questo blog

questo blog

blog

blog

IVAN TRINKO padre della Benecia

IVAN TRINKO padre della Benecia
IVAN TRINKO padre della Benecia

calendario

GIF

GIF

giulio

#veritàegiustiziaperGiulioRegeni

slide benecia

slide benecia
benecia

profilo di OLga

profilo di OLga
profilo OLga

Translate

Cerca nel blog

Powered By Blogger

gif

gif

follower

8 set 2021

Sloveno per bambini a Udine

 

Per l'ottavo anno consecutivo il gruppo San Girolamo, in collaborazione con l'associazione ALPI, prepara un'attività in sloveno a Udine per i bambini della scuola materna (dai due ai sei anni) e della scuola primaria bambini, guidati da un educatore e insegnante di Tolmino dell'Associazione Bianchini. Entrambi i corsi si svolgeranno il lunedì dalle 16.30 alle 18.00 nella parrocchia di S. Quirino nel centro della città (ingresso e parcheggio in via Cicogna 25). Inizieranno lunedì 13 settembre . 

Si accettano iscrizioni via e-mail all'indirizzo blankin@dom.ite al numero di telefono 0432 732500 (dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30). I corsi sono gratuiti. E' necessario solo che i genitori si iscrivano all'associazione ALPI e quindi assicurino i bambini durante l'attività. Per informazioni potete chiamare il 348 7965945 oppure il 392 0410219.

tradotto dal Dom

TERREMOTO FRIULI VENEZIA GIULIA, scossa di magnitudo 3.3 a Venzone, tutti i dettagli

 


Una scossa di terremoto di magnitudo 3.3, si è verificata alle ore 11:18 con epicentro a Venzone, in provincia di Udine. La profondità stimata è stata di circa 10.3 Km. Il sisma è stato avvertito in diversi centri oltre che a Venzone: Gemona, Tarcento, Osoppo, e anche a Udine, soprattutto ai piani alti degli edifici. Non si segnalano, al momento, danni a cose o persone. Potete monitorare tutte le scosse in Italia e le principali nel mondo nella nostra apposita sezione terremoti.

I dati sui terremoti sono aggiornati costantemente grazie all'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia: INGV https://www.3bmeteo.com/giornale-meteo/terremoto-friuli-venezia-giulia--scossa-di-magnitudo-3-3-a-venzone--tutti-i-dettagli-513482

COLCHICI AUTUNNALI


 Il colchico d'autunno (Colchicum autumnale - L.1753) o falso zafferano, è una piccola pianta bulbosa erbacea autunnale, velenosa, dai vistosi fiori color rosa-violetto appartenente alla famiglia delle Liliaceae. Fiorisce in autunno, è mortale per l'uomo anche se ingerito a basse dosi e non va confuso con il Crocus che invece fiorisce a marzo, sul finire dell'inverno.

Contiene la colchicina usata in medicina per curare la gotta e l'artrite.

6 set 2021

I CICLAMINI

 



FOTO DI JEAN-MARC PASCOLO

Monteaperta (Friuli Venezia Giulia): fioritura del Ciclamino delle Alpi (Ciclamino porporascens Mill. ).

Il Ciclamino Porpora o Ciclamino d'Europa è una specie di piante vivaci della famiglia delle Primulacee, originarie delle foreste dei versanti calcarei delle nostre montagne continentali dell'Europa centrale. Fioritura estiva e autunnale molto profumata. Tutta la pianta è tossica.
I ciclamini contengono ciclamina, una saponina triterpenica, la cui concentrazione più alta è presente nel tubero. L ' ingestione di ciclamina provoca un'irritazione caratterizzata da intense nausea e vomito. L ' iniezione di ciclamina sotto la pelle provoca effetti sistemici simili a quelli causati dal curaro degli indiani, vale a dire paralisi muscolare.
L ' uso medico è solo un uso strettamente omeopatico.
La pianta è protetta e la sua raccolta è proibita.

le origini


 

5 set 2021

proverbio friulano



 Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei campi
“Avostanis e marciulinis, a’ son lis miôr gialinis” ovvero le migliori galline sono quelle nate in agosto o in marzo”

La partigiana Gabriella


 I NAZISTI TOLSERO GLI OCCHI, SQUARCIARONO IL VENTRE E TAGLIARONO I SENI ALLA PARTIGIANA GABRIELLA DEGLI ESPOSTI MENTRE ERA INCINTA.

IN SUA MEMORIA TANTE DONNE SI UNIRONO ALLA RESISTENZA E FORMARONO UN DISTACCAMENTO COMBATTENTE TUTTO FEMMINILE
“Io, urlando, mi rivolsi a lei. Le chiesi: Mamma, cosa devo fare?
Nulla! - rispose lei -. Non ti preoccupare. Penso a tutto io.
E con un sorriso dolce mi mandò un bacio mentre i suoi aguzzini me la portavano via per sempre.”
Così Savina ricorda le ultime parole che le rivolse sua madre mentre le SS guidate dall'ufficiale Schiffmann la trascinavano via da casa. Era il 13 dicembre 1944.
Gabriella Degli Esposti prima di essere fermata dentro la sua abitazione era riuscita ad avvisare i partigiani della zona della retata in corso. Già tra le mura domestiche, nonostante fosse incinta, i nazisti l’avevano percossa con violenza davanti alla figlia affinché denunciasse l’ubicazione dei suoi compagni.
Nello stesso giorno poi la portarono a Castelfranco, dove fu identificata da alcune spie fasciste e torturata per giorni. Ma “Balella”, questo il suo nome di battaglia, non cedette. E così il 17 i nazisti la condussero a San Cesario, sul letto del fiume Panaro, la seviziarono e l’ammazzarono. Le strapparono i capelli, le tolsero gli occhi, le squarciarono il ventre e le tagliarono i seni. Difficile dire cosa avvenne prima e cosa dopo la fucilazione. Il suo corpo e quello di altri nove compagni, ormai in decomposizione, vennero ritrovati giorni dopo.
Li riconobbero solo grazie agli abiti che indossavano.
Era sempre stata antifascista Balella, così come suo marito Bruno Reverberi. Lei contadina e lui cascinaio, non avevano esitato al momento opportuno a trasformare la propria casa in una base della Resistenza nel modenese. Gabriella, attivissima, aveva partecipato in prima linea tanto agli scioperi contro la guerra e per il pane svoltisi a Castelfranco nell’estate del 1943, quanto alla formazioni dei Gruppi di Difesa della donna, un’organizzazione prettamente femminile che operava nell’ambito della guerra partigiana. Sempre in prima linea nel fornire supporto e assistenza ai compagni, aveva continuato ad operare incessantemente nonostante la gravidanza e sebbene la morsa degli occupanti si stringesse sempre più intorno alla sua figura.
Fu proprio la generosità e il coraggio di Balella a motivare tante donne nella zona di Modena ad aderire alla Resistenza. E in sua memoria nacque il distaccamento Gabriella Degli Esposti, forse l’unico composto esclusivamente da combattenti donne di tutta la storia partigiana italiana, distaccamento operativo nella provincia modenese che partecipò attivamente a varie azioni fino alla Liberazione.
La storia di Gabriella la abbiamo raccontata anche in Partigiani Contro. Lo trovate qui:

La distilleria Candolini di Tarcento

 



In Friuli gli alambicchi funzionano da tempi immemorabili.

Non si sa di preciso chi e quando iniziò a distillare le vinacce, ma lo storico Luigi Papo ha ipotizzato che i Burgundi, venuti dalla vicina Austria verso il 511 d.C., furono i primi ad applicare alle vinacce il metodo di distillazione da loro utilizzato per le mele. La leggenda popolare, invece, ci porta ancora più indietro nel tempo, precisamente nel 1° secolo a.C., quando un legionario romano ottenne, come era consuetudine per premiare i reduci, un vigneto in Friuli; il soldato era riuscito a trafugare in Egitto un impianto di distillazione denominato "Crisopea di Cleopatra" e con questo aveva iniziato a produrre la prima Grappa, o meglio, il primo distillato di vinacce. 
Siamo sempre tra leggenda e ipotetiche datazioni storiche, ma resta il fatto sta che il Friuli Venezia Giulia ha sempre prodotto e bevuto grappa tanto che, in una cronaca del 1334, viene menzionata l' acquavite, mentre la prima data certa, 1451, compare sull'inventario dei beni lasciati dal notaio di Cividale "Ser Everardo da Cividale" e tra questi: "Unum ferrum ad faciendam acquavitem", praticamente un alambicco.
Passarono i secoli e, sotto il dominio austriaco, l'imperatrice Maria Teresa d'Asburgo permise la libera distillazione familiare della "Schnaps" (da qui il nome grappa), in esenzione da gabelle, per premiare la fedeltà delle truppe originarie delle province friulane; non meraviglierà, quindi, che nella sola provincia udinese, a fine '800, vi fossero ben 219 distillerie. Moltiplicato questo numero per tutte le province vocate del Nord Italia si arriva a diverse migliaia, con la stragrande maggioranza a dimensione familiare. Un mare di grappa che per anni ha accompagnato montanari, contadini ed operai regalando loro qualche attimo di calore e di piacere.
Bevanda per gente rude, quindi, e questo marchio l' accompagna ancora oggi che gli alambicchi "domestici" sono praticamente scomparsi e gli opifici, che da anni stanno lavorando alla qualità, si sono ridotti, in tutto il Friuli Venezia Giulia, ad una ventina. Un calo drastico che, sicuramente avrebbe portato anche alla scomparsa della "sgnapa", oltrechè alla dismissione degli ultimi alambicchi, se non ci fosse stato questa manciata di aziende che hanno impedito la perdita di un tale patrimonio storico, culturale e gastronomico.
http://www.tigulliovino.it/dettaglio_articolo.php?idArticolo=947

vignetta

vignetta
vauro

io sto con emergency

logotip

logotip
blog