foto di Elvia Franco |
Cogli la rosa quando è il momento,
“Non dobbiamo dimenticare quello che è stata la frontiera in passato. Guardando come la natura opera, si deve far diventare la frontiera positiva. Come luogo di pacifico confronto, scambio, conoscenza, evoluzione, creazione di realtà nuove. Il passato ci insegna a fare un nuovo migliore”.
Con questa nota Gianni Osgnach ha accompagnato l’inaugurazione della sua installazione permanente collocata a Klopce, poche decine di metri sopra Tribil Superiore, dove si tenevano i festeggiamenti del Burnjak lo scorso 17 ottobre. L’inaugurazione è stato il momento conclusivo del festival Ikarus.
Osgnach, originario di Osgnetto (San Leonardo) dopo una vita trascorsa lontano da designer e quindi affermandosi come artista, vive ora a Gnidovizza (Stregna).
“Un’installazione permanente che racchiude tutto il significato di Ikarus”, l’ha definita Ivan Ciccone dell’Skgz, organizzazione della comunità linguistica slovena in Italia e partner del progetto del festival.
Un oggetto in acciaio con due parti che si confrontano con i piani diversamente inclinati, schiacciati sul lato più lungo fino ad essere corrugati e posizionati in modo da avere le due parti schiacciate vicine, che quasi si compenetrano.
“Può essere la rappresentazione della frontiera”, scrive Osgnach. La frontiera che oggi è la Green Belt, una fascia verde che percorre i territori un tempo a ridosso della cortina di ferro e che è stata proprio il filo conduttore del festival. L’elemento della natura, rappresentato nell’installazione di Osgnach da quattro travi di castagno che in parte si affiancano incontrandosi, diventa determinante per la fruizione stessa dell’installazione. Klopce è un piccolo rilievo, contornato dai resti delle trincee della Grande Guerra ancora ben visibili in cui l’erba ricopre le cicatrici di quel conflitto. In un paesaggio tutto intorno che spazia dalle Prealpi Giulie al mare.
“Purtroppo queste valli – ha affermato Ciccone – sono state teatro di grandi conflitti. Oggi sono invece confronti culturali. Proprio qui il clima meditterraneo si incontra con il clima continentale dando forma a una commistione unica”.
Proprio la valorizzazione della cultura, della storia e del paesaggio di questa parte della fascia confinaria è stato uno degli obiettivi – raggiunti – da Ikarus che, sempre con le parole di Ciccone, “è stato ideato per promuovere le specificità del territorio, le tradizioni, le attività produttive, le professionalità e le bellezze naturali. Un lavoro di squadra, coordinato dal Comune di Stregna, che ha coinvolto oltre 50 partner e patrocini tra Comuni, organizzazioni no profit, imprese, associazioni e aziende agricole. Ikarus è un’iniziativa multiculturale che spazia tra arte e natura, tradizione e storia. È plurilingue, esattamente come la terra che racconta: tutti i materiali di Ikarus, infatti, sono stati tradotti nelle tre lingue della Green Belt, italiano sloveno e friulano.”https://novimatajur.it/cultura/un-nuovo-senso-alla-frontiera-nellinstallazione-di-osgnach-a-tribil-superiore.html
dal web |
Aquileia oggi accoglie il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che parteciperà alle celebrazioni legate al Centenario della ricerca, designazione, traslazione e tumulazione del Milite Ignoto all’Altare della Patria.
Il 4 novembre 1921, infatti, i resti del soldato senza nome scelti da Maria Bergamas, madre di tutti gli italiani, raggiunsero Roma. In regione il centenario è stato celebrato con il passaggio del Treno della memoria, che ha ripercorso le stesse tappe di un secolo fa, giungendo ieri alla stazione Termini, nella Capitale. Nello stesso giorno di cento anni fa, ad Aquileia, vennero tumulate le salme dei dieci soldati che non furono scelti.
Quella odierna è la terza visita del Capo dello Stato in regione nell'arco di un mese e mezzo, dopo la tappa a Rivolto per i 60 anni delle Frecce Tricolori del 18 settembre e quella a Gorizia e Nova Gorica, il 21 ottobre, assieme all'omologo sloveno Borut Pahor, per celebrare la Capitale della cultura europea del 2025.
L’arrivo del Presidente in piazza Capitolo ad Aquileia è previsto per le 11.30. Ad accogliere il Capo dello Stato ci saranno il Sindaco Emanuele Zorino, il Presidente del Fvg Massimiliano Fedriga, il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, il Vescovo Carlo Roberto Maria Redaelli e il Generale Mario De Cicco per Onor Caduti.
Dopo gli Onori militari, il Presidente si recherà in visita privata al Cimitero degli Eroi e alla Basilica patriarcale di Aquileia.
Il Capo dello Stato deporrà una corona sulla tomba di Maria Bergamas, la madre di un fante italiano morto sul fronte del Carso che, nel 1921, scelse i resti di colui che è divenuto simbolo di tutti i valorosi che persero la vita nella Grande Guerra, sepolta nel Cimitero degli eroi accanto ai dieci soldati senza nome che non vennero scelti.
Successivamente, il Presidente Mattarella farà tappa al Sacrario Militare di Redipuglia, dove riposano le spoglie di oltre 100mila caduti, di cui oltre 60mila ignoti, morti nel corso della Prima Guerra Mondiale.
Con delibera di giunta, lunedì, 18 ottobre, l’amministrazione comunale di Malborghetto-Valbruna/Naborjet-Ovčja vas ha autorizzato il sindaco Boris Preschern a presentare domanda di finanziamento a valere sul bando 2021 per la realizzazione di segnaletica verticale bilingue promosso dall’Arlef-Agjenzie regjonâl pe lenghe furlane.
Se la domanda sarà finanziata, all’inizio e alla fine dei centri abitati del comune saranno installati cartelli riportanti i toponimi nelle quattro lingue ufficialmente riconosciute sul territorio dallo Stato – oltre che in italiano, anche in sloveno, tedesco e friulano. Stando a indiscrezioni, il bando sarà rifinanziato anche nel 2022; al più tardi l’anno prossimo, quindi, nel dare attuazione alle leggi statali e regionali sul plurilinguismo visivo Malborghetto-Valbruna diventerà il primo Comune con toponomastica quadrilingue di tutta Italia. (l. l.)
S sklepom občinskega odbora je v ponedeljek, 18. oktobra, občinska uprava Občine Naborjet-Ovčja vas župana Borisa Prescherna pooblastila, naj vloži prijavo na razpis za leto 2021, s katerim bo Deželna agencija za furlanski jezik-Arlef podpirala postavitev dvojezičnih cestnih tabel in smerokazov.
Če bodo prošnjo za finančna sredstva sprejeli, bodo na začetku in koncu vasi na občinskem ozemlju postavili table s toponimi v štirih jezikih, ki jih tam Republika Italija uradno priznava – poleg italijanščine, tudi v slovenščini, nemščini in furlanščini. Po neuradnih virih naj bi razpis financirali tudi v letu 2022; tako najkasneje naslednje leto naj bi Občina Naborjet-Ovčja vas uveljavila državne in deželne zakone o vidni večjezičnosti in tako postala prva Občina, ki se lahko ponaša s štirijezičnimi tablami v celi Italiji.
https://www.dom.it/v-stirih-jezikih-pred-vasmi_in-quattro-lingue-a-inizio-e-fine-paese/
cimitero di Villanova delle grotte
La conferenza stampa di Trieste, che ha fatto il punto sulla situazione Covid, ha lanciato un chiaro segnale di allarme. I casi, in regione, sono in crescita. Aumento che, per l'area giuliana, risulta ormai esponenziale e desta preoccupazione.
La prima soglia critica, quella dell'occupazione delle terapie intensive, ha superato il livello di guardia, fissato al 10%. I pazienti ieri erano 18, a fronte di 175 posti disponibili.
Per il passaggio in zona gialla - è bene ricordarlo - è necessario che anche il parametro dei ricoveri ordinari superi la soglia del 15%. E, in questo caso, i numeri sono ancora abbastanza confortanti. Ieri i pazienti erano 75, a fronte di 1.277 posti letto. E' chiaro, però, che l'aumento della pressione ospedaliera rischia in ogni caso di compromettere l'accesso alle prestazioni sanitarie non urgenti. Con tutte le conseguenze del caso, specie sulle liste di attesa.
Per scongiurare che l'avvicinamento a parametri da zona gialla, la Regione corre ai ripari. A partire dalle manifestazioni che, nelle ultime settimane, hanno prodotto effetti importanti, soprattutto a Trieste, diventata - suo malgrado - capitale del no Green Pass per diversi giorni.
Il Prefetto Valerio Valenti ha chiaramente annunciato che è arrivato il momento di 'comprimere' la libertà di manifestare. Si potrà continuare a farlo, ma nel rispetto della salute pubblica. Dopo il comitato per l'ordine e la sicurezza a Trieste, la proposta sarà avanzata oggi in un incontro con gli altri Prefetti e i sindaci dei capoluoghi. Pronti, sul modello di Trieste, a chiedere una stretta per gli eventi di piazza. Le limitazioni - che saranno introdotte tramite ordinanza dei primi cittadini - saranno quelle previste dalla 'zona gialla', ovvero obbligo di mascherina e distanziamento anche all'aperto. E, in caso di violazioni, a rispondere saranno in primo luogo gli organizzatori degli appuntamenti.
C'è poi il tema di piazza Unità dove, fino alla fine dell'anno, non sarà possibile manifestare. Un provvedimento analogo potrebbe interessare anche piazza Libertà a Udine, per cui il sindaco Pietro Fontanini aveva già invocato delle 'restrizioni' essendo stata il punto di ritrovo di tutti i cortei che fin qui hanno interessato il capoluogo friulano.
Il dato dell'incidenza - 128 casi ogni 100mila abitanti in Fvg - è ancora molto differenziato. A Trieste - salita a 350 contagi ogni 100mila abitanti - è quasi cinque volte superiore ai numeri di Udine e Pordenone, pur in aumento, mentre Gorizia si pone a metà strada. Analogo discorso per i nuovi casi che, a Trieste, sono raddoppiati in sette giorni, passando da 398 a 801. Numeri, illustrati dal professor Fabio Barbone, a capo della task force Covid, che sono collegati al minor tasso di vaccinazione dei cittadini del capoluogo, ma che hanno anche una stretta correlazione proprio con le manifestazioni no Green Pass.
Il più grande focolaio attualmente attivo in regione, infatti, è proprio legato alle manifestazioni no Green Pass. In base alle autodichiarazioni, sono saliti a 93 i contagi correlati agli eventi di piazza. Un numero che potrebbe risultare ancora sottostimato, visto che molti manifestanti arrivavano da fuori regione (e risultano, quindi, difficilmente tracciabili dai nostri Dipartimenti di prevenzione), mentre altri potrebbero non essersi sottoposti a tampone o non aver dichiarato l'origine del contagio.
"Nella maggior parte si tratta di persone non vaccinate - ha detto Barbone - che non indossavano la mascherina, non rispettavano il distanziamento, urlavano e cantavano. In piccola parte si tratta di contatti diretti dei manifestanti e, in percentuale ancora minore, di persone che hanno dovuto seguire le manifestazioni per obbligo di lavoro".https://www.ilfriuli.it/articolo/salute-e-benessere/covid-il-fvg-cerca-di-frenare-il-contagio/12/254348