questo blog

questo blog

blog

blog

IVAN TRINKO padre della Benecia

IVAN TRINKO padre della Benecia
IVAN TRINKO padre della Benecia

calendario

GIF

GIF

giulio

#veritàegiustiziaperGiulioRegeni

slide benecia

slide benecia
benecia

profilo di OLga

profilo di OLga
profilo OLga

Translate

Cerca nel blog

Powered By Blogger

gif

gif

follower

6 ago 2022

Riflessioni


 Ho notato che in questi giorni ci sono meno visite e commenti.Siete tutti in vacanza,o non volete stare al Pc perchè fa caldo?

O non commentate perchè il format commenti non funziona nel mio blog?

In ogni caso vi auguro un bel fine settimana!

5 ago 2022

SIGNOR BONAVENTURA



Quando ero bambina papà alla domenia andava a comperare il suo giornale e a me comprava il Corriere dei piccoli

 Il Signor Bonaventura è un personaggio immaginario dei fumetti ideato nel 1917 da Sergio Tofano e pubblicato dal Corriere dei Piccoli fino al 1978[1][2] Il personaggio è entrato col suo proverbiale milione nella cultura italiana del Novecento. Oltre alle riedizioni delle tavole storiche, da parte di editori come Adelphi, sono state realizzate trasposizioni televisive, teatrali e cinematografiche del personaggio.Il personaggio è un uomo alto sempre vestito con una giacca e un cappello rossi, larghi pantaloni bianchi e accompagnato da un cane bassotto; vive complicate avventure che lo portano invariabilmente a ricevere una ricompensa di un milione di lire.[1][2]

I testi dei fumetti erano tutti composti da distici di ottonari a rima baciata, e iniziavano con le parole[3]:

«Qui comincia la sventura
del Signor Bonaventura...»

che divennero ben presto un tormentone noto a intere generazioni di bambini. Talvolta Tofano usò delle variazioni, come Qui comincia l'avventura...Ricomincia la sventura...Il signor Bonaventura, ricco ormai da far paura.... Le storie seguivano uno schema altamente regolare: la sventura del protagonista si trasformava in un beneficio altrui e culminava inevitabilmente nella fortunata vincita di "un milione" (di lire: cifra astronomica per l'epoca, divenuto "un miliardo" negli anni cinquanta). La ricompensa era quasi sempre raffigurata in forma di un enorme biglietto di banca manoscritto. Poche le storie che finiscono male per Bonaventura, come quando il cane, azzuffandosi con una gatta, riduce a brandelli i pantaloni del bel Cecè, e il nostro eroe si sente in dovere di risarcire il bellimbusto.

Tofano affiancò a Bonaventura il fedele bassotto giallo, che è presente in quasi tutte le storielle. Un altro personaggio ricorrente, ma decisamente molto più secondario, è il "bellissimo Cecè", la cui vanità lo trascina in problematiche situazioni immancabilmente risolte dal casuale intervento di Bonaventura. Il mondo di Bonaventura era popolato altresì da generosissimi re, baroni, contesse, ma non mancavano i cattivi, come il torvo ed invidioso Barbariccia, col volto sempre coperto da una maschera verdognola, e il disonesto barone Partecipazio. In seguito, sulle pagine del Corriere dei Piccoli, appare di tanto in tanto ad affiancare il protagonista il piccolo Pizzirì (Pizzirino, per intero, in alcuni episodi), figlio di Bonaventura, una vera e propria copia del padre distinguibile solo dalle dimensioni più ridotte e dai pantaloni alla zuava. Bonaventura ha anche una moglie, che appare poche volte e solitamente è vestita di verde e con una coroncina gialla sul capo.

Le avventure del Signor Bonaventura si distinguono per tre filoni principali. Il primo, che caratterizza il personaggio, in cui le sue azioni apparentemente maldestre finiscono per tornare utili al prossimo, e terminano sempre con la ricompensa economica. Il secondo vede come coprotagonista di ogni storia un animale diverso, le cui caratteristiche specifiche portano involontariamente al tradizionale finale remunerativo. Il terzo vede Bonaventura ricco e invidiato da Barbariccia, il quale trova sempre il modo di sottrargli il denaro di nascosto, ma che in un modo o nell'altro non riesce a trattenere il bottino, finendo per lasciarlo tornare in mano al protagonista con dinamiche simili alle storie di Pierino e il burattino di Antonio Rubino.

da wikipedia ubblicato dal Corriere dei Piccoli fino al 1978[1][2] Il personaggio è entrato col suo proverbiale milione nella cultura italiana del Novecento. Oltre alle riedizioni delle tavole storiche, da parte di editori come Adelphi, sono state realizzate trasposizioni televisive, teatrali e cinematografiche del personaggio.Il personaggio è un uomo alto sempre vestito con una giacca e un cappello rossi, larghi pantaloni bianchi e accompagnato da un cane bassotto; vive complicate avventure che lo portano invariabilmente a ricevere una ricompensa di un milione di lire.[1][2]

I testi dei fumetti erano tutti composti da distici di ottonari a rima baciata, e iniziavano con le parole[3]:

«Qui comincia la sventura
del Signor Bonaventura...»

che divennero ben presto un tormentone noto a intere generazioni di bambini. Talvolta Tofano usò delle variazioni, come Qui comincia l'avventura...Ricomincia la sventura...Il signor Bonaventura, ricco ormai da far paura.... Le storie seguivano uno schema altamente regolare: la sventura del protagonista si trasformava in un beneficio altrui e culminava inevitabilmente nella fortunata vincita di "un milione" (di lire: cifra astronomica per l'epoca, divenuto "un miliardo" negli anni cinquanta). La ricompensa era quasi sempre raffigurata in forma di un enorme biglietto di banca manoscritto. Poche le storie che finiscono male per Bonaventura, come quando il cane, azzuffandosi con una gatta, riduce a brandelli i pantaloni del bel Cecè, e il nostro eroe si sente in dovere di risarcire il bellimbusto.

Tofano affiancò a Bonaventura il fedele bassotto giallo, che è presente in quasi tutte le storielle. Un altro personaggio ricorrente, ma decisamente molto più secondario, è il "bellissimo Cecè", la cui vanità lo trascina in problematiche situazioni immancabilmente risolte dal casuale intervento di Bonaventura. Il mondo di Bonaventura era popolato altresì da generosissimi re, baroni, contesse, ma non mancavano i cattivi, come il torvo ed invidioso Barbariccia, col volto sempre coperto da una maschera verdognola, e il disonesto barone Partecipazio. In seguito, sulle pagine del Corriere dei Piccoli, appare di tanto in tanto ad affiancare il protagonista il piccolo Pizzirì (Pizzirino, per intero, in alcuni episodi), figlio di Bonaventura, una vera e propria copia del padre distinguibile solo dalle dimensioni più ridotte e dai pantaloni alla zuava. Bonaventura ha anche una moglie, che appare poche volte e solitamente è vestita di verde e con una coroncina gialla sul capo.

Le avventure del Signor Bonaventura si distinguono per tre filoni principali. Il primo, che caratterizza il personaggio, in cui le sue azioni apparentemente maldestre finiscono per tornare utili al prossimo, e terminano sempre con la ricompensa economica. Il secondo vede come coprotagonista di ogni storia un animale diverso, le cui caratteristiche specifiche portano involontariamente al tradizionale finale remunerativo. Il terzo vede Bonaventura ricco e invidiato da Barbariccia, il quale trova sempre il modo di sottrargli il denaro di nascosto, ma che in 

Chi di voi miei lettori lo leggeva?

Booster Phizer


 Ieri io e mio marito abbiamo fatto la 4 dose Phizer.Tutto bene ,nessuna reazione.

4 ago 2022

Villanova delle grotte /Zavarh in agosto

 

la catena dei Musi
In agosto il paese rivive per le varie manifestazioni che vi si fanno:la sagra della Vošnica/Assunta,l'antico rito del Bacio delle Croci,la Messa solenne cantata in italiano,parlata slovena locale e friulano,la processione per le vie del paese,la marcialonga,il ballo serale.
Da un paio di anni il borgo Zajama (dietro la grotta) rivive:si fa la festa del borgo ,si organizza una cena alla quale partecipano tutti gli abitanti ivi residenti e gli emigrati altrove.Per l'occasione tutte le case sono ornate con decorazioni ed altro.Il borgo ha trenta case e cinque abitanti residenti ,tutti maschi.I partecipanti alla cena sono giunti in ferie a Zavarh dalla Francia,Torino,Milano,Novara,Pavia,Pordenone.Gorizia .Il borgo una volta era il più abitato ed aveva anche la propria latteria chiusa negli anni 60'.In tutta Villanova c'erano due latterie ,sostituite da una nuova più moderna.
Un altro borgo è Dolina (valle) caratterizzato da case dalla tipica architettura locale,vincolate dalla soprintendenza.Qui molte persone di Udine e di altri luoghi hanno acquistato la casa per trascorrervi i fine settimana e per Ferragosto si riempie.
Anche borgo Russa a nord del Belvedere della piazza si è riempito di persone.Qui abita l'artista del paese Dario Pinosa che ha abbellito il borgo con le sue opere e che per Natale  con la Sunta allestisce i Presepi.
In agosto il paese avrà tanti visitatori per la visita alle grotte ed al nuovo percorso turistico illuminato ed attrezzato.

foto da fb
Festa dell'Assunta-Vošnica

festeggiamenti in Zajama

foto dal balcone della piazza della chiesa


l'artista Dario Pinosa di borgo Zajama

borgo Funtič

borgo Dolina con la
caratteristica architettura
borgo Dolina


                                                  le foto di archivio blog sono di olgica

3 ago 2022

proverbio di agosto


 “Se al plûf di avòst, / al plûf gran e most” ovvero se piove durante il mese di agosto piove grano e mosto, quindi abbondanza.

Il ritorno dei falciatori - Vrnitev Senosieku 18 luglio 21

Quel Carso Felice

 


In questi giorni di caldo infernale stiamo guardando impotenti, impauriti, gli incendi che hanno distrutto il Carso, una terra severa, difficile, ma incredibilmente, selvaggiamente bella. Di qua e di là del confine il fuoco sta mangiando ettari ed ettari di bosco, la casa di tantissimi animali e minaccia le case.

Guardiamo attoniti l'impegno sovrumano che viene messo dai #vigilidefuoco e dai #gasilci. dalla protezione civile e da tantissimi volontari.
In questo frangente mi è venuta in mente una delle più belle poesie di Srečko Kosovel, il grande cantore del #Carso, una poesia che parla dei maestosi pini, piante secolari "come guardie sotto la vetta".
Una poesia che riporto qui sotto con a fronte la traduzione di Michele Obit (pubblicata nella raccolta antologica Quel Carso Felice della Transalpina Editore, 2017) e di cui esiste anche una versione musicata da Alojz Srebotnjak che potete sentire nel link.
Srečko Kosovel: Bori Srečko Kosovel: Pini (trad. di
Michele Obit)
Bori, bori v tihi grozi, Pini, pini nel muto orrore,
bori, bori v nemi grozi, pini, pini nel silente orrore,
bori, bori, bori, bori! pini, pini, pini, pini!
Bori, bori, temni bori Pini, pini, tetri pini
kakor stražniki pod goro come guardie sotto la vetta
preko kamenite gmajne per le lande pietrose
težko, trudno šepetajo. sussurrano grevi e stanchi.
Kadar bolna duša skloni Quando l’anima sofferta si china
v jasni noči se čez gore, oltre le vette nella chiara notte,
čujem pritajene zvoke sento i suoni soffocati
in ne morem več zaspati. e più non so dormire.
«Trudno sanjajoči bori, “Stanchi sognanti pini,
ali umirajo mi bratje, muoiono forse i miei fratelli,
ali umira moja mati, muore forse mia madre
ali kliče me moj oče?» o è mio padre a chiamarmi?”
Brez odgovora vršijo Senza risposta mormorano
kakor v trudnih, ubitih sanjah, come gravati da sogni angosciosi,
ko da umira moja mati, come se morisse mia madre,
ko da kliče me moj oče, come se chiamasse mio padre
ko da so mi bolni bratje. e sofferenti fossero i miei fratelli.

da fb

2 ago 2022

Cuori senza frontiere Luigi Zampa 1950 con Gina Lollobrigida e Raf Vallone

Skrat figura mitica della Benečija

 Il Friuli Venezia Giulia è una regione di confine,segna infatti il confine orientale del nostro paese e si trova all’incrocio delle tre grandi famiglie etnico-linguistiche dell’Europa,la slava,la tedesca e la romana. Dal punto di vista paesaggistico, la regione è un “piccolo compendio dell’universo”, come la definì Ippolito Nievo nelle sue Confessioni di un italiano. In effetti in poco più di 200 chilometri da Nord a Sud si passa dalle Alpi e Prealpi Carniche e Giulie alle colline moreniche, alla pianura e infine alle lagune e al mare.

http://www.lintver.it/cultura-tradizioni-skrati_gor.html


1 ago 2022

Stop al razzismo


 Pelle Bianca come la cera

Pelle Nera come la sera

Pelle Arancione come il sole

Pelle Gialla come il limone

tanti colori come i fiori.

Di nessuno puoi farne a meno

per disegnare l’arcobaleno.

Chi un sol colore amerà

un cuore grigio sempre avrà.

(Gianni Rodari)

vignetta

vignetta
vauro

io sto con emergency

logotip

logotip
blog