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IVAN TRINKO padre della Benecia

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29 ago 2020

Artigianato delle Valli del Natisone/Nediške doline

Tutto  in legno fatto rigorosamente a mano.
Il sito artigianatovallidelnatisone.it si propone la promozione di tutti i prodotti legati alla manualità degli abitanti delle Valli del Natisone. Vuole offrire la possibilità, anche a quanti tra noi sono privi di mezzi tecnologici, di far conoscere le abilità acquisite attraverso un minuzioso e costante lavoro inteso a riprendere le tradizioni della terra natìa. Vuole mettere la modernità dei mezzi di comunicazione a servizio del passato affinché non cada mai nell’oblio. Gli artisti, artigiani e produttori delle Valli del Natisone







Parco Naturale Prealpi Giulie

 CONCLUSA LA VERIFICA DI EUROPARC PER IL RINNOVO DELLA CETS E DEL RICONOSCIMENTO DI PARCO TRANSFRONTALIERO.

Si è appena conclusa la visita dei verificatori di Europarc per il rinnovo al nostro Parco, congiuntamente al parco nazionale sloveno del Triglav, dei riconoscimenti della Carta Europea del Turismo Sostenibile e di Transboundary Parks.
Nei due intensi giorni di attività i signori Arto Ahokumpu (Finlandia) e Bettina Kreisel (Germania) hanno avuto modo di visitare alcuni dei luoghi più significativi delle due aree protette incontrando Amministratori dei Parchi e dei comuni, rappresentanti delle Pro Loco, operatori turistici, esperti faunisti, guide naturalistiche e giovani della Consulta della Riserva di Biosfera Alpi Giulie.
Nelle prossime settimane sarà resa noto il risultato della valutazione che, considerata la soddisfazione espressa in loco dai due verificatori, riteniamo non possa che essere positivo.da fb





28 ago 2020

L'albero dei libri

  A Tarcento c'è l' albero dei libri dai boschi di Stella (sopra Tarcento).

Albero dei libri
Il legno materia vitale per il corpo e la mente



Dan bot so pravili...Un tempo raccontavano...


 Pruoti hudi uri 


Dan bot so uorili,ke pruoti hudi uri to ma uzeti sarp zat, to ma močno udareti trikrat ta na no pejč .   

Vecchi rimedi per allontanare il temporale

Una volta dicevano che per allontanare il temporale,si doveva battere fortemente il falcetto per tre volte su un masso.    
                                        

Cambiare casa

 



Bisognerebbe sempre cambiare casa
anche quando non si è soli
e non stanchi
e si sta bene.
Bisognerebbe cambiare casa
sempre e portare con sé i quadri
la radio e le tende
cambiare casa perché è così che
si cambia
prendendo le poche armi ed i tanti bagagli
andandosene
anche quando non si è soli
e non stanchi
e si pensa di stare bene.

Michele Obit (Ludwigsburg, 1966) vive e lavora a Udine.
È direttore responsabile del settimanale bilingue della minoranza slovena in Italia «Novi Matajur».

Come organizzatore culturale collabora alla realizzazione del festival Stazione di Topolò / Postaja Topolove, che ogni anno, in estate, si tiene sul confine, per il quale cura il progetto di residenza per scrittori e poeti «Koderjana» e gli incontri letterari «Voci dalla sala d’aspetto/Glasovi iz cakalnice».

Dal 1998 si occupa di traduzione letteraria dallo sloveno in italiano.
Ha curato e tradotto due antologie di poeti sloveni delle giovani generazioni: «Nuova poesia slovena »(1998) e «Loro tornano la sera» (2011), entrambe pubblicate per Editoriale Stampa Triestina (ZTT EST).

L’anno seguente traduce in italiano le poesie per l’infanzia di Srecko Kosovel pubblicate con il titolo Il ragazzino e il sole. Nel 1999 ha inoltre co-fondato a Sacile (PN) il laboratorio sulla traduzione poetica «Linguaggi di-versi / Razlicni jeziki».

Ha pubblicato numerose raccolte poetiche: Notte delle radici (1988), Per certi versi / Po drugi strani (1995), Epifania del profondo / Epiphanje der Tiefe (2001), Leta na oknu (2001), Mardeisargassi (2004), Quiebra-Canto (2004), Le parole nascono già sporche (2010), Marginalia/Marginalije (2010) e la plaquette Un uomo è anche un aratro (2015).

Ha anche proposto, tradotti per il pubblico italiano, i grandi scrittori sloveni e i poeti più significativi della nuova generazione come Brane Mozetič (Passion, Zoe edizioni, 2007), Miha Mazzini (Il giradischi di Tito, Fazi, 2008), Aleš Šteger (Berlino, Zandonai, 2009).

A questi nomi, si aggiungono infine anche quelli del pluricentenario autore triestino in lingua slovena Boris Pahor (Piazza Oberdan, Nuova dimensione, 2010) e di Florjan Lipuš (L’educazione del giovane Tjaž, Zandonai, 2011).

Dal 2006 collabora come traduttore permanentemente con la Fondazione «Le vie della pace nell’Alto Isonzo di Kobarid/Caporetto». Per la collana eLit ha tradotto due volumi: Niente di nero in vista di Nataša Kramberger e La stagione secca di Gabriela Babnik.

 

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Poesia di Feri Lainšček

                                                          Ujete so želje, 

                                                                   za vse so predpisi, 

srce pa mi pravi: 
ne bodi, kar nisi.

tradotto in proprio




Desideri catturati,
regole per tutti,
ma il mio cuore mi dice:
non essere ciò che non sei.



Feri Lainšček (Dolenci5 ottobre 1959) è uno scrittorepoeta e sceneggiatore sloveno.
Feri Lainšček è uno scrittore, poeta e sceneggiatore sloveno. Il suo nome di battesimo è Franc Lainšček ed è nato nel villaggio di Dolenci presso Šalovci nella Slovenia nord-orientale, che a quel tempo faceva parte della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Ha studiato giornalismo all'Università di Lubiana. Wikipedia

Contea di Tribil Superiore: La Grande Guerra raccontata agli Under 30 - Ven 28...

Contea di Tribil Superiore: La Grande Guerra raccontata agli Under 30 - Ven 28...: EVENTO FACEBOOK

Riapre al culto la chiesetta di San Nicolò

 JAJNICH/JAGNJED Domenica, 30 agosto, alle 16 la santa messa nel sacro edificio dopo i lavori di restauro

Domenica, 30 agosto, alle ore 16 si riapre al culto la chiesetta di San Nicolò, appartenente alla parrocchia di San Leonardo, lungo la strada che da Castelmonte conduce a Tribil Superiore, sopra il paese di Janich.

I lavori di restauro si riassumono nel rifacimento del manto di copertura dell’atrio antistante, parte della copertura dell’aula della chiesa; rinforzo e stabilizzazione della bifora delle campane; demolizione degli intonaci esterni assai ammalorati; sabbiatura delle pietre e pulizie delle loro fughe. Si è voluto rimettere in luce le originali pietre lasciandole in vista. La tinteggiatura dell’interno ha concluso l’opera. Tutto l’intervento è stato effettuato dai volontari della parrocchia e dal gruppo Ana di San Leonardo, che porta nel suo logo distintivo la chiesa di San Nicolò.

La sua costruzione è antichissima (XIII sec.). Era il 27 febbraio del 1294 quando il patriarca di Aquileia diede licenza per edificare una cappella in onore di San Nicolò. L’edificio subì numerose modifiche, soprattutto

a causa dei sismi del 1511. La costruzione attuale risale al primo Cinquecento. Una nuova consacrazione avvenne nel 1525, come è testimoniato dalla data incisa sull’arco della porta. All’interno l’altare è opera recente, creazione degli artisti cividalesi Leo e Pio Morandini e del pittore Giacomo Bront, e risale al 1959.

La chiesa è consacrata a San Nicolò di Bari, protettore dei naviganti ma anche invocato nelle alluvioni. Proprio in questo luogo ha avuto origine la devozione verso questo santo. Dietro la chiesa c’era in antico un lago che durante un terribile acquazzone straripò. L’acqua scese lungo il pendio invadendo l’abitato sottostante e abbattendo le abitazioni ricoperte di paglia. La gente si votò a San Nicolò e il temporale cessò immediatamente.

Per volere dell’arcivescovo Giuseppe Luigi Travisanato la festa della dedicazione fu trasferita alla seconda domenica di ottobre. Si creò così un momento per ricordare un avvenimento storico, la “battaglia

di Jainich” (28.10.1917) nel luogo di un sanguinoso scontro armato fra truppe tedesche e reparti italiani. In memoria di questo avvenimento venne posta una lapide sopra la porta della chiesetta. I corpi dei caduti furono sepolti nel prato intorno alla chiesa.

Un altro prezioso reperto di storia delle Valli riacquista il suo originale aspetto.

don Michele Molaro


27 ago 2020

Covid-19, non abbassiamo la guardia


Come avevamo previsto nei report settimanali che abbiamo tenuto fino a un mese fa, l’evoluzione della pandemia è caratterizzata da molti piccoli focolai che per ora, almeno nella nostra Regione, sono ben controllati. La situazione è peggiore in quasi tutte le altre regioni d’Italia e nelle altre nazioni, anche se avanzate, come gli USA.

Da cosa sono causati questi focolai? Principalmente da persone che sono state in luoghi dove l’infezione è poco controllata (Croazia, Albania, Romania, …) e da persone che non osservano le basilari regole di prevenzione, come distanziamento sociale, lavaggio frequente delle mani e uso della mascherina. Una caratteristica che sta emergendo sempre più è il calo dell’età degli infetti, che in poco più di un mese è scesa da una media di 55 a una media di 35 anni, causata dagli assembramenti in discoteche, bar e luoghi di ritrovo da parte dei giovani. L’altra caratteristica, positiva, è data dal fatto che il virus ha perso una parte della potenza infettante, anche questa prevedibile in base a precedenti esperienze con altri virus. I ricoverati, sia nei reparti medici, sia nelle terapie intensive, sono in lieve ripresa, così come la mortalità, ma per ora i numeri sono modesti, anche comparandoli con altri paesi europei.  In questo caso il merito è legato al fatto che sappiamo trattare meglio la malattia, con ricorso mirato ad antinfiammatori, anticoagulanti, plasma e qualche antivirale, il quale, anche se non specifico, agirebbe comunque sul Covid19. Non bisogna però abbassare la guardia: sulla base dei dati precedenti è da aspettarsi che su 100 infetti, un 10-15% richieda l’ospedalizzazione, percentuale che potrebbe salire a un 20-30% nei pazienti più anziani.

Il problema della scuola. Considerato che chi va a scuola viene a contatto con diverse persone, questo rappresenta un rischio aggiuntivo, specialmente per i bambini i quali, anche se si ammalano di meno, trasmettono più facilmente la malattia ai genitori e ai nonni. Non ci sono linee guida univoche, anche perché molto dipenderà da come evolverà l’infezione. Abbiamo già visto che l’istruzione è fondamentale e rappresenta un essenziale fattore di crescita culturale per bambini e ragazzi, per cui non si può bloccarla ulteriormente, quindi andranno prese in considerazione le misure riportate più sotto, con l’integrazione dei banchi personali e mobili. Mi rendo conto che è difficile indossare la mascherina per diverse ore al giorno ma, qualora si riuscisse a mantenere una distanza superiore a 1 metro e a ventilare le aule (cosa che non avviene quasi mai, come ho potuto sperimentare in alcune ricerche sugli inquinanti nelle scuole), si potrebbe pensare a una riduzione del loro uso.

Cosa dobbiamo aspettarci? Finché non avremo a disposizione il vaccino, unico presidio specifico, è probabile che con l’autunno l’epidemia riprenda, favorita dal clima, dallo stazionamento in luoghi chiusi e dal maggiore coinvolgimento degli anziani, con aumento delle ospedalizzazioni, anche senza raggiungere i numeri di qualche mese fa. È possibile che, quando il fattore R0 raggiunga 1 si tornino ad attuare le misure del lockdown, anche se meno restrittive rispetto a marzo ed aprile.Purtroppo queste misure drastiche, in assenza di farmaci e vaccini specifici, sono le uniche efficaci.

Cosa si può fare? Come dicevo, solo adottando le misure preventive possiamo aspettarci un contenimento dell’infezione. In particolare: indossare la mascherina quando si sta in luoghi chiusi o a una distanza inferiore a 1 metro, anche se all’aperto; lavarsi spesso le mani con un comune sapone. Se non si può farlo, usare un disinfettante tipo gel, da portare sempre con sé; evitare gli assembramenti, i luoghi chiusi, i ristoranti che non rispettano le norme di sicurezza; non darsi la mano, abbracciarsi, baciarsi; evitare i viaggi all’estero; collaborare al tracciamento e isolamento di contagi e contatti.

https://www.dom.it/covid-19-non-abbassiamo-la-guardia_pred-covidom-19-bodimo-kar-naprej-budni/

27^ edizione di Postaje Topolove/Stazione Topolò

 La ventisettesima edizione di Stazione di Topolò-Postaja Topolove si terrà dal 28 agosto al 13 settembre.

Lo spostamento delle date dal consueto mese di luglio è dato, ovviamente, dai problemi connessi al Covid-19 e fa leva sulla speranza che a settembre la situazione sia più tranquilla rispetto all'inizio estate.

In ogni caso, si dovranno rispettare le modalità relative al divieto di assembramento e al distanziamento e proprio queste modalità hanno portato gli organizzatori a scegliere un  periodo più lungo di un week end rispetto alle recenti edizioni, al fine di permettere più turn over nelle case del paese che ospiteranno gli artisti.

Si punterà molto sulle camminate, sulle esplorazioni dei luoghi effettuate in compagnia di scrittori e musicisti che daranno vita a incontri in spazi aperti, in radure, dove sarà possibile il distanziamento del pubblico.


Altro punto di forza di questa edizione saranno le audio e video installazioni, in luoghi chiusi, per poche persone alla volta. In questo modo, anche chi salirà durante i giorni feriali, oltre a poter incontrare gli ospiti al lavoro nelle residenze, potrà fruire di visioni e ascolti rinnovati di settimana in settimana. Gli eventi musicali, la presentazione dei progetti e gli incontri con gli autori saranno concentrati nei tre fine settimana.

Come sempre sarà una Stazione internazionale con arrivi previsti, sempre Covid permettendo, da Austria, Slovenia, Spagna, Germania, Islanda, Francia, Olanda, Croazia e Nuova Zelanda.

Sponsor principali di Stazione di Topolò-Postaja Topolòve sono l'Assessorato alla Cultura della Regione FVG e la Fondazione Friuli e il sostegno dell'Ufficio per gli Sloveni confinari del Ministero sloveno e SKGZ.

info: 335 5643017 / 338 8764776

morenomior@gmail.com  /  www.stazioneditopolo.it

www.cividale.com/it/stazione_di_topolo

https://www.cividale.com/_it/news/27esima_Stazione_di_Topolo_-_Postaja_Topolove_28_agosto_-_13_settembre_2020/1343


Proverbio sloveno delle Valli del Natisone-Nediške doline


 Vsak je soje sreče kovač.

La tua fortuna te la guadagni tu con il tuo lavoro e la tua forza.

26 ago 2020

Proverbio del giorno


La prim’acqua d’agosto rinfresca il bosco.

‘Ascoltare il mondo’ con i suoni del quotidiano

 


Dal 16 agosto e fino al 5 settembre, nelle Valli del Natisone e nelle alte Valli del Torre è in corso un’operazione culturale molto particolare ad opera di Radio France International, l’importante emittente con sede a Parigi ma che conta in tutto il mondo più di 1.400 stazioni radio-partner che diffondono i suoi programmi, con una media di 41 milioni di ascoltatori a settimana.

Il progetto in corso nel Friuli Orientale nasce grazie alla collaborazione tra la giornalista italo- francese Monica Fantini e Stazione di Topolò. ‘Ecouter le monde/Ascoltare il mondo’ è il nome del progetto internazionale artistico e pedagogico, creato dalla Fantini e dedicato allo sviluppo della pratica e della capacità di ascolto.

Per farlo, è stata inventata una piattaforma digitale che offre un’esperienza inedita: far scoprire le culture del mondo attraverso i suoni della quotidianità.

“In effetti – dice Fantini – siamo abituati a guardare il mondo, me- no ad ascoltarlo. Eppure, i richiami dei venditori di un mercato di Dakar, le grida dei bambini in una piazza di Parigi, i canti della pagoda di Rangoon, i suoni di tutte le lingue parlate a Bruxelles o la mezzanotte suonata dalle campa- ne di piazza San Marco a Venezia… raccontano la nostra quotidianità, con una forza evocativa forse superiore alle immagini. I suoni registrano tracce della nostra umanità.”

Il progetto per Stazione di Topolò prevede la registrazione di suoni e testimonianze dirette di giovani che hanno scelto di sfidare le difficoltà del vivere in zone ritenute marginali per intraprendere attività di impresa, come l’allevamento, l’agricoltura, il turismo sostenibile o lo studio della montagna.

Oltre a ciò, saranno proposti diversi laboratori dedicati all’ascolto, alla creazione letteraria, sonora e visiva in collaborazione con Robida, con gli artisti in residenza a Topolò dal 28 settembre e i visitatori della Stazione.

Tutte le creazioni realizzate nell’ambito della residenza saranno presentate al Festival, pubblicate sul sito www.ecouterlemonde.net e mandate in onda su Radio France Internationale. Un contributo, questo, decisamente importante per la conoscenza all’estero delle nostre zone confinarie.

https://novimatajur.it/cultura/ascoltare-il-mondo-con-i-suoni-del-quotidiano.html

Oggi Boris Pahor compie 107 anni

 Oggi, Boris Pahor, scrittore sloveno ed europeo, compie 107 anni. Tantissimi auguri professore!

Danes praznuje pisatelj Boris Pahor 107. rojstni dan.
Vse najboljše, profesor Pahor.
Boris Pahor (Trieste26 agosto 1913) è uno scrittore e insegnante sloveno con cittadinanza italiana.Boris Pahor, di lingua slovena, è nato a Trieste (allora Impero austro-ungarico, oggi Italia) figlio di Franc Pahor e di Marija Ambrožič. A sette anni assisté all'incendio del Narodni dom (Casa del Popolo), sede centrale delle organizzazioni della comunità slovena di Trieste.[1] L'esperienza, che lo segnò per tutta la vita, affiora spesso nei suoi romanzi e racconti. Finita la scuola media ed essendo stata soppressa l'istituzione slovena, frequenta - per volontà dei genitori - il seminario di Capodistria, che non termina, anche se continua a studiare teologia fino al 1938. Stabilisce stretti rapporti con alcuni giovani intellettuali sloveni di Trieste; tra questi spiccano le figure del poeta Stanko Vuk, di Zorko Jelinčič, cofondatore della organizzazione antifascista slovena TIGR (e padre dello scrittore Dušan Jelinčič) e dei pittori Augusto Černigoj e Lojze Spacal. Negli stessi anni incomincia il carteggio con Edvard Kocbek, poeta sloveno e pensatore personalista, nella cui figura riconoscerà un importante ruolo di guida morale ed estetica.

Nel 1940 è arruolato nel Regio Esercito e inviato al fronte in Libia. Dopo l'armistizio dell'otto settembre torna a Trieste, ormai soggetta all'occupazione tedesca. Dopo alcuni giorni decide di unirsi alle truppe partigiane slovene che operavano nella Venezia Giulia. Nel 1955 descriverà quei giorni decisivi nel famoso romanzo Mesto v zalivu ("Città nel golfo"), col quale diventerà celebre nella vicina Slovenia. Nel 1944 fu catturato dai nazisti e internato in vari campi di concentramento in Francia e in Germania (NatzweilerMarkirchDachauNordhausenHarzungenBergen-Belsen).

Dopo la guerra, a Natale '46 torna nella città natale, aderendo a numerose imprese culturali dell'associazionismo sloveno, cattolico e non-comunista. Dopo essersi laureato in Lettere all'Università di Padova nell'ottobre del 1947, si dedica all'insegnamento della letteratura italiana. Negli anni Cinquanta è il redattore principale della rivista triestina Zaliv (Golfo) che si occupa, oltre che di temi strettamente letterari, anche di questioni di attualità. In questo periodo Pahor continua a mantenere stretti rapporti con Edvard Kocbek, ormai diventato un dissidente nel regime comunista jugoslavo. I due sono legati da uno stretto rapporto di amicizia.

Nel 1975, assieme all'amico triestino Alojz Rebula, Pahor pubblica il libro "Edvard Kocbek: testimone della nostra epoca" (Edvard Kocbek: pričevalec našega časa). Nel libro-intervista, pubblicato a Trieste, il poeta sloveno denuncia il massacro di 12.000 prigionieri di guerra, appartenenti alla milizia anti-comunista slovena (domobranci), e i crimini delle foibe perpetrati dal regime comunista jugoslavo nel maggio del 1945. Il libro provoca durissime reazioni da parte del governo jugoslavo. Le opere di Pahor vengono proibite nella Repubblica Socialista di Slovenia e a Pahor viene vietato l'ingresso in Jugoslavia.

Grazie alle sue posizioni morali ed estetiche, Pahor diventa uno dei più importanti punti di riferimento per la giovane generazione di letterati sloveni, a cominciare da Drago Jančar. L'opera più nota di Pahor è Necropoli, romanzo autobiografico sulla sua prigionia nel campo di concentramento di Natzweiler-Struthof. Le sue opere in sloveno sono tradotte in francesetedescoserbo-croatounghereseinglesespagnoloitalianocatalano e finlandese. Nel 2003 gli è stato conferito il premio San Giusto d'Oro dai cronisti del Friuli Venezia Giulia. Nel giugno del 2008 ha vinto il Premio Internazionale Viareggio-Versilia; nel maggio del 2007 è stato insignito con la onorificenza francese della Legion d'onore; ha ricevuto il Premio Prešeren, maggiore onorificenza slovena nel campo culturale (1992) e il San Giusto d'Oro 2003. Nel 2008, con Necropoli è stato finalista e vincitore del Premio Napoli per la categoria "Letterature straniere".

Il 17 febbraio 2008 è stato ospite nella trasmissione televisiva Che tempo che fa di Fabio Fazio. Nel novembre 2008 gli è stato conferito il Premio Resistenza per il libro Necropoli. Il 18 dicembre 2008 Necropoli è stato eletto Libro dell'Anno da una giuria di oltre tremila ascoltatori di Fahrenheit, del programma culturale radiofonico in onda su di Radio3. Nel 2012 gli è stato assegnato il "Premio Letterario Internazionale Alessandro Manzoni - città di Lecco" per la sua autobiografia Figlio di nessuno.[2] In occasione delle elezioni europee del 2009, viene candidato nella lista della Südtiroler Volkspartei (SVP), collegata con il Slovenska Skupnost. Nel dicembre del 2009 è stato protagonista di una polemica col sindaco di TriesteRoberto Dipiazza, per l'assegnazione del Sigillo Trecentesco della città. Il comune avrebbe infatti voluto insignire Boris Pahor senza citare nella motivazione le colpe del fascismo, fatto al quale lo scrittore si era opposto. Alla fine di ottobre 2010 è stato oggetto di un attacco neofascista con scritte inneggianti alla rivoluzione fascista sui muri dell'ex Narodni dom a Trieste.

Pahor è pensionato e vive a Trieste. Sua moglie è stata la scrittrice slovena Radoslava Premrl, nata nel settembre 1921 e morta nel giugno 2009.

continua  qui https://it.wikipedia.org/wiki/Boris_Pahor

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