questo blog

questo blog

Translate

blog

blog

calendario

GIF

GIF

giulio

#veritàegiustiziaperGiulioRegeni

slide benecia

slide benecia
benecia

profilo di OLga

profilo di OLga
profilo OLga

Cerca nel blog

Powered By Blogger

gif

gif

follower

Visualizzazione post con etichetta slovenia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta slovenia. Mostra tutti i post

28 lug 2022

Istria slovena: alla scoperta della campagna (e non solo)

 Spesso si associa l’Istria slovena alla costa e ai suoi luoghi più famosi, come Piran/Pirano o Portorož/Portorose, ma in realtà si tratta di una regione ben più vasta e variegata, che comprende tantissimi luoghi da vedere e soprattutto esperienze da provare.

Abbiamo avuto modo di scoprire questi angoli nascosti durante un press tour organizzato dall’agenzia IstraTerra nell’ambito del progetto LAS Istria Reviving the Countryside (#ozivimopodezelje), cofinanziato dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale – l’Europa investe nelle zone rurali. Nel progetto sono coinvolti tre comuni: Koper/Capodistria, Izola/Isola e Ankaran/Ancarano.

Istria slovena: cosa vedere nel comune di Ancarano

Il nostro tour dell’Istria slovena è partito proprio da Ancarano (Ankaran in sloveno), dove siamo andati alla scoperta delle bellezze naturali di questo piccolissimo comune, iniziando da Debeli rtič – Punta grossa, che si trova sulla punta della Penisola di Ancarano. Si tratta di una delle rare aree marine della costa slovena rimaste incontaminate, proclamata parco naturale solo qualche anno fa, nel 2018, e classificata anche come zona protetta Natura 2000. Il parco si estende su 340 ettari, di cui 160 ettari di zona marina.

Debeli rtič – Punta grossa, uno dei luoghi più belli e selvaggi dell'Istria slovena.
Debeli rtič – Punta grossa, uno dei luoghi più belli e selvaggi dell’Istria slovena.

Qui si possono ammirare le tipiche falesie di flysch, una particolare formazione di strati di roccia sedimentaria, ai cui piedi si estende una scogliera sommersa. Un vero paradiso per gli amanti della geologia, ma non solo! Il mare turchese, la natura incontaminata e i panorami mozzafiato suscitano meraviglia in chiunque si soffermi ad ammirarli.

Questa zona è caratterizzata da una ricca varietà di fauna e flora marina, tra cui anche specie rare o minacciate, come pinna nobile, cavalluccio marino, tartaruga comune e marangone dal ciuffo. Alle spalle della scogliera si estendono 70 ettari di vigneti che circondano un piccolo boschetto di querce, resto di un bosco un tempo molto più vasto...https://www.slovely.eu/2022/07/26/istria-slovena-scoprire-la-campagna/


2 giu 2022

Sono stanco dello Stol - un simpatico mantra

Sono stanco dello Stol, un mantra che mi piacerebbe ancora ossessivamente recitare. Salito verso la vetta lungo la ciclabile da Sedlo. Saranno 11 km di salita con un dislivello di 1000 metri. Strada militare della grande guerra. Arrivato in cresta potevo proseguire per Kobarid, ma sono stato sconsigliato per mancanza di attrezzatura ciclistica. Ritornato indietro. Da Sedlo a Breginj e fino al ponte di Napoleone è stata un'altra grande avventura finita con un gelato a Kobarid.Romeo Trevisan

12 mag 2022

Più di 20 persone ferite nell'esplosione nella melamina di Kočevje

 


Stamattina più di 20 persone sono rimaste ferite nell'esplosione mattutina nello stabilimento chimico di Kočevje Melamin, due persone sono rimaste gravemente ustionate, due persone sono ancora disperse e sono perquisite. L'incendio è stato spento intorno alle 9:30, ha affermato su Twitter l'amministrazione per la protezione e il salvataggio, i vigili del fuoco stanno effettuando il raffreddamento. Le sostanze pericolose sono contenute e i residenti sono ancora invitati a rimanere al chiuso fino al completamento dell'intervento, che, secondo l'amministrazione, ha esito positivo. non rimanere all'esterno entro 500 metri dal luogo dell'esplosione. Il Comune di Kočevje ha anche invitato i cittadini su Facebook.

Il comandante dei vigili del fuoco di Kočevje, Leon Behin, ha detto a Radio Slovenia che tutti i vigili del fuoco di Kočevje che erano riusciti a contenere l'incendio erano sotto controllo ed erano sotto controllo. Secondo lui, tutti i feriti sono stati curati, due gravemente ustionati sono stati trasportati al Centro clinico dell'Università di Lubiana , che ha attivato un piano per incidenti di massa.

Nel Ljubljana University College vengono ricevuti i feriti dell'esplosione di Kočevje. Finora due sono stati trasportati in elicottero, il resto in ambulanza. “Abbiamo adattato il lavoro per lavorare in disastri di massa. Per ora è noto che 20 persone hanno bisogno di aiuto, comprese quelle che sono rimaste gravemente ferite", hanno detto su Twitter. Secondo l'Amministrazione Protezione e Soccorso, oltre ai vigili del fuoco, sono state attivate anche le unità mediche, un laboratorio ecologico con unità mobile, nonché l'assistenza con elicotteri.

La strada principale che attraversa Kočevje è ancora chiusa. La deviazione è su strade locali. Il traffico è deviato dalla polizia, riferisce il centro informazioni sul traffico.

Secondo la normativa ambientale, l'impianto di Melaminico è uno degli impianti a maggior rischio per l'ambiente. L'azienda, che è uno dei maggiori datori di lavoro della regione, è principalmente impegnata nella produzione di resine per pitture e vernici e nell'industria del legno, edile e tessile.

tradotto da https://www.primorski.eu/se/v-eksploziji-v-kocevskem-melaminu-vec-kot-20-poskodovanih-BD1104232

10 nov 2021

Cristoglie (Slovenia) e la sua chiesa

tratto da https://tonio57.blogspot.com/2021/11/cristoglie-e-la-sua-chiesa-pochissima.html?showComment=1636536722543#c220195891831227713


A pochissima distanza dalla città di Trieste, allontanandosi appena appena un po’ dal mare, si va oltre il confine in terra slovena, e il territorio cambia, troviamo colline con prati ben tagliati e fertili, tantissime le vigne che come soldatini sembrano indicarci il percorso. Ci siamo informati nei giorni precedenti, abbiamo trovato un numero di telefono dove ci sono stati elencati orari di apertura, le norme imposte dal Covid 19, e il prezzo del biglietto.
E’ una bella domenica mattina, giungiamo sul posto abbastanza presto, la prima cosa che abbiamo visto è il campanile, si perché siamo venuti fin qui per visitare una piccola e bellissima chiesa fortificata.


Siamo a Cristoglie o come si scrive in sloveno Hrastovje, un piccolissimo paese di poche anime ben tenuto e curato, qui sopra una collina sorveglia le case tutt’intorno come se fosse una sentinella la chiesa della SS. Trinità.


Questa chiesa ha la caratteristica di essere è uno dei rari esempi di chiesa fortificata all’esterno, ma non solo, è un vero scrigno d’arte anche all’ interno.


Nei secoli passati aveva un doppio ruolo, era un luogo di preghiera, ma anche una fortezza dove la popolazione trovava rifugio durante le tante invasioni turche.
E’ stata costruita intorno al 1200, le mura di fortificazione risalgono al 1500, oltre al campanile che svetta verso l’alto si possono notare due torri dalle quali si avvistavano i nemici. La fortificazione ha una lunghezza particolare, 32 metri di lunghezza, 16 di larghezza e 8 di altezza.


Il numero 8 e i suoi multipli, l’8 è simbolo di giustizia, di prosperità, anche il simbolo dell’infinito, e quindi simbolo della morte.
Non ci sono testimonianze che avvalorino questa tesi una cosa certa però c’è, se all’esterno è molto bella, quando si varca la piccola porta di questa chiesetta si rimane veramente sbalorditi.
Il fatto che non sia di grandi dimensioni, è poco importante,
In seguito a dei lavori eseguiti nel 1949, sono tornati alla luce sotto una forma di intonaco moltissimi affreschi, la chiesa è tutta tappezzata di affreschi, grazie al genio e alla bravura del pittore istriano Giovanni de Castua, che ha reso queste mura un vero libro da sfogliare, la Bibbia dei poveri (biblia pauperum), con il solo ed unico scopo di spiegare alla popolazione analfabeta la visione religiosa medioevale.




E’ un eccezionale ciclo di affreschi risalenti al tardo Medioevo, e al rinascimento è uno dei più importanti cicli pittorici dell’Istria Slovena, si è potuto risalire con certezza grazie alla firma del pittore e alla data dell’anno in cui sono stati realizzati gli affreschi: il 1490. La chiesa ha tre navate, con presbiterio poligonale in facciata sull’arcata dell’abside centrale si trova il trono della Divina Misericordia, nelle arcate sottostanti sono rappresentati gli Apostoli,

nell’abside settentrionale troviamo i Santi Cosma e Damiano insieme ad una rappresentazione fuori dall’uso comune dei Re magi,




proprio sotto di loro c’è un'antica iscrizione in alfabeto slavo utilizzato dagli evangelizzatori cristiani che avevano il compito di convertire la popolazione, questa iscrizione ci permette di sapere che gli affreschi furono commissionati dal parroco di Kurbed Tomič Vrhovič ,ed eseguiti da Giovanni da Castua che ha firmato con il proprio nome Johannes de Castua e la data della realizzazione

In parte il muro della navata centrale, è decorato con l’incoronazione della vergine alla destra e alla sinistra ci sono le scene dell’annunciazione a Maria,




sulla volta centrale è raccontata la Genesi, ossia le origini del mondo,





la creazione dell’uomo, Adamo ed Eva


e la cacciata dall’Eden.
Sopra la porta si trovano i Santi protettori delle malattie infettive, come la peste, San Sebastiano, San Rocco e San Fabiano.
Oltre alla narrazione religiosa, ci sono affreschi che rappresentano la vita quotidiana, sulle volte della navata meridionale  troviamo i mesi da gennaio a luglio, mentre sulle volte della navata settentrionale i mesi da agosto a dicembre, che ci raccontano le azioni che l’uomo svolgeva nell’arco temporale di un anno, dalla semina al raccolto, dalla vendemmia alla macellazione del maiale. Viene inoltre rappresentato l’anno (annus) , del tempo (tempus) e San Geronimo.
Nella parete settentrionale sfila il corteo della visitazione e dell’adorazione dei Re Magi. Sul lato occidentale è decorato il congedo da Erode.
La passione di Gesù, si snoda lungo la parete occidentale e in parte anche sulla parete meridionale.



Proprio sotto nella parete meridionale desta particolare attenzione la danza macabra. In quel periodo la peste mieteva vittime tra giovani ed anziani, non risparmiava nessuno, ne poveri ne ricchi, ci furono tante vittime, e ieri come oggi, ci viene raccontato che la morte arriva per tutti, non guarda il ceto sociale, non guarda l’età, in poche parole questo affresco ci ricorda “che dobbiamo morire”.



Questo tipo di pittura si sviluppò per lo più in Francia, ad Avignone. In Italia, in Trentino a Pinzolo,



in Lombardia a Clusone in provincia di Bergamo,




a Santa Caterina del Sasso in provincia di Varese,



persino ad Atri in Abruzzo dove si trova la copia identica della rappresentazione di Avignone.





17 set 2021

La pasticcIerIa della casa Hiše - Franko è la migliore del mondo, Ana Roš è settima tra gli chef


Ana Roš del miglior ristorante sloveno Hiše Franko di StarO Selo è balzata dalla 18° lista internazionale dei Best Chef Awards dello scorso anno dal 18° posto dell'anno scorso all'élite ten con il settimo posto. Anche la croata Maša Salopek, che si occupa dei dolci alla Franko House, è riuscita a fare un risultato impressionante, essendo stata scelta come la migliore pasticciera del mondo.

La lista dei Best Chef Awards è composta da 200 professionisti del mondo culinario, inclusi 100 vincitori dello scorso anno.

Ana Roš è l'unica slovena della suddetta scala, pubblicata mercoledì ad Amsterdam per il 2021. Quest'anno, il lusinghiero titolo di miglior chef del mondo è stato assegnato allo spagnolo Dabiz Muñoz del ristorante di Madrid DiverXo.

tradotto dal Novi Matajur

12 set 2021

Bolnica Franja, l’ospedale dei partigiani

 C’è un luogo, ben nascosto tra le montagne sopra Cerkno, dove i tragici eventi dell’ultima guerra mondiale hanno lasciato un ricordo indelebile dell’eroismo di alcuni uomini e donne: medici, infermieri e semplici volontari che donarono loro stessi per aiutare e spesso salvare i propri compagni feriti durante la guerra di liberazione dal terrore nazifascista. Questo luogo è la Bolnica Franja, l’ospedale dei partigiani costruito alla fine del 1943, in piena occupazione tedesca, all’interno delle gole di Pasica. Un luogo al tempo stesso commovente ed inquietante, memoria della tragedia che ha attraversato la nostra Europa nel secolo scorso.

Le gole di Pasica
Le gole di Pasica

Se la Wehrmacht non è mai riuscita a localizzare e distruggere questo incredibile ospedale da campo, la natura è purtroppo riuscita dove i tedeschi hanno fallito: nel settembre del 2007 una terribile alluvione ha spazzato via quasi tutte le baracche, ritrovate diversi chilometri più a valle, e con loro la gran parte della mobilia e degli oggetti originali del campo.

Con grande sforzo economico e logistico l’ospedale è stato completamente e fedelmente ricostruito e riaperto al pubblico nel 2010, grazie all’impegno del governo sloveno e soprattutto alle donazioni provenienti non solo dalla Slovenia ma anche dall’estero, in particolare dall’Italia.

31 ago 2021

Ana Roš ha aperto la porta ai rifugiati afghani


La dignità e la possibilità di una vita normale sono la migliore assimilazione per un rifugiato, crede la famosa chef Ana Roš della Casa di Franko, dove hanno già aperto il cuore e le porte a un rifugiato dall'Afghanistan.

Con il ritiro delle forze armate statunitensi e di altre potenze occidentali, il paese è caduto immediatamente in un nuovo caos dopo due decenni sotto il dominio dei talebani, che hanno preso il potere praticamente senza combattere e hanno gettato in disgrazia migliaia di compatrioti.


La storia e la filosofia di Hiša Franko sono ben amalgamate con le tradizioni e il territorio della regione di Posočje. Un territorio che può essere ostile ...
Menù · ‎La cucina di Ana · ‎FAQ · ‎Camere

Almeno uno avrà per qualche tempo una nuova casa con un ristorante due stelle Michelin nel Posočje. “Ringrazio i miei amici di Kabul per avermi aperto gli occhi. L'invito vale anche per gli amici di tutto il mondo, Slovenia ed Europa, non lesinare sui visti", ha scritto la Roš su Instagram: "Hamid, benvenuto".

tradotto dal Novi Matajur

18 ago 2021

Perché il nonno riusciva ad utilizzare insulti così originali? Ricordi di famiglia ci portano nel mondo della lingua slovena


  Edvard Cucek

Mio nonno era sloveno “costiero”. Oggi li chiamano così. A lui piaceva dirsi semplicemente istriano. Era originario di Postumia. 4 ore a piedi da Tergest, come scherzava con noi nipoti tanti anni fa. Da giovane insieme alla sua numerosa famiglia finì in Bosnia.

Aveva un senso dell’umorismo particolare. Punzecchiava in modo originale rischiando sempre di non essere compreso “dai locali” in quanto utilizzava una lingua che non era sua. Bilingue dalla nascita (parlava sloveno e italiano) il serbo-croato lo aveva imparato solo nella sua “nuova patria”.

I ricordi sono sempre più vaghi e sbiadiscono però il fatto che ci prendesse in giro in tutti i modi e che noi nipotini non eravamo mai certi se quello che ci raccontava, ci chiedeva o altro era una presa in giro, è un segno indelebile rimasto impresso nella nostra memoria familiare. Come con noi, spesso scherzava anche con la nonna: inventandosi qualche parolaccia, qualche “bestemmia leggera” oppure malediceva in un modo tutto suo. Era palese a chiunque che, nonostante i tanti anni trascorsi in Bosnia, non fosse nato lì. Quando la nonna infuriata lo rimproverava di smettere con i suoi “modi sloveni di maledire” lui ribatteva: “Ci avete insegnato voi (serbi, croati e bosniaci intendeva, nda) a dire le brutte parole. Noi non le abbiamo mai avute”. E lo diceva con lo sguardo da birichino. 

Da quegli anni nasce il mio desiderio, mai esaudito, di imparare lo sloveno. 

L’inno sloveno

Recentemente mi ha invogliato di nuovo una notizia del marzo di quest’anno. Zdravljica (in italiano “Brindisi”), la poesia di cui la settima strofa dal 1991 (l’anno della dichiarazione dell’indipendenza della Repubblica di Slovenia) costituisce ufficialmente l’inno sloveno, è stata proclamata dalla Commissione europea patrimonio europeo  .

Il che significa che - indirettamente - anche l’inno sloveno da quella data è patrimonio di tutti gli europei  .

Questa poesia, scritta da France Prešern nel 1844, mi incuriosisce molto perché sottolinea l’appartenenza ad un popolo, non grande e poco conosciuto agli stessi europei, senza però glorificare il nazionalismo. Anzi, orgogliosamente ribadisce l’apertura verso i popoli fraterni. 

Non per caso nella settima strofa, scelta per l’inno nazionale, non c’è nessun richiamo a radici, nazione o senso di appartenenza. Soltanto un desiderio universale di pace, fratellanza e convivenza. Tra gli inni che conosco quello sloveno è unico e bellissimo. Più un’ode all’umanità che un inno nazionale.

Vivano tutti i popoli

che anelano al giorno

in cui la discordia verrà bandita dal mondo

ed in cui ogni nostro connazionale

sarà libero

ed in cui il vicino

non un diavolo, ma sarà un amico

Standardizzazione della lingua e le prime traduzioni di opere in lingua slovena

Oggi come pioniere che ha posato le basi della lingua slovena letteraria e standardizzata si considera Primož Trubar, con diverse opere e traduzioni, pubblicate dal 1550 al 1564, l’anno in cui tradusse anche il Nuovo Testamento della Bibbia. La prima grammatica slovena esce già nel 1584, redatta da Adam Bohorić.

Gli sloveni vantano anche di aver avuto, primi tra i popoli slavi, l’intera Bibbia tradotta nella loro lingua sin dal 1584: fu la straordinaria opera di Jurij Dalmatin. In lingua croata ad esempio la Bibbia si potrà leggere soltanto dal 1831 tradotta dal francescano Petar Katančić e tra i serbi e in alfabeto cirillico ancora più tardi (nel 1847 Vuk Karadžić- Vecchio Testamento e nel 1865 Djura Daničić- Nuovo Testamento).

Considerando che all’epoca della nascita della lingua slovena moderna l’alfabetizzazione tra i popoli si diffondeva proprio tramite testi religiosi il fatto di essere la dodicesima lingua del mondo in cui la Sacra Scrittura è stata tradotta rende veramente onore a questo popolo alpino. Oltre ad occuparsi di letteratura religiosa i traduttori e letterati sloveni - in questo caso devo nominare Jeronim Megiser - hanno permesso ai connazionali di avere i primi dizionari di altre lingue europee, come quello tedesco-latino-italiano-sloveno del medesimo autore pubblicato addirittura nel lontano 1592.

I dialetti e le università

Lo sloveno è una lingua europea parlata - tra i residenti in Slovenia e le comunità slovene nei paesi confinanti, oltre alla diaspora - da non più di 2,3 milioni di persone. Nonostante questi numeri esigui ha 46 dialetti, riconosciuti e vivi derivanti da otto gruppi dialettali, ciascuno con particolari caratteristiche linguistiche. 

Oggi chi lo desidera può studiare questa lingua in 25 paesi diversi, presso 45 istituti tra cui alcune università di prestigio come quella nella città austriaca di Graz dove una cattedra per la lingua slovene esiste già dal 1811.

In Italia è possibile studiare sloveno presso le università di Padova e Napoli. In alcune università non in territorio sloveno era possibile studiare sloveno quando lo sloveno nella Slovenia occupata dai nazi-fascisti era proibito. Mentre per esempio nell’odierna provincia del Südtirol/Alto Adige durante il ventennio fascista era vietato l’insegnamento del tedesco, agli sloveni i fascisti proibirono anche di usare la loro madre lingua in pubblico.

Il nonno e le maledizioni

Tornando al nonno: modalità di maledire e di insultare radicate in tutta la ex-Jugoslavia da secoli (Bosnia, Croazia, Serbia e Montenegro) sono entrate nell’uso quotidiano tra gli sloveni soltanto all’inizio del 20mo secolo.

Ma tutt’oggi resistono anche dei modi tradizionali sloveni di maledire, ben distinguibili da tutti gli altri. Alcuni esempi - che riportiamo qui sotto nella loro versione originale e tradotti in italiano - fanno pensare agli sloveni come ad un popolo incapace di voler male.

Kršćen Matiček - Matteo battezzato.

Stotinu kosmatih medvedov - Cento orsi pelosi.

Naj te koklja brcne - Che la gallina ti becchi

https://www.balcanicaucaso.org/aree/Slovenia/Mio-nonno-e-lo-sloveno-203331

28 lug 2021

Primož Roglič


 Dopo il secondo Tour de France consecutivo e il bronzo alle Olimpiadi vinti da Tadej Pogačar, arriva un'altra incredibile soddisfazione per il ciclismo sloveno.

🚴🚴🚴
Pochi minuti fa, alle Olimpiadi di Tokyo 2020, Primož Roglič ha vinto la medaglia d'oro nella corsa a cronometro! 🥇
Per Primož una meravigliosa rivincita dopo la tanta sfortuna avuta all'ultimo Tour.
Congratulazioni Primoz! 🤗🥳🏆

vignetta

vignetta
vauro

io sto con emergency

logotip

logotip
blog