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IVAN TRINKO padre della Benecia

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13 lug 2021

PROVERBIO FRIULANO

 Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei campi
“A San Bonaventure si finis di bati in planure” ovvero per il giorno di San Bonaventura (il 15 luglio) termina di raccogliere il grano in pianura.

buona giornata

 







cascate di Crosis

la poesia della psiche: elogio della curiosità

la poesia della psiche: elogio della curiosità: La curiosità è un istinto che nasce dal desiderio di sapere qualcosa. Se è  vero che tutti i bambini sono naturalmente curiosi, perché poi a...

12 lug 2021

Rogo del Narodni Dom

 


L’incendio al Narodni dom di Trieste, la

casa della cultura slovena, avvenuto 101 anni
fa, è l’evento centrale di questo fumetto che
avete in mano. Un atto violento che rivela
l’ubriacatura fascista che presto contagerà gran
parte della maggioranza italiana di una città
incontro di culture diverse quale è stata ed è
Trieste. […] Le grandi ragioni della storia, la
dissoluzione dell’impero austro-ungarico, la
guerra mondiale appena terminata, e quella
che presto arriverà, la nascita del fascismo
italiano, la trasformazione fascista di gran
parte della comunità italiana, il conflitto
etnico è documentato e sceneggiato in questo
fumetto dove i protagonisti della macro storia
e le vite della gente comune trovano uguale
palco dove recitare.” […]
(Dalla prefazione di Davide Toffolo)


La fiamma nera. Il rogo del Narodni dom a Trieste

di Ivan SmiljanićZoran Smiljanić, e al. | 12 lug. 2021
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Generalmente spedito entro 1-2 mesi.

Sant'Ermacora e Fortunato patroni di Aquileia e Udine

 Ermagora, o Ermacora (... – Aquileia70), e Fortunato (... – Aquileia, 70) furono i due protomartiri di Aquileia. Entrambi sono considerati santi da tutte le Chiese cristiane che ammettono il culto dei santi, particolarmente nelle zone dell'antico patriarcato di Aquileia.Ermagora sarebbe stato scelto nel 50 come primo vescovo della comunità di Aquileia da san Marco, venendo quindi consacrato a Roma da san Pietro. Secondo una tradizione dell'VIII-IX secolo si sarebbe trattato di un gentile convertito da Marco.

Fortunato sarebbe stato il diacono di Ermagora e i due subirono assieme il martirio ad Aquileia nell'anno 70, inflitto loro, secondo la leggenda, da un certo Sebasto.Sono festeggiati assieme il 12 luglio.
Sant'Ermacora, argento dorato con smalti e pietre preziose, Tesoro della Cattedrale, Duomo di Gorizia
Reliquie del santo, esposte nel Duomo di Udine il giorno della ricorrenza

Il loro culto è antichissimo (sono citati nel Martirologio geronimiano, testo del V secolo), soprattutto ad Aquileia, ed è stato consolidato dal patriarca Poppone che nel 1031 dedica ai due santi la Basilica Patriarcale di Aquileia (dichiarata Patrimonio Mondiale dell'Umanità) dopo la dedicazione mariana.

corpi e le reliquie dei due santi, prima conservati nella basilica di Aquileia, vennero trasferiti nel VI secolo a Grado nella basilica di Sant'Eufemia, venendo restituite alla comunità aquileiese solo alla fine del XV secolo. Alcune di queste reliquie vennero poi traslate a Gorizia nel 1751 con la soppressione del patriarcato di Aquileia. Una chiesa dedicata ai due santi si trova a Trieste, a Roiano, in Piazza tra i Rivi.

La Mohorjeva družba, o Società di Ermagora, la più antica casa editrice slovena (con tripla sede a KlagenfurtCelje e Gorizia), fondata nel 1851 dal vescovo Anton Martin Slomšek e filologo Anton Janežič, è stata così chiamata in riferimento a San Ermagora.

da wikipedia



ALESSANDRO IVANOV





L'HO CONOSCIUTO indossava sempre un loden verde...

IVANOV ALESSANDRO (1920 - 1998)

LETTERATOPITTOREDOCENTE UNIVERSITARIO


Nacque il 27 giugno 1920 a Rostov sul Don, in Russia. Il nonno materno si era trasferito nel 1871 da Toppo di Meduno (Pordenone) nella Russia meridionale, dove aveva preso parte ai lavori per la costruzione delle locali ferrovie. Il padre Nikolaj, russo, morì pochi mesi prima che egli nascesse, e la madre, Cristina Tonitto, nel 1921 rientrò in Italia, stabilendosi a Udine. Compiuti studi classici, I. si laureò in lettere a Padova il 15 giugno 1944. Dopo la laurea insegnò in diverse scuole di Udine. Dal 1956 al 1964 fu docente di lingua russa nelle Università di Padova e di Trieste. Dal 1965 ricoprì presso gli Atenei di Venezia, Padova e Trieste incarichi di assistente di ruolo e professore incaricato, conseguendo nell’ottobre del 1966 la libera docenza in lingua e letteratura russa. Fin dalla sua creazione, nel 1968, operò poi in modo continuativo presso la Facoltà di lingue e letterature straniere nata a Udine come sede staccata dell’Università di Trieste e divenuta poi il primo nucleo dell’Ateneo udinese dal 1978. Qui I. creò infatti l’Istituto di lingue e letterature dell’Europa orientale Jan I. N. Baudouin de Courtenay, del quale fu direttore dal 1979 al 1982 e successivamente dal 1985 al 1988. Collocato fuori ruolo anticipatamente, dietro sua richiesta, si ritirò definitivamente in pensione nel gennaio del 1991. Morì a Udine il 25 novembre 1998. Il primo lavoro scientifico pubblicato di I. è di carattere sostanzialmente comparatistico (Le suggestioni italiane nella poesia di A. N. Majkov, «Atti dell’Istituto veneto di scienze, lettere e arti», 1958), un ambito di ricerca che perseguì anche attraverso contributi successivi: Puškin lettore dei ‘Promessi sposi’ (in Studi in onore di Arturo Cronia, Padova, 1967), la recensione all’edizione russa della Divina commedia uscita a Mosca nel 1968 nella traduzione di M. L. Lozinskij e con la cura di I. N. Goleniščev-Kutuzov («Lettere italiane», 1971) e quella a un volume dedicato a Petrarca dell’italianista R. I. Chlodovskij, uscito a Mosca nel 1974 («Lettere italiane», 1975), il saggio Le leggende friulane tradotte da A. N. Veselovskij («Sot la nape», 1977). Più esplicitamente ai rapporti tra la cultura russa e quella italiana è dedicato il convegno italo-sovietico “Turgenev e l’Italia” organizzato da I. presso l’Università di Udine nei giorni 11 e 12 maggio 1984, che celebrava, con un anno di ritardo, il centenario della morte dello scrittore. Le relazioni presentate al convegno sono riprodotte solo parzialmente, in traduzione italiana, in un agile volume di atti (Genève, 1987), curato dallo stesso I., che presenta in apertura il suo lavoro Sull’incontro di Goethe e di Turgenev con l’Italia. Questo convegno inaugurò in forma ufficiale una proficua stagione di contatti con esponenti dell’Accademia russa delle scienze e dell’Unione degli scrittori, che I. avviò con il patrocinio dell’allora rettore dell’Ateneo udinese Franco Frilli e che continuò a coltivare con perseveranza, portando a Udine, nel corso di due decenni, personalità come lo specialista di letterature romanze N. B. Tomaševskij (figlio del formalista Boris Tomaševskij), il grande italianista e traduttore E. Solonovič, il semiologo B. A. Uspenskij e il critico letterario, poi ministro della Cultura all’epoca di El’cin, E. Sidorov. In occasione della ricorrenza del millenario della conversione della Russia al cristianesimo, I. organizzò una giornata di studio cui partecipò, tra gli altri, il futuro patriarca di Mosca e della Russia Kirill Gundjaev. Gli studi di I. procedettero seguendo alcune linee privilegiate, tra cui l’opera del poeta simbolista Aleksandr Blok (Realismo equivoco nella prosa di A. A. Blok, «Atti dell’Istituto veneto di scienze, lettere e arti», 1960; Blok 1909: il significato di una protesta, ibid., 1961; “Ot postupi Katiliny k drugim”, in Atti del Simposio internazionale su A. Blok, Milano, 1984; ricordiamo anche Cristo e la rivoluzione d’Ottobre – recensione al volume di C. G. De Michelis Il tredicesimo apostolo, Torino, 1975 –, «Il mondo slavo», 1976). Poi l’opera, ma soprattutto il pensiero, di Dostoevskij (Dostoevskij è ancora fra noi, Udine, 1980; Dostoevskij da Leont’ev a Bernard Levy, Udine, 1980). In particolare, l’interesse dello studioso si incentrò su figure solo apparentemente marginali della letteratura e della cultura russe ottocentesche, in primo luogo il pensatore “non allineato” Konstantin Leont’ev, portatore di posizioni antiliberali che, basate su un concetto radicale della religiosità, si sono rivelate sorprendentemente profetiche, al quale I. dedicò diversi saggi (Il singolare K. N. Leont’ev, «Convivium», 1968; La contestazione di Leont’ev, «Il mondo slavo», 1969; Le riflessioni sulla storia di K. N. Leont’ev, in Miscellanea, Udine, 1971; la monografia K. N. Leont’ev. Il pensiero, l’uomo, il destino, Pisa, 1973; “Guerra e pace” nei giudizi di Konstantin N. Leont’ev, Udine, 1980). Altri autori che suscitarono l’interesse di I. sono stati il prosatore satirico M. E. Saltykov-Ščedrin (Le fiabe di Saltykov-Ščedrin, Padova, 1964; Le fiabe arrabbiate di Saltykov-Ščedrin, quattro fiabe e un’appendice, con un saggio e disegni dell’autore, Udine, 1980) e il filosofo Vasilij Rozanov, «voce estrema di una ‘intelligencija’ di psicopatici eruditi e allucinati», apostolo di una forma originalissima di riflessione mistica (Rozanov e il suo pensiero religioso, «Il mondo slavo», 1970; Rozanov tra Dio e capriccio, Trieste, 1974)...CONTINUA

...https://www.dizionariobiograficodeifriulani.it/ivanov-alessandro/

11 lug 2021

LA FIAMMA NERA

 Finalmente ci siamo! La storia dell'incendio appiccato dai fascisti e che ha distrutto, 101 anni fa, il Narodni dom, la casa della cultura slovena di Trieste. Un lunghissimo lavoro di traduzione e impaginazione. Ma il 12 luglio sarà pronta per essere letta e divulgata!

💚 🇸🇮 🇮🇹 Gli autori sono Ivan e Zoran Smiljanić, la traduzione è di Darja Betocchi e la prefazione di Davide Toffolo 💪

Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "RESESNE MaB AEU 1000 LA FIAMMA NERA IL ROGO DEL NARODNI DOM TRIESTE Soggetto Disegni di ZORAN SMILJANIĆ testi di IVAN ZORAN SMILJANIĆ TEEN PHMNE LA 1920 SNNNIG የንTRN REDN NAN Traduzione di DARJA BETOCCHI Prefazione di DAVIDE TOFFOLO qudu"
Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "RESESNE MaB AEU 1000 LA FIAMMA NERA IL ROGO DEL NARODNI DOM TRIESTE Soggetto Disegni di ZORAN SMILJANIĆ testi di IVAN ZORAN SMILJANIĆ TEEN PHMNE LA 1920 SNNNIG የንTRN REDN NAN Traduzione di DARJA BETOCCHI Prefazione di DAVIDE TOFFOLO qudu"

il filo dei ricordi-racconti: La Cattedrale di San Giusto a Trieste

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