e significa Dolce, Soave – ché ora non lo sono più. Ma per quel che concerne la mia vita terrena posso dire schiettamente di essere vissuta abbastanza, essendo stata apprezzata altamente dal mio buon marito che mi volle tanto bene e cui tanto piacqui. Egli infatti mi trasse dall’infima condizione sociale in cui mi trovavo – parole che stanno a significare che ella era nata schiava, come è attestato del resto pure dal nome greco – onorandomi in massimo grado con l’introdurmi nell’illustre e celebre famiglia degli Anicii”..Gli Anicii sono cioè documentati anche da altre epigrafi aquileiesi e la loro gente si sarebbe elevata, anche per sensi di fede, su tante altre agli inizi del Cristianesimo..Fra le numerose lapidi sepolcrali di Aquileia antica è questa una delle più sentite e più affettuose che ci sia stata tramandata: per essa dopo duemila anni Anicia Glucera, la sposa fedele, che io immagino bella e soffusa di grazia, vive ancora nei cuori di quanti, uomini e donne sono sposi fedeli, devoti, onde il “jugum dilectionis”, il giogo, come dice la Chiesa, dell’amore, diviene lieve, giocondo, trasformandosi in un nodo di felicità perenne..

.Ed infine a mo’ di appendice un singolare monumento aquileiesi.Esso ci ricorda certo Albio Vitale che appare in bassorilievo, togato sul fianco destro dell’ara.Sennonché egli era uno scapolo impenitente e il sepolcro gli è stato dedicato da un amico il quale non sapendo, come riempire, cioè che cosa raffigurare sull’altro fianco del monumento poiché il nostro signor Vitale non aveva né moglie né amiche, pensò bene di metterci una danzatrice orgiastica che come tale rientra nel ciclo di Dionisio Zagreo, il dio dei vivi e dei morti, onde la figura vuole rendere le gioie che si aspettano gli eletti nel al di là.L’idea della morte è significata da lei con delle spighe che ella tiene nella destra alzata.



Balenottera Grigia a Ponza ... un regalo di Primavera! da vedere fino in...

Sicuramente da vedere fino in fondo, questo è un regalo che la primavera ha fatto a Ponza e a tutti noi! invidio un po chi era su quel gommone ma li ringrazio per la testimonianza diretta di questa Balenottera Grigia nella zona del Frontone. Grazie mare, grazie Ponza!!!

CITAZIONE


 Leggere un libro non è uscire dal mondo, ma entrare nel mondo attraverso un altro ingresso.

(Fabrizio Caramagna)

LA VIGNETTA DI CECCO DOTTI

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Tranquilli! A maggio si richiude!... 😁

 


Covid e social

 


E'incredibile quante sciocchezze scrive la gente in fb.Istigazione a non seguire le regole,addirittura una tale ha scritto che se non ci avessero detto che c'era il covid non ce ne saremmo accorti.Io sono stata definita pecora perchè sono scrupolosa.Non si tratta di persone senza cultura,ma istruite.

23 apr 2021

'Un libro da consigliare' per la Giornata mondiale dedicata alle letture

 


L'iniziativa ha lo scopo di promuovere la lettura tra i giovani e invitarli a contagiarsi reciprocamente attraverso i consigli dei libri che li hanno entusiasmati

In occasione della Giornata Mondiale del Libro e del diritto d’autore, la Biblioteca di Monfalcone annuncia la pubblicazione del libretto “Un libro da consigliare 2020. Idee in circolo”.

Il volume contiene l’elenco dei libri preferiti dagli studenti e dalle studentesse delle scuole secondarie di primo e secondo grado che hanno partecipato alla tredicesima edizione del concorso “Un libro da consigliare”, che ha lo scopo di promuovere la lettura tra i giovani e invitarli a contagiarsi reciprocamente attraverso i consigli dei libri che li hanno entusiasmati. Fresco di stampa, il libretto è il risultato dell’omonimo concorso organizzato dal Consorzio Culturale del Monfalconese, che gestisce il sistema bibliotecario BiblioGO!, e da Leggiamo 0-18 FVG, e, tra qualche giorno, sarà recapitato a tutte le biblioteche e le scuole secondarie della regione.

Il contenuto in termini numerici: più di 200 consigli di lettura (titolo, autore e copertina del libro), pervenuti entro lo scorso novembre in svariati modi: testi scritti, disegni, graphic novel, fumetti, video, fotografie e canzoni, elaborati anche in gruppo, da parte di 286 studenti residenti in tutta la Regione - dal 2019 il concorso ha abbandonato l’ambito provinciale.


Tre le sezioni in cui sono stati raggruppati i consigli: 11-14 anni, 15-18 anni, e “gli imperdibili”, che raccoglie i classici della letteratura per ragazzi e che dovrebbero essere letti da tutti almeno una volta nella vita. Alcune motivazioni alla lettura, estrapolate dagli elaborati scritti, arricchiscono le sezioni. A differenza delle edizioni precedenti, tra i consigli, fanno il loro ingresso i fumetti, sia come proposta sia come mezzo scelto per partecipare. Molti anche i classici, come Pinocchio e Piccole Donne. Infine, nelle ultime due pagine, si possono trovare i racconti adesivi, una novità del 2020. Si tratta della riproduzione degli adesivi interattivi che sono stati distribuiti lo scorso anno durante la promozione del progetto e che, grazie alla presenza del QR code, “parlano” se inquadrati con lo smartphone e offrono 17 letture tratta dai consigli dell’edizione 2019.

Il libretto sarà recapitato anche alle mediateche e ai centri-giovani, e si potrà trovare anche in molte librerie. Insieme al volume, saranno recapitati i materiali per l’edizione 2021, che sta per prendere avvio.

Tutti i consigli sono visibili sul sito dedicato al concorso www.unlibrodaconsigliare.it, dove si possono scaricare in pdf anche i libretti delle due edizioni precedenti. Chi desiderasse una copia cartacea del libretto può scrivere a info@unlibrodaconsigliare.it.

https://www.ilfriuli.it/articolo/cultura/-un-libro-da-consigliare--per-la-giornata-mondiale-dedicata-alle-letture/6/240692

Passeggiata con Pegaso-Sprehod s Pegazom

  POESIA DI MAJA RAZBORŠEK

a cura di Jolka Milič


PASSEGGIATA CON PEGASO

La sera genera il maggior numero di poesie:
la scarlatta linea di demarcazione
tra il concreto e i sogni
e quasi impalpabile.

E il momento in cui
amo soprattutto passeggiare
con Pegaso,
mai domato completamente.

I suoi occhi febbrili
mi affascinano e spaventano.
Riposiamo tra le nuvole
sanguigne della sera.

Alla stessa fonte
abbeveriamo l'immensa sete ultraterrena.
Alla fine mi suggerisce
di cancellare qualche parola.


SPREHOD S PEGAZOM

Večer spočne največ pesmi:
škrlatna ločnica
med snovnim in sanjami
je najbolj zabrisana.

To je čas,
ko se najraje sprehajam
z nikdar povsem ukročenim
Pegazom.

Njegove vročične oči
me omamljajo in plašijo.
Počivava med okrvavljenimi
večernimi oblaki.

Ob istem izviru
pojiva neznansko nezemsko žejo.
Slednjič mi prišepne,
naj prečrtam nekaj besed.

http://www.filidaquilone.it/num002milic.html


MAJA RAZBORŠEK

Maja Razboršek è nata nel 1959 a Ljubljana. Vive sul Carso con la sua famiglia e lavora come bibliotecaria. Ha pubblicato due raccolte di poesia: Ranjeni papir - La carta ferita (edizione bilingue), 1995, e Pretanjeni razbor (Raffinata selezione), 2000. Suoi testi sono presenti in raccolte di più autori: Oktava (Ottava), 1990; V skrivne stran poti - On a secret solitary path - Per segrete strade solitarie (edizione trilingue), 1998; Iz zlatega čolna (Dalla barca d'oro), 1999 e Cinque / Pet, scelta di cinque poeti del Litorale sloveno, con testi a fronte, 2003.

Parte il processo per l'omicidio di Stato di Giulio.

 Il 29 aprile si parte. Parte il processo per l'omicidio di Stato di Giulio. Un processo difficile, soprattutto per l'assenza di accordi di cooperazione giudiziaria, per l'assenza di ogni minima collaborazione da parte della dittatura egiziana che in Italia a livello istituzionale non può essere inquadrata come dittatura, contrariamente da come è accaduto con la Turchia di Erdogan che è nemica dell'Egitto. I rapporti tra Italia ed Egitto continuano come se niente fosse. L'ultimo tassello è anche la moda. Milano ed il Cairo uniti da un progetto sulla moda. Non c'è un solo campo che non sia coinvolto da affari, business con l'Egitto. Viviamo in un Paese tecnicamente democratico, dove è sacrosanta la separazione dei poteri, cosa che in Egitto non esiste, ma buon senso e rispetto per la dignità del proprio Paese vorrebbe un comportamento diverso viste le porte in faccia sbattute dall'Egitto. Dopo cinque anni e cinque governi nulla è mutato sostanzialmente nelle relazioni tra questi due Paesi, anzi, a dirla tutta, i rapporti ne sono usciti consolidati, rinforzati. Il paradosso nel paradosso. Si è fatto l'esatto contrario di quello che si sarebbe dovuto fare. Si è registrata in Italia una spaccatura tra il mondo istituzionale e la società civile a dir poco sconcertante sull'omicidio di Giulio. Il processo parte, non è scritta nessuna condanna, non è un processo politico, ma ai fatti ed i fatti puntano diritti verso gli apparti di sicurezza egiziani dove tra rapporti famigliari e fedelissimi è evidente che se dovesse cadere una delle teste coinvolte in questo processo ci sarebbero delle conseguenze per la dittatura egiziana. Un Paese serio come minimo avrebbe sospeso i rapporti diplomatici, non avrebbe armato la dittatura egiziana, avrebbe preteso almeno la cooperazione giudiziaria e trattato l'omicidio di un proprio cittadino come affare di Stato. Ma noi non siamo un Paese serio, e questo lo sapevamo già.

mb

http://xcolpevolex.blogspot.com/2021/04/parte-il-processo-per-lomicidio-di.html

22 apr 2021

Nasce il ‘Cammino delle 44 chiesette votive’

 


Un nuovo impulso per il turismo slow


 Dieci tappe per 167 chilometri complessivi su sentieri, strade e carrarecce. Dieci tappe attraverso tutti i comuni delle Valli del Natisone che connettono le 44 caratteristiche chiesette votive delle frazioni. L’itinerario diventa una sorta di pellegrinaggio religioso, naturalistico e culturale, sulla falsa riga dei ‘cammini’ che, in altre parti, stanno avendo un seguito crescente: basti pensare al cammino delle Pievi in Carnia o all’ancora più famoso percorso della Via degli Dei sull’Appenino Tosco-Emiliano tra Bologna e Firenze. Il progetto, nato da un’idea della ProLoco Nediške Doline e realizzato grazie allo studio naturalistico ForEst, è stato presentato, via web, lo scorso 15 aprile.
“Abbiamo pensato di fare del Cammino delle 44 chiesette votive, seguendo l’interesse crescente per questi monumenti, un potenziale volano per il turismo delle Valli del Natisone”, ha spiegato introducendo la serata Nico Sinuello della Pro loco. “Il percorso infatti passa davanti alla porta di diverse realtà produttive del territorio”. L’obiettivo infatti è quello di sfruttare la domanda in forte crescita di turismo slow cui la riscoperta di questi peculiari monumenti religiosi delle frazioni delle valli risponde perfettamente. Hanno poi illustrato nel dettaglio il percorso delle dieci tappe Marco Pascolino e Angelo Sinuello.
Itinerario, ha spiegato Pascolino, che parte da Cividale per motivi logistici, visto che è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici. E che è stato studiato seguendo il criterio, ovviamente, di congiungere le chiesette, di toccare tutti i comuni delle Valli del Natisone, e di offrire, lungo il percorso, punti di ristoro e possibilità di pernottamento. L’obiettivo dunque è far sì che la mobilità lenta sia uno stimolo e un motore per le attività economiche del territorio, diverse delle quali, appunto, sono presenti sull’itinerario.
Angelo Sinuello ha quindi illustrato nel dettaglio le singole tappe del cammino (tutti i tracciati sono consultabili nel dettaglio sul sito www.nediskedoline.it). Realizzato – ha precisato – seguendo, per la segnaletica, le direttive della commissione Giulio Carnica sentieri. E utilizzando come fonte per l’individuazione dei 44 monumenti religiosi la pubblicazione “Chiesette votive da S. Pietro al Natisone a Prepotto” di Tarcisio Venuti. È stato quindi disegnato un percorso che ha una traccia principale di 122 km che diventano 167 con alcune varianti per gli escursionisti più caparbi. Il 50 per cento si snoda sui sentieri, il 29 per cento su strade asfaltate e il 21 per cento su carrarecce. Sfruttando quindi la ricca rete di percorsi già esistenti sul territorio. Il cammino delle 44 chiesette infatti, ha evidenziato Angelo Sinuello, presenta diversi collegamenti con altri percorsi tematici, fra questi l’Alpe Adria trail, il Cammino celeste, il Krivapete trail, fino anche ai sentieri delle rogazioni di San Marco. Le tappe, che hanno una lunghezza compresa fra i 7,5 e i 16,5 km, hanno generalmente una difficoltà facile o media, che diventa difficile solo in alcune varianti, e quindi sono adatte alle esigenze di un pubblico ampio di escursionisti. Già pronto anche il logo del nuovo cammino, realizzato con la collaborazione di Stefania Gentili, su cui compare la denominazione in italiano e sloveno ‘Nediške Doline – Valli del Natisone’.
Nel corso del dibattito, con gli interventi di Massimiliano Miani, presidente del Cai Val Natisone, Antonio Ruocco, presidente della sezione Cai di Cividale, e Pietro Boga, consigliere Cai FVG, è quindi emerso il ruolo fondamentale di Cai e Planinska družina Benečije e di altri privati per la manutenzione dei sentieri cui si spera il Cammino possa dare nuovo impulso.
Diverse le idee per i possibili sviluppi dell’iniziativa, dal riconoscimento per chi affronta tutte le tappe, alla realizzazione di mappe e brochure, agli eventi particolari da connettere con le festività dei patroni delle chiesette. Fino al ‘nodo’ dell’accesso allo spazio interno dei monumenti, oggi oggettivamente complicato, visto che la custodia degli edifici è affidata solo a privati cittadini volontari che, ovviamente, faticano a garantire un accesso continuativo alle strutture.

Un incontro particolare

 

La salamandra pezzata è facilmente riconoscibile per la sua colorazione nera con vistose macchie gialle.

Raggiunge i 15–20 cm di lunghezza totale (coda compresa), e le femmine sono in generale più lunghe e grosse dei maschi. La pelle, liscia e lucente, è cosparsa di piccole ghiandole secernenti il muco che ricopre l'animale; il muco ha una funzione battericida (protegge la pelle dalle infezioni), riduce la disidratazione e ha un gusto repellente per gli eventuali predatori. Le tinte vivaci della pelle segnalano appunto che la salamandra non è commestibile: queste colorazioni appariscenti sono dette "colorazioni di avvertimento" (funzione aposematica). wikipedia

FATE PIANO, PERCHE' I BIMBI NON SI SVEGLINO.





Fate piano, perché i bimbi non si sveglino,
ancora più piano, per non dissipare i loro sogni;
non sbattete le porte, non strepitate con le baionette,
portate i cannoni nelle discariche: niente
bombe, nessuna mossa o mutamento storico,
niente cricchiare di mobili, fate silenzio,
i bimbi dormono!

Alojz Ihan

poesia di Camillo Sbarbaro

 

Strada tra le case


CAMILLO SBARBARO

ERA COLOR DEL MARE E DELL'ESTATE

Era color del mare e dell'estate
la strada tra le case e i muri d'orto
dove la prima volta ti cercai.
All'incredulo sguardo ti staccasti
un po' incerta dall'altro marciapiede.
Nemmeno mi guardasti. Mi stringesti
- con la forza di chi s'attacca - il polso.
A fianco procedemmo un tratto zitti.

Una macchina adesso mi portava
- procella appena dominata - verso
il luogo di quel primo appuntamento.

Già la svolta il mio cuore riconosce
e, raffica, la macchina la imbocca,
ed ecco tu ti stacchi
un po' incerta dall'altro marciapiede.
(Non era che un crudele immaginare:
paralitico tenta con quest'ansia
la parte, se il male la guadagni).

Il tempo di pensarti: ma nell'attimo
che dolcissima spina mi trafisse!
Acuta come questa non mi desti
altra gioia, non mi potevi dare.
T' amavo. Amavo. Anche per me nel mondo
c'era qualcuno.

O strada tra le case - benedetta -
dove la prima volta nella vita
pietà d'altri che me mi strinse il cuore.

(da Rimanenze, All’Insegna del Pesce d’oro, 1955)

.

Donna e paesaggio si mescolano nelle poesie d’amore di Camillo Sbarbaro, con toni linguistici dal sapore quasi montaliano: è un amore che comincia con tutte le timidezze e i batticuori del caso, è un riconoscimento dell’altro, del suo tentativo di placare il tumulto, anche se alla fine incapace di vincere l’aridità del vivere: “Estrema delusione degli amanti! /  Invano mescolarono le vite /  s’anche il bene superstite, / i ricordi, son mani che non giungono a toccarsi“.

.

DIPINTO DI RICHARD BLUNT

.

--------------------------------------------------------------------------------------------------------
LA FRASE DEL GIORNO
Tu mi cammini innanzi lenta come / una regina. / Regolo il mio passo / io subito destato dal mio sonno / sul tuo ch'è come una sapiente musica.
CAMILLO SBARBARO, Rimanenze




Camillo Sbarbaro (Santa Margherita Ligure, 12 gennaio 1888 – Savona, 30 ottobre 1967),  poeta, scrittore e aforista italiano. Nelle sue poesie seppe coniugare un’osservazione della natura e un’analisi anche introspettiva della psicologia umana con uno stile secco e acuto.

https://cantosirene.blogspot.com/search/label/poesia%20italiana

QUALCOSA DA AMARE

 

La terra come comunità è il principio base dell'ecologia, ma che essa sia qualcosa da amare e rispettare è un'estensione di natura etica. Che la terra produca cultura è un fatto noto da tempo, ma ultimamente troppo spesso dimenticato.

ALDO LEOPOLD 
Pensare come una montagna


Giornata della Terra

 


La Giornata della Terra (in inglese: Earth Day) è il nome usato per indicare il giorno in cui si celebra l'ambiente e la salvaguardia del pianeta Terra. Le nazioni Unite celebrano questa ricorrenza ogni anno, un mese e un giorno dopo l'equinozio di primavera, il 22 aprile. La celebrazione vuole coinvolgere più nazioni possibili e oggi prendono parte 193 paesi. La Giornata della Terra, nacque, in effetti, dalla pubblicazione, nel 1962, del libro, manifesto ambientalista, Primavera silenziosa , della biologa statunitense Rachel Carson: in seguito, nel 1969, in una conferenza dell'UNESCO a San Francisco, l'attivista per la pace John McConnell propose una giornata per onorare la Terra e il concetto di pace, per prima essere celebrata il 21 marzo 1970, il primo giorno di primavera nell'emisfero settentrionale. Questa giornata di equilibrio della natura è stata poi sancita in una proclamazione scritta da McConnell e firmata dal Segretario generale delle Nazioni Unite U Thant. Nata il 4 ottobre 1969 per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali della Terra, come movimento universitario, nel tempo, la Giornata della Terra è divenuta un avvenimento educativo ed informativo. I gruppi ecologisti lo utilizzano come occasione per valutare le problematiche del pianeta: l'inquinamento di aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le migliaia di piante e specie animali che scompaiono, e l'esaurimento delle risorse non rinnovabili (carbone, petrolio, gas naturali). Si insiste in soluzioni che permettano di eliminare gli effetti negativi delle attività dell'uomo; queste soluzioni includono il riciclo dei materiali, la conservazione delle risorse naturali come il petrolio e i gas fossili, il divieto di utilizzare prodotti chimici dannosi, la cessazione della distruzione di habitat fondamentali come i boschi umidi e la protezione delle specie minacciate.

Numerose comunità celebrano la Settimana della Terra, un'intera settimana di attività incentrate sulle problematiche ambientali

tratto da https://it.wikipedia.org/wiki/Giornata_della_Terra


Citazione di Byron


 Il "buon tempo andato"... il tempo è sempre buono quand'è andato. 


GEORGE GORDON BYRON 

L'età del bronzo

21 apr 2021

poesia slovena

TRICORNO-TRIGLAV

 LA META (traduzione di Jolka Milič)

Quando viaggiando 
verrai a conoscenza di tutte le verità
e non avrai più paura di nulla,
quando tutte le strade
e tutte le cose ti verranno incontro
e tu le
accetterai,
quando non cercherai più nulla,
allora
avrai il massimo
di quanto puoi avere.

CILJ

Ko boš na svojem potovanju
spoznal vse resnice
in ničesar več se ne boš bal,
ko ti bodo vse poti
in vse stvari prihajale naproti
in jih boš
sprejel,
ko ne boš ničesar več iskal,
takrat
boš imel največ,
kar lahko imaš.

VANJA STRLE
È nata a Capodistria nel 1960. È laureata in ingegneria chimica. Vive e lavora a Lož in Slovenija.
Raccolte di poesia: Pesmi (Poesie), 1993, ristampa 1998; Ko sem bila drevo(Quand'ero un albero), 1995, 1998, 2003; Kadar prideš k meni (Quando vieni da me), 1997,1999; Zelena ptica (L'uccello verde), 1999; O hrepenenje (O, aneliti), 2002, 2003; Obrnjena k tebi (Voltata verso di te), 2005, 2006; Skozi množico glasov (Attraverso una moltitudine di voci), 2006 e la raccolta tascabile: Nisi sam, nisi (plaquette: Non sei solo, no), 2002, 2003. È presente anche nella raccolta collettiva bilingue Tja in nazaj-Andata e ritorno, 2000, edita dall'Associazione dei letterati sloveni litoranei.

Più latte per la madre e il neonato

 


La pietanza tradizionale che veniva preparata alla puerpera subito dopo il parto affinchè avesse tanto latte era detta, in resianoLotawanski kröp. Nel racconto Götra vëja pubblicato, in resiano, nel catalogo della mostra è riportata anche la ricetta per la sua preparazione che qui riproponiamo in italiano: “Fare bollire del latte con del burro. Aggiungere del pane raffermo precedentemente grattugiato. Mescolare continuamente il composto, continuando a farlo bollire. In parte sbattere un tuorlo di uovo aggiungendovi della polvere di noce moscata. Aggiungere l’uovo al composto mescolando bene il tutto e servire senza cucinarlo

.https://www.dom.it/vec-mleka-za-mater-in-dojencka_piu-latte-per-la-madre-e-il-neonato/?fbclid=IwAR13klNehX2JWs9gUTsMlKy8SytB4n5aH1GCO-wp7HkEP47ujoSgprik7MU

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