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2 feb 2021

Il castello di Miramare vi svela alcune curiosità. IL SALOTTINO DI CARL...

IL CASTELLO DI MIRAMARE

 Da oggi è riaperto il castello di Miramare!

Il castello di Miramare (Schloss Miramar in tedesco; grad Miramar in sloveno) è un edificio storico e museo di Trieste. Il complesso, circondato da un ampio parco, fu originariamente costruito tra il 1856 e il 1860 nella omonima località come dimora di Massimiliano d'Asburgo-Lorena, arciduca d'Austria e poi imperatore del Messico, e della sua consorte Carlotta del Belgio.

Castello e parco costituiscono uno dei musei statali italiani, cui nel 2016 è stata concessa l'autonomia speciale dal Ministero per i beni e le attività culturali.

«O Miramare, a le tue bianche torri
attedïate per lo ciel piovorno
fósche con volo di sinistri augelli
vengon le nubi.»

(Giosuè CarducciOdi barbareMiramar)

Affacciato sul golfo di Trieste, è situato a pochi chilometri a nord del capoluogo (circa 6 km dalla Stazione Centrale). Miramare è la forma italianizzata dell'originale Miramar, derivante dallo spagnolo "mirar el mar", in quanto Massimiliano d'Asburgo, nel visitare il promontorio che lo ospita, fu ispirato dal ricordo di castelli spagnoli affacciati sulle coste dell'oceano Atlantico.

Il castello è circondato da un grande parco di circa 22 ettari caratterizzato da una grande varietà di piante, molte delle quali scelte dallo stesso arciduca durante i suoi viaggi attorno al mondo, che compì come ammiraglio della marina militare austriaca. Nel parco si trova anche il castelletto, un edificio di dimensioni minori che funse da residenza per i due sposi durante la costruzione del castello stesso ma che divenne di fatto una prigione per Carlotta, quando perse la ragione dopo l'uccisione del marito in Messico.

Il castello di Miramare "presenta ancora gli arredi originali d'epoca, testimonianza della storia dei nobili proprietari, l'arciduca e la moglie Carlotta di Sassonia, figlia del re del Belgio, e del loro triste destino che non gli permise di godere della splendida dimora".[3] All'interno, il castello è suddiviso in numerose stanze. Il piano terra era destinato a residenza dell'Imperatore Massimiliano I e della consorte Carlotta, mentre quello superiore venne in periodo successivo adibito a residenza del Duca Amedeo d'Aosta, che vi abitò per circa sette anni e modificò alcune stanze secondo lo stile dell'epoca. Furono rimosse le insegne Imperial-Regie e sostituite con croci sabaude.

Imperatore Massimiliano I del Messico e Carlotta del Belgio

Un triste destino accomuna chi ha abitato Miramare: Massimiliano d'Asburgo partì per cingere la corona imperiale del Messico e vi morì, mentre Amedeo partì per l'Impero d'Etiopia di cui fu viceré e morì in prigionia.

La prima idea di costruire un castello sul promontorio vicino alla baia di Grignano venne a Massimiliano nel 1855. Occorreva bonificare la zona, ma l'ampio spazio a disposizione avrebbe costituito per il fratello dell'imperatore il luogo ideale dove dare libero sfogo alla propria passione per la botanica, creando un giardino in cui l'arciduca farà poi confluire le numerose piante rare importate oltreoceano.

I lavori cominciarono il 1º marzo 1856, e il progetto fu affidato all'architetto viennese Carl Junker. Il primo disegno non convinse Massimiliano, che ne chiese uno alternativo a Giovanni Andrea Berlam, rimanendone soddisfatto. Fu tuttavia il secondo progetto di Junker a divenire quello definitivo.

Il modello si rifà alla corrente - di gusto chiaramente neomedievale - denominata romantisches Historismus, sviluppata in quegli anni da Theophil Hansen all'Arsenale di Vienna e alla villa Pereira, poco a nord della capitale imperiale. L'ideale principale alla quale si ispirarono l'architetto e il committente di Miramare è tuttavia quello reso manifesto da Karl Friedrich Schinkel nella realizzazione dello Schloss Babelsberg a Potsdam e dello Schloss Kurnik in Polonia.

Il castello doveva essere inizialmente costituito da tre piani e un mezzanino, ma Massimiliano, che pur risiedendo a Milano si recava spesso a Trieste per seguire l'andamento dei lavori, decise nel 1858 di eliminare un piano. Intanto, Franz e Julius Hofmann, cui era stata affidata la decorazione degli interni, erano già a buon punto.

Con la decadenza dalla carica di governatore del Regno Lombardo-Veneto, nel 1859, Massimiliano si trasferì con Carlotta a Miramare, alloggiando dapprima nel castelletto e, a partire dal Natale del 1860, nell'edificio principale. Massimiliano, amante della vita di mare, volle il proprio studio privato affacciato sul Golfo di Trieste e decorato come l'interno di una nave. L'anno successivo il proprietario della dimora compiva un viaggio in Brasile, approfittandone per catalogare alcune specie di piante.

Tornato, soggiornò stabilmente a Miramare, dove ospitò in visita anche il fratello l'imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria e la moglie Elisabetta di Baviera, detta Sissi. Da lì il 14 aprile 1864, su invito di Napoleone III salpò insieme alla moglie alla volta del Messico, a bordo della fregata Novara, la stessa nave che ne riporterà indietro la salma quattro anni più tardi. Carlotta riguadagnò Trieste nel 1866, ma il consorte fu fucilato a Querétaro nel giugno successivo.

Carlotta cominciò a dare segni di insanità mentale e fu fatta rinchiudere nel castelletto. Poco dopo ritornò nel natìo Belgio.

L'interno fu intanto completato. Gli appartamenti della coppia, neogotici e neomedievali, furono terminati nel 1860, mentre il completamento della zona di rappresentanza, dieci anni più tardi, determinò la fine dei lavori.

Tra il 1930 e il 1937 il castello fu la residenza del duca Amedeo di Savoia-Aosta e della moglie Anna d'Orléans.

Alla fine del 1945, le truppe neozelandesi sotto il comando del Generale Freyberg entrarono a Trieste e si installarono nel castello, apportando molte modifiche all'interno. Successivamente le truppe britanniche posero il quartier generale del XIII Corps a Miramare. Alla fine arrivarono gli americani e il castello servì come quartier generale per la guarnigione americana Trieste United States Troops (TrUST) dal 1947 al 3 ottobre 1954. La Sovrintendenza immediatamente iniziò l'opera di restauro degli interni del castello, del castelletto e della struttura del parco. Sulla base di disegni e fotografie dell'epoca, le decorazioni lignee furono rimesse nelle sale e i mobili, gli arredi, i dipinti e gli arazzi furono riordinati.Il parco di Miramare si estende a picco sul golfo di Trieste su una superficie di 22 ettari sul promontorio carsico di Grignano, all'epoca della costruzione del castello quasi privo di vegetazione; venne progettato dall'architetto austriaco Carl Junker (1827-1882) per volere dell'arciduca Massimiliano. Per la progettazione botanica fu inizialmente incaricato il giardiniere Josef Laube, poi sostituito nel 1859 dal boemo Anton Jelinek.

Il parco, i cui lavori furono avviati nella primavera del 1856, rappresenta un esempio di impianto artificiale misto di essenze forestali, alberi e cespugli che fonde il fascino di un ambiente architettonico miteleuropeo e un paesaggio mediterraneo. In contrasto con il giardino barocco, quello inglese, su cui è modellato Miramare, introduce un nuovo rapporto con la natura, frutto di una sensibilità diversa verso il mondo materiale.

Prima del 1856 la zona del parco era spoglia, con solo alcuni arbusti e cespugli spinosi. Oggi, invece, vi è un gruppo di diverse specie di alberi che sono, per la maggior parte, di origine non europea o comunque che non sono nativi della zona. Entro un periodo di dieci anni, cedri del Libano, del nord Africa e dell'Himalaya sono stati piantati abeti e abeti rossi provenienti dalla Spagna, cipressi da California e Messico, varie specie di pino dall'Asia e dall'America e alcuni esemplari esotici, come la sequoia gigante e il ginkgo biloba sono stati aggiunti. Miramare è stato concepito come un giardino privato e non come un parco. In realtà non dispone di un ingresso monumentale o di un vialetto che conduce fino al castello. Era un giardino delle meraviglie, non destinati ad uso pubblico, anche se l'arciduca l'aprì al volgo un paio di giorni alla settimana. Corsi d'acqua, piscine, sentieri tortuosi, alberi disposti secondo modelli naturali, alcune zone erbose, sono tipici di giardini inglesi. L'asperità del terreno ha favorito l'irregolare disposizione del promontorio che unisce la trasformazione artificiale con l'ambiente naturale.

Il percorso verso il Castello di Miramare

Il parco si caratterizza anche per la presenza di alcuni edifici inclusi nel progetto di Junker: il castelletto, abitato da Massimiliano e Carlotta, la cui costruzione iniziò contemporaneamente ai lavori di realizzazione del castello; le serre, destinate alla coltivazione di piante da collocare nel parco; le rovine della cappella dedicata a San Canciano nella cui abside è conservata una croce fatta con il legno della fregata Novara che è stato posta in disarmo nel 1899; ed infine una piccola casa, utilizzata oggi come un coffee-shop, la "Casa svizzera", collocata sul bordo del lago dei cigni.

Fino al 1954, il castello di Miramare è stato il quartier generale delle truppe di occupazione, in sequenza, delle forze nazisteneo zelandesibritanniche ed infine statunitensi. Infine nel 1955, il complesso è stato riaperto al pubblico con il nome di Parco di Miramare, la cui gestione è stata affidata alla Soprintendenza per i Beni Architettonici, il Paesaggio e Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico della regione Friuli-Venezia Giulia. L’area del Parco è stata interessata da alcuni interventi di restauro e conservazione, alcuni dei quali sono stati resi possibili anche grazie ai fondi del Gioco del Lotto, in base a quanto regolato dalla legge 662/96

Il castello è adibito a museo. Al suo interno è conservata anche una pregevole raccolta di vasi orientali. Si possono ammirare le stanze che furono abitate da Massimiliano e dalla moglie Carlotta, le camere per gli ospiti, la camera di informazioni che racconta la storia del Castello e del Parco di costruzione, le stanze in cui abitava il Duca Amedeo d'Aosta con arredi del 1930 in stile razionalista.

Tutte le camere sono ben conservate e mantengono tutti gli arredi originali compresi di ornamenti, mobili e oggetti risalenti alla metà del XIX secolo. Particolarmente degni di nota sono la sala della musica dove Carlotta si esercitava nel suono del fortepiano visibile ora nella sala VII e la sala che rievoca l'arredamento navale della fregata Novara sulla quale Massimiliano era imbarcato quando prestava servizio nella Marina austriaca.

Nella camera XIX vi sono una serie di dipinti di Cesare Dell'Acqua raffiguranti la storia di Miramare. Infine, i visitatori possono ammirare la sala del trono, che è stata recentemente restaurata e riportata agli antichi splendori. Attualmente c'è un pianoforte e la sala viene utilizzata per concerti.

testo e foto da wikipedia

Violette di febbraio

 

FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA

ADA NEGRI

VIOLETTE DI FEBBRAIO

Anche quest’ anno andrai per le violette
lungo la proda, nel febbraio acerbo.
Quelle pallide, sai, che han tanto freddo,
ma spuntano lo stesso, appena sciolte
l’ultime nevi; e fra uno scroscio e un raggio
ti dicono: “Domani è primavera!”
ogni anno ti confidi al tuo tremante
cuore: “È finita”, e pensi: “Non andrò
per violette, non andrò mai più
per violette (ché passò il mio tempo)
lungo le prode, nel febbraio acerbo”.

Invece (e donde ignori, e da qual bocca)
una voce ti chiama alla campagna:
e vai; e i piedi ti diventan ali,
sì alta è la promessa ch’è nell’aria.
E per amor dell’esil corolle
quasi senza fragranza, ma beate
d’esser le prime, avidamente schiacci
con gli steli la zolla entro le dita.

O sempre nuova, o non guarita mai
dell’inquieto mal di giovinezza,
a chi dunque darai le tue viole?
A nessuno: a te stessa: o, forse, ad una
fanciulla che ti passi, agile, accanto,
e ti domandi dove tu l’hai colte:
sola n’è degna, ella che fresca ride
come il febbraio; e non si sa qual sia
più felice, se ella, o primavera.

(da Il dono, Mondadori, 1936)


.Ada Negri (Lodi, 3 febbraio 1870 – Milano, 11 gennaio 1945), scrittrice proveniente dalle classi operaie, insegnante a Motta Visconti, predilesse tematiche a sfondo sociale, su cui con il tempo prevalsero i sentimenti e il ricordo. Unica donna ammessa all’Accademia d’Italia, fu candidata due volte al Nobel.

fonte/https://cantosirene.blogspot.com/2021/

1 feb 2021

In Friuli Venezia Giulia sette nuovi beni tutelati dal Ministero

 


di Micol Brusaferro

TRIESTE – Si va da palazzi istituzionali come il municipio di Campoformido a grandi comprensori come l’ex ospedale psichiatrico di Udine. Sono sette i nuovi beni tutelati in Friuli Venezia Giulia dal ministero per i Beni e le attività culturali.

La notizia arriva dopo la prima seduta dell’anno della commissione regionale del patrimonio culturale, riunita il 26 gennaio a Trieste. I nuovi beni tutelati sono: due edifici del Porto Vecchio di Trieste, l’ex Opp, ospedale psichiatrico provinciale di Udine, il Duomo di Gorizia, la Villa Spezzotti di Tarcento, il municipio di Campoformido, l’ex fabbricato viaggiatori di Strassoldo a Cervignano del Friuli e l’ex fabbricato viaggiatori di Valvasone. Alla commissione, presieduta dal segretario regionale Roberto Cassanelli, hanno partecipato in qualità di componenti il soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia Simonetta Bonomi e il direttore regionale musei Andreina Contessa.

 da https://www.dire.it/29-01-2021/599068-in-friuli-venezia-giulia-sette-nuovi-beni-tutelati-dal-ministero/

La bussola del Direttore di Omar Monestier

 


Ok, è giallo. Ma andateci cauti, ché la pandemia non è ancora finita.Il bollettino è migliore di quelli dei giorni scorsi e questo è vero. Non si tratta però di una situazione ottimale. Le terapie intensive rimangono sotto pressione.

2

E’ così tanto vero che il presidente della Regione Massimiliano Fedriga ha deciso di dare la consueta piccola stretta, modulando sul Fvg alcuni comportamenti di carattere generale. Ecco la nuova ordinanza che integra la zona gialla.

3

Dire ai nostri concittadini di state attenti è necessario, nonostante lo si faccia ormai a mesi, perché le alzate di ingegno non mancano giorno. Multe e chiusure sono all’ordine del giorno e c’è un agriturismo a Nimis  che sta battagliando. E perdendo. Ne vale la pena?  

Una volpe voleva mangiarsi un gatto randagio, ma è successo qualcosa di ...

IL CONTE PECORAIO di Ippolito Nievo

 

Il conte pecoraio

Il castello di Colloredo di Montealbano1111
http://sauvage27.blogspot.com/

Castello di Colloredo di Montalbano

Ippolito Nievo

La valle del Cornappo ed i suoi abitanti in un romanzo di Ippolito Nievo
Molti conoscono le «Confessioni di un Italiano» scritte da Ippolito Nievo,
romanzo, considerato dai critici dell’800, come il migliore dopo i «Promessi Sposi» di A. Manzoni.Ma non a tutti è noto che egli scrisse tra gli altri anche il «Conte Pecoraio».
È un romanzo non molto lungo , ma interessante, perchè lo sfondo su cui si snoda la vicenda , sono le prealpi Giulie che da Tarcento corrono verso Cividale.
Il poeta – scrittore visse parecchio tempo in Friuli, nel suo castello di Colloredo di Montalbano ed ebbe quindi modo di ammirare le bellezze che offre questa regione e di descriverle nel migliore dei modi in questo suo pur poco noto romanzo.La trama del romanzo che tratta le vicende di una famiglia nobile di Torlano, e di un ’altra a lei collaterale,ma decaduta  non ci interessa qui, ma ci interessavano solo quei passi che, ad onta di quanti denigrano la nostra stirpe, sgorgano dalla penna dello scrittore, spontanei, pieni di gentilezza e nello stesso tempo come una conferma spassionata del confine degli Sloveni nel Friuli. Egli infatti incomincia:

110515torlano04a
https://www.natisone.it/0_archivio_messe/messe2009/messe621.htm

Torlano

«Un bel paesino guarda nel mezzano Friuli lo sbocco di una di quelle terre che dividono il parlare italico dallo slavo. . . »

Questo paesino è Torlano,sopra Nimis, e lo scrittore approfitta per descriverci tutti i dintorni, le ridenti colline di Ramandolo, i monti sopra di esse, la valle del Torre con Crosis, la gola del Cornappo e il paese di Monteaperta.
Più avanti dice:

ter luca pb
il Torre foto di Luca pb

« . . . e sotto il patrocinio del campanile si ricovera anche la canonica, la quale sembra invitare da lontano le mendicanti resiane che scedono in autunno con
le gerle in spalla alla cerca annuale;povere, scalze, cappuccine, non votate alla povertà,ma contente di essa;che domandano un soldo per l ’amore di Dio, e anche negate, si accommiatano con sublime saluto: lodato sia Gesù Cristo!»

65038940_foto17_showE parlandoci delle fatiche che compiono questi nostri montanari e montanare,
prosegue:

Timau-portatrici
https://www.wikiwand.com/it/Portatrici_carniche

«… nè è raro nei giorni di mercato incontrarsi . . .in un carico di fieno che da lungo sembra avanzare, come un nuvolone sospinto dal vento tra la spaccatura della roccia ; e poi  farglisi più accosto si schermono (distinguono) due gambe nerborute alternarsi smisuratamente sotto la vasta mole,finché, quando ti premi nella rupe a dargli il passo, ne scappa fuori un saluto di voce soave e femmina, e tra l ’erba odorosa e cadente d ’ogni lato riposi collo sguardo negli occhi umidi cerulei d ’una fanciulla di Schiavonia».
In altri passi lo scrittore ripete ancora che Torlano segna il confine tra Slavi e Italiani, e d’altrove, un personaggio del romanzo chiede alla protagonista, Maria, di ballare la
«Schiava».
Ippolito Nievo è forse l ’unico scrittore italiano che abbia posto come scenario di un romanzo questa zona,ed è l ’unico che abbia parlato degli Sloveni del Friuli. E perciò è doveroso che i nostri Sloveni sappiano di essere stati oggetto di studio di molti linguisti, anche argomento del romanzo di un celebre scrittore romantico italiano che, senza sentimento di parte, ha riconosciuto fin dove arriva l ’idioma italico,o dove comincia la stirpe laboriosa e paziente degli Sloveni.

Più alunni e più sloveno

 

Più alunni e più sloveno

La scuola di Taipana/Tipajska šola

Al momento i numeri definitivi non sono ancora noti, ma a Taipana/ Tipana la sensazione generale è che l’anno scolastico 2021-2022 porterà una significativa crescita d’iscritti al plesso scolastico del comune, attivo in seno all’Istituto comprensivo di Tarcento.

Un’aula a Taipana/Razred v Tipani

Nei mesi scorsi le iniziative di promozione della scuola sono state serrate. Particolare successo e interesse ha riscosso l’ulteriore servizio di scuolabus che porta gli alunni a Taipana fin dal centro di Udine, passando per Povoletto, Tavagnacco e Cassacco. Questo secondo servizio aggiuntivo, attivo accanto a quello di scuolabus sul territorio comunale e verso il fondovalle, è sostenuto dall’amministrazione di Taipana. Parte dal capoluogo del Friuli alle 7.15, per farvi rientro alle 17.00. L’iniziativa ha fatto presto registrare nuove iscrizioni alla scuola di Taipana da parte di alunni provenienti da Tavagnacco e Reana; ora si sta rivelando allettante anche per la zona di Povoletto.

L’area sportiva di Taipana/Športno igrišče v Tipani

Non si lascia scappare dati definitivi il sindaco di Taipana, Alan Cecutti, ma mostra ottimismo: «C’è la certezza di un incremento importante del numero d’iscritti in vista dell’anno scolastico 2021-2022, con una crescita significativa. È chiaro che lavoreremo per farlo crescere ancora di più».

Sembra che l’offerta del piccolo polo scolastico di Taipana, con scuola d’infanzia e scuola primaria, sia ritenuta interessante per diversi motivi. Accanto alla qualità dell’offerta formativa, dove oltretutto gli alunni sono maggiormente seguiti in considerazione dei numeri ridotti, la struttura offre la preparazione dei pasti in loco, un contesto ambientale di pregio, in montagna e nel verde, e la possibilità del tempo pieno. Al plesso scolastico sono attive diverse progettualità, tra cui quella legata ai violini della scuola Musica Mia e l’insegnamento dello sloveno, che ha da poco preso il via anche in quest’anno scolastico.

L’insegnamento dello sloveno alle scuole d’infanzia e primaria di Taipana è organizzato anche quest’anno su iniziativa del Comune di Taipana in accordo con l’Istituto comprensivo di Tarcento e in collaborazione con l’Associazione don Eugenio Blanchini.

L’attività è stata potenziata, praticamente raddoppiando le ore. (Luciano Lister)

https://www.dom.it/vec-ucencev-in-slovenscine_piu-alunni-e-piu-sloveno/




Troppi contagi, scatta la zona rossa a Tramonti di Sopra

 


"Nel territorio comunale di Tramonti di Sopra scatterà la zona rossa e, successivamente, sarà avviato lo screening massivo della popolazione". A darne notizia è il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute Riccardo Riccardi dopo averne parlato con il vicesindaco Patrizia Del Zotto e il prefetto di Pordenone Domenico Lione.

"In queste ore - spiega Riccardi - siamo in contatto con l'amministrazione locale e la Prefettura per definire i dettagli dell'ordinanza con cui istituire la zona rossa nel comune pordenonese. La decisione di agire in questa direzione fa seguito ai dati epidemiologici pervenutici dal dipartimento di Prevenzione della Destra Tagliamento rilevati all'interno del territorio comunale. Al momento, i numeri ci dicono che le persone contagiate dal Coronavirus sono 23 sui 190 residenti, con rapporto di poco superiore al 12 per cento. Dei positivi, poi, nell'ultima settimana sono sei quelli ricoverati nelle strutture ospedaliere della regione".

"Vista quindi la situazione - conclude il vicegovernatore - oltre all'istituzione della zona rossa è stato disposto l'avvio di uno screening massivo della popolazione sul modello di quanto già fatto in altri comuni del Friuli Venezia Giulia. Il tamponamento di tutti i residenti nel territorio comunale partirà nella mattina di mercoledì 3 febbraio. Gli altri dettagli saranno resi noti dal Comune".https://www.ilfriuli.it/articolo/cronaca/troppi-contagi-scatta-la-zona-rossa-a-tramonti-di-sopra/2/235661

Covid-19 in Slovenia: tra le zone rimaste nere anche l’Alta Valle dell’Isonzo

 


Nelle nove regioni slovene considerate – in base ai dati della scorsa settimana – rosse, sono stati riaperti martedì 26 gennaio gli asili e sono tornate in aula – dopo circa tre mesi – le prime tre classi primarie. L’intervento ha interessato oltre 53.000 alunni e quasi 75.000 bambini. Riaperti anche musei, biblioteche, gallerie e piste da sci. Sono rimaste in nero e con le misure più severe questa settimana le regioni del Goriziano (con il Posočje), del Posavje e Sudorientale.

Secondo i dati del 25 gennaio sono però “nere” anche le regioni Zasavska e quella Litorale-carsica, dove quindi dopo pochissimi giorni verranno nuovamente applicate le misure di contenimento più restrittive, tra cui anche la didattica a distanza anche per i più piccoli.

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