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IVAN TRINKO padre della Benecia

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29 ott 2021

Fucilati di Cercivento: primo passo verso la riabilitazione


 Fucilati di Cercivento: primo passo verso la riabilitazione.

Dopo il disegno di legge della senatrice Tatjana Rojc recante “Disposizioni per la riabilitazione storica degli appartenenti alle Forze armate italiane condannati alla fucilazione dai tribunali militari di guerra nel corso della prima Guerra mondiale”, con l’apposizione, ieri, della lapide al Vittoriano è stato fatto un primo e significativo passo verso la riabilitazione di centinaia di ragazzi italiani fucilati ingiustamente ‘per mano amica’, per reati mai commessi. Il gesto altamente simbolico sta dando seguito a quanto disposto dalla Risoluzione della commissione Difesa del Senato approvata con il concorso di tutti i gruppi parlamentari il 10 marzo scorso.
Con il pensiero rivolto in primo luogo agli alpini fucilati in Friuli Venezia Giulia a Cercivento, ormai patrimonio memoriale delle nostre popolazioni e delle Istituzioni locali, dall'inizio della legislatura mi ero adoperata per far approvare una proposta di legge per dare a questi ragazzi il giusto merito e riconoscimento. Malgrado una larga convergenza, il dibattito in commissione Difesa non è stato facile e in più circostanze qualche esponente di destra ha tentato di affossare tutto l'impianto. Oggi abbiamo per la prima volta un atto formale del Senato che con deliberazione unanime rende onore a caduti e famiglie, i cui effetti mi attendo si riflettano sulla ricerca storica e sulla memoria dei territori./

28 ott 2021

L' autunno nei boschi

 


L’autunno nei boschi


MAURICE CARÊME

L’AUTUNNO

L'autunno nei boschi
suona l'armonica.
Che gioia nelle foglie!
Danzano al braccio
del vento che le porta via.
Dicono che sono morte,
ma nessuno ci crede.
L'autunno nei boschi
suona l'armonica.

(da La lanterna magica, 1947)

.

Maurice Carême è poeta dalle parole semplici ma non forzatamente facili, sorrette da una gioia di vivere che non manca però di una certa serietà riflessiva - questa attenzione all’elementarità deriva probabilmente al fatto che fino al 1943 insegnò alle scuole primarie. Dunque, così rappresenta la danza delle foglie d’autunno, il loro veleggiare e vorticare nei boschi, sospinte dal vento, così piene di vita nonostante si siano staccate dall’albero.

Il proverbio friulano della settimana






 Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei campi
“San Simon al jude, la ràve e ven madure, o madure o no madure, si la met sot siaradure” ovvero, a San Simone (il 28 ottobre) è tempo propizio, le rape sono mature, mature o non mature, le si mettono in serbo”

A Messa in ricordo dei nostri cari


 Ci avviciniamo alle ricorrenze di Ognissanti e della Commemorazione dei defunti, che sono molto sentite anche tra la gente di Slavia, Resia e Valcanale. In molti si recano in chiesa o sulle tombe dei propri cari, restituendo un po’ di vita anche a paesi quasi abbandonati. Ovviamente le funzioni religiosi si svolgeranno nel rispetto delle norme di contenimento della diffusione del Covid-19.

Nella Slavia, a Resia e in Valcanale in questo periodo dell’anno è uso rendere omaggio anche a personalità meritevoli della comunità slovena ormai defunte nonché a soldati e partigiani caduti in guerra.

Giovedì, 28 ottobre, una rappresentanza del Dom, dell’Associazione don Eugenio Blanchini e della sezione provinciale della Confederazione delle organizzazioni slovene-Sso si recherà a Drenchia/Dreka, per pregare e rendere omaggio sul monumento ai sacerdoti sloveni della Slavia eretto accanto alla chiesa di S. Maria Assunta. Il gesto vuole esprimere riconoscenza per l’opera che loro e i loro collaboratori hanno svolto in favore della nostra gente.

Anche in Valcanale, il 2 novembre, sarà reso omaggio agli esponenti meritevoli della comunità slovena ormai defunti. L’iniziativa è a cura dell’Associazione/Združenje don Mario Cernet.

Già sabato, 23 ottobre, i sindaci e altre autorità di Cividale e delle Valli del Natisone si sono recati all’ossario di Kobarid per rendere omaggio ai soldati caduti nella prima guerra mondiale. A organizzare la cerimonia, con alcune restrizioni a causa della situazione epidemiologica in Slovenia, è stato il consolato italiano di Capodistria/Koper.

Domenica, 31 ottobre, sarà reso un breve omaggio anche ai monumenti ai partigiani caduti nella seconda guerra mondiale e alle tombe di alcuni esponenti meritevoli della comunità slovena della Slavia.continua in lingua slovena

https://www.dom.it/k-masi-v-spomin-na-rajnike_a-messa-in-ricordo-dei-nostri-cari/?fbclid=IwAR25QUKpQ0Kbw9uwO-6D4GjReV2WugFatuX-N-GArbBkV7JOT0PJ0MQ6S6w


27 ott 2021

ANSA.it Friuli Venezia Giulia Covid: oggi in Fvg 261 nuovi contagi, un decesso

 




Covid: oggi in Fvg 261 nuovi contagi, un decesso In terapia intensiva 8 degenti, in altri reparti 58TRIESTE, 27 OTT - Oggi in Friuli Venezia Giulia su 23.044 test e tamponi sono state riscontrate 261 nuove positività al Covid 19, pari all'1,13%.

Nel dettaglio, su 5.086 tamponi molecolari sono stati rilevati 243 nuovi contagi con una percentuale di positività del 4,78%; su 17.958 test rapidi antigenici 18 casi (0,10%)

Oggi si registra un decesso (un uomo di 81 anni di Tolmezzo morto in ospedale a Udine); scendono a 8 (-1) le persone ricoverate in terapia intensiva mentre sono 58 (+8) i pazienti ospedalizzati in altri reparti. Lo comunica il vicegovernatore della Regione con delega alla Salute Riccardo Riccardi.
    I decessi complessivamente ammontano a 3.849: 842 a Trieste, 2.028 a Udine, 682 a Pordenone e 297 a Gorizia. I totalmente guariti sono 110.756, i clinicamente guariti 34 e 1.470 le persone in isolamento. Dall'inizio della pandemia in Friuli Venezia Giulia sono risultate positive complessivamente 116.175 persone (il totale dei casi è stato ridotto di una unità a seguito della revisione del test): 24.378 a Trieste, 53.051 a Udine, 23.198 a Pordenone, 13.927 a Gorizia e 1.621 da fuori regione.
    Tra i casi di oggi, per quanto riguarda il personale del Servizio sanitario regionale, sono state rilevate le seguenti positività: nell'Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina (Asugi) un assistente amministrativo, un dirigente medico, un infermiere e un operatore socio sanitario; nell'Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale (Asufc) un terapista, un tecnico di laboratorio e un infermiere; all'Irccs materno-infantile Burlo Garofolo di Trieste un infermiere e un ostetrica; al Cro di Aviano di un tecnico di radiologia. Infine, relativamente alle strutture residenziali per anziani, non sono stati registrati contagi tra gli ospiti, mentre sono state rilevate le positività di due operatori (Trieste e Gorizia). (ANSA).https://www.ansa.it/friuliveneziagiulia/notizie/2021/10/27/covid-oggi-in-fvg-261-nuovi-contagi-un-decesso_3dd1bef3-d9f3-4f00-b778-462dca4f2c4d.html

Cambiamento climatico


Nei Vosgi diminuito di 7 volte il numero delle valanghe e accorciata la stagione valanghiva

[27 Ottobre 2021]

Le zone montane sono particolarmente colpite dal riscaldamento globale, ma gli impatti sulle valanghe sono ancora poco conosciuti. Lo studio “Upslope migration of snow avalanches in a warming climate”, pubblicato su PNAS da un team di ricercatori francesi di INRAE, Météo France, CNRS e delle un iversità di Grenoble Alpes, Genève e Haute-Alsace si è occupato dell’evoluzione dell’attività valanghiva  risalendo per quasi due secoli e mezzo nelle montagne dei Vosgi e mettendo insieme analisi delle fonti storiche e modellistica statistica e climatologia. I risultati dello studio dimostrano «Un aumento di quota delle valanghe che ora si verificano principalmente alle quote più elevate del massiccio». Questo aumento ha comportato una diminuzione di 7 volte del numero di valanghe, un accorciamento della stagione delle valanghe e una riduzione delle loro dimensioni rispetto alla fine della “Piccola Era Glaciale”.

I ricercatori francesi sottolineano che «E’ ormai assodato che il cambiamento climatico colpisce soprattutto le zone di montagna. Gli impatti sulla criosfera (neve, ghiaccio, permafrost) sono molto importanti e ben descritti per l’evoluzione dei ghiacciai e del manto nevoso. Tuttavia, le evoluzioni dell’attività valanghiva in risposta ai cambiamenti climatici sono ancora poco conosciute, a causa della mancanza di serie di osservazioni valanghive di durata sufficientemente lunga e di tecniche statistiche in grado di tenere conto dei numerosi bias insiti nelle poche serie esistenti. Questo è stato ricordato in particolare di recente nel rapporto speciale dell’IPCC sull’oceano e la criosfera, che include un capitolo specificamente dedicato alle aree montane. Il tema del rischio è cruciale data la pericolosità delle valanghe per l’uomo e le infrastrutture (edifici, reti di trasporto e comunicazione, ecc.)».

Per colmare queste lacune nella conoscenza,  il team di ricerca ha studiato l’evoluzione dell’attività valanghiva tra la fine del XVIII secolo e il 2014 nelle montagne dei Vosgi. Gli scienziati hanno utilizzato un approccio multidisciplinare innovativo che combina l’analisi del corpus delle fonti storiche (archivi scritti, documenti iconografici, testimonianze, ecc.), modelli statistici e climatologia e, grazie a questo lavoro, hanno potuto dimostrare che «L’aumento della temperatura di + 1,5° C nelle montagne dei Vosgi tra la metà del XIX secolo e l’inizio del XX secolo (fine di quella che viene chiamata la “Piccola Era Glaciale”) ha portato a una riduzione di 7 volte del numero medio di valanghe per inverno a livello del massiccio. La dimensione media delle valanghe è stata notevolmente ridotta – l’ultima valanga di dimensioni eccezionali è avvenuta nel 1952 – così come la durata della stagione durante la quale si sono verificate le valanghe (riduzione di 23 giorni in media)». L’analisi dell’evoluzione del manto nevoso ha dimostrato che  «Questi cambiamenti sono legati ad una netta riduzione, al termine della “Piccola Era Glaciale”, del manto nevoso alle basse e medie quote del massiccio. Di conseguenza, le valanghe sono ormai quasi scomparse da queste altitudini nelle montagne dei Vosgi. Oggi si verificano principalmente alle quote più elevate (zone di attivazione con quota minima intorno ai 1.200 m), anche se l’attività valanghiva è ancora un potenziale rischio in questo massiccio».

I ricercatori francesi concludono: «Questo studio suggerisce che nel tempo, in molte catene montuose, l’attività valanghiva sarà gradualmente limitata a quote sempre più elevate e che questo movimento sarà probabilmente accompagnato da una riduzione media della loro dimensione e durata della stagione in cui si verificano come futuri il riscaldamento riduce il manto nevoso. Più in generale, questi risultati mostrano che i massicci di media montagna possono fungere da sentinelle degli impatti del riscaldamento globale e quindi aiutare a progettare strategie di adattamento efficaci per tutte le aree montane».

https://greenreport.it/news/clima/cambiamento-climatico-in-montagna-le-valange-partono-de-sempre-piu-in-alto/
 

CASA/DOM di Ivan Trinko poesia

CASA/DOM 

Lassù,sulla cima maestosa

i monti nostri mi compaiono,Sloveni,

lì dietro,in piano,gorgogliano le acque,

ed in rigoglio vedo arbusti e campi.

La strirpe lì gioisce delle sue radici

in una primavera in fiore vivon lì

i miei fratelli e la fortuna lor soride

chè Madre Gloria fa di lor figli solerti.

O dole stirpe! Gioisci di quest'alba limpida,

ecco che il sol soave spunta,

inviato da Colui che ogni cosa smuove.

Secoli interi passati sconosciuti;

m or le nubi cedono al sereno,

son giunti tempi provvidi,è ora.

Ivan Trinko 


TRINKO Ivan – Zamejski, fautore della conservazione delle peculiarità etniche e culturali della Slavia Veneta, poeta, scrittore, traduttore, linguista, pittore, compositore, professore di filosofia, “padre degli sloveni della Benecia,” nato il 25 gennaio 1863 a Tercimonte nella famiglia  “pri Piernovih”, ivi morto il 26 giugno 1954.

Quarto di due figli e tre figlie (di cui Terezija fu religiosa a Brescia e vi morì). Il padre Anton (1826-1905), piccolo possidente, la madre Marija Golob (1828-1904), casalinga (vedi genealogia in Trinkov koledar 1973).

Frequentò la scuola in lingua italiana a Iellina sotto Tercimonte, sua maestra fu Roza Koren (1870-73), nativa delle Valli; su consiglio del cappellano Valentin Domenis il padre lo iscrisse alle elementari di Cividale (1873-75); già alla fine del primo anno si distinse tanto da meritarsi una medaglia d’oro. Dopo le elementari entrò nel Seminario Arcivescovile di Udine (1875), articolato in un ginnasio-liceo classico e in un seminario vero e proprio. Studente modello saltò la prima classe del liceo diplomandosi nel 1882. Compì gli studi seminariali in quattro anni e celebrò la Prima messa il 21 giugno 1886 a Tercimonte. Per l’occasione gli dedicarono e stamparono tre poesie. Già prima della consacrazione aveva prestato il servizio militare di leva di durata ridotta a Padova, poi rimase al Seminario di Udine sino al pensionamento nel 1942, poiché i suoi superiori gli avevano chiesto di proseguire gli studi e di ricoprire una cattedra d’insegnamento al Ginnasio arcivescovile.

Fu così che Trinko divenne prefetto seminariale, dedicandosi pure per tre anni agli studi di filosofia e delle lingue russa, polacca e ceca... continua https://www.kries.it/kd-ivan-trinko-2/mons-ivan-trinko/biografia/ivan-trinko-it/?lang=it

disegno a matita di Trinko
da https://www.kries.it/kd-ivan-trinko-2/mons-ivan-trinko/?lang=it


BENECIA

24 ott 2021

BUON POMERIGGIO DOMENICALE

 BUON POMERIGGIO



Oggi è domenica e leggo i miei giornale preferiti!

Il Matajur, oggi Novi Matajur ,è il giornale  che hanno diretto per 23 i miei genitori.Il 3 ottobre abbiamo festeggiato i suoi 70 anni.Oggi è diretto da Miha Obit,direttore e traduttore.

LUNGA VITA AL NOVI MATAJUR!

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