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IVAN TRINKO padre della Benecia

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Visualizzazione post con etichetta letteratura slovena. Mostra tutti i post
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23 mar 2022

Presentazione del volume Poesie di France Prešeren


  Il 21 marzo primo giorno di primavera

💐 e Giornata mondiale della poesia a Trieste lo abbiamo festeggiato con la presentazione della nuovissima traduzione in italiano delle Poesie di France Prešeren.
L'Associazione degli Slavisti di Trieste-Gorizia-Udine, in collaborazione con la Slovenska kulturno-gospodarska zveza Unione Culturale e Economica Slovena, la Svet slovenskih organizacij Confederazione delle Organizzazioni Slovene e con il patrocinio del Consiglio regionale FVG ha presentato ieri il volume Poesie di France Prešeren (1800-1849), il massimo poeta romantico sloveno, di cui è steta proposta al pubblico una serie di poesie commentate da Miran Košuta, traduttore dell’opera omnia prešeriana, e da Darja Betocchi. La prof. Marija Pirjevec ha illustrato alcuni aspetti significativi dell’opera poetica di Prešeren e del suo ruolo nell’ambito delle lettere slovene. Le liriche del grande poeta romantico sono state recitate dall'attrice Nikla Petruška Panizon, accompagnata dalle note della violoncellista Andrejka Možina.
Con noi anche l'assessore regionale alla cultura Tiziana Gibelli.

9 feb 2022

OSCURAMENTO nuovo libro di Boris Pahor

 


Radko Suban è un giovane triestino di origine slovena che, nell’autunno del 1938 sentendosi inadeguato, sbagliato e incompreso abbandona il seminario e una strada già decisa per partire in cerca di se stesso. Si trova però impigliato nelle pieghe della Storia: da un lato insegue in modo quasi ossessivo il reinserimento a pieno titolo nella società laica, dall’altro cerca di ricostruire il suo universo di giovane uomo attraverso un’educazione sentimentale tardiva resa più difficile dalla situazione politica del periodo e dall’incombere della guerra. È in questo contesto che incontra Mija, ma proprio quando la loro amicizia si sta trasformando in qualcosa di più Radko è chiamato al servizio di leva e viene inviato in Libia. Mentre lui è lontano Mija sposa Darko Ličen, militante comunista come lei, ma al ritorno di Radko, dopo l’8 settembre, Darko è in galera e Trieste è occupata dai nazisti. È qui che lui e Mija si ritrovano pienamente, in un incontro necessario, quasi un appuntamento sancito dal destino. Ma la guerra non si ferma e travolge tutto quello che incontra, anche Radko, Mija e Darko. Boris Pahor ha fatto di Radko Suban il proprio alter ego per raccontare le vicissitudini sue e del suo popolo all’alba e durante il secondo conflitto mondiale.

https://www.amazon.it/Oscuramento-Boris-Pahor/dp/8834608763

Boris Pahor (Trieste26 agosto 1913) è uno scrittore e insegnante sloveno con cittadinanza italiana.continua...https://it.wikipedia.org/wiki/Boris_Pahor

16 gen 2022

I SOGNATORI DI LUBIANA

 


«Gli piacevano le nebbiose serate autunnali, nelle quali si vede solo ciò che è davvero vicino. In quel piccolo mondo circoscritto nel raggio di un metro, delimitato da punti di umidità condensata, in cui non c’è posto per nessun altro, poteva fingere di essere solo: per strada, nella città, nel mondo».


I Sognatori di Lubiana, romanzo di Dino Bauk – avvocato ed editorialista del settimanale "Mladina" – ha vinto il premio per il miglior esordio alla Fiera del libro di Lubiana ed è stato tra i finalisti del Premio Kresnik, come miglior romanzo della Slovenia.

È ambientato tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, gli anni in cui tutto quello che sembrava certo, solido, eterno, cominciò a sfasciarsi: crollò il Muro di Berlino, si dissolse la cortina di ferro, si frantumò quella che sembrava una virtuosa unione di sei repubbliche socialiste.  

Il protagonista è Denis, un ragazzo che sull’autobus si siede sempre in fondo, nell’ultima fila, per avere una visuale su tutto, osservare gli sconosciuti, indovinare il lavoro che fanno e inventarsi delle storie. I suoi amici sono Peter e Goran; insieme hanno una band nella quale lui suona il basso, non perché sia particolarmente bravo ma perché quello è l’unico ruolo libero. È un bassista nella media, molto meglio come cantante perché con la sua voce rotta dà colore alla musica.

Un giorno, sull’autobus che dal Villaggio porta al centro di Lubiana, sale Mary, una ragazza mormone giunta nel paese comunista per una missione di evangelizzazione. Denis l’aggancia, inizia una relazione che ben presto è costretta a morire: Il 23 dicembre 1990, infatti, si tenne un referendum sull'indipendenza nella Repubblica di Slovenia che decretò di fatto l’espulsione di migliaia di cittadini. Fra questi c’era anche Denis, che a differenza di Peter, diventato un burocrate e Goran, un manager corrotto, si è ritrovato a combattere con una divisa militare della tribù X, «…a girovagare per una cittadina desolata dalla quale erano fuggiti tutti gli appartenenti alla tribù Y e Z. Si era abituato all’uniforme, all’elmetto e al kalashnikov, ai villaggi e alle piccole città deserte che incontravano a ogni loro avanzata…».

Questo dice Denis dopo essere entrato in una casa dalla quale gli abitanti sono fuggiti:

«Nello specchio, come ultima persona a lasciare l’abitazione, si è riflesso il padre, in uniforme mimetica, la stessa che indosso io, solo il nastro sopra il gomito destro è di un colore diverso, e però entrambi i colori per i daltonici sono un grigio (cazzo, ci faremmo la guerra tra di noi in mezzo a queste maledette montagne se fossimo tutti daltonici, se non riuscissimo a distinguere i colori?)».

Un romanzo pieno di suggestioni e di musica che alla fine ti invoglia ad andare su Youtube per cercare i video dei gruppi Azra e EKV: voci del dissenso, del malessere e del desiderio di fuga, in quegli anni in cui la Jugoslavia si dissolse.

Nella postfazione, Svetlana Slapšak definisce il romanzo di Bauk “come un dropbox della memoria”, un dropbox nel quale confluiscono i ricordi, i pensieri, i messaggi e le lettere non spedite di tutti i protagonisti, compresa Mary, la ragazza mormone che non ha mai dimenticato quei giorni nei quali, oltre a conoscere Denis ha anche trovato il coraggio per fuggire dalla comunità. 

«Mentono allo stesso modo anche le fotografie e le registrazioni che conserviamo unicamente negli scomparti della memoria? Le cose sono accadute proprio come ce le ricordiamo?» pensa Mary.

Probabilmente è così ma è di conforto pensare che ci sia una nuvola virtuale nella quale confluiscono e si intreccino i pensieri e i ricordi di persone che non si ha più avuto occasione di rivedere. Come dice Denis alla fine: «Forse esiste un punto nello spazio e nel tempo nel quale torneremo a incontrarci, un punto in cui tutto ritornerà al suo posto, il punto del perfetto equilibrio».
https://www.crunched.it/leggere/1490-i-sognatori-di-lubiana-dino-bauk.html

Dino Bauk (nato nel 1972) è un avvocato e scrittore sloveno . Ex funzionario pubblico, ha raggiunto la ribalta letteraria con il suo romanzo d'esordio The End. E ancora ( Konec. Znova , 2015). Il libro ha vinto il premio per il miglior debutto alla Fiera del libro slovena ed è stato selezionato per il premio Kresnik come miglior romanzo dell'anno. È noto anche per i suoi racconti e le sue rubriche sul settimanale sloveno Mladina . 

14 gen 2022

Isonzo-Soča

Ljubka Šorli (Tolmino19 febbraio 1910 – Gorizia30 aprile 1993) è stata una poetessascrittrice e insegnante slovena.

Le sue opere sono segnate dall'esperienza della guerra e della persecuzione, e cantano i luoghi della Slovenia, la natura e le tradizioni religiose. Pubblicò inizialmente in riviste parrocchiali di lingua slovena, illegali sotto il Ventennio fascista. Figura schiva e riservata, è stata per lungo tempo sconosciuta anche al pubblico sloveno. Una traduzione in italiano di alcune sue poesie, "Canti spezzati", è stata pubblicata nel 1994.

Isonzo-Soča

 "Gledajo moje oči to lepoto,

napaja ob njej se mi duša -

kakor začarana svetu se umika,

da tajnosti božje posluša."

"Osservano i miei occhi la bellezza,
l'anima mia s'inebria d'essa -
piena d'incanto fugge dal mondo,
porge l'orecchio ai misteri divini."
Ljubka Šorli (1910-1993)
da fb

29 dic 2021

GARMAK-GRIMACCO

 GARMAK di Andreina Trusgnach

 


Po vasi nie vic obednega,

 grede ki gu luhtu na zvezda umiera.

 Lucˇ te velika na sveti: sa, 

morebit, je buojš na videt!

 Korito tecˇe njega suze 

an ist z njim.

 

Anta potlè, pozime,

 lucˇi od hiš

 parjo zvezde gu luhtu.


In paese non c’è più nessuno 

mentre in cielo una stella muore 

Non splende una luce vigorosa,

 chissà forse è meglio non vedere! 

Dalla fontana sgorgano lacrime 

e così pure da me. 

E poi in inverno 

le luci delle case

 paiono stelle in cielo.

fonte http://ilmondodigianni.altervista.org/wp-content/uploads/2019/02/ventodellevalli_2.pdf



Andreina Cekova Trusgnach è nata a Cividale nel 1961.
Vive a Cosizza di San Leonardo.
Partecipa attivamente alla vita delle associazioni slovene della Provincia di Udine e al Čezmejno Kulturno Društvo – Circolo di Cultura Transfrontaliero Nit (ex PoBeRe).
Nel 2011 il Circolo di Cultura – Kulturno Društvo Ivan Trinko di Cividale ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie “Sanje morejo plut vesoko – I sogni possono volare alto“.
Nel 2018 ha vinto il Concorso di Poesia BlueNotte di Gorizia.
Un suo scritto è stato premiato come Miglior testo al Senjam Beneške Piesmi- Festival della canzone slovena della Benečija (Grimacco, Udine 2018).
Si è classificata seconda al XVI Premio Ischitella-Pietro Giannone 2019, con la silloge in dialetto sloveno delle Valli del natisone “Pingulauenca, ki jo nie bluo” – “L’altalena che non c’era” (Ischitella, Foggia 2019).
Nel suo recente curriculum ci sono la Segnalazione di merito al XVIII Premio Nazionale di Poesia dialettale Moschetta (Locri 2019); il secondo posto, nella sezione poesia libera, al V Concorso di Poesia “Un cuore, una voce” (Firenze 2019) e la vittoria al VI Premio Internazionale di poesia “Giovanni Bertacchi” (Campidoglio, Roma 2019).

fonte https://farevoci.beniculturali.it/fare-voci-gennaio-2020/

 

28 nov 2021

Čuj, deklica, jablanov cvet-Ascolta, ragazza, un fiore di melo

 


Čuj, deklica, jablanov cvet

Čuj, deklica, jablanov cvet
ti pada tiho na oči.
Jaz, potepuh, te brez besed
polagam v divjo rast noči.
O nič se, deklica, ne boj,
jablanov cvet je luč nocoj.

Objeta čutiva temò,
kako omamljena trohni.
Telesi padata na dno,
otožna čistost ju teži.
O nič se, deklica, ne boj,
jablanov cvet dehti nocoj.

A ko bo cvet jablanov spet
osul se in narasel v plod,
takrat se bo zarasla sled,
odšel bom svojo zadnjo pot.
Takrat, o deklica, se boj,
takrat bo senca nad teboj..

Ascolta, ragazza, un fiore di melo
Ascolta, ragazza, un fiore di melo
ti cade piano sugli occhi.
Io, vagabondo, senza parlare
ti adagio nel selvaggio crescere della notte.
O nulla, ragazza, non devi temere,
il fiore di melo è luce stanotte.
Avvinti sentiamo l’oscurità
marcire, come inebriata.
I corpi piombano sul fondo,
carichi di un malinconico candore.
O nulla, ragazza, non devi temere,
il fiore di melo profuma stanotte.
Ma quando il fiore di melo sarà
nuovamente piantato e darà frutto,
allora coprirà la scia,
me ne andrò per la mia ultima via.
Allora, o ragazza, abbi timore,
allora sarà su di te l’ombra.

 Edvard Kocbek nasce nel 1904 nel paese di Sveti Jurij ob Ščavnici, nella zona di Murska Sobota (Slovenia nord-orientale). La sua educazione ha inizio nelle scuole tedesche di Maribor, dove, dopo aver studiato a Ptuj, frequenta anche il ginnasio, per la prima volta interamente in sloveno. Già al liceo inizia a frequentare i circoli di socialisti cattolici, appassionandosi agli autori social-democratici come Ivan Cankar. ..https://poetarumsilva.com/2018/06/22/ostri-ritmi-18-edvard-kocbek/

21 nov 2021

SONO UN ALBERO

 


SONO UN ALBERO

JAZ SEM DREVO,
ki je samo ostalo.
Gnezdo je prazno,
ptički so se razšli.
Kadar se moker večer
nasloni na pobešene veje
in v megli klikne prezebla ptica,
srce zaječi.
Le kakšen rumen list še
- spomin na davno poletje -
se v meni kot odsoten sam vase smehlja.
Še malo in kaplje samote
bodo dolble dolble
nage veje in prezebla tla.
Da.
Šlo je, kot gre vse - mimo.
In jaz sem samo še
trudno trudno drevo.
Ivan Minatti
SONO UN ALBERO
rimasto solo.
Il nido è vuoto,
gli uccellini son volati via. Quando la pioggia della sera
si posa sui rami chini
e nella nebbia s’ode il fremito d'ali infreddolite,
sale un gemito dal cuore.
Qualche foglia gialla ,ancora
- ricordo dell’ estate -
dentro di me , quasi assente, sola sorride.
Ancora per poco e gocce di solitudine
scaveranno , scaveranno
rami nudi e terra intirizzita.
Si.
Così è andato, come tutto se ne va– Via.
E io sono ancora, soltanto
un albero stanco, stanco.
Ivan Minatti ( 1924 - 2012). Poeta di rara sensibilità, dai sentimenti profondi e puri.

Ivan Minatti (22 marzo 1924 – 9 giugno 2012) è stato un poeta , traduttore ed editore sloveno Ha iniziato a scrivere poesie prima della seconda guerra mondiale , ma appartiene principalmente alla prima generazione di poeti sloveni del dopoguerra. È uno dei migliori rappresentanti dell'intimismo sloveno . 

Dallo sloveno Aleksandra Devetak

19 set 2021

" O Vrba "di France Prešeren Letteratura slovena

 

chiesa di S.Marco a Vrba
http://en.wikipedia.org/wiki/St._Mark's_Church,_Vrba


O Vrba, srečna, draga vas domača

O Vrba! srečna, draga vas domača,
kjer hiša mojega stoji očeta;
de b’ uka žeja me iz tvojga svéta
speljala ne bila, goljfiva kača!
Ne vedel bi, kako se v strup prebrača
vse, kar srce si sladkega obeta;
mi ne bila bi vera v sebe vzeta,
ne bil viharjov nótranjih b’ igrača!
Zvestó srce in delavno ročico
za doto, ki je nima miljonarka,
bi bil dobil z izvoljeno devico;

mi mirno plavala bi moja barka,
pred ognjam dom, pred točo mi pšenico
bi bližnji sosed vároval – svet’ Marka.
O Vrba!
Felice, caro paese natio,
dove si trova la casa di mio padre;
non mi allontanasse dal tuo mondo la sete del sapere,
serpente ingannatore..

Non avrei imparato, come si trasforma in veleno
tutto ciò che il cuore desidera dolcemente,
non avrei perso la fiducia in me
 stesso
non sarei stato vittima dei tormenti dentro di me!

Avrei trovato con una vergine prescelta,
un cuore fedele e una manina laboriosa
per una dote che non è posseduta da una donna ricca.

La mia barca avrebbe navigato in pace,
San Marco il mio vicino di casa, mi avrebbe protetto la casa dagli incendi e il grano dalla grandine.

traduzione  fornitami da  Ana Anica che ringrazio

O Vrba "è un sonetto scritto nel 1832 e successivamente corretto dal poeta slovenromantico France Prešeren , che è considerato il poeta nazionale della Slovenia . E 'stato pubblicato nel 1834 nel quarto volume dell' almanacco Krajnska čbelica (Carniola Bee). E' 'l'esposizione introduttiva di un ciclo di sei sonetti, dal titolo i Sonetti della sfortuna ( sloveno :Sonetje nesreče ). Il sonetto è dedicato al villaggio di Prešeren Vrba , che esprime un senso di generale malinconia sopra l'idillio perduto dell'ambiente rurale. Secondo i critici letterari contemporanei sloveni, in particolare Marija Pirjevec , Boris Paternu e Janko Kos , il significato del sonetto è centrato sul problema della precarietà ed infelicità di un libero soggetto distaccato dal teocentrica visione del mondo. La forma sonetto segue le regole astratte da August Wilhelm Schlegeldai sonetti di Petrarca . Nel 20 ° secolo, diverse interpretazioni musicali del poema sono state create, il più noto di loro probabilmente essere una versione dalla slovena folk rock musicista Vlado Kreslin .

http://en.wikipedia.org/wiki/O_Vrba

15 set 2021

SREČKO KOSOVEL

 


VIDI DEI PINI CRESCERE


Vidi dei pini crescere
al cielo. Imperturbabili
nel fuoco dei soli.
Vidi già il rogo
che li arderà.


Su bianchi cuscini
i monti-vegliardi posarono
il capo silente. —
Bisbigliano i pini.
(Chi mai li sente?)


Erano lì —
colonne di fuoco
svettanti nel cielo...


Il mio corpo s’incenerì.



VIDEL SEM BORE RASTI

Videl sem bore rasti
v nebo. Stoike mirne
skozi ognje sonc.
Videl sem že požar,
ki jih bo požgal.


Na belo blazino so
naslonili starci-hribi glavé
in obmolknili. —
Bori šumijo.
(S kom govore?)


Videl sem jih,
kako so romali
goreči stebri — v nebo ...


V pepel se mi je sesulo telo.



Srečko Kosovel (Sesana18 marzo 1904 – Tomadio27 maggio 1926) è stato un poeta e critico letterario sloveno.

Ultimo di cinque fratelli, nacque il 18 marzo 1904 a Sesana. Nel 1908 la famiglia si trasferì a Tomadio e si stabilì nella scuola del paese. Nel 1916 andò a studiare a Lubiana, al liceo scientifico tedesco e successivamente, nel 1922 alla facoltà di lettere e filosofia dell'Università di Lubiana. Le sue prime poesie sono in prevalenza impressionistiche. Dal 1925 iniziò a scrivere poesie di tipo costruttivista. Iniziò a pubblicare dal 1921 in diverse riviste letterarie di Lubiana e Trieste[1]. Morì nel 1926, all'età di 22 anni, colpito da una meningite. Inizialmente nelle sue poesie è forte l'influenza dell'impressionismo e di Josip Murn. Temi ricorrenti sono il Carso, la madre, la morte con valenza spesso simbolica. Le sue poesie d'avanguardia vennero pubblicate per la prima volta, postume, molto tardi, nel 1967 e rappresentarono un elemento di prima grandezza nel panorama culturale sloveno[2]

9 set 2021

PENSIERO MALINCONICO

 


Pensiero malinconico
Il tempo estivo ci ha detto addio.
Il coro di cicale non si fa sentire.
Il vento porta odore d'uva fatta,
Iddio ha benedetto terra e vigne.
E' qui l'autunno, bello e generoso.
Esso ci sa colmare il cuore inquieto
quando alla natura in grembo andiamo.
Natura - madre gentile e premurosa!
Lampeggiano i boschi nel sole d'autunno,
i cespugli di sommacco prendono fuoco
come i falò di S. Giovanni in Carso.
Riporta a me la giovinezza, autunno,
getta ponti di sogno verso di essa.
Il cuore muore senza speranza e senza sogni.
Ljubka Šorli, 
Traduzione di Diomira Fabjan Bajc.

4 set 2021

Aria d'autunno

 



Poeti sloveni del Litorale,

tradotti da JOLKA MILIČ ( Sežana 1926 – Sežana 2021)
Srečko Kosovel (Sežana 1904 - Tomaj 1926)
Aria d'autunno
L'aria è viva e trasparente,
sparsa sulla città;
l'argenteo sfavillio dello stagno
è silente, freddo e placido.
Nessuna brezza si leva
per spezzare l'argento
che riluce su queste acque,
per risvegliare l'albero.
Sembra che lo stagno riposi
E che il suo fondo sia morto
e chino su di lui
l'albero nero stia in ascolto.

Ultimo di cinque fratelli, nacque il 18 marzo 1904 a Sesana. Nel 1908 la famiglia si trasferì a Tomadio e si stabilì nella scuola del paese. Nel 1916 andò a studiare a Lubiana, al liceo scientifico tedesco e successivamente, nel 1922 alla facoltà di lettere e filosofia dell'Università di Lubiana. Le sue prime poesie sono in prevalenza impressionistiche. Dal 1925 iniziò a scrivere poesie di tipo costruttivista. Iniziò a pubblicare dal 1921 in diverse riviste letterarie di Lubiana e Trieste[1]. Morì nel 1926, all'età di 22 anni, colpito da una meningite. Inizialmente nelle sue poesie è forte l'influenza dell'impressionismo e di Josip Murn. Temi ricorrenti sono il Carso, la madre, la morte con valenza spesso simbolica. Le sue poesie d'avanguardia vennero pubblicate per la prima volta, postume, molto tardi, nel 1967 e rappresentarono un elemento di prima grandezza nel panorama culturale sloveno[ wikipedia

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