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IVAN TRINKO padre della Benecia

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9 lug 2022

SABATO (cucina)

 


Al contadin non far sapere quanto è buono il formaggio con le pere
di Roberto Zottar
I proverbi, che trasmettono oralmente trucchi di vita, la cosiddetta saggezza popolare, possono avere anche risvolti gustosi. Al contadino non far sapere... è l'inizio di un adagio famoso, ma difficile però da decifrare: come può un ammonimento di ‘saggezza popolare’ escludere dal sapere il contadino? Massimo Montanari, storico dell’alimentazione che ha scritto sul detto un libro, scopre che i palati esigenti e gli stomaci delicati della nobiltà si innamorano del formaggio con le pere sin dal Medioevo. A un certo punto l’abbinamento diventa espressione di un savoir faire socialmente esclusivo. Ciò accade quando l’idea medievale del ‘gusto’ come capacità naturale è sopravanzata dall’idea moderna del ‘buongusto’ come attitudine culturale. Il guaio è che, in questo caso, la cultura popolare non sta dalla parte di chi recita il proverbio: il contadino, in questo caso, è il nemico. Del resto, i proverbi servono a ricordare le cose, non a ricordarsi di tenerle segrete. Si tratterebbe quindi di uno strano caso di "proverbio dei ricchi" cittadini, che si organizzano contro i contadini per motivi poco chiari. Il formaggio e le pere li fanno i contadini, se "sapessero", li mangerebbero loro, e soprattutto non avrebbero più bisogno delle città. Perché questo abbinamento nasconde il sapere e la cultura, il gusto e la scaltrezza che da sempre sono state associate alla cultura urbana, la cultura di chi consuma il cibo ma non lo produce. Dietro a questo adagio c'è tanta storia contadina, i rapporti fra padrone e contadino, quando quest’ultimo era tenuto in piena soggezione e tutti i prodotti migliori andavano alla mensa del proprietario. Bisognava tenere pertanto il contadino all'oscuro di queste prelibatezze per evitare che si trattenesse i prodotti per sé. Tempi passati, mi direte, ora pere e formaggio sono ovunque, i contadini sono degli imprenditori agricoli e il mercato ha dato la possibilità di accesso a tutti.
In ogni caso è da poco disponibile dai nostri alpeggi il formaggio fresco di malga: prendiamone 2 etti e affettiamolo a bastoncini molto sottili. Mondiamo 2 etti di rucola e disponiamola su un piatto. Adagiamoci sopra il formaggio e tagliamo anche a bastoncini molto sottili 2 pere abate e sistemiamole sul formaggio. Condiamo con un filo d’olio e qualche gheriglio di noce o dei semi di sesamo tostati. I segreti di questo semplice piatto estivo, di cui ho una splendido ricordo per averlo mangiato da Gianni Cosetti al Ristorante Roma di Tolmezzo, è di trovare pere e formaggio della stessa consistenza e di tagliarli ugualmente sottili.
Buon appetito !



8 lug 2022

Commenti blog

 


Continua il problema che non mi consente di commentare negli altri blog.Ma quello che mi meraviglia è che non vale per tutti!!!Avete trovato la soluzione?Buon venerdì a tutti.Ciao

Il Museo Etnografico di Lusevera / Bardo



 Il Museo Etnografico di Lusevera / Bardo è aperto !!I simpatici Loris e Fabio vi aspettano gioiosamente per raccontarvi tutte le curiosità della bellissima valle del Torre, a pochi chilometri da Udine. Tra l'altro potrete bervi qualcosa di fresco e mangiare un ottimo piatto di gnocchi all'osteria Nova Coop di Lusevera.Seguite la pagina per scoprire gli eventi dell'estate a Lusevera.

da giovedì a domenica, dalle 10:30 alle 17:30 #lusevera #bardo #museo #estate #eventi #sentieri #escursioni #ValledelTorre #Terskadolina

6 lug 2022

Citazione

 


Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col timore dell'intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l'informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l'ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti.

Ecco il nuovo logo per Go!2025


Patrimonio e proprietà di Gorizia e Nova Gorica, contribuirà a valorizzare e a divulgare al meglio la Capitale europea della cultura


 Il turchese che unisce le 2 Gorizie!

"Si tratta di un altro importante tassello lungo il percorso culturale e sociale che ci porterà alla Capitale europea della cultura, ma è anche un ulteriore passo in avanti nell'ambito di un progetto più ampio per rilanciare Gorizia". Lo afferma in una nota il consigliere regionale Diego Bernardis (Lega), presente insieme ai sindaci di Gorizia e Nova Gorica, Rodolfo Ziberna e Klemen Miklavič, all'assessore comunale alla Cultura, Fabrizio Oreti, al presidente e alla direttrice del Gect Go, Paolo Petiziol e Romina Kocina, alla presentazione del logo definitivo di Nova Gorica e Gorizia Capitale europea della cultura 2025, svoltasi a casa Morassi - Casa Panizzolo di Borgo Castello a Gorizia.

"Si tratta - spiega l'esponente del Carroccio - di un sistema tipografico originale e diretto, al contempo accattivante e innovativo, sicuramente declinabile per tutti gli usi comunicativi e di promozione".

"Complimenti allo Studio but maybe e ai tre giovani di Bologna che hanno creato il logo. Ora diventa a tutti gli effetti - conclude Bernardis - un patrimonio e una proprietà di Gorizia e Nova Gorica che contribuirà a valorizzare e a divulgare al meglio la splendida opportunità della Capitale europea della cultura 2025".

Monteaperta/Viskorša

 Monteaperta-Viškorša è una frazione di 219 abitanti del comune di Taipana, in provincia di Udine. Questo villaggio, una volta Villa indipendente (citato nell'ispezione canonica del 10 giugno 1737 come Villa di Monteaperta) che comprendeva anche le frazioni di Cornappo, di Ponte Sambo e di Debellis, è attualmente compreso nel comune di Taipana-Tipana della provincia di Udine, in Friuli-Venezia Giulia, che è distante 3,93 chilometri. Monteaperta fa parte dell'Iter Aquileiense o Cammino Celeste: si tratta di un passo o via di pellegrinaggio molto vecchio, con una lunghezza totale di 360 km, che collega il santuario di Maria Saal (Austria) e Brezje (Slovenia) ad Aquileia, in Italia.

Monteaperta sorge a 659 m s.l.m., tra i rilievi delle Prealpi Giulie, nel bacino del rio di Monteaperta e del torrente Cornappo. La frazione si estende per oltre 2 km di lunghezza, tra 500 e 659 metri, in posizione panoramica ai piedi del Gran Monte, una grande catena montuosa situata tra i torrenti del Cornappo, del Torre e del fiume Isonzo. Il territorio su cui si estende Monteaperta fa parte di una vasta area denominata Alta Valle del Torre Alta Val Torre della Slavia friulana chiamata Benečija . Da un punto di vista geomorfologico la catena del Gran Monte è, a partire dalla pianura friulana, il primo gruppo di monti di grandi dimensioni che costituiscono le Prealpi Giulie, di altitudine superiore ai 1600 metri. La roccia è calcarea, con fenomeni carsici (inghiottitoi, doline e grotte). L'area nei pressi della frazione è ricca di sorgenti (come la sorgente del Vescovo) che alimentano città vicine.
Persone legate a Monteaperta
  • don Arturo Blasutto (1913-1994), sacerdote. Nacque a Monteaperta il 23 ottobre 1913. Celebrò il 26 luglio 1936 a Monteaperta la sua prima messa. Vicario a Oseacco di Resia, Liessa (comune di Grimacco) fino 1955 dove fu rimosso dal suo incarico perché parlava sloveno e si ritirò a Monteaperta. Il 26 luglio 1986 celebrò con due sacerdoti nativi di Monteaperta, don Luigi e don Celeste Blasutto, il 50º anniversario della sua prima messa. Morì il 17 settembre 1994. Monsignore Alfredo Battisti, arcivescovo di Udine celebrò la messa funebre nella chiesa parrocchiale di Monteaperta.
  • don Celeste Blasutto (1915-2000), sacerdote. Nacque a Monteaperta il 10 novembre 1915. Fu ordinato sacerdote nel 1941. Trascorre il tempo di guerra come prete a Vittorio Veneto (1941-1943), poi come insegnante (1943-1945). Dal 1945 al 1947 lavora a Torino, Revigliascoe Alpignano nel dipartimento di stampa e di propaganda per la fede. Nel 1947 andò in Mozambico e lavorò come curato di Mambone e Maimelane (1947-1950). 1950 diventò superiore e parroco di Maimelane fino 1964 quando fu trasferito a Mapinhane poi Muvamba, Massinga, Funhalouro e Mambone. Nel 1976, per motivi di salute, tornò in Italia e continuò la sua missione ed il suo servizio pastorale a Genova, Milano e Bedizzole. Si recò in Svizzera, dove lavorò come cappellano presso l'ospedale di Locarno. Nel 1984 si ritirò definitivamente alla casa missionaria del Beato Giuseppe Allamano a Alpignano. Il 11 luglio 2000, dopo essersi fratturato il femore e a causa di complicazioni polmonari, morì. Monsignore Aldo Mongiano celebrò la messa funebre il 13 luglio 2000.
  • Jan Niecislaw Baudoin de Courtenay (1845-1929), slavista e linguista. Nacque a Radzymin (Polonia) il 13 marzo 1845. Laureato in filosofia aLipsia (Germania), fu professore di filologia slava presso le università di San PietroburgoKazan'Dorpat e Cracovia. È famoso per la sua teoria del fonema e dell'alternanza fonologica. Dedicò la sua particolare attenzione al dialetto resiano e ai dialetti slavi del Torre, raccogliendo importantissimi materiali dialettologici negli anni 1873-1901, consegnati già nel 1902 alla Biblioteca Accademica Imperiale delle Scienze di San PietroburgoMaterialy dlja južnoslavjanskoj dialektologiji i etnografiji (1895). In questo libro consacra 16 pagine a Monteaperta ("Viskwòrša"), scritte durante i suoi soggiorni del 1873 e del 1901 a Monteaperta. Fu l'amico di Paolo e Giovanni Pascolo di Monteaperta (Pàuli e Žwan Pascolo-Sòwt): "Per i N° 273-295, ..., sono debitore a Ivan Pascolo detto Sout, (Žwan Pascolo-Sòwt), di anni 65, di Monteaperta inferiore; nel 1901 era già stato sepolto". Morì il 3 novembre 1929 a Varsavia (Polonia).
  • Pavle/Paolo Merkù, compositore e noto slavista. Nacque a Trieste il 12 luglio 1927. Laureato in slavistica a Lubiana, ha conseguito il dottorato a Roma. Professore di sloveno, giornalista, si è dedicato per molti anni in regione Friuli-Venezia Giulia alla raccolta di materiale etnografico. Ha raccolto e trascritto poesie, canti e racconti di Monteaperta.
  • https://it.wikipedia.org/wiki/Monteaperta
    Jean Marc visita il laboratorio

    Maestra Rika Murata - concerto in chiesa della Santissima Trinità di Monteaperta.

A Monteaperta  nel Borgo di Sopra ,per 5 anni esisteva il  laboratorio di Liuteria antica di 
Marco Ternovec dove si  restaurano e producono  viole da gamba e violini .Il signor Marco Ternovec ha sposato  Rika Murata che si esibisce in molti concerti.Ternovec si è trasferito in Germania.
    il liutaio Marco Ternovec
    tutte le foto sono di Jean Marc Pascolo

    STORIA: 1918, quando la Regia Marina d’Italia occupò la Dalmazia


    Con l’armistizio con l’Austria-Ungheria, e in accordo con gli alleati, ai primi di novembre del 1918 le truppe italiane occuparono le aree della Dalmazia assegnate all’Italia dal trattato di Londra del 1915. Navi da guerra della Regia Marina si presentarono nei porti dalmati, dove presero contatto con le sedi dei Fasci Nazionali, le associazioni locali degli italiani.

    A seguito del ritiro dell’esercito austriaco, il Consiglio Nazionale Jugoslavo, formatosi a Zagabria in attesa dell’unione con la Serbia, creò un governo regionale provvisorio per la Dalmazia che prese il controllo di Spalato, Sebenico e Zara. Solo a Zara  l’ex sindaco autonomista Ziliotto organizzò un contropotere, proclamando l’autorità del Fascio Nazionale Italiano come successore del Consiglio comunale zaratino disciolto nel 1916.

    Il 31 ottobre l’Italia ottenne il consenso degli Alleati all’occupazione dei territori contemplati dal patto di Londra, pur senza il riconoscimento di un diritto di annessione.  Navi da guerra della Regia Marina si presentarono nelle isole e nei porti dalmati, dove presero contatto con le sedi dei Fasci Nazionali, le associazioni locali degli italiani. Il 4 novembre la Marina prese possesso delle isole di Lissa/Vis, Lagosta/Lastovo, Melada/Molat, e Curzola, dove i comitati nazionali jugoslavi non opposero resistenza armata. Lo stesso giorno il capitano di corvetta De Boccard fu accolto sulla banchina di Zara da Luigi Ziliotto, tra l’esultanza degli zaratini italiani, nonostante le proteste diplomatiche dei rappresentanti jugoslavi. La situazione in città restò tesa per alcuni giorni, fino all’arrivo del cacciatorpediniere Audace e di nuove truppe, mentre gli jugoslavi si riorganizzavano nella campagna zaratina.

    Il vice ammiraglio Enrico Millo ispeziona le truppe italiane in arrivo a Sebenico

    L’occupazione di Sebenico prese un paio di giorni in più, a causa dell’ostilità della popolazione croata; solo il 9 novembre il contrammiraglio Leopoldo Notarbartolo proclamò l’occupazione della Dalmazia fino a Capo Planka da parte dell’Italia a nome delle potenze dell’Intesa e degli Stati Uniti.

    Altre isole dalmate vennero occupate nel corso di novembre: Lesina il 13 novembre, Pago/Pag il 21, nonostante l’ostruzionismo dei notabili e del clero. Migliore accoglienza ci fu a Cherso e Lussino, dove metà della popolazione era italiana. La Regia Marina si spinse ad occupare anche Veglia e Arbe (il 26), isole non incluse nel patto di Londra, anche per via degli appelli dei notabili italiani locali. Anche qui il clero cattolico fu tra i principali elementi di agitazione filo-jugoslava, tanto che le autorità italiane decisero di espellere il vescovo di Veglia, monsignor Mahnic.

    governatore della Dalmazia il governo italiano nominò il vice ammiraglio Enrico Millo, già ministro della Marina e sostenitore dell’annessione, che stabilì comando a Sebenico – misura che indicava l’intenzione di conservare il controllo dell’intera Dalmazia – fino alla primavera del 1919, quando si trasferì a Zara. Millo esautorò i comitati nazionali jugoslavi, benché i notabili filo-jugoslavi restarono rappresentati istituzionalmente nella Dieta provinciale dalmata e nella Corte d’appello. I vecchi membri del partito autonomo-italiano, risorto nei Fasci Nazionali Italiani, vennero nominati commissari civili o assunti alle dipendenze delle istituzioni pubbliche. Gli ex funzionari asburgici, benché corteggiati dalla nuova amministrazione, spesso non vollero prendervi parte per timori di rappresaglia in caso di ritorno al potere degli jugoslavi.

    continua a leggere https://www.eastjournal.net/archives/126261

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    5 lug 2022

    SALVIAMO IL PIANETA TERRA!





    Il nostro pianeta rischia seriamente di morire, la natura e le specie viventi sono in via d'estinzione e l'unico colpevole di tutto questo è l'uomo. Nei secoli, persone senza scrupoli e avidi di profitti, hanno distrutto la nostra bellissima Terra e se non si agisce adesso, rischiamo una grande estinzione di massa.


    Basta essere indifferente è l'ora di agire: salviamo il pianeta!




    Video credit 96LF caricato su YouTube
    da https://websulblog.blogspot.com/2022/07/salviamo-il-pianeta-terra.html?lr=1

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