Una condanna a nove anni e sei mesi di reclusione. E’ la pena richiesta dal procuratore aggiunto di Udine Claudia Danelon per Emanuela Petrillo, l’assistente sanitaria accusata di aver finto di vaccinare centinaia di bambini tra Treviso, Udine e Codroipo dal 2009 al 2016, alla fine della requisitoria davanti al Tribunale di Udine.
Il Pm ha chiesto la condanna per tutte e quattro le imputazioni - peculato, omissione di atti d’ufficio e falso ideologico in relazione ai certificati e ai libretti vaccinali - senza il riconoscimento delle attenuanti generiche per la gravità e la reiterazione dei comportamenti.
Durante la discussione, la pubblica accusa ha ripercorso le tappe del caso e i racconti dei testimoni. L’elemento di maggior peso, però, è stato l’indagine a campione effettuata sotto l’egida della Procura di Udine su quasi 300 bambini ai quali era stata somministrata la prima dose contro il morbillo.
Sui soggetti vaccinati da altri gli anticorpi sono stati trovati nel 95% dei piccoli, in linea con la letteratura scientifica, mentre in quelli vaccinati dall’imputata, con i medesimi lotti vaccinali, le positività si erano fermate al 14,5% dei casi. Risultati, questi, che per i consulenti dell’accusa sono spiegabili solamente con la mancata vaccinazione da parte della Petrillo.
Per Danelon la volontà dell’imputata di non somministrare il siero si è rivelata anche quando a Treviso, dopo essere stata spostata al centralino, per 4 giorni su 5 mise fuori uso il telefono così da non raccogliere le prenotazioni per i vaccini.