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IVAN TRINKO padre della Benecia

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23 mar 2024

Tradizioni pasquali in Valtorre/Terska dolina

 






 





VELIKI PETAK - VENERDI' SANTO

Le campane suonavano fino alle 15.00 del Venerdì santo,poi tacevano ed erano sostituite da strumenti rumorosi (gragiula).Il Venerdì santo di sera si faceva la processione ed i ragazzi facevano rumori con le gragiule per spaventare gli spiriti maligni affinchè non venissero a danneggiare i campi appena seminati.


VELIKA NUOČ - PASQUA

Durante la settimana Santa in tutte le case si facevano grandi pulizie.Il giorno di Pasqua nella Terska dolina un tempo si usava portare in chiesa a benedire il pane,la paača e le uova sode.Il tutto veniva messo in un cestino che veniva aperto nel momento della benedizione.Questa tradizione è ancora in uso in qualche paese,oggi si porta a benedire la colomba.
Le uova venivano fatte rassodare nell'acqua nella quale c'erano  foglie di noce per acquistare un bel color marron chiaro.
La paača è una focaccia fatta con farina di mais cotta sotto la brace,latte,castagne,burro, al centro veniva inserito un uovo sodo.
Il giorno di Pasqua  era una grande festa e quindi si mangiava meglio degli altri giorni: si cucinava il brodo di gallina.Erano paesi dove regnava la miseria e quindi i cibi erano molto semplici.La giornata veniva passata in famiglia e gli uomini non andavano in osteria a giocare a carte.
Il lunedì di Pasqua (Velik Pondijak) era usanza andare a mangiare le uova sul prato, la proprietaria del terreno veniva a gridare perchè l'erba veniva calpestata.




22 mar 2024

ECCIDI FOSSE ARDEATINE

 L'eccidio delle Fosse Ardeatine fu l'uccisione di 335 civili e militari italiani, prigionieri politici, ebrei o detenuti comuni, trucidati a Roma il 24 marzo 1944 dalle truppe di occupazione tedesche come rappresaglia per l'attentato partigiano di via Rasella, compiuto il 23 marzo da membri dei GAP romani, in cui erano rimasti uccisi 33 soldati del reggimento "Bozen" appartenente alla Ordnungspolizei, la polizia tedesca. L'eccidio non fu preceduto da alcun preavviso da parte tedesca.[1]

Per la sua efferatezza, l'alto numero di vittime e per le tragiche circostanze che portarono al suo compimento, l'eccidio delle Fosse Ardeatine divenne l'evento-simbolo della durezza dell'occupazione tedesca di Roma. Fu anche la maggiore strage di ebrei compiuta sul territorio italiano durante l'Olocausto; almeno 75 delle vittime erano in stato di arresto per motivi razziali.[2][3]

Le Fosse Ardeatine, antiche cave di pozzolana situate nei pressi della via Ardeatina, scelte quale luogo dell'esecuzione e per occultare i cadaveri degli uccisi, nel dopoguerra sono state trasformate in un sacrario-monumento nazionale. Sono oggi visitabili e sono luogo di cerimonie pubbliche in memoria.

continua https://it.wikipedia.org/wiki/Eccidio_delle_Fosse_Ardeatine

LA BENECIIA TORNA PER LE TV | LO SPETTACOLO "NA LEPŠE" HA RIVELATO LA BELLEZZA DELLA NOSTRA VALLE






"Uno si rende conto solo di cosa significhi essere sloveno, di cosa sia il vero patriottismo, ripulito da tutte le ideologie politiche."

 Così ha detto Marjana Grčman, giornalista e redattrice del programma turistico TV Slovenia "Na lepše". Lei e la sua collega Irena -Shyama Hlebš sono andate a Venezia, affinché venerdì 15 marzo, nella prima trasmissione televisiva Slovenija, tutto il pubblico sloveno mostrasse la nostra bellezza e ascoltasse la melodia della nostra musica nativa slovena.

Per poco meno di un'ora ci hanno mostrato tante cose e ci hanno anche raccontato come era la vita allora, a causa dei problemi dei nostri ebrei, com'era la nostra storia e quanto è stata difficile per un paio di noi dopo l'inchiesta . Dei tuole si sono occupati i nostri ebrei, che sono accorsi in soccorso con storie personali che custodiscono solo nella loro memoria.
Stefano e Michele Coren Dužacova, Luisa Battistig Kajancova, Germano Cendou Bazielnu e Natalina Gosgnach Šmonu si sono sposati sul Matajurje nella baita della famiglia di montagna di Venečia Dom na Matajure. Giorgio Banchig Mihu ha visitato una coppia della Landarska jami an a Bijače, che ha raccontato loro la particolarità della nostra grotta, e poi il kakuo è stato preparato dalla landarska banka. Ad attenderli c'erano un paio di Masera: Luisa Kajancova, Germano Bazielna e Renato Massera Suoka, che mostrarono loro l'invito di Uelbano a casa e bottega del fabbro Šturmina.
La troupe di TV Slovenija ha visitato la valle dell'Idar, dove vive nel villaggio di Kodermac Antonio Codromaz Mežnar, uno degli ultimi che sa solo intrecciare.
Si sono conclusi nel nostro museo SMO qui a Špietre, dove Donatella Ruttar Mohorinova ha raccontato loro l'importanza di questo trono speciale.Per le nostre valli è un'altra grande occasione per mettersi in mostra e conoscere la nostra storia e le peculiarità che si possono trovare qui, insieme a noi. Gli sloveni che vivono qui hanno potuto vedere ancora una volta quanto abbiamo a cuore e apprezziamo il nostro patrimonio e la nostra cultura slovena, e come vivono gli sloveni qui in questa parte d'Italia. Secondo Čepr lo spettacolo è già stato trasmesso in televisione, può essere visto anche su Internet .

dal novi Matajur





21 mar 2024

Filastrocca di Primavera

 


Filastrocca di primavera

Filastrocca di primavera
più lungo è il giorno, più dolce la sera.
Domani forse tra l’erbetta
spunterà la prima violetta.

O prima viola fresca e nuova
beato il primo che ti trova,
il tuo profumo gli dirà,
la primavera è giunta, è qua.

Gli altri signori non lo sanno
e ancora in inverno si crederanno:
magari persone di riguardo,
ma il loro calendario va in ritardo.

Gianni Rodari

Sono nata il 21 a primavera

 


Sono nata il ventuno a primavera

ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.
Alda Merini

20 mar 2024

Web sul blog: Commenti liberi: cosa significa la felicità per te?


Web sul blog: Commenti liberi: cosa significa la felicità per te?:   Oggi celebriamo la Giornata internazionale della felicità , un'occasione per riflettere su ciò che realmente conta nella nostra vita. ...

piante commestibili

 L'ARDIELUT

Si lu mangje cu le salade e, cun di plui, e je une vore buine!
O zontarès ancje, che meti un fuee tal pagnut e je un alc e ce... Ma cemût si disial, par talian, l'ardielut? Facil, o disarês, e je la valeriana, e invezit no, bisugne stâ atents, par che il nestri ardielut, pur jessint de stesse famee, e je la VALERIANELLA, ancje cognossude cuntune sdrume di nons comuns: formentino, songino, soncino, sarset, dolcetta, valerianella, insalata valeriana, molesini matawilz, grassagallina.
(contecurtegnove.blogspot.it) da fb
ASPARAGI SELVATICI 🌿🌱
Le proprietà degli asparagi selvatici: prelibati, antidepressivi, energetici, riducono la cellulite e depurano
Nei canaloni, nei campi baciati dal sole, lì dove ci sono rovi, acqua e terreni bruciati. È il regno degli asparagi selvatici (Asparagus officinalis) piante suffruticose sempre verdi dalle foglie aghiformi diffusi nell’Europa centro-meridionale fin dall’antichità. Gli asparagi, specie quelli selvatici sono ricchi di sostanze energetiche e vengono da sempre ritenuti dei potenti afrodisiaci.
Questi ortaggi sono davvero poco calorici – circa 25 calorie per 100 grammi – mentre hanno molta fibra, vitamina C (in un etto ce ne sono 25 mg, il che equivale a circa un terzo del fabbisogno di una persona adulta), carotenoidi (i precursori della vitamina A, che ha un’azione antiossidante e protettiva della pelle e delle mucose e stimola l’azione del fegato), vitamina B e sali minerali, tra i quali calcio, fosforo e potassio: mangiando 100 grammi di asparagi si assume circa il 75% della quantità quotidiana necessaria di acido folico, sostanza molto importante per la moltiplicazione delle cellule dell’organismo e per la sintesi di nuove proteine. Gli asparagi sono molto depurativi e diuretici, se non ci sono controindicazioni vale la pena di approfittarne per aiutare e eliminare il ristagno di liquidi nei tessuti e quindi ridurre la cellulite. In generale migliorano le funzioni renali accelerando la diuresi e rimuovendo i sedimenti. Sei soggetto ad attacchi di malumore? Allora gli asparagi fanno al caso tuo: infatti, secondo alcuni studi questi ortaggi avrebbero una funzione antidepressiva, probabilmente legata alla loro azione disintossicante e diuretica. Mangiarne con parsimonia solo se tendi a soffrire di disturbi renali, di cistiti e di calcoli renali, perché contengono acido urico che può incrementare l’infezione già in atto.
Vistanet
da fb
Tutte le reazi


19 mar 2024

LA LINGUA SLOVENA IN iTALIA


 La lingua slovena in Italia viene principalmente parlata da una comunità autoctona residente lungo il confine orientale, la minoranza slovena in Italia. Non ci sono dati recenti e certi sul numero dei parlanti in sloveno o dialetti sloveni in Italia; statistiche del 1974 attestavano gli utilizzatori dello sloveno a 61.000 persone[2] nel territorio del Friuli-Venezia Giulia, raccolti nella provincia di Trieste e nelle zone orientali delle province di Gorizia e Udine. La qualifica di "dialetto sloveno" qui considerata è quella derivante dalla legislazione italiana.

Riferimenti di Legge:

  • La Repubblica riconosce e tutela i diritti dei cittadini italiani appartenenti alla minoranza linguistica slovena presente nelle province di Trieste, Gorizia e Udine, a norma degli articoli 2, 3 e 6 della Costituzione e dell'articolo 3 della legge costituzionale 31 gennaio 1963, n.
  • La Legge regionale F.V.G. 23 febbraio 2001, n. 38 Norme a tutela della minoranza linguistica slovena della regione Friuli - Venezia Giulia (Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.56 dell'8 marzo 2001)
  • Il frazionamento della minoranza in Italia, come anche la diversa appartenenza statale, rendono problematica (nonché in più di qualche caso dichiaratamente avversata) l'adozione dello standard letterario sloveno come lingua comune per l'insieme delle comunità: mentre infatti gli slovenofoni di Trieste e di Gorizia si riconoscono pienamente nella lingua e nelle tradizioni culturali della vicina Slovenia - alle quali hanno dato anzi un contributo storicamente significativo -, i gruppi della provincia di Udine (Slavia friulana) tendono in genere a porre l'accento sulla differenza dei loro dialetti dallo standard sloveno, per sottolineare la loro peculiarità storica e culturale. Ciò deriva anche dal fatto che, a differenza degli sloveni della provincia di Trieste e Gorizia che hanno avuto, tranne - ovviamente - durante il ventennio fascista, scuole pubbliche con lo sloveno standard come lingua d'insegnamento dai tempi dell'Impero asburgico, gli sloveni della provincia di Udine non hanno mai avuto la possibilità di un contatto costante con la lingua letteraria slovena nonostante le promesse del Regno d'Italia. La loro variante dello sloveno è quindi rimasta sul livello di lingua orale, creando un diffuso fenomeno di diglossia, che aveva caratterizzato a lungo anche gli sloveni dell'Oltremura.

    La peculiarità del resiano ha inoltre indotto alla creazione di una propria standardizzazione ortografica che si è andata diffondendo negli ultimi due decenni. All'inizio del 2007, però, il consiglio comunale di Resia approvò una risoluzione che afferma la volontà del comune di essere inserito nel territorio dove sarà vigente la legge di tutela della minoranza slovena[3], benché resti aperta la polemica soprattutto interna sulla questione dell'uso del resiano scritto nel sistema educativo e amministrativo in luogo dello Sloveno, e sull'opportunità di sostenere la richiesta di un diverso riconoscimento per questo idioma da parte dello stato italiano. In merito a tale polemica nel 2019 si è espresso anche l’Istituto per la lingua slovena presso il Centro di ricerca scientifica dell’Accademia slovena della scienza e dell’arte di Lubiana[4][5]il quale ha ribadito che tutti i dialetti sloveni parlati nel territorio dell’ex Provincia di Udine (anche quello resiano) sono effettivamente dialetti della lingua slovena.

    È difficile fare chiarezza sulle posizioni contrastanti che vengono prese nel dibattito anche perché sul territorio della tutela culturale le polemiche vengono alimentate anche da posizioni politiche e ideologiche in buona parte provenienti dall'esterno: in particolare se da un lato gran parte dell'associazionismo sloveno e tutte le correnti filo-slovene spingono per una comune identificazione slovena di tutti i cittadini italiani di lingua slovena del Friuli-Venezia Giulia e per l'adozione dello sloveno standard da parte di tutte le comunità, d'altro canto gran parte della politica italiana e anche friulana, e tutto il nazionalismo italiano, ivi comprese le associazioni segrete che svolsero un rilevante ruolo nella storia locale del XX secolo[6], sono contrari all'identificazione slovena e spingono invece per un'esaltazione delle differenze locali, culturali e storiche, e pertanto per un maggiore riconoscimento delle differenze in particolare dei resiani e degli abitanti della Benecia. Il dibattito attuale è in tutti i casi piuttosto acceso e vario, tanto da essere difficile riportare completamente tutte le posizioni presenti.

    Dialetti sloveni in Italia

    Lo sloveno in Italia è rappresentato da vari dialetti; tutti questi, tranne il resiano, si estendono anche dall'altra parte del confine con la Slovenia (o, nel caso del dialetto del Gailtal, anche in Austria):

    Tranne il primo, che fa parte del gruppo dei dialetti carinziani, tutti gli altri fanno parte del gruppo dei dialetti del Litorale (primorska narečna skupina).

    Quanto al resiano tanto i linguisti che i poteri politici e l'opinione pubblica non sono concordi riguardo al suo status: alcuni lo considerano parte integrante del gruppo dialettale litoraneo, altri parlano di un dialetto di transizione tra i gruppi litoraneo e carinziano, altri ancora sostengono la sua peculiarità nell'ambito della famiglia linguistica slovena; taluni, infine, sostengono invece si tratti di un idioma a sé stante, sebbene simile allo sloveno[senza fonte]. Il Resiano ha mantenuto infatti degli arcaismi non più esistenti negli altri dialetti sloveni, quale ad esempio il tempo verbale aoristo, e presenta un sistema fonetico del tutto peculiare, con ben quattro varianti locali della dizione. La popolazione parlante, inoltre, sembra propendere ampiamente per un'identificazione indipendente dallo sloveno. In merito a tale polemica nel 2019 si è espresso anche l’Istituto per la lingua slovena presso il Centro di ricerca scientifica dell’Accademia slovena della scienza e dell’arte di Lubiana., il quale ha ribadito, che i dialetti sloveni parlati nel territorio dell’ex Provincia di Udine (compreso il dialetto resiano) sono effettivamente dialetti della lingua slovena.

    Uso della lingua slovena nella liturgia cattolica

    La Chiesa cattolica usa la lingua slovena nella liturgia ovunque vi sia un numero sufficiente di fedeli sloveni. Nelle diocesi di Trieste e di Gorizia vi sono due vicari episcopali per gli sloveni ed i fedeli sloveni sono organizzati in modo autonomo. Il clero è attivamente impegnato nell'affermazione della convivenza tra la popolazione italiana e quella slovena.

Scolarizzazione in lingua slovena

Sotto la monarchia austro-ungarica, grazie al regime federale dello Stato l'idioma sloveno ha trovato una sua collocazione scolastica, mentre le terre che scelsero tramite il referendum del 1866 di passare sotto il regno d'Italia non fruirono di questa opportunità. Già nella seconda metà del SettecentoMaria Teresa d'Austria e successivamente Giuseppe II e Leopoldo II furono tre imperatori illuminati che promossero la scolarizzazione di massa in tutto il loro impero. In seguito alle riforme costituzionali degli anni sessanta dell'Ottocento, la scolarizzazione elementare nella parte austriaca della duplice monarchia venne a dipendere dalle amministrazioni comunali. Per gli sloveni del Goriziano e del Carso ciò significò una scolarizzazione nella lingua slovena standard, mentre a Trieste (in quanto prevalentemente italiana) ed anche in parte dell'Istria, dove sia le amministrazioni comunali sia l'istruzione erano italiane, vennero fondate, già dalla seconda metà dell'Ottocento, varie scuole private slovene, dirette dalla "Società SS. Cirilio e Metodio" (Cirilmetodova družba). Questo, insieme alla diffusione delle attività culturali di stampo popolare, ha permesso agli sloveni austroungarici di imparare a leggere e scrivere nello sloveno standard. Dopo l'assegnazione al Regno d'Italia del Litorale austriaco avvenuta in base al trattato di Rapallo (1920), gli sloveni ivi residenti persero la possibilità di studiare la propria madrelingua dai banchi di scuola. In seguito all'applicazione della Legge n. 2185 del 1/10/1923 (Riforma scolastica Gentile), nell'area comprendente le attuali provincie di Gorizia e Trieste furono abolite tutte le scuole con lingua di insegnamento slovena (oltre 60)[10]. Fu solo dopo la seconda guerra mondiale che gli sloveni riottennero il diritto di frequentare la scuola dell'obbligo nella propria lingua di origine dei proprio avi, in base alla Legge n. 1012 del 19/07/1961[11]. In territorio italiano va ricordato monsignor Ivan Trinko[12], appassionato diffusore della cultura slovena, che si oppose alla proibizione del regime fascista all'uso dello sloveno locale nelle chiese. Questo oltre alla diversa storia delle terre del Natisone rispetto a quelle slovene contribuì ad un senso di appartenenza diverso degli Italiani di lingua slava della provincia di Udine dagli sloveni della provincia di Gorizia e Trieste. Tuttavia i rapporti economici, parentali (i tanti matrimoni) e culturali tra le genti delle vallate confinarie (italiane e slovene) lungo il confine della provincia di Udine, sono sempre stati, nei secoli, molto forti.

https://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_slovena_in_Italia#

Emergenza migranti a Trieste

 

Emergenza migranti a Trieste, il caso Silos approda in Parlamento: «A giugno la compravendita»


Vergogna,un paese civile dovrebbe trovare una soluzione più umana!!!

Onomastico mamma


 Danes bi bil tvoj god...
Oggi sarebbe stato il tuo onomastico cara mamma

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