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IVAN TRINKO padre della Benecia

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10 set 2020

Cividale/Gemona/Trieste

 


26^ Edizione - Friuli DOC 2020


C'è un modo per scoprire il Friuli Venezia Giulia, piccola regione racchiusa tra mari e monti, circondata da dolci colline verdeggianti e colli dorati dalle vigne, al confine con Austria e Slovenia.

FRIULI DOC: vini - vivande - vicende - vedute

dal 10 al 13 settembre 2020

Per quattro giorni Udine diventa una vetrina per presentare e far conoscere l'eccellenza della produzione enogastronomica e artigianale, artistica e culturale di una regione davvero unica.

Il programma è ricco di sorprendenti percorsi di gusto: negli stand e nei chioschi, nelle piazze e nelle vie del centro, si possono gustare i prodotti tipici friulani, quali il prosciutto di San Daniele e di Sauris, il formaggio Montasio, il frico, i cjarsons, i vini, le grappe e molti altri.

L'allettante occasione di assaggiare i tesori dell'enogastronomia friulana si coniuga con la possibilità di vivere esperienze uniche e di godere degli interessanti appuntamenti che accompagnano la manifestazione, quali gli incontri di approfondimento sulle tematiche del cibo e del buon bere, i concerti, le esposizioni artistiche e le mostre artigianali che esprimono antichi e nuovi saperi.

Un viaggio nel gusto e nei sapori più invitanti del Friuli Venezia Giulia, un vero e proprio mix di vini, vivande, vicende e vedute per conoscere ogni sfaccettatura di questa terra ricca ed ospitale.

In due o tre giorni ci si innamora di Udine, e lasciarla diventa difficile. Ma niente paura: ci si può sempre ritornare, magari al prossimo FRIULI DOC!


8 set 2020

Cappel del prete

 

Ho fatto un bel mazzetto colorato che,sistemato in un vaso (senza acqua), allieterà le grigie giornate d'autunno in casa mia 


Euonymus europaeus L.

Celastraceae

Berretta del prete, Corallini, Fusaria comune, Fusaggine, Berretta da prete, Evonimo comune,Berettaro, fusain d'Europe, Spindle tree, gewöhnliches Pfaffenhütchen, European Spindletree

Forma Biologica: P caesp - Fanerofite cespugliose. Piante legnose con portamento cespuglioso.
P scap - Fanerofite arboree. Piante legnose con portamento arboreo.

Descrizione: Arbusto cespuglioso deciduo, raramente alberello. Fusto brunastro con rami opposti, i giovani quadrangolari di colore verde opaco punteggiati di chiaro, presentano sottili rilievi longitudinali. Il legno è di colore giallo con odore di mela.Gemme apicali dei rami principali 2÷4 mm. Altezza 1÷5 m.

Foglie, Fiori, Semi: Le foglie sono picciolate, alterne ellittiche o lanceolate con apice acuto e margine finemente dentato; la pagina superiore verde scuro, quella inferiore più chiara.
fiori in cime ascellari multifiori 2÷9 elementi , sono ermafroditi, raramente anche unisessuali, tetrameri, si sviluppano contemporaneamente alle foglie; hanno breve peduncolo, calice gamosepalo verde, persistente, sepali verdi, petali di forma allungata-lineare, di colore bianco-giallastro o bianco-verdastro, lunghi ± il doppio del calice. Gli stami sono più corti della corolla.
frutti sono capsule pendule, carnose, con 4 lobi marcati, prima verdi, poi in autunno di colore rosso o rosa, lucide, Ø 10÷15 mm, i lobi aprendosi evidenziano uno pseudoarillo di colore arancione che riveste i semi, che sono tossici.

Tipo corologico: Eurasiat. - Eurasiatiche in senso stretto, dall'Europa al Giappone.
Europ. - Areale europeo.

Antesi: aprile÷Luglio

Distribuzione in Italia: In Italia è presente in tutte le regioni, tra lo strato arbustivo dei boschi di latifoglie o nelle siepi, dalla zona basale fino a quella montana; generalmente fra 0÷800 m, ma in Sicilia fra 400÷1.300 m s.l.m.

Note di Sistematica: Specie congeneri presenti nel nostro territorio sono:

Euonymus americanus L. - Evonimo americano arbusto che si distingue per rami verdi anche in inverno, ma violacei se esposti al sole; fiori pentameri, bianchi con sfumature rosa o viola, foglie ovali, che in autunno diventano di colore rosso scuro; frutti rosso arancio.

Euonymus japonicus L.f. - Evonimo del Giappone, che si distingue per essere pianta a sviluppo arbustivo, con foglie alterne, sempreverdi coriacee, lucide nella pagina superiore; fiori bianco-verdastri; capsula globosa o subglobosa da marrone giallo-bruno a rosso-marrone. 

Euonymus latifolius (L.) Mill. - Evonimo maggiore, che si distingue per essere pianta rara, cespugliosa, globosa, con foglie opposte, lanceolate a margine finemente dentellato lunghe sino a 16 cm; fiori solitamente pentameri, dialipetali con petali bianco-gialli lanceolati; frutti: capsule di colore rosa scuro con semi gialli, leggermente costolati. 

Euonymus verrucosus Scop. - Evonimo verrucoso, che si distingue per la corteccia verde cosparsa di verrucche nere, fiori tetrameri gemeralmente appaiati su un peduncolo comune; petali subrotondi di colore rossiccio .




Tassonomia filogenetica



_____________________________________________________________________________
Etimologia: Il nome del genere deriva dal greco "ev/eu" = buono, bene e "ònoma"= nome, quindi "buon nome", in questo caso ha un significato beneaugurante e scaramantico, una sorta di captatio benevolentiae, considerando la velenosità dei frutti; l'epiteto specifico indica il continente in cui è spontaneo. I singolari nomi volgari attibuiti a questa specie, Fusaria e Berretto del prete, si riferiscono il primo, all'antico uso del legno dei fusti, con il quale si realizzavano i fusi per filare la lana; il secondo alla forma e al colore dei frutti simili al “tricorno”: il berretto a spicchi con pompon centrale, tipico dei sacerdoti di campagna di un tempo.

Proprietà ed utilizzi: Immagine Specie tossica

Costituenti principali: evonimina, acido evonico, asparagina, resine.

Erba amara, astringente, diuretica, che stimola il flusso della bile: L' evonimina che è un glucoside cardioattivo ad azione digitalica, è nota anche per la sua capacità di favorire il movimento di tipo peristaltico intestinale, provocando la secrezione biliare.Per uso interno, nei disturbi del fegato e della cistifellea.Per uso esterno contro geloni, ascessi, acne e ferite, i frutti ridotti in polvere, o il loro decotto, sono utili contro i parassiti cutanei: pidocchi, e acari della scabbia; la polvere va impiegata frizionando a secco la testa.
È una pianta velenosa: i semi, le foglie e la corteccia contengono una sostanza che provoca convulsioni e diarrea, l'ingestione dei frutti può risultare mortale.

Curiosità: La compatteza, l'elasticità e la durezza del legno ne hanno permesso l'ultilizzo anche nella fabbricazione degli archi fino al Medioevo.
Per la sua duttilità, questo legno, era impiegato nella fabbricazione di stuzzicadenti, per lavori di intarsio e per fare archetti per viole.
I giovani rami, carbonizzati, erano utilizzati dai pittori come carboncino, mentre il carbone ricavato da questa pianta era impiegato nella fabbricazione di polvere da sparo.
L' olio estratto dalla pianta può essere impiegato per la produzione di saponi.
I fiori sono impollinati soprattutto da mosche; la disseminazione avviene ad opera di merli, pettirossi, tordi e altri uccelli, che sono attratti dai frutti vistosi.
Specie di cui esistono diverse cultivar, interessante dal punto di vista estetico grazie ai frutti dai colori sgargianti; Euonymus europaeus "Red Cascade" ad esempio ha colori autunnali più marcati della specie e frutti rosa, più abbondanti.
Le foglie e i rami di Euonymus europaeus sono gli organi generalmente colpiti dal "Mal bianco" malattia trofica causata da funghi Ascomycota della famiglia delle Dothioraceae: Dothichiza foveolaris (Fr.) Petr. 1921 ( = Dothichiza euonymi Bubák & Kabát). 
Sui tessuti infestati dal fungo si forma un rivestimento bianco-cenerino, di aspetto polverulento, dovuto all'intreccio di ife e all'emissione di un elevato numero di spore. Le aree colpite subiscono dapprima una decolorazione, poi la necrosi dei tessuti.
Wahoo è il nome indigeno assegnato a questa pianta sia dai creek che dai sioux. 
Diverse erano le specie utilizzate dai natvi nordamericani, la più importante era E. atropurpureus, usato per curare varie malattie, dai disturbi dell'utero alle infiammazioni degli occhi.
Verso la fine del XIX secolo, in Inghilterra si sviluppò una vera e propria mania per le piante di questo genere.





http://www.actaplantarum.org/floraitaliae/mod_viewtopic.php?t=9381

7 set 2020

Pohod po travnikih in gozdih, ki ga parpravlja/Escursione per prati e boschi organizzata da Invito a pranzo

kascate di Kot
foto dal web

 >> HLODIČ

>> v četartak, 10. šetemberja,
združenje Invito parpravlja pohod po travnikih in gozdih, de bi odkril’ trave, ki se jih muore jesti. Zbierališče bo ob 8:30 par gostilni Alla Cascata. Vpisajte se do 18. ure dneva pred eskurzijo na 339 840 3196, al’ pa na 349 324 1168, al’ na 0432 727490, al’ pa pisajte po elektronski pošti na segreteria@nediskedoline.it.

>> CLODIČ
>> giovedì, 10 settembre,
Invito a pranzo organizza un’escursione per i prati e i boschi alla scoperta delle erbe commestibili. Il ritrovo è previsto per le 8.30 alla trattoria Alla Cascata. Iscrivetevi entro le 18 del giorno precedente all’escursione al 339 840 3196, oppure al 349 324 1168, oppure al 0432 727490, o scrivete una mail a segreteria@nediskedoline.it.

NELLA PATRIA DEL FRIULI. LE VALLI DEL NATISONE

6 set 2020

SEI BILINGUE,NON AVRAI L'ALZEIMER


Un gruppo di ricercatori canadesi ha esaminato la documentazione clinica di 221 pazienti con Alzheimer e ha riscontrato che quanti parlano costantemente due o più lingue ritardano l'esordio dei sintomi anche di cinque anni rispetto alla restante popolazione. Lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista «Neurology». Secondo gli autori, il bilinguismo contribuisce a consolidare la «riserva cognitiva» del cervello. I vantaggi più evidenti sono sulla perdita di memoria, la confusione, la soluzione di problemi e la programmazione.

Uno studio di Ellen Bialystok (York University), Fergus Craik I. Mm (Rotman Research Institute), David W. Green (University College London), e Tamar H . Gollan (University of California, San Diego), pubblicato dalla rivista «Psychological science in the public interest» sostiene che i bambini che apprendono due lingue dalla nascita raggiungono gli stessi traguardi di base — ad esempio, la loro prima parola — dei bambini monolingui, ma possono utilizzare diverse strategie per l'acquisizione del linguaggio. Perciò i bilingui tendono ad avere risultati migliori rispetto ai monolingui su esercizi che richiedono un'alta concentrazione e la commutazione tra due o più compiti diversi.
Alla luce di queste ricerche non si può tacere la rabbia nei confronti di quegli insegnanti che per decenni in tutta la Slavia hanno cercato di convincere i genitori — riuscendoci in molti casi — a trasmettere ai propri figli solo l’italiano, pena futuri insuccessi scolastici. Ora la scienza certifica che hanno prodotto un grave danno. E non solo culturale.
http://www.dom.it/sei-bilingue-non-avrai-lalzheimer/


FORCA DI TERRAROSSA

 

foto di Valter Maestra

Forca di Terrarossa

La forca di Terrarossa è una poco marcata insellatura che separa la Cima di Terrarossa dalle Cime Gambon. La forcella è raggiungibile dal versante sud tramite la mulattiera della Cima di Terrarossa mentre a nord est precipita nel canalone dirupato della Huda Paliza.Dal polo turistico di Sella Nevea, raggiungibile da Chiusaforte attraverso la val Raccolana oppure da Tarvisio attraverso la Val Rio del Lago, risalire la stretta e ripida strada asfaltata che porta agli alpeggi del Montasio proseguendo fino al divieto di transito (m 1502, ampio parcheggio).
fonte http://www.sentierinatura.it/easyne2/LYT.aspx?Code=SentieriNatura&IDLYT=1970&ST=SQL&SQL=ID_Documento=1622

Il viaggio di Donnavventura riparte dal Friuli: la puntata e le bellezze...

Benvenuto Lukas/Dobrodošel Lukas-Un nuovo abitante a Montemaggiore di Taipana



E' nato Lukas ,figlio di Mateja Markočič e Silvano Cracina.Tanti auguri a Lukas ,a  mamma Mateja e a papà Silvano.

 Montemaggiore (Brezje in sloveno) è una frazione del comune di Taipana, in provincia di Udine.

Il paesino è collocato ai piedi della Punta di Montemaggiore - Gran Monte (m 1613) ad un'altitudine di m 790. Attualmente vi risiedono circa 15 abitanti ma fino alla metà del secolo scorso era popolato da oltre 300 persone, in gran parte contadini e allevatori. Questi ultimi, all'inizio di ogni inverno, si spostavano con le mandrie e le famiglie nel villaggio più riparato di Sdregnobardo, dove avevano delle abitazioni e delle stalle che oggi sono in totale abbandono.Alla fine della seconda guerra mondiale gran parte della popolazione fu costretta ad emigrare in FranciaSvizzeraCanada e perfino in Brasile. Il terremoto del 1976 dette il colpo finale a questo paesino che venne allora quasi completamente abbandonato nonostante la ricostruzione avvenuta negli anni '80. Gran parte delle case sono infatti utilizzate prevalentemente soltanto nel periodo estivo.





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